Aiuto per dca
Buongiorno la mia famiglia ormai persiste su una rotta senza soluzione e da quando mio padre è morto di recente la situazione è peggiorata perché ormai tutti sono molto più stanchi.
Mia sorella ha un dca che la mia famiglia non ha mai affrontato come si deve nonostante io provi a dare tanti suggerimenti.
Mangia e vomita di continuo da sempre praticamente e non c'è mai stata una vera discussione se non una volta con mia madre e lei ha minacciato di non tornare più a trovarla e con me quando andò al pronto soccorso per aver vomitato sangue e io le dissi che doveva affrontare i suoi problemi e che non poteva escludere che questo episodio fosse dovuto al fatto che vomitava così spesso in una giornata.
Salvo poi non rispondermi più e scrivermi il giorno dopo come nulla fosse (abitiamo tutti in città diverse).
Con impegno ho fatto in modo che mia sorella cominciasse a vedere una psichiatra specializzata in questi disturbi ma mia sorella non è stata mai costante... ora mi ha anche confessato che vorrebbe cambiare perché trova difficile il fatto che lei faccia studio solo due volte al mese così ho approfittato per dirle che è la figura dello psicologo che va vista più spesso e che lo psichiatra si vede meno.
Ma nulla fa finta di niente... E va avanti con daparox non so da questo tempo
Io sono esausta e qualche giorno fa' mi sono ritrovata addirittura a dirmi "che peccato mi sono svegliata viva un'altra volta".
Stando tutte insieme durante il periodo di vacanza la situazione è invivibile: mia sorella ha i suoi problemi, mia madre da un lato la riempie di cibo e parla solo di cibo e dall'altro poi si sfoga con me perché non ce la fa più a vederla così e sempre peggio perché ormai non ha più amici... Poi infine ci sono io che ho anni di psicoterapia alle spalle per un disturbo bipolare e che nonostante ciò non so più come aiutare la mia famiglia al punto tale che penso che l'unico modo di fuggire da tutto questo sia non vivere più.
Non è solo questo, sono anni e anni di stanchezza in cui ho dovuto sempre assistere i miei familiari in tutto, non ce la faccio più
Mi sento veramente senza energie ma voglio fare l'ultima cosa: mia madre è anziana ha 70 anni lo so che è tardi ma io voglio provare l'ultimo tentativo e fare in modo che lei impari a comunicare con mia sorella perché non credo possa farlo io.
Non so se esistono dei centri specializzati che lavorino anche online con i pazienti delle persone con dca.
Abbiamo provato l'anno scorso con la psichiatra esperta che menzionavo ma è stata una seduta pressoché inutile.
Accetto qualunque consiglio vogliate darmi, la situazione peggio di così non può andare e mia sorella lasciata ai comportamenti di mia madre si ritroverà sola e isolata, anche perché tra di noi purtroppo non c'è nessun rapporto.
PS vorrei aggiungere che ho visto che segue sui social una pagina sui dca e mette like ai post (in cui si dice "quando hai un dca... ") ed ho pensato fosse una buona notizia vi prego ditemi di si
Mia sorella ha un dca che la mia famiglia non ha mai affrontato come si deve nonostante io provi a dare tanti suggerimenti.
Mangia e vomita di continuo da sempre praticamente e non c'è mai stata una vera discussione se non una volta con mia madre e lei ha minacciato di non tornare più a trovarla e con me quando andò al pronto soccorso per aver vomitato sangue e io le dissi che doveva affrontare i suoi problemi e che non poteva escludere che questo episodio fosse dovuto al fatto che vomitava così spesso in una giornata.
Salvo poi non rispondermi più e scrivermi il giorno dopo come nulla fosse (abitiamo tutti in città diverse).
Con impegno ho fatto in modo che mia sorella cominciasse a vedere una psichiatra specializzata in questi disturbi ma mia sorella non è stata mai costante... ora mi ha anche confessato che vorrebbe cambiare perché trova difficile il fatto che lei faccia studio solo due volte al mese così ho approfittato per dirle che è la figura dello psicologo che va vista più spesso e che lo psichiatra si vede meno.
Ma nulla fa finta di niente... E va avanti con daparox non so da questo tempo
Io sono esausta e qualche giorno fa' mi sono ritrovata addirittura a dirmi "che peccato mi sono svegliata viva un'altra volta".
Stando tutte insieme durante il periodo di vacanza la situazione è invivibile: mia sorella ha i suoi problemi, mia madre da un lato la riempie di cibo e parla solo di cibo e dall'altro poi si sfoga con me perché non ce la fa più a vederla così e sempre peggio perché ormai non ha più amici... Poi infine ci sono io che ho anni di psicoterapia alle spalle per un disturbo bipolare e che nonostante ciò non so più come aiutare la mia famiglia al punto tale che penso che l'unico modo di fuggire da tutto questo sia non vivere più.
Non è solo questo, sono anni e anni di stanchezza in cui ho dovuto sempre assistere i miei familiari in tutto, non ce la faccio più
Mi sento veramente senza energie ma voglio fare l'ultima cosa: mia madre è anziana ha 70 anni lo so che è tardi ma io voglio provare l'ultimo tentativo e fare in modo che lei impari a comunicare con mia sorella perché non credo possa farlo io.
Non so se esistono dei centri specializzati che lavorino anche online con i pazienti delle persone con dca.
Abbiamo provato l'anno scorso con la psichiatra esperta che menzionavo ma è stata una seduta pressoché inutile.
Accetto qualunque consiglio vogliate darmi, la situazione peggio di così non può andare e mia sorella lasciata ai comportamenti di mia madre si ritroverà sola e isolata, anche perché tra di noi purtroppo non c'è nessun rapporto.
PS vorrei aggiungere che ho visto che segue sui social una pagina sui dca e mette like ai post (in cui si dice "quando hai un dca... ") ed ho pensato fosse una buona notizia vi prego ditemi di si
[#1]
Gentile utente,
capisco la Sua preoccupazione e il senso di impotenza che prende i famigliari di fronte al disturbo dei comportamenti alimentari
Per situazioni come quella da Lei descritta
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi del comportamento alimentare (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti - nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. - sono a disposizione in forma "integrata",
cioè coordinati tra loro
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .
La terapia attuata presso i Centri garantisce anche la possibilità di ricovero quando necessario e in accordo con il paziente;
sempre a carico del Servizio Pubblico, in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel linkato sopra, regione per regione.
Anche per il Pronto Soccorso c'è una importante novità:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2477-disturbi-alimentari-e-codice-lilla-al-pronto-soccorso-nuove-attenzioni-cliniche-e-familiari.html
Riguardo ai comportamenti che i/le famigliari sono indirizzati ad assumere,
potrà trovare qui le linee guida del Ministero della salute:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "
La incoraggio a parlarne con Sua sorella, se e quando troverete la dimensione relazionale opportuna.
Oppure con l'aiuto del medico di base.
.. e poi ci sarebbe Lei, di cui occuparsi nel presente consulto; Lei che dice di sè:
"non so più come aiutare la mia famiglia al punto tale che penso che l'unico modo di fuggire da tutto questo sia non vivere più."
Anche in questo caso occorre che Lei affronti la propria NON-ONNIPOTENZA,
il fatto cioè che esistono degli incastri affettivi e relazionali che nessuno può sciogliere se non gli interessati/e; ma solo e unicamente se chiedono aiuto e si impegnano per farlo fruttare. In altro caso i familiari, ma anche gli/le specialist*, si misurano con l'impotenza: "Nessuno può aiutare chi non vuole essere aiutato", purtroppo.
Una persona si può sempre aiutare però: se stess*. La incoraggio a prendersi cura di sè, a volersi bene; noi stessi siamo l'una persona di cui possiamo disporre.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
capisco la Sua preoccupazione e il senso di impotenza che prende i famigliari di fronte al disturbo dei comportamenti alimentari
Per situazioni come quella da Lei descritta
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi del comportamento alimentare (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti - nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. - sono a disposizione in forma "integrata",
cioè coordinati tra loro
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .
La terapia attuata presso i Centri garantisce anche la possibilità di ricovero quando necessario e in accordo con il paziente;
sempre a carico del Servizio Pubblico, in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel linkato sopra, regione per regione.
Anche per il Pronto Soccorso c'è una importante novità:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2477-disturbi-alimentari-e-codice-lilla-al-pronto-soccorso-nuove-attenzioni-cliniche-e-familiari.html
Riguardo ai comportamenti che i/le famigliari sono indirizzati ad assumere,
potrà trovare qui le linee guida del Ministero della salute:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "
La incoraggio a parlarne con Sua sorella, se e quando troverete la dimensione relazionale opportuna.
Oppure con l'aiuto del medico di base.
.. e poi ci sarebbe Lei, di cui occuparsi nel presente consulto; Lei che dice di sè:
"non so più come aiutare la mia famiglia al punto tale che penso che l'unico modo di fuggire da tutto questo sia non vivere più."
Anche in questo caso occorre che Lei affronti la propria NON-ONNIPOTENZA,
il fatto cioè che esistono degli incastri affettivi e relazionali che nessuno può sciogliere se non gli interessati/e; ma solo e unicamente se chiedono aiuto e si impegnano per farlo fruttare. In altro caso i familiari, ma anche gli/le specialist*, si misurano con l'impotenza: "Nessuno può aiutare chi non vuole essere aiutato", purtroppo.
Una persona si può sempre aiutare però: se stess*. La incoraggio a prendersi cura di sè, a volersi bene; noi stessi siamo l'una persona di cui possiamo disporre.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie mille dottoressa... è che io non saprei proprio da dove cominciare perché se da un lato su quelle pagine social sembra consapevole della sua situazione, dall'altra con noi o in ciò che fa per affrontare il problema, sembra proprio di no. Sembra proprio assumere che lei non abbia nessun problema. E forse è questo che blocca un po' tutti all'idea di parlargliene di nuovo... Poi io ho la sensazione che sia mia madre la persona più giusta per affrontare questo discorso... Mia sorella è stata sempre molto gelosa di me e soffre tanto persino del fatto che sono un punto di riferimento per tutti in famiglia. Da un lato mi vuole bene ma da un lato questa gelosia folle (aggredisce mia madre quando magari loro due si trovano insieme e mia mamma vuole farmi una telefonata).... Non lo so non so più che cosa devo fare non ho più una soluzione per niente
[#3]
Come già Lei dicevo sopra,
in famiglia frequentemente i fili si ingarbugliano talmente, fio a formare negli anni dei nodi inestricabili. Meccanismo presente fin dall'antichità, al punto che il famoso "nodo gordiano" fu sciolto unicamente .. tagliandolo a metà con la spada: metafora di nodi impossibili da sciogliere pur provandoci in ogni modo, come sta facendo Lei stando al Suo racconto.
".. Non lo so non so più che cosa devo fare, non ho più una soluzione per niente".
E' proprio questo il problema che deve e può affrontare con la sua terapeuta,
cioè il fatto che non per tutto è possibile avere soluzioni, soprattutto quando ciò riguarda altri-da-noi.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
in famiglia frequentemente i fili si ingarbugliano talmente, fio a formare negli anni dei nodi inestricabili. Meccanismo presente fin dall'antichità, al punto che il famoso "nodo gordiano" fu sciolto unicamente .. tagliandolo a metà con la spada: metafora di nodi impossibili da sciogliere pur provandoci in ogni modo, come sta facendo Lei stando al Suo racconto.
".. Non lo so non so più che cosa devo fare, non ho più una soluzione per niente".
E' proprio questo il problema che deve e può affrontare con la sua terapeuta,
cioè il fatto che non per tutto è possibile avere soluzioni, soprattutto quando ciò riguarda altri-da-noi.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 382 visite dal 19/08/2024.
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