Quanto può accecare l’amore? e quanto può cambiarti da quello che realmente sei?

Ciao, scrivo questo consulto perché sto iniziando ad avere seri dubbi e ogni volta non capisco cosa voglio realmente.

Io e il mio ragazzo stiamo insieme da quasi tre anni, sono successe moltissime cose e le abbiamo superate per amore e perché crediamo nella nostra storia.
Solo che nell’ultimo anno sono usciti fuori degli aspetti caratteriali importanti.
che lui rinfacci qualsiasi cosa lo sapevo già da un pezzo.
dice sempre che abbiamo chiarito ma in qualsiasi litigio non perde l’occasione di rinfacciarmi le cose.
Mi sono accorta che ho un problema con il senso di colpa, mi sono sempre sentita in colpa fin dall’inizio della storia per qualsiasi cosa e lui non perde occasione di uscirsene con frasi tipo io ti amo di più di quanto mi ami tu e quando litighiamo mi giudica e mi dice che sono un’immatura, alza la voce (ha anche un timbro vocale importante), mi dice che sono stupida, che non capisco niente, l’altro giorno non mi ha rivolto la parola per sei ore e quando mi ha affrontata alternava momenti in cui era ragionevole con momenti in cui, forse preso dal nervoso, ha toccato dei miei tasti personali dicendomi cose come è per questo che non hai amici, e in maniera sarcastica si è preso gioco di cose personali su quanto mia madre mi abbia fatta soffrire da piccola.
E quando ho sentito queste cose ci sono rimasta male, io sarò stata stronza ma non sono mai stata cattiva con lui.
Poi si è scusato, mi ha fatto gli occhi dolci e detto che mi ama e io lo so che mi ama molto me l’ha sempre dimostrato quella instabile sono sempre stata io ma comunque non credo che questo giustifichi la sua cattiveria e l’impatto che ha avuto su di me no?
Avrei tantissime cose da dire, perché poi ogni storia ha le sue sfumature.
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Dr.ssa Rita Imbrescia Psicoterapeuta, Psicologo 5
Buongiorno,
se da un lato all'interno di ogni relazione ci sono momenti di conflitto e di confronto da attraversare come situazioni che fanno parte dell'evoluzione di un rapporto, dall'altro è fondamentale cogliere se i litigi e i conflitti di quella coppia portano le persone ad un arricchimento oppure vanno nella direzione di uno svilimento. Nel primo caso il legame si nutre e prende forza dal reciproco scambio mentre nel secondo caso si logora e si sfilaccia come una corda che regge sempre meno tutto quello che passa sopra di essa.

Se immagina il legame come l'elastico sul quale si muovono i partner può vedere più chiaramente che quando questo elastico perde la sua flessibilità e inizia a venire trattato come fosse una corda tesa, il rischio che si spezzi è più presente.

Leggendo quello che lei scrive mi colpiscono alcuni passaggi che considero importanti.

Utilizza ad un certo punto il termine "alternava" per descrivere come nel corso del litigio il suo partner cambi tono, posizione e atteggiamento emotivo rapidamente, passando da un tono più pacato che definisce "ragionevole" a un tono sarcastico. Il cambio di tono indica anche un cambio di posizione nei suoi confronti che nel primo momento è sullo stesso suo piano di conversazione mentre nel secondo momento la tiene un piano al di sotto rispetto a quello del partner. Anche l'atteggiamento emotivo cambia e di questo lei si rende conto quando dice "ha toccato dei miei tasti personali dicendomi cose come è per questo che non hai amici, e in maniera sarcastica si è preso gioco di cose personali su quanto mia madre mi abbia fatta soffrire da piccola".

Quando lei è di fronte a questo cambio è di fatto già dentro una dinamica relazionale che la spinge a sentirsi in colpa e le fa dire "E quando ho sentito queste cose ci sono rimasta male, io sarò stata stronza ma non sono mai stata cattiva con lui".

Poi, proprio quando lei si sta sentendo in colpa e si sta giudicando "stronza", lui torna al tono pacato e amorevole "Poi si è scusato, mi ha fatto gli occhi dolci e detto che mi ama".

E il circolo vizioso ricomincia daccapo al nuovo litigio.

All'interno di questo circolo ci sono poi altre cose da notare: "quando litighiamo mi giudica e mi dice che sono un’immatura, alza la voce (ha anche un timbro vocale importante), mi dice che sono stupida, che non capisco niente".

Le parole di insulto che riceve rinforzano il circolo perché, più o meno consapevolmente, vengono utilizzate per neutralizzare la sua autostima e bloccare sul nascere una sua reazione di difesa e di amor proprio.

L'esposizione alle offese verbali, insieme allo svilimento della sua persona, al sarcasmo e all'utilizzo dei suoi punti di fragilità come un'arma contro di lei sono tutti elementi che non hanno a che fare litigio utile, costruttivo e benefico per le persone né tantomeno per il legame.

La conseguenza di questa esposizione a livello personale si manifesta con un senso di confusione generale che sente tutto sulla sua pelle quando dice "ogni volta non capisco cosa voglio realmente".

Per tornare a sentirsi lucida e consapevole e per poter scegliere ciò che è meglio per lei, occorre innanzitutto che inizi a notare gli effetti che questo rapporto ha su di sé, ricordando sempre che amare ed essere amati non prevede mai che si diventi un bersaglio per la persona che ci sta accanto.

Dott.ssa Imbrescia Rita

Dr.ssa Imbrescia Rita, Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt
www.ritaimbresciapsicologa.altervista.org

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Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio per il suo punto di vista e parere medico, per me è molto prezioso e mi fa sentire più tranquilla anche solo leggere il suo parere.
Forse tendo a giustificare troppo alcuni atteggiamenti ma credo sia lecito farlo perché la persona che più di tutte ha portato instabilità nel rapporto sono proprio io. Con il tempo, ho imparato leggermente di più che non è giusto per me stessa avere questi sensi di colpa perché è stato anche il mio ragazzo ad accettare delle situazioni emotive, di estrema volubilità da parte mia, dall’inizio fino ad ora. Lo svilimento ha occupato una rilevanza maggiore nella mia mente e ha incrementato i miei sensi di colpa verso di lui quando proprio durante questi litigi (per lo più causati da me che ogni volta che ho il minimo dubbio sulla relazione/i miei sentimenti sento il bisogno di comunicarglieli, sbagliando perché poi è normale che innesco delle insicurezze in lui) mi ha rinfacciato tutto quello che ha DECISO di perdonare. Io ho sbagliato diverse volte, come scrivo nel consulto precedente gli ho mancato di rispetto ma non gli ho MAI nascosto nulla. Mi sono sempre presa le mie responsabilità (anche se ancora faccio fatica ad accettare i miei errori).

Purtroppo, sopratutto dopo l’ultimo episodio, ho avuto quasi una crisi d’identità. Ho iniziato a riflettere su quanto del bene e quanto del male ci sia nella mia persona, ho infranto i miei valori, jon ho tradito solo lui ma ancora più grave ho tradito me stessa. Però attenzione, non ho la sindrome della vittima. Anzi, tendo a darmi degli schiaffi psicologici da sola perché se qualcuno si capottasse così con me lo manderei a quel paese e avrei una pessima opinione. Ma di questo non vado fiera, a dire il vero non vado fiera di nulla. Per due anni non ho fatto altro che sabotare la relazione e sabotare le stessa forse perché sono pazza, o sono cattiva, o non amo abbastanza. Su quest’ultima cosa ho riflettuto moltissimo, mi creda, e non credo affatto di non amare. Anzi, amo a livelli sproporzionati pur contraddendomi. È forse parte della gioventù? Sto ancora capendo chi sono? Non lo so! Ma mi sembra di fare solo del make a chi amo, a volte mi vengono gli occhi lucidi perché guardò lui che mi ama come nessun altro ha fatto e penso di non meritare tutto quell’amore perché sono una cattiva persona. Poi capisco che non sono davvero cattiva ma nel profondo credo di pensarlo, oppure c’è un territorio più oscuro dentro me che non ho ancora corso il rischio di esplorare oppure sono solo una con l’autostima a zero. Ambiziosa, voglio mangiare la vita e spaccare il mondo ed essere libera nello spirito di assecondare la leggerezza che caratterizza la vita in fin dei conti, eppure resto bloccata, soffocata, sono il peggior nemico di me stesso.
Bianconi dice perché conosco bene gli uomini, racconto i loro demoni ma non riesco a scrivere dei miei! . Ecco, io mi sento così.
Mi scusi tanto per tutte queste righe, mi sento particolarmente ispirata. La ringrazio ancora per la sua attenzione.
Buona giornata!
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Dr. Donato Duse Psicoterapeuta, Psicologo 14
Gentile utente,

leggo la sua richiesta assieme a quella che inviò a fine luglio.

Le direi che a volte costruire e mantenere un legame, così come metterlo in discussione, può essere complesso...
Forse si merita, come tutte le persone, di prendersi cura di questi aspetti.
Mi trovo d'accordo con i colleghi che le suggeriscono di pensare un percorso, per capirsi e aiutarsi.
Non è facile scrivere dei demoni, dei propri ancora meno, ma è possibile, e forse quella parte di lei che cerca un confronto, un aiuto, le è amica...

Un saluto

Dr. Donato Duse
Psicologo Psicoterapeuta
OPP|V n°10413