Madre iperprotettiva figlio maschio
Da 4 anni ho una relazione con un uomo di 36 anni, io ne ho 32.
Dopo il primo anno bellissimo (lui molto presente, affettuoso, fedele e in grado di darmi tutte le mille attenzioni di cui avevo disperatamente bisogno dopo un periodo di solitudine e una passata relazione anaffettiva), ho iniziato a notare un rapporto morboso con sua madre, una donna di potere estremamente autoritaria e scansata pericolosamente da tutta Agrigento (giudicante, che mi ha attaccata più volte senza che lui mi difendesse, ma la giustificava continuamente).
Questa persona faceva mile telefonate, chiamava il figlio per ogni minimo comando o problema da risolvere e anche lui faceva lo stesso.
Io mi sono adeguata allo stile di vita (fatto solo di feste, intrattenimento e continue riunioni familiari) finchè ho avuto attacchi di panico inizialmente imputabili allo stress lavorativo (mi sono spaventata tantissimo e per proteggerlo gli ho anche detto di lasciarmi*).
Sono andata avanti nella relazione per essere come mi voleva lui, per vederlo felice e intanto mi convincevo di esserlo anch'io.
Ho intrapreso un percorso psicologico per curare la mia ansia, ma mi sono resa conto che la mia relazione era causa della mia ansia: dovevamo uscire insieme continuamente, io dovevo sempre essere "pronta" per andare.
Inoltre ero sempre con l'orologio alla mano e limitavo il tempo delle mie attività perchè dovevo vedermi con lui (mentre io ero fuori ogni fine settimana per lavoro, lui diceva di essere depresso senza di me, ma non veniva mai a trovarmi).
Quest'uomo fa ogni anno la vacanza con sua madre e io insieme.
Qualche viaggio da soli.
Non lavora (ha solo il titolo e qualche paziente) e vive con i suoi, anche se all'inizio si è presentato come un medico che vive da solo.
Gli sono stata sempre vicina, sempre presente, ma una settimana fa, in vacanza con lui e la mamma, ho avuto un attacco d'ansia pensando che quella sarebbe stato il mio futuro.
Sono tornata a casa e lui è rimasto con sua madre (che ha fatto una scenata dicendomi che ho lasciato solo suo figlio).
Dovevamo sposarci ma io l'ho lasciato, non riesco a immaginare una vita sottovuoto.
Ora lui sta malissimo e io, quando mi dice che sta male, sto male anch'io perchè è buono e gentile e temo di non trovare mai più nessuno come lui.
Gli ho confidato tutti i motivi della rottura ma lui mi ha risposto che questo è il suo modo di amare e concepire la coppia e il rapporto con sua madre.
Che era pronto a sposarmi, che tornerebbe con me ancora e ancora, che non sopporta il distacco da me, che ha paura di non riprendersi.
Dentro di me percepisco di aver lasciato un bambino che ho fatto di tutto per non far soffrire, ma che mi ha trasmesso tutte le sue fobie e ipocondrie e mi ha spinto con un pungolo in attesa che il mio problema d'ansia passasse e tornassimo alla vita di sempre.
Vorrei solo che non soffrisse per me, non lo sopporto.
Cosa fare?
* Lui non accetta la fine della relazione e crede che sia solo un momento.
a fronte dei comportamenti di lui, Lei lo ha lasciato. E ".. lui mi ha risposto che questo è il suo modo di amare e concepire la coppia e il rapporto con sua madre":
prendere o lasciare.
Lei ha deciso di lasciare.
Tuttavia soffre:
"Vorrei solo che non soffrisse per me, non lo sopporto."
Riprendendo la Sua metafora: "..ho lasciato un bambino che ho fatto di tutto per non far soffrire", lei vorrebbe forse continuare a non farlo soffrire, forse sacrificando se stessa?
Tenga conto che ogni bambin* è costretto a soffrire per crescere. Senza l'accettabile sofferenza della frustrazione, senza scendere a patti con la realtà,
nessun bambino diventa adulto.
E dunque lui non sta soffrendo a causa sua,
lui sta soffrendo semplicemente *per sé*, che -con il beneplacito della madre- continua (e continuerà) a rimanere quel bambino che batte i piedi e scalcia fin quando non viene accontentato. Ma che non è in grado di porsi in maniera adulta dentro una relazione di coppia.
Situazione peraltro non unica, purtroppo. Se ne occupa la legge, e anche la chiesa cattolica. Si figuri che l'eccessivo mammismo è in grado di far annullare un matrimonio religioso, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4386-il-mammismo-rende-nullo-il-matrimonio.html .
Non si faccia prendere dall'illusione di poterlo "salvare"; è solo la "sindrome della crocerossina" che Le parla.
Nel caso si senta in pericolo di riprendere questa relazione pur di non farlo soffrire, si faccia aiutare da un* Psicolog*; è importante per lei e per la sua vita.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Ma Lei stessa ci dice che è trascorsa appena una settimana, e dunque tutto ciò è compreso negli eventi che ci ha descritto e nella decisione che Lei ha assunto.
Se dopo alcune settimane la Sua situazione interiore apparisse immutata, ci riscriva. Le risponderemo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Poi ha continuato a dire che la madre è affettuosa, ma possiamo trovare i nostri spazi e si adeguerebbe alle mie esigenze ( ad esempio non voler andare alle riunioni familiari, viaggi che non mi piacciono ecc.). Bene, io ho pianto tutto il tempo e da quel momento sono piombata nella tristezza. Lui mi manca fisicamente e come attenzioni e per questo vorrei riprovarci, nello stesso tempo, dentro di me covo il terrore che tutto sarà come prima, la mia ansia tornerà e sarò di nuovo costretta a interrompere la relazione. Inoltre, mi spaventa moltissimo il mio rapporto con sua madre dopo questa rottura ( rancori, giudizi e vendette).
Dentro di me sento il vuoto, un'apatia assoluta che mi trattiene da qualsiasi scelta.
Forse il tempo mi darà la risposta che cerco? Grazie infinite a chi risponderà. I giorni sono tutti uguali, bloccati in un limbo.
Il tempo trascorre uno modo piatto ora dopo ora, anno dopo anno, se non lo si fa fruttare.
Si faccia aiutare psicologicamente,
sia per riuscire a capire e capirsi meglio,
sia per evitare rimpianti in futuro;
qualsiasi scelta Lei decida di effettuare.
Se opta per il "riprovare", consiglio di ripartire da una terapia di coppia:
è una maniera ufficiale di sancire il cambiamento nel vostro modo di stare insieme. Altrimenti, come lei osserva, molto spesso dopo breve tempo torna tutto come prima:
"..dentro di me covo il terrore che tutto sarà come prima, la mia ansia tornerà e sarò di nuovo costretta a interrompere la relazione."
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
una volta è stato rimproverato davanti a me, urlando, da una che gli interessava perchè fosse sparito e lui ha semplicemente risposto " sono sempre stato qui". Alla mia domanda: come mai quella ragazza era così arrabbiata con te e tu non hai minimamente reagito alle sue urla? Lui mi rispose: tu stai al posto tuo. Ci ho pianto tre giorni e poi, come sempre, mi sono colpevolizzata io dando ragione a lui e ignorando la mia sofferenza). Ecco, temo che, nonostante questo primo anno in cui veramente è stato ambiguo, poi non più forse perchè per mia volontà abbiamo ridotto gli incontri con gli amici a causa del suo comportamento( mi diceva tutto ma continuava a comportarsi in un modo per me irrispettoso) temo di non riuscire più a dare fiducia a nessun uomo. Penso " almeno lui mi diceva tutto" ma poi penso che infondo non potrò mai averne la certezza e che in ogni caso, il tutto è finito per il mio malessere nella situazione. Dimenticavo, mi ha chiesto indietro due regali e si è ripreso anche tutti gli altri che avevo imbustato e non. Mi chiedo, in un momento del genere, come si faccia a fare una cosa così...e io che invece sono immersa nella mia tristezza.
Sono trascorsi 40 giorni dalla Sua ultima.
Dalla replica di oggi emerge tutta la fatica della "elaborazione del lutto".
Rimpianto, rabbia, ricordi .. i sentimenti si rincorrono e si alternano repentinamente come nuvole e sole nel cielo d'Irlanda.
Che fortunata ad aver ricevuto tanto tempestivamente la richiesta di restituzione dei regali!
Così da poter capire (se ancora Lei ne avesse bisogno) una ulteriore caratteristica del suo EX.
Tali gaffes aiutano la persona che le riceve.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Dott. Brunialti
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