Derealizzazione e confusione post lutto
Buonasera, vi contatto per parlarvi di una situazione mia vissuta prima che mi sta creando non poche preoccupazioni e vorrei essere rassicurata sul fatto di non stare impazzendo!
Solo una settimana fa stavo bene ed ero in vacanza, poi improvvisamente un lutto in famiglia inaspettato mi ha costretta a tuffarmi in una situazione totalmente diversa da quella del clima sereno della vacanza.
Inoltre sono un soggetto che soffre di ansia e molto emotiva, sto vivendo anche un cambiamento importante in quanto proprio negli stessi giorni sto traslocando con la casa.
Mi sento da questo evento, 5 giorni fa, in uno stato di confusione che mi porta a pensare sto sognando?
a causa di questo dolore improvviso.
Mi sembra di non vivere la realtà, mi sento confusa e ho paura sia tutto un incubo.
Sono molto spaventata e alterno attacchi di ansia a causa della mia perdita.
Poco prima ero in vacanza e adesso mi ritrovo in una casa nuova e con il dolore nel cuore.
Cosa posso fare per uscire da questa situazione e riprendere contatto con la realtà?
Grazie mille e scusate per lo sfogo
Solo una settimana fa stavo bene ed ero in vacanza, poi improvvisamente un lutto in famiglia inaspettato mi ha costretta a tuffarmi in una situazione totalmente diversa da quella del clima sereno della vacanza.
Inoltre sono un soggetto che soffre di ansia e molto emotiva, sto vivendo anche un cambiamento importante in quanto proprio negli stessi giorni sto traslocando con la casa.
Mi sento da questo evento, 5 giorni fa, in uno stato di confusione che mi porta a pensare sto sognando?
a causa di questo dolore improvviso.
Mi sembra di non vivere la realtà, mi sento confusa e ho paura sia tutto un incubo.
Sono molto spaventata e alterno attacchi di ansia a causa della mia perdita.
Poco prima ero in vacanza e adesso mi ritrovo in una casa nuova e con il dolore nel cuore.
Cosa posso fare per uscire da questa situazione e riprendere contatto con la realtà?
Grazie mille e scusate per lo sfogo
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Gentile utente,
mi dispiace molto per quel che le è successo. Da quel poco che racconta mi pare ragionevole presumere che la confusione che avverte e quel che nomina "derealizzazione", che è un sintomo caratterizzato dal distacco dall'ambiente e sensazioni o esperienze di irrealtà, possano essere l'esito del lutto che ha subìto.
Lei era in vacanza, dunque in un contesto di divertimento, e poi inaspettatamente è subentrata la morte, la morte di una persona a lei cara, anche se non sotto i suoi occhi, ma comunque in un momento in cui -in particolar modo- lei non avrebbe potuto contemplarla, attenderla. Dunque il sopraggiungere della morte è stato forse ancor più devastante per lei, lasciandola probabilmente oltre che priva del suo affetto ed in balìa della perdita, anche con l'amara consapevolezza che la vita non ci è mai garantita.
In tale prospettiva appare del tutto comprensibile che lei voglia distaccarsi da questa realtà, quasi a voler trovare un riparo in un'estraneità che rende meno intollerabile cio' che è accaduto.
A tutto ciò si sta aggiungendo un profondo e importante cambiamento come quello della casa.
Le consiglio di prendere in considerazione, se ritiene che possa aiutarla e qualora ne avesse la possibilità, l'idea di rimandare il trasloco, in quanto forse in questo momento ha bisogno di ancorarsi alle certezze, alla solidità, per potersi ricomporre dal dolore della perdita.
In ogni caso il mio suggerimento è quello di consultare uno psicologo, per intraprendere eventualmente un percorso di supporto psicologico, per dar voce al dolore della perdita, ma anche per trovare uno spazio, un luogo, al di fuori dello scorrere frenetico dei giorni e della vita, in cui poter sostare, esprimersi, stare col suo dolore, senza dover essere chiamata a fare qualcosa.
Infatti non solo nella morte vi è il trauma, il dolore, lo sconcerto, ma talvolta può esserci anche nella vita che continua a scorrere inesorabile, nonostante tutto. E la stanza dello psicologo si costituisce come quel luogo che custodisce il sentire, nel quale si può sospendere temporaneamente l'andare avanti, quando viene avvertito solo come un dovere, per poi riprendere quando lo si sente come un diritto, o comunque come un momento giusto.
Auguri di cuore.
mi dispiace molto per quel che le è successo. Da quel poco che racconta mi pare ragionevole presumere che la confusione che avverte e quel che nomina "derealizzazione", che è un sintomo caratterizzato dal distacco dall'ambiente e sensazioni o esperienze di irrealtà, possano essere l'esito del lutto che ha subìto.
Lei era in vacanza, dunque in un contesto di divertimento, e poi inaspettatamente è subentrata la morte, la morte di una persona a lei cara, anche se non sotto i suoi occhi, ma comunque in un momento in cui -in particolar modo- lei non avrebbe potuto contemplarla, attenderla. Dunque il sopraggiungere della morte è stato forse ancor più devastante per lei, lasciandola probabilmente oltre che priva del suo affetto ed in balìa della perdita, anche con l'amara consapevolezza che la vita non ci è mai garantita.
In tale prospettiva appare del tutto comprensibile che lei voglia distaccarsi da questa realtà, quasi a voler trovare un riparo in un'estraneità che rende meno intollerabile cio' che è accaduto.
A tutto ciò si sta aggiungendo un profondo e importante cambiamento come quello della casa.
Le consiglio di prendere in considerazione, se ritiene che possa aiutarla e qualora ne avesse la possibilità, l'idea di rimandare il trasloco, in quanto forse in questo momento ha bisogno di ancorarsi alle certezze, alla solidità, per potersi ricomporre dal dolore della perdita.
In ogni caso il mio suggerimento è quello di consultare uno psicologo, per intraprendere eventualmente un percorso di supporto psicologico, per dar voce al dolore della perdita, ma anche per trovare uno spazio, un luogo, al di fuori dello scorrere frenetico dei giorni e della vita, in cui poter sostare, esprimersi, stare col suo dolore, senza dover essere chiamata a fare qualcosa.
Infatti non solo nella morte vi è il trauma, il dolore, lo sconcerto, ma talvolta può esserci anche nella vita che continua a scorrere inesorabile, nonostante tutto. E la stanza dello psicologo si costituisce come quel luogo che custodisce il sentire, nel quale si può sospendere temporaneamente l'andare avanti, quando viene avvertito solo come un dovere, per poi riprendere quando lo si sente come un diritto, o comunque come un momento giusto.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 411 visite dal 11/08/2024.
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