Paura di guardare negli occhi
salve sono un ragazzo di 13 anni e non riesco a guardare le persone negli occhi e volevo chiedervi se era possibile risolvere questo problema e se puo essere un problema derivante da qualcosa di psicologico...premetto che la mia famiglia non va molto d'accordo e che quando avevo 1 anno è morto mio fratello.
Grazie anticipatamente per le risposte
Grazie anticipatamente per le risposte
[#1]
Gentile utente,
in realtà le informazioni che ci ha fornito sono poche, tuttavia è possibile ipotizzare che il non riuscire a guardare negli occhi sia o un aspetto unico e indipendente della sua personalità (magari un poco timida e riservata) oppure un sintomo di fobia sociale e, pertanto, di una maggiore difficoltà a mettersi in relazione con gli altri, per il timore di essere giudicato o essere fatto oggetto di critiche severe.
Un colloquio anamnestico (di ricostruzione della sua storia personale e familiare) potrebbe chiarirle il quadro della situazione.
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
in realtà le informazioni che ci ha fornito sono poche, tuttavia è possibile ipotizzare che il non riuscire a guardare negli occhi sia o un aspetto unico e indipendente della sua personalità (magari un poco timida e riservata) oppure un sintomo di fobia sociale e, pertanto, di una maggiore difficoltà a mettersi in relazione con gli altri, per il timore di essere giudicato o essere fatto oggetto di critiche severe.
Un colloquio anamnestico (di ricostruzione della sua storia personale e familiare) potrebbe chiarirle il quadro della situazione.
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta
[#2]
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Carissimo ragazzo, sta attraversando un periodo di incetezze, di
insicurezze, anche sul piano della sessualità.
Tutto cio' è fisiologico , nell'adolescenza, ma diventa disagio se porta alla rinuncia di vita sociale, di attività che la portino in relazione con i coetanei, ad un confronto.
Non riuscire a guardare negli occhi è una sorta di timore del giudizio, di insicurezza.Questo periodo adolescenziale critico, per lei è immerso in un contesto familiare non del tutto sereno, in cui c'è il vissuto della perdita di un altro figlio, perdita,forse ,non ancora accettata e superata
Credo che un supporto psicologico, dei colloqui possano aiutarla a fare chiarezza e derimere dubbi.
Con tanti auguri
Dott.ssa I, Di Sipio
insicurezze, anche sul piano della sessualità.
Tutto cio' è fisiologico , nell'adolescenza, ma diventa disagio se porta alla rinuncia di vita sociale, di attività che la portino in relazione con i coetanei, ad un confronto.
Non riuscire a guardare negli occhi è una sorta di timore del giudizio, di insicurezza.Questo periodo adolescenziale critico, per lei è immerso in un contesto familiare non del tutto sereno, in cui c'è il vissuto della perdita di un altro figlio, perdita,forse ,non ancora accettata e superata
Credo che un supporto psicologico, dei colloqui possano aiutarla a fare chiarezza e derimere dubbi.
Con tanti auguri
Dott.ssa I, Di Sipio
[#3]
Gentile Utente,
i dati da te forniti non sono molti, tuttavia è possibile ipotizzare la presenza di un disturbo chiamato Disturbo d'Ansia Sociale. Questa condizione appartiene al gruppo dei Disturbi d'Ansia e consiste in una timidezza eccessiva; di solito si tratta di forme benigne che possono guarire anche spontaneamente soprattutto quando insorgono in un adolescente, solo in pochi casi pochi casi l'esito è l'isolamento sociale e la complicanzione con un quadro depressivo. Il Disturbo d'Ansia Sociale è un disturbo che ha radici costituzionali, genetiche; l'ambiente ha poi un ruolo molto importante come situazione scatenante. Ti consiglio di rivolgerti ad un Neuropsichiatra dell'infanzia-adolescenza al fine di poter ricevere una diagnosi corretta e quindi, se necessario, un trattamento adeguato. Per quanto riguarda quest'ultimo consiglio senza dubbio in prima battuta una psicoterapia cognitivo-comportamentale vista l'età; in seconda battuta, qualora l'intervento psicoterapeutico non dovesse portare a dei risultati significativi potrebbero essere utilizzati dei trattamenti psicofarmacologici mirati sotto stretto controllo specialistico.
Saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk
i dati da te forniti non sono molti, tuttavia è possibile ipotizzare la presenza di un disturbo chiamato Disturbo d'Ansia Sociale. Questa condizione appartiene al gruppo dei Disturbi d'Ansia e consiste in una timidezza eccessiva; di solito si tratta di forme benigne che possono guarire anche spontaneamente soprattutto quando insorgono in un adolescente, solo in pochi casi pochi casi l'esito è l'isolamento sociale e la complicanzione con un quadro depressivo. Il Disturbo d'Ansia Sociale è un disturbo che ha radici costituzionali, genetiche; l'ambiente ha poi un ruolo molto importante come situazione scatenante. Ti consiglio di rivolgerti ad un Neuropsichiatra dell'infanzia-adolescenza al fine di poter ricevere una diagnosi corretta e quindi, se necessario, un trattamento adeguato. Per quanto riguarda quest'ultimo consiglio senza dubbio in prima battuta una psicoterapia cognitivo-comportamentale vista l'età; in seconda battuta, qualora l'intervento psicoterapeutico non dovesse portare a dei risultati significativi potrebbero essere utilizzati dei trattamenti psicofarmacologici mirati sotto stretto controllo specialistico.
Saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk
Dr. Claudio Lorenzetti
[#4]
Caro utente,
vista la brevità con cui hai descritto la tua situazione attuale, non mi sentirei assolutamente di ipotizzare alcun tipo di "diagnosi".
E' sicuramente importante il tuo dar peso al disagio che stai provando in questo periodo della tua vita, e ti consiglierei effettivamente di fare qualche colloquio con uno specialista (psicologo dell'età evolutiva o psicoterapeuta), ma senza allarmismi!
Le informazioni che hai dato sulla tua famiglia e sulla perdita di tuo fratello non possono da sole essere indicative di una problematica specifica.
Probabilmente sei in un periodo di cambiamento, in cui hai anche più desiderio e possibilità di riflettere su te stesso, sul tuo modo di rapportarti al mondo, ma può anche essere abbastanza "fisiologico" e passeggero alla tua età.
Chiedi aiuto a qualcuno di competente, ma senza troppa ansia di trovare una diagnosi o un rapporto di causa-effetto tra il tuo passato e il momento presente. Potrai così capire meglio come ti senti in questo periodo e insieme allo specialista trovare un nuovo equilibrio.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
vista la brevità con cui hai descritto la tua situazione attuale, non mi sentirei assolutamente di ipotizzare alcun tipo di "diagnosi".
E' sicuramente importante il tuo dar peso al disagio che stai provando in questo periodo della tua vita, e ti consiglierei effettivamente di fare qualche colloquio con uno specialista (psicologo dell'età evolutiva o psicoterapeuta), ma senza allarmismi!
Le informazioni che hai dato sulla tua famiglia e sulla perdita di tuo fratello non possono da sole essere indicative di una problematica specifica.
Probabilmente sei in un periodo di cambiamento, in cui hai anche più desiderio e possibilità di riflettere su te stesso, sul tuo modo di rapportarti al mondo, ma può anche essere abbastanza "fisiologico" e passeggero alla tua età.
Chiedi aiuto a qualcuno di competente, ma senza troppa ansia di trovare una diagnosi o un rapporto di causa-effetto tra il tuo passato e il momento presente. Potrai così capire meglio come ti senti in questo periodo e insieme allo specialista trovare un nuovo equilibrio.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#6]
ciao,
mi auguro che le nostre risposte piene di Nomi e Proposte Terapeutiche non ti abbiano terrorizzato al punto da non riuscire più a guardare nemmeno il computer :)
Sembri un ragazzo molto grande per l'età che hai, almeno da come scrivi ed esprimi le tue paure in modo maturo
Sai cosa farei io? Proverei ad usare queste mie capacità dialettiche così mature e parlerei col genitore (papà o mamma) col quale mi trovo meglio. Gli direi proprio le stesse cose che hai detto a noi, sicuramente il tuo genitore ti capirà e ti consiglierà la cosa giusta (ad esempio se sia il caso di fare un colloquio con un dottore per approfondire il problema).
Se sai parlare bene come scrivi, beh allora parlane dei tuoi problemi. E spegni internet!
Ciao :)
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
mi auguro che le nostre risposte piene di Nomi e Proposte Terapeutiche non ti abbiano terrorizzato al punto da non riuscire più a guardare nemmeno il computer :)
Sembri un ragazzo molto grande per l'età che hai, almeno da come scrivi ed esprimi le tue paure in modo maturo
Sai cosa farei io? Proverei ad usare queste mie capacità dialettiche così mature e parlerei col genitore (papà o mamma) col quale mi trovo meglio. Gli direi proprio le stesse cose che hai detto a noi, sicuramente il tuo genitore ti capirà e ti consiglierà la cosa giusta (ad esempio se sia il caso di fare un colloquio con un dottore per approfondire il problema).
Se sai parlare bene come scrivi, beh allora parlane dei tuoi problemi. E spegni internet!
Ciao :)
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 15.5k visite dal 16/02/2007.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.