Padre malato di sclerosi multipla e burden del caregiver
Mio papà è affetto ormai da anni da sclerosi multipla.
Quest’anno si è separato da mia mamma ed è andato a vivere in un appartamento da solo.
Lui vive in Puglia ma io per lavoro vivo in Lombardia.
Da quando lui vive da solo io ho iniziato a soffrire di forti crisi di ansia ed attacchi di panico.
Mi sento fortemente in colpa a saperlo da solo e in difficoltà mentre io vivo la mia vita distante da lui.
Ho anche una sorella ma anche lei vive fuori.
Ormai sono giorni che penso che dovrei mollare la mia vita su, il mio lavoro, il mio ragazzo e dedicarmi h24 a prendermi cura di lui.
Questo mi genera tanta frustrazione e tristezza ma allo stesso tempo lo stare su mi crea un senso di colpa che mi sta devastando.
Mio papà, dal canto suo, non accetta assolutamente una figura esterna che possa prendersi cura di lui.
Cosa fare?
Grazie delle risposte
Quest’anno si è separato da mia mamma ed è andato a vivere in un appartamento da solo.
Lui vive in Puglia ma io per lavoro vivo in Lombardia.
Da quando lui vive da solo io ho iniziato a soffrire di forti crisi di ansia ed attacchi di panico.
Mi sento fortemente in colpa a saperlo da solo e in difficoltà mentre io vivo la mia vita distante da lui.
Ho anche una sorella ma anche lei vive fuori.
Ormai sono giorni che penso che dovrei mollare la mia vita su, il mio lavoro, il mio ragazzo e dedicarmi h24 a prendermi cura di lui.
Questo mi genera tanta frustrazione e tristezza ma allo stesso tempo lo stare su mi crea un senso di colpa che mi sta devastando.
Mio papà, dal canto suo, non accetta assolutamente una figura esterna che possa prendersi cura di lui.
Cosa fare?
Grazie delle risposte
[#1]
Gentile utente,
Talvolta è difficile far combaciare i propri desideri di autorealizzazione
-professionale, affettiva, -
con la necessità interiore di accudimento ai genitori anziani. Oppure non anziani ma malati.
Non possiamo conoscere il motivo per cui suo papà è andato via dalla casa coniugale, e ha deciso di vivere da solo;
E nemmeno conosciamo le motivazioni profonde per le quali lui ".. non accetta assolutamente una figura esterna che possa prendersi cura di lui."
Talvolta si crede, sbagliando che una figlia sarebbe più accettata che non una persona esterna; ma la confidenza che intercorre tra genitore e figlia porta spesso a rapporti di assistenza difficili; nei quali la persona malata scarica sul famigliare quel nervosismo-insoddisfazione-infelicità, come certo non potrebbe fare con una figura professionale esterna.
Se lui si è trasferito a vivere da solo, ciò sembra a significare che lui ritiene di potercela fare da solo. E magari è proprio così, usufruendo di qualche supporto che magari a lei sfugge.
Una strada intermedia potrebbe essere che Lei trascorra un weekend ogni due o tre settimane con suo papà, occupandosi dell'igiene ambientale e -sempre che lui accetti- dell'igiene personale.
e poi ci sono i sensi di colpa
Ma quelli seguono una strada a parte; quella dell'elaborazione da parte di chi ne è preda. Talvolta è possibile farcela da soli, altre volte occorre chiedere aiuto psicologico.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Talvolta è difficile far combaciare i propri desideri di autorealizzazione
-professionale, affettiva, -
con la necessità interiore di accudimento ai genitori anziani. Oppure non anziani ma malati.
Non possiamo conoscere il motivo per cui suo papà è andato via dalla casa coniugale, e ha deciso di vivere da solo;
E nemmeno conosciamo le motivazioni profonde per le quali lui ".. non accetta assolutamente una figura esterna che possa prendersi cura di lui."
Talvolta si crede, sbagliando che una figlia sarebbe più accettata che non una persona esterna; ma la confidenza che intercorre tra genitore e figlia porta spesso a rapporti di assistenza difficili; nei quali la persona malata scarica sul famigliare quel nervosismo-insoddisfazione-infelicità, come certo non potrebbe fare con una figura professionale esterna.
Se lui si è trasferito a vivere da solo, ciò sembra a significare che lui ritiene di potercela fare da solo. E magari è proprio così, usufruendo di qualche supporto che magari a lei sfugge.
Una strada intermedia potrebbe essere che Lei trascorra un weekend ogni due o tre settimane con suo papà, occupandosi dell'igiene ambientale e -sempre che lui accetti- dell'igiene personale.
e poi ci sono i sensi di colpa
Ma quelli seguono una strada a parte; quella dell'elaborazione da parte di chi ne è preda. Talvolta è possibile farcela da soli, altre volte occorre chiedere aiuto psicologico.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 691 visite dal 08/08/2024.
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