Può piacere una donna ad un uomo gay?
Quest anno mi è capitato di lavorare per un tempo breve, meno di due mesi, con un uomo dichiaratamente gay (mi ha accennato del compagno) e impegnato da anni.
All'inizio c'era poca confidenza da parte di entrambi, più in là verso la fine si è ovviamente scambiati una chiacchiera in più durante il lavoro.
Non so cosa mi sia successo ma dopo quel poco di complicità instaurata mi è cominciato un po' a piacere, ma non l'ho dato a vedere.
Il punto è che un giorno, mentre eravamo insieme ad altre persone, io stavo vicina e mi muovo avanti per prendere una mia cosa e tornare a lavorare in stanza, quando con fare amichevole mi accarezza il braccio (niente di male) e poi muovendomi avanti sento che scende la mano sul mio fianco e mi dà una carezza (forse mi sarò fatta un film ma mi è rimasto impresso perché ho avuto impressione che questo contatto sia durato di più della classica pacca sulla spalla).
Magari potrebbe essere stato semplicemente un suo modo carino di essere, siccome è gentile, però mi chiedevo perché avesse avuto la necessità di toccarmi così.
Forse da quel giorno mi è scattato qualcosa, perché è stato particolarmente vicino rispetto agli altri giorni, tra un momento e l'altro della giornata è capitato fosse fisicamente affettuoso (anche un semplice gomito sulla mia schiena mentre facevamo cose, sembrava cercasse contatto).
Ora, quest uomo è impegnato da tempo e tra l'altro quelle poche volte che si è espresso mi ha parlato bene del suo lui, non credo proprio sostituirebbe una figura che elogia tanto con la prima persona che vede, oltretutto donna.
Mi ha comunque stranito questo suo modo.
Forse sono io stranita da gesti affettuosi smaliziati da un uomo?
Non lo so, quella carezza sul fianco mi ha fatto dubitare.
Magari lui manco ci ha pensato tra la gente, lo ha fatto in automatico e sono io che ho interpretato tutto ciò.
Lui è affettuoso anche con altre colleghe, ma io quella carezza l'ho trovata "sensuale", non la farei ad un amico.
Lui ha 40 anni, anche questo mi fa dubitare di una malizia perché comunque a quell' età sessualmente (identità) credo si è indirizzati già da un po'.
Forse è stata semplicemente tenerezza verso me per le cose che gli ho raccontato di me?
Non saprei, sarei curiosa di un' opinione.
Voglio solo precisare che in altri discorsi fatti su altro credo che abbia lasciato intendere che sia omosessuale, non bisex o altro.
nella sua email lei ripete più volte un concetto; riporto solo l'ultima volta: "io quella carezza l'ho trovata "sensuale", non la farei ad un amico".
Dunque, chi è che ha trovato sensuale quella carezza? Chi è che non non la farebbe ad un amico?
Non l'uomo di cui ci parla, che forse è affettuoso e tenero nello stesso modo con tutte le sue amiche, ma lei, donna che è stata toccata da un uomo.
Provi a immaginare un'amica che siede al computer vicino a lei. Potrebbe anche circondarle le spalle col braccio, accostare il viso al suo, senza turbarla nemmeno un po', immagino.
Probabilmente l'uomo di cui ci parla si è comportato da amica affettuosa. L'equivoco - giustificato, perché lei è etero- non è in lui, ma in lei.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM)
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le sue accurate osservazioni sono probabilmente corrette, ma soggettive.
La prossemica e la gestualità degli individui è in parte personale, per cui la carezza che ad uno appare sensuale per un altro è tenera ma senza secondi fini.
A distorcere l'interpretazione intervengono poi le nostre emozioni: il desiderio ci fa interpretare come carezza sensuale quello che forse non lo è nelle intenzioni dell'altro, così come la paura può farci prendere per minaccioso chi ci parla troppo da vicino, etc.
Diciamo che con tutti i linguaggi, quello gestuale come quello verbale, è possibile equivocare.
Tenga anche conto che proprio chi non è mosso da attrazione e desiderio può toccare gli altri con maggiore libertà.
Nel caso del suo collega, quello che sembra evidente non è l'interesse di lui, che alla fine non possiamo né escludere né confermare perché non è lui che ci scrive, ma quello di lei.
Se lei avesse intitolato la sua domanda: "Può piacere un uomo gay ad una donna?" la risposta sarebbe stata tranquillamente: "sì".
Buone cose.
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spero di esserle stata utile.
Non sono del tutto d'accordo con la sua idea di lasciar andare tutto perché: "sono mie percezioni e finiscono lì".
Nulla vieta che con serenità lei continui ad osservare lui e anche sé stessa.
Inoltre questo potrebbe essere l'inizio di una bella amicizia, ci ha pensato?
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la sfera sessuale è un campo molto vasto non sempre dominabile con certezza.
Per quello che prova lui, secondo me lei può solo continuare ad osservarlo. Ciò che invece prova lei stessa può conoscerlo dall'interno, senza certezza anche in questo caso, perché molti ostacoli poniamo noi stessi alla nostra conoscenza interiore.
Con questa persona per esempio lei è sicura di provare un'attrazione e quindi scarta qualunque altra possibilità di contatto, eppure forse l'amicizia le darebbe una grande opportunità di vicinanza con un altro essere umano.
Un'attrazione non è tutto; l'unione di coppia è transitoria. L'amicizia è molto più vasta, tocca moltissimi punti, offre solidarietà ed è durevole.
Lei che la scarta a priori per paura di soffrire o di viverla con un falso scopo, è sicura di conoscere bene sé stessa?
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lei credeva tante cose che sono state scardinate dall'esperienza reale.
Le riporto queste convinzioni fragili: "Sono sempre stata portata a credere che quando c'è sia attrazione fisica che affinità non ci possa essere amicizia".
Perché mai? L'importante è non coltivare l'attrazione, per mantenere l'amicizia sui giusti binari.
"Non potevo nemmeno mai pensare che a me avrebbe potuto attrarmi un uomo omosessuale". Ci sono omosessuali, sia uomini che donne, estremamente attraenti; pensi agli attori e alle attrici che hanno fatto perdere la testa a milioni di spettatori etero, pur essendo omosessuali.
"Gli atteggiamenti suoi più femminili non sono tanto marcati": non tutti gli omosessuali hanno atteggiamenti femminili (non li confonda coi trans); molti etero possono avere invece atteggiamenti femminili.
Altre cosa non vera è la conclusione della sua lettera: "mi piacerebbe tanto poterle fare altre domande in merito e specificarle più cose per darle un quadro più chiaro ma non si può".
Secondo lei non si può accedere a colloqui psicologici privati con gli psicologi di Medicitalia? E perché mai?
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM)
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