Si può avere una ricaduta nella depressione maggiore nonostante i farmaci?

Ho 27 anni, da tre anni a questa parte durante il periodo primaverile/estivo finisco nel baratro.
Il primo anno dopo aver preso il covid ho avuto un periodo depressivo durato da giugno a settembre, il secondo anno da aprile a settembre e ho deciso a luglio di rivolgermi ad uno psichiatra che mi ha prescritto una compressa di sertralina al giorno, diagnosticandomi la depressione maggiore.
Ho cominciato a poco a poco a stare bene, ho passato un inverno sereno e fino la fine di maggio, problemi di vita quotidiana a parte, sono stata bene.
Adesso, da giugno, sto di nuovo male: sono andata dallo psichiatra per capire se fosse necessario rivedere la cura ma a detta sua il mio umore deflesso era dovuto alla situazione economica che sto vivendo e all’ impossibilità di proseguire i miei studi a causa di questo (tasse da pagare che non posso pagare).

Mi ripeto che passerà questo periodo no, ma ogni volta che ci ricado temo di avere qualcosa che non va a livello cerebrale (organico): nonostante io studi psicologia e so cosa comporti la depressione non mi capacito, probabilmente perché vivendolo in prima persona é diverso, come sia possibile che tutte le volte finisco per sentirmi/essere così rincoglionita (mi dispiace usare questo termine ma non so trovare una parola più adeguata): non riesco a seguire una conversazione, niente mi da piacere, sono muta la maggior parte del tempo perché é come se il mio cervello fosse vuoto.
La mia domanda da brava ipocondriaca é: il fatto che io sia uscita dal periodo down della depressione maggiore già due volte può escludere cause organiche?
Il fatto di ricaderci ogni estate, seguendo per altro ancora una cura farmacologica, può essere plausibile?

Sono una persona piena di vita, in genere, e adesso mi sento morta.
So che sarebbe opportuno iniziare un percorso psicoterapico continuando comunque con la cura farmacologica ma al momento proprio per ciò che scrivevo poc’anzi non posso permettermelo.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile studentessa in psicologia,

Rispondo iniziando dalla sua frase conclusiva:
"..So che sarebbe opportuno iniziare un percorso psicoterapico continuando comunque con la cura farmacologica
>>ma al momento proprio per ciò che scrivevo poc’anzi non posso permettermelo."

Dispiace molto che Lei abba tale >>convinzione, peraltro errata.
Infatti le struttura sanitarie pubbliche mettono a disposizione percorsi di un certo numero (ripetibile) di sedute di psicoterapia, gratuitamente o quasi. Può informarsi presso la sua Azienda Sanitaria o presso il Suo medico di base.
Anche il Consultorio pubblico offre un servizio di psicologia alle medesime condizioni.

Come mai mi soffermo su ciò, anziché rispondere alla domanda posta in titolo?
Perchè l'abbinamento di terapia farmacologica e psicoterapia risulta premiante nel caso di una depressione che si ripresenta,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-efficace-farmaci-periodo.html .
E dunque la domanda corretta è:
"Sto curando adeguatamente la mia depressione? Se no, mi sto attivando per farlo?"
tralasciando invece la domanda teorica:
"Si può avere una ricaduta nella depressione maggiore nonostante i farmaci?",
la cui riposta è ovviamente "SI?", dato che a Lei succede.

In qualità di studente in psicologia sarebbe anche il caso di chiedersi come mai ci sia in Lei tale resistenza nell'accedere alla psicoterapia;
l'aspetto economico in molti casi rappresenta un alibi, dato che digitando "psicologia prestazioni gratuite servizio sanitario nazionale" escono parecchi risultati istituzionali riguardanti la gratuità della prestazione in oggetto, come del resto leggendo le nostre indicazioni qui.

Molti auguri e saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/