Qual é il confine tra amore maturo e annichilimento del partner?
Io e il mio compagno stiamo insieme da poco piú di due anni: essendo entrambi adulti ed economicamente indipendenti (35 io, 42 lui), lo scorso Marzo abbiamo deciso di andare a convivere nella sua casa, in attesa di spostarsi poi nella mia casa una volta che i lavori di ristrutturazione siano finiti.
Lui é sempre stato meno 'empatico' di me, meno propenso a effusioni o dimostrazioni d'affetto che fossero richieste direttamente da me.
Questo leitmotiv del non fare nulla se richiesto ha sempre caratterizzato la ns storia, ma dall'inizio della convivenza la situazione é peggiorata: il sesso é diventato principalmente orale (e se insisto per avere un rapporto completo a volte arriva addirittura a lamentarsi), nello scherzo - come lui precisa sempre - mi definisce con parole poco eleganti e soprattutto é diventato ingrato verso qualsiasi cosa faccia per lui (che siano faccende di casa, intimitá o altro).
Per il suo compleanno pochi giorni fa ho speso quasi 1000EUR per i biglietti di una corsa motociclista importante -di cui é grande fan- e speravo che questo potesse darmi almeno un po' di tregua dalla sua insofferenza/indifferenza.
Ma cosí non é stato.
Sin dalla mezzanotte é stato di cattivo umore, nervoso e intento a smontare ogni tentativo di festeggiamento.
Si é commosso per il regalo, ma a questo purtroppo non é seguito nulla che si trasformasse in amore verso di me.
Dal canto mio, ho subito diversi traumi che mi hanno portato ad una costante insicurezza ed incapacitá di sentirmi all'altezza del mio compagno, e lui utilizza questa mia terribile debolezza per dimostrare che non é colpa sua se non ricevo attenzioni, sono io a chiederne troppe.
Ho suggerito piú volte di interrompere la ns relazione, di fare terapia di coppia addirittura, ma lui é sempre rimasto fermo nel dire che possiamo farcela, che dobbiamo impegnarci ogni giorno, che anche se non mi dice espressamente 'ti amo' sono le parole a contare etc.
Nella sua famiglia la madre é una personalitá dominante, che sovrasta il padre e lo annichilisce quotidianamente quale suo autista/badante/tuttofare.
Dormono persino in letti separati.
Che sia questo il modello di relazione cui aspira?
Devo considerare tutti i problemi elencati come dei campanelli d'allarme?
É possibile che mi sia cacciata in una relazione narcisistica ad una sola velocitá (la sua)?
Oppure la mia incapacitá di fidarmi dell'altro, di credere che qualcuno possa scegliere davvero me sta pian piano minando una relazione matura dove le prioritá sono altre?
Grazie mille
Lui é sempre stato meno 'empatico' di me, meno propenso a effusioni o dimostrazioni d'affetto che fossero richieste direttamente da me.
Questo leitmotiv del non fare nulla se richiesto ha sempre caratterizzato la ns storia, ma dall'inizio della convivenza la situazione é peggiorata: il sesso é diventato principalmente orale (e se insisto per avere un rapporto completo a volte arriva addirittura a lamentarsi), nello scherzo - come lui precisa sempre - mi definisce con parole poco eleganti e soprattutto é diventato ingrato verso qualsiasi cosa faccia per lui (che siano faccende di casa, intimitá o altro).
Per il suo compleanno pochi giorni fa ho speso quasi 1000EUR per i biglietti di una corsa motociclista importante -di cui é grande fan- e speravo che questo potesse darmi almeno un po' di tregua dalla sua insofferenza/indifferenza.
Ma cosí non é stato.
Sin dalla mezzanotte é stato di cattivo umore, nervoso e intento a smontare ogni tentativo di festeggiamento.
Si é commosso per il regalo, ma a questo purtroppo non é seguito nulla che si trasformasse in amore verso di me.
Dal canto mio, ho subito diversi traumi che mi hanno portato ad una costante insicurezza ed incapacitá di sentirmi all'altezza del mio compagno, e lui utilizza questa mia terribile debolezza per dimostrare che non é colpa sua se non ricevo attenzioni, sono io a chiederne troppe.
Ho suggerito piú volte di interrompere la ns relazione, di fare terapia di coppia addirittura, ma lui é sempre rimasto fermo nel dire che possiamo farcela, che dobbiamo impegnarci ogni giorno, che anche se non mi dice espressamente 'ti amo' sono le parole a contare etc.
Nella sua famiglia la madre é una personalitá dominante, che sovrasta il padre e lo annichilisce quotidianamente quale suo autista/badante/tuttofare.
Dormono persino in letti separati.
Che sia questo il modello di relazione cui aspira?
Devo considerare tutti i problemi elencati come dei campanelli d'allarme?
É possibile che mi sia cacciata in una relazione narcisistica ad una sola velocitá (la sua)?
Oppure la mia incapacitá di fidarmi dell'altro, di credere che qualcuno possa scegliere davvero me sta pian piano minando una relazione matura dove le prioritá sono altre?
Grazie mille
[#1]
Gentile utente,
fin dal titolo lei sembra avere una visione poco comprensibile di quella che chiama "relazione matura".
Se con questo termine intende una relazione che dura già da molti anni mi pare non sia il caso vostro; se invece intende tra persone che hanno superato la mezza età, non risulta chiaro in che senso questo genere di relazione possa "annichilire" il partner o avere "altre priorità" rispetto allo scambiarsi gesti d'affetto e al non manifestare una continua "insofferenza/indifferenza".
Quali altre priorità avrebbe in mente?
In tutta la sua email lei manifesta un marcato disagio per il comportamento del partner, sia nel linguaggio: "mi definisce con parole poco eleganti", sia nella sfera sessuale: "il sesso é diventato principalmente orale (e se insisto per avere un rapporto completo a volte arriva addirittura a lamentarsi)", sia nello scambio di effusioni, sia nella capacità di manifestare buon umore in circostanze che dovrebbero essere liete: "Sin dalla mezzanotte é stato di cattivo umore, nervoso e intento a smontare ogni tentativo di festeggiamento".
Alle sue rimostranze il suo uomo non vuole né prendere in considerazione l'idea di lasciarvi, né quella di fare una terapia di coppia.
Quest'ultima, sempre opportuna per tante ragioni, nel caso che lei ci prospetta lo è per due in particolare:
1: Potrebbe rispondere alle sue quattro domande con la consapevolezza di chi vi ha esaminati insieme.
2: Potrebbe mettere in luce una serie di suoi comportamenti, idee e aspettative che potrebbero essere all'origine di suoi errori sia di scelta del partner, sia di conduzione del rapporto.
Numerosi indizi farebbero pensare a questo nella sua email. Le suggerisco di portarla con sé in un'eventuale terapia di coppia, ma anche se preferirà accedere ad una terapia individuale.
Buone cose.
fin dal titolo lei sembra avere una visione poco comprensibile di quella che chiama "relazione matura".
Se con questo termine intende una relazione che dura già da molti anni mi pare non sia il caso vostro; se invece intende tra persone che hanno superato la mezza età, non risulta chiaro in che senso questo genere di relazione possa "annichilire" il partner o avere "altre priorità" rispetto allo scambiarsi gesti d'affetto e al non manifestare una continua "insofferenza/indifferenza".
Quali altre priorità avrebbe in mente?
In tutta la sua email lei manifesta un marcato disagio per il comportamento del partner, sia nel linguaggio: "mi definisce con parole poco eleganti", sia nella sfera sessuale: "il sesso é diventato principalmente orale (e se insisto per avere un rapporto completo a volte arriva addirittura a lamentarsi)", sia nello scambio di effusioni, sia nella capacità di manifestare buon umore in circostanze che dovrebbero essere liete: "Sin dalla mezzanotte é stato di cattivo umore, nervoso e intento a smontare ogni tentativo di festeggiamento".
Alle sue rimostranze il suo uomo non vuole né prendere in considerazione l'idea di lasciarvi, né quella di fare una terapia di coppia.
Quest'ultima, sempre opportuna per tante ragioni, nel caso che lei ci prospetta lo è per due in particolare:
1: Potrebbe rispondere alle sue quattro domande con la consapevolezza di chi vi ha esaminati insieme.
2: Potrebbe mettere in luce una serie di suoi comportamenti, idee e aspettative che potrebbero essere all'origine di suoi errori sia di scelta del partner, sia di conduzione del rapporto.
Numerosi indizi farebbero pensare a questo nella sua email. Le suggerisco di portarla con sé in un'eventuale terapia di coppia, ma anche se preferirà accedere ad una terapia individuale.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 508 visite dal 25/07/2024.
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