Relazione problematica

Buonasera, scrivo perché ho bisogno di fare chiarezza sulla mia relazione.
Sto con un ragazzo da 7 anni, abbiamo comprato casa con un mutuo cointestato 2 anni fa e da 7 mesi abbiamo una bambina.

Io vengo da una famiglia felice, genitori molto presenti mentre lui da una famiglia disastrata, abbandonato dal padre da ragazzino e la madre non ha mai saputo gestire i soldi.
Da qualche anno il padre era ricomparso ma lui non voleva più avere a che fare con lui.
Il giorno che è nata la bambina (il padre non sapeva nemmeno che io fossi incinta) il mio ragazzo lo ha chiamato e dopo 3 giorni è stato chiamato dalla zia apprendendo che il padre si era impiccato.

Lui mi accusa di averlo sempre maltrattato, risposto male, fatto sentire inferiore anche davanti ad amici e parenti.
E in tutto questo tempo ha accumulato tanta rabbia nei miei confronti da non riuscire a sopportarmi più.
Infatti ha delle reazioni d’ira spropositate ad ogni minima cosa che gli viene fatta notare.
Ha sempre e solo avuto un bellissimo rapporto con la cugina e la zia che vivono a Roma, tant’è che il 25 maggio dovevamo andare al matrimonio.
Tuttavia la bambina la sera prima del matrimonio ha avuto una crisi e l’ho portata in ospedale e l’hanno ricoverata per accertamenti.
Lui ha visto questa cosa come una mia presa di posizione che non volevo andare al matrimonio e da lì è iniziato un incubo.
Mi recrimina che io gli ho tolto tutto, la libertà, le cose che gli piace fare, gli ho rovinato la vita e che questo fatto non me lo perdonerà mai.
Nei giorni seguenti di ritorno da una cerimonia non sapevo la strada del ritorno, la bambina piangeva nel seggiolino e lui è sempre stato infastidito dal suo pianto anche se dice di no.
Era ubriaco e Ha cominciato a darmi i calci nel sedile obbligandomi a scendere altrimenti mi avrebbe ammazzato (testuali parole).
Non riesco ad esprimere la paura che ho avuto durante il tragitto per tornare a casa, mi ha minacciato più volte, mi ha insultato nel peggiore dei modi, che sperava che io morissi per pisciare sulla mia tomba, che non ha mai conosciuto persona peggiore di me.

Il giorno dopo ha chiesto scusa come se niente fosse.
Ma da quel momento ogni minima cosa è sufficiente a farlo schizzare, anche solo che va via la luce e deve andare al contatore va fuori di testa e comincia ad offendermi.

Della bambina non si è mai preso cura perché a detta sua lui lavora ed è stanco, quindi se ho bisogno di aiuto devo cercarlo dai nonni.

Ha deciso che non vuole più vedermi, vuole vendere la casa e vuole rifarsi una vita da solo.

Per me avrebbe bisogno di un aiuto psicologico perché non gestisce la rabbia ma una volta che glielo ho detto mi ha detto che lui non ha nessun problema e che il problema sono io.
Non so come comportarmi.

Chiedo aiuto!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
sembrerebbe che la condizione del suo partner sia particolarmente preoccupante dopo il suicidio del padre, e questo è più che spiegabile. Da come lei ci racconta i fatti, tuttavia, non si può escludere che marcate avvisaglie di disagio fossero visibili da sempre.
Certamente la "crisi" della piccola proprio il giorno prima di una cerimonia a cui il suo partner ci teneva a partecipare lo ha esasperato, ma forse lei avrebbe potuto essere meno ansiosa, visto che pochi giorni dopo, a quanto scrive, la bambina stava bene?
In molti casi, qualunque sia il problema di uno dei partner, l'altro finisce per fare muro contro muro, incrementando il malessere.
Lei stessa si è fatta seguire da un* psicolog*?
Immagino comprenda che la sua scelta di questo partner, il comprare casa con lui, infine farci una figlia, sono segnali di qualche disagio presente anche in lei.
I suoi genitori "molto presenti" non l'hanno invitata a riflettere?
Ci faccia capire meglio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Ho appuntamento mercoledì da una psicologa perché riconosco di non accettare questa situazione e non riesco più a gestirla. Sono molto provata da tutte le accuse che mi sono state rivolte e dai continui insulti. Inoltre mi manda fuori di testa il fatto che lui non si prenda affatto cura della bambina e si innervosisca quando piange inveendo contro di me. Vorrei capire se è possibile recuperare la relazione e in tal caso come migliorare il mio carattere e i miei comportamenti impulsivi ma ogni volta che provo a parlare con lui è difficile avere un confronto perché diventa subito un accusarsi reciproco.

Pensa sarebbe utile una terapia di coppia? Oppure non c’è più niente da fare perché la situazione è ormai al limite estremo?

Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
quello che si può fare da questa postazione online è ampiamente superato dalla consultazione diretta con un* nostr* collega.
Ha fatto molto bene a prendere appuntamento. Vedrà che tutto o quasi si può risolvere a vantaggio della vostra famiglia, della bambina in primis.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com