Rifiuto psicofarmaci

Buonasera, da circa 20 anni assumo psicofarmaci di vario genere per l'ansia, in dosi contenute, così mi è sempre stato detto, Da qualche mese però li rifiuto e li odio.
Da qualche giorno, inoltre, per l'aggravarsi della situazione, il dosaggio si è un po' alzato ed è stato aggiunto un ansiolitico, l ' EN.
A questo punto io mi sento una drogata, schiava della pillolina magica senza la quale le mie crisi d'ansia diventano intollerabili.
Assumendo i farmaci 3 volte al giorno, presa una dose, si avvicina presto il momento della successiva, ed io vado nel panico, la mia schiavitù si riacutizza.
Ed a volte temo che la pillola sia inefficace o che mi faccia star peggio.
Mi chiedo: perchè se ci sono 10 ipotesi io vado a scegliere proprio la peggiore costruendoci castelli in aria a tinte fosche?
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, rovinandomi l'esistenza?
Cosa mi impedisce di essere obiettiva e razionale e di vedere l'intero ventaglio delle possibilità?
Forse un buon psicoterapeuta potrebbe aiutarmi a superare questa angoscia e questo limite?
Quelli consultati in passato partivano dai miei avi...Ed infine, domanda inutile: posso far qualcosa da sola, stile "lavaggio del cervello"?
Mille grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
per vent'anni lei ha curato l'ansia soltanto con farmaci e con psicoterapie che partivano dai suoi avi. Come mai, dato che la maggior parte degli psichiatri assieme ai farmaci suggerisce la terapia cognitivo-comportamentale, che con gli avi non ha proprio nulla a che spartire?
Adesso lei si fa le domande: "perchè se ci sono 10 ipotesi io vado a scegliere proprio la peggiore costruendoci castelli in aria a tinte fosche, rovinandomi l'esistenza? Cosa mi impedisce di essere obiettiva e razionale e di vedere l'intero ventaglio delle possibilità?".
Queste domande testimoniano una consapevolezza nuova; inoltre sono proprio quelle che vengono affrontate nella terapia di cui sopra, e certo un curante potrebbe aiutarla "a superare questa angoscia e questo limite".
Aggiungo che quella che lei considera una domanda inutile, ossia se può far qualcosa da sola, a mio avviso è l'inizio di una sana presa in carico della sua malattia, dei suoi pensieri e della sua guarigione, il che ancora una volta ci riporta alla terapia cognitivo-comportamentale, che richiede l'impegno attivo e consapevole del paziente.
Quanto ai farmaci, comprendo la sua esasperazione, ma anche scalarne la posologia richiede l'aiuto dello psichiatra che li ha prescritti.
Qualcosa di nuovo si sta muovendo in lei, e se vuole ce la farà. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
1)buongiorno, quando mi riferivo agli psicoterapeuti che partivano dai "miei avi",intendevo dire che mi sarei aspettata ,dioi unapresentazioe un immediato affrontare del problema, non un tornare indietro all' infanzia o ai traumi del passato, che fra l'altro ne ho avuti in media quantoaltri,2) E la mia presa di posizione attuale deriva dalla disperazione attuale, non è un merito, non è il frutto di una nova con Una terapia breve stategica o qualsiasi alyta, non va bwne ? sapevolezza, è figlia dell'angoscia. .3) questo mio problema può essere affrontato in tempi brevi in Toscana ? 4) è necessaria una formazione cognitivo- comportamentale ? Non chiedo nomi, ma solo recapiti a cui rivolgermi.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
la terapia breve strategica fa parte delle cognitive comportamentali.
Trova specialisti con questo approccio anche qui su medicitalia, cercando quelli della sua regione e della sua città. Naturalmente sono terapie che si possono condurre anche online. Buone cose.

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Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com