Amanti, bene viscerale e frustrazione

Buongiorno, chiedo il vostro cortese aiuto per cercare di dare un senso ad una situazione alquanto frustrante.
Da un anno sono l’amante, perché questa è la definizione comunemente in uso, di un collega che ha dieci anni più di me e un figlio.
Ci lega un bene profondo, vero e sincero.
La voglia che è quasi una necessità, di condividere e confrontarsi costantemente nel quotidiano.
Non è mai stato messo in discussione il suo matrimonio, a suo dire perfetto.
Siamo altro ed io sono, oltre che consapevole, serena al riguardo.
La chimica è dirompente sia nel dialogo che sotto la sfera sessuale.
Ci troviamo a passare anche intere giornate, serate e nottate insieme, a proprio agio sin dal primo giorno e dal primo istante.

Arrivo però al dunque.
Lui ha deciso che da questo nostro rapporto o relazione che dir si voglia, occorre eliminare tutto ciò che c’è di fisico.
I baci, gli abbracci, il sesso.
Vuole proseguire vedendosi, scrivendosi, chiamandosi, proprio come fatto fino ad oggi ma senza alcun contatto fisico.
Mi dice che è questa parte del nostro legame a farlo sentire in difficoltà, a turbarlo.
Così travolgente ma così sconvolgente per la sua serenità mentale.

Vorrei tanto in primis comprendere per poi di conseguenza, mettere in atto tutto ciò che possa aiutarlo e aiutarmi.

Dalla mia parte posso solo affermare di non essere disposta a scendere al compromesso di un rapporto farsa ma nemmeno a distaccarmi da lui.

Da questo mio fiume di pensieri potrete comprendere quanto io sia in difficoltà.

Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
in tutti i modi e in tutte le declinazioni, certamente non da pochi anni e non solo da questo sito, psicologi e sociologi analizzano le peculiarità del rapporto tra amanti, che presenta alcuni elementi fissi.
Alcune persone si vengono a trovare in questa situazione del tutto disinformate, oppure, accecate dall'amore, ritengono che la loro condizione sia assolutamente diversa dal modello comune, o infine, cosa più verosimile, scelgono più o meno consciamente il ruolo di "amanti" proprio per le ragioni che fanno di questo legame un amore alternativo, diverso e "a termine".
Una nostra collega, Valeria Randone, ha scritto numerosi e illuminanti saggi sugli "amori altri". Provi a cercarne in rete.
In ogni caso quando i protagonisti ci si trovano dentro il più delle volte ne soffrono. In alcuni casi a soffrire è uno solo, mentre l'altro ha scelto ad occhi aperti questa condizione e sapeva cosa aspettarsi.
Vediamo nei dettagli il suo caso. Da un anno è l'amante di un uomo sposato e ci scrive perché "vuol dare un senso ad una situazione alquanto frustrante", dunque una situazione che già dopo un anno non sembra di felicità, progetti, costruzione di un futuro.
Il suo amante "non ha mai messo in discussione il suo matrimonio, a suo dire perfetto".
Non lo ha messo in discussione, ma lo ha ferito, rompendo il patto di lealtà e quello di appartenenza sessuale esclusiva. A meno che la moglie non sappia e approvi la "scappatella": in questo caso la persona ingannata e svilita sarebbe lei che ci scrive.
In genere le amanti (quelle poche che sono benevole verso le altre donne) si fanno un proprio illusorio quadro mentale su mogli stranamente indifferenti, aliene sia dal desiderio sessuale che dalla promessa di fedeltà ricevuta col matrimonio.
Altre amanti sono mosse dalla dichiarata rivalità di cui ha scritto Freud: scelgono volontariamente l'uomo di un'altra per colmare le proprie voragini di autostima.
Certo tutti gli amanti sanno due cose: che esiste un terzo danneggiato e che la persona con cui stanno sta mancando ai patti verso il partner, mentendogli e compiendo un atto sleale.
Tanto basta a molti per dirsi: "Se quest'uomo - o questa donna - è sleale verso il suo partner, non posso provare quella stima e quella fiducia che sono prerequisiti indispensabili per un amore vero".
Ma sappiamo tutti che per altri, molte componenti intervengono, da un'attrazione fisica vissuta senza riflettere alla lusinga del sentirsi amati, sia pure di un amore secondario e senza futuro.
Lei scrive, in effetti: "Siamo altro ed io sono, oltre che consapevole, serena al riguardo". Il problema è capire che cosa ciascuno di voi due ha visto e vede in questo "altro".
Uno dei limiti di tutti gli amori è la proiezione che ciascuno degli innamorati fa del proprio sentimento sull'altro. Lei che ci scrive sarebbe forse molto sorpresa se parlasse con la moglie del suo amante, la quale probabilmente direbbe del marito le stesse cose che dice lei, e forse si dichiarerebbe ancora più certa del suo amore di quanto possa fare lei in questo momento.
Infatti cosa le ha chiesto lui, in pratica dicendole che la vostra relazione è finita? Questo: "Vuole proseguire vedendosi, scrivendosi, chiamandosi, proprio come fatto fino ad oggi ma senza alcun contatto fisico".
Lui aggiunge una debole spiegazione: "Mi dice che è questa parte del nostro legame a farlo sentire in difficoltà, a turbarlo" e conclude col classico contentino: "Così travolgente ma così sconvolgente per la sua serenità mentale".
Travolgente, ma non totalizzante. In grado di ferire il suo matrimonio e forse la sua immagine di sé, ma non in grado di sconvolgergli la vita.
Mi sembra che da parte di lui la situazione sia lineare, classica: giunto alla mezza età, come poteva resistere alla lusinga di una donna tanto più giovane che gli ha fatto capire di desiderarlo?
D'altro canto è vero che lei non ha chiesto altro, e lui non ha promesso altro. Le storie d'amore durevoli si costruiscono su basi solide, non sull'adulterio. Le altre "affinità" di cui lei parla sono quelle comuni tra due amici, tra due colleghi di lavoro. Addirittura, con ingenuità forse inconsapevole, lei parla di "chimica [...] dirompente sia nel dialogo che sotto la sfera sessuale".
La "chimica" riguarda precise sostanze corporee che si scambiano nel contatto fisico, cara utente; non può riguardare il dialogo.
Lei dice che in primis vorrebbe comprendere. E' presto detto: da parte di lui non c'è seguito.
Poi vorrebbe aiutarlo: facile, non gli crei problemi.
Questo -una dignitosa accettazione del distacco- potrebbe aiutare anche lei, senonché lei afferma anche: "Dalla mia parte posso solo affermare di non essere disposta a scendere al compromesso di un rapporto farsa ma nemmeno a distaccarmi da lui".
Prenda atto, cara utente, che un rapporto tra amanti è già un rapporto farsa, perché costruito volontariamente come una recita dell'amore, priva dello spessore dei progetti, dell'impegno, senza futuro.
Quanto a non distaccarsi da lui, questo può rendere più difficile, da parte sua, l'elaborazione del lutto.
Solo un dialogo sincero con lei stessa o con un* psicolog* può dirle cosa lei si aspettava davvero da questo legame e cosa si aspetta oggi.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Per chiarezza, a favore di tutti quelli che ci leggono, devo specificare che l'utente era di genere femminile.
Ha attuato una fulminea transizione al maschile al momento di cancellarsi.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com