Richiesta aiuto psicologico
Buonasera, vi scrivo perché vorrei un po' raccontarvi la mia situazione, spero di non dilungarmi troppo, parto dal presupposto che per certi problemi avrei bisogno di un percorso di psicoterapia, che ora non posso fare, ma vorrei giusto una parola di conforto e capire qualcosa in più su di me e qualche soluzione pratica.
Ho 31 anni, mi sono laureato a pieni voti in economia aziendale lo scorso anno ma attualmente sono disoccupato.
Penso di aver fatto tanti errori nella mia vita... a partire dalle scuole superiori, ho frequentato l'istituto alberghiero senza avere alcun tipo di interesse per quella materia e sto arrivando anche alla conclusione di aver sbagliato anche ad iscrivermi all'università e a laurearmi, vista la mia situazione.
Tra il diploma e l'iscrizione ho avuto alcune esperienze lavorative, nel campo della ristorazione, ma durante gli anni universitari non ho più lavorato, mi sono concentrato solo sullo studio e campavo grazie alle borse di studio, a qualche lavoretto saltuario e vivevo dai miei genitori, perché volevo finire il prima possibile e di questo me ne sono pentito perché lavorando durante gli studi, forse, avrei potuto sviluppare competenze sociali e non solo che ora mi mancano.
Subito dopo la laurea sono assunto presso una banca, per l'estate, dove ho subito mobbing e dopo di ché il nulla totale, tra cv inviati senza mai una risposta, colloqui andati male e persone che sparivano dopo una promessa di un tirocinio... senza contare il fatto che con la mia famiglia abbiamo traslocato nel loro paese di origine per motivi economici, posto che non mi appartiene dove non ho rapporti con nessuno.
Scrivo perché in questo momento sono disperato... fra due giorni ritornerò a lavorare nella ristorazione dopo ben 12 anni, non ho altra scelta ho bisogno di soldi e ho bisogno di stare in mezzo alle persone.
Da una parte la vedo come un fallimento, dall'altra come un modo per ripartire.
Il punto è che mi trovo in una situazione di blocco, ho tanta ansia che quasi mi paralizza, sono sopraffatto dai pensieri negativi e ho paura di mollare e che vada male anche quest'esperienza.
Questo vortice di negatività ha portato la mia ragazza, con cui stavo assieme per 6 anni e che consideravo la donna della mia vita, a lasciarmi.
Mi sento escluso, diverso dagli altri, inferiore... Sto troppo tempo da solo, mi sto chiudendo sempre di più in me stesso e ho ansia e paura di non riuscire a prendere i ritmi lavorativi e fare una vita normale in mezzo agli altri, cosa che vorrei profondamente.
Penso spesso di essere disturbato, di avere dei grossi problemi mentali irrisolti che mi porto dall'infanzia, che ho passato in completa solitudine con mia madre, persona sola, ansiosa e nevrotica e un padre assente, poco comunicativo e sempre fuori per lavoro in una città dove non conoscevamo nessuno.
Ho avuto diversi gruppi di amici, sono uscito, mi sono divertito ma ora è finito tutto e mi sento solo e temo di restare così per sempre.
Saluti
Ho 31 anni, mi sono laureato a pieni voti in economia aziendale lo scorso anno ma attualmente sono disoccupato.
Penso di aver fatto tanti errori nella mia vita... a partire dalle scuole superiori, ho frequentato l'istituto alberghiero senza avere alcun tipo di interesse per quella materia e sto arrivando anche alla conclusione di aver sbagliato anche ad iscrivermi all'università e a laurearmi, vista la mia situazione.
Tra il diploma e l'iscrizione ho avuto alcune esperienze lavorative, nel campo della ristorazione, ma durante gli anni universitari non ho più lavorato, mi sono concentrato solo sullo studio e campavo grazie alle borse di studio, a qualche lavoretto saltuario e vivevo dai miei genitori, perché volevo finire il prima possibile e di questo me ne sono pentito perché lavorando durante gli studi, forse, avrei potuto sviluppare competenze sociali e non solo che ora mi mancano.
Subito dopo la laurea sono assunto presso una banca, per l'estate, dove ho subito mobbing e dopo di ché il nulla totale, tra cv inviati senza mai una risposta, colloqui andati male e persone che sparivano dopo una promessa di un tirocinio... senza contare il fatto che con la mia famiglia abbiamo traslocato nel loro paese di origine per motivi economici, posto che non mi appartiene dove non ho rapporti con nessuno.
Scrivo perché in questo momento sono disperato... fra due giorni ritornerò a lavorare nella ristorazione dopo ben 12 anni, non ho altra scelta ho bisogno di soldi e ho bisogno di stare in mezzo alle persone.
Da una parte la vedo come un fallimento, dall'altra come un modo per ripartire.
Il punto è che mi trovo in una situazione di blocco, ho tanta ansia che quasi mi paralizza, sono sopraffatto dai pensieri negativi e ho paura di mollare e che vada male anche quest'esperienza.
Questo vortice di negatività ha portato la mia ragazza, con cui stavo assieme per 6 anni e che consideravo la donna della mia vita, a lasciarmi.
Mi sento escluso, diverso dagli altri, inferiore... Sto troppo tempo da solo, mi sto chiudendo sempre di più in me stesso e ho ansia e paura di non riuscire a prendere i ritmi lavorativi e fare una vita normale in mezzo agli altri, cosa che vorrei profondamente.
Penso spesso di essere disturbato, di avere dei grossi problemi mentali irrisolti che mi porto dall'infanzia, che ho passato in completa solitudine con mia madre, persona sola, ansiosa e nevrotica e un padre assente, poco comunicativo e sempre fuori per lavoro in una città dove non conoscevamo nessuno.
Ho avuto diversi gruppi di amici, sono uscito, mi sono divertito ma ora è finito tutto e mi sento solo e temo di restare così per sempre.
Saluti
[#1]
Buonasera,
il suo sfogo per la situazione che sta vivendo è più che comprensibile, considerato che dopo tanti anni di studio e tanti sforzi ancora non è riuscito a trovare una situazione lavorativa stabile che le permetta di avere l'autonomia che ricerca e (forse?) una situazione di stabilità più generale.
Dalle sue considerazioni noto la sovrapposizione di aree diverse (studio, famiglia, partner, luoghi in cui vive e ha vissuto) nel tentativo di dare un senso e una causa alla situazione che si ritrova a vivere.
Dato che ci chiede una "soluzione pratica" alla sua condizione, premesso che non esistono formule magiche, la invito a concentrarsi sul suo presente: che cosa la farebbe stare meglio in questo momento di profondo sconforto?
Guadagnare dei soldi? Capire cosa davvero la soddisfa lavorativamente e iniziare a investire su quel lavoro? Ricostruire la relazione che nel tempo è stata intaccata dalle varie difficoltà?
Sicuramente sono tanti gli aspetti su cui lavorare e da approfondire, l'invito che posso darle da ciò che leggo è cercare di non perdersi nel trovare gli incastri e le cause passate che hanno generato questa situazione (sicuramente utili da approfondire in seguito!) ma compiere delle azioni concrete che possano passo passo iniziare a portarla fuori dal vortice negativo che la risucchia: riprendere a lavorare nella ristorazione, riavere una socialità dapprima lavorativa e poi personale, riprendere a guadagnare dei soldi, ricominciare ad avere un'autonomia che le permetta di poter investire su ciò che davvero la soddisfa.
La strada è lunga, concentrare la sua attenzione su tutti i problemi non è d'aiuto, pensi piuttosto a quali possano essere le soluzioni e le azioni utili a farla progredire.
Confermo che iniziare una psicoterapia sarebbe sicuramente di aiuto per poter prendere consapevolezza di tutto ciò che ci ha portato in questo sfogo.
Un cordiale saluto e in bocca al lupo!
il suo sfogo per la situazione che sta vivendo è più che comprensibile, considerato che dopo tanti anni di studio e tanti sforzi ancora non è riuscito a trovare una situazione lavorativa stabile che le permetta di avere l'autonomia che ricerca e (forse?) una situazione di stabilità più generale.
Dalle sue considerazioni noto la sovrapposizione di aree diverse (studio, famiglia, partner, luoghi in cui vive e ha vissuto) nel tentativo di dare un senso e una causa alla situazione che si ritrova a vivere.
Dato che ci chiede una "soluzione pratica" alla sua condizione, premesso che non esistono formule magiche, la invito a concentrarsi sul suo presente: che cosa la farebbe stare meglio in questo momento di profondo sconforto?
Guadagnare dei soldi? Capire cosa davvero la soddisfa lavorativamente e iniziare a investire su quel lavoro? Ricostruire la relazione che nel tempo è stata intaccata dalle varie difficoltà?
Sicuramente sono tanti gli aspetti su cui lavorare e da approfondire, l'invito che posso darle da ciò che leggo è cercare di non perdersi nel trovare gli incastri e le cause passate che hanno generato questa situazione (sicuramente utili da approfondire in seguito!) ma compiere delle azioni concrete che possano passo passo iniziare a portarla fuori dal vortice negativo che la risucchia: riprendere a lavorare nella ristorazione, riavere una socialità dapprima lavorativa e poi personale, riprendere a guadagnare dei soldi, ricominciare ad avere un'autonomia che le permetta di poter investire su ciò che davvero la soddisfa.
La strada è lunga, concentrare la sua attenzione su tutti i problemi non è d'aiuto, pensi piuttosto a quali possano essere le soluzioni e le azioni utili a farla progredire.
Confermo che iniziare una psicoterapia sarebbe sicuramente di aiuto per poter prendere consapevolezza di tutto ciò che ci ha portato in questo sfogo.
Un cordiale saluto e in bocca al lupo!
Dr. Stefano Cozzolino - Psicologo
cozzolinostefanopsy@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 269 visite dal 15/07/2024.
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