Ma rimangono molte ferite nella mia personalità

Salve, sono un ragazzo di 21 anni con alcuni problemi d'umore che ora procedo a spiegare.

Sono nato in una città difficile (Caserta) dove non ho potuto fare amicizie e avere degli amori in quanto mulatto di origini tunisine. Le continue prese in giro e i continui rifiuti (anche violenti) da parte delle ragazze mi hanno fatto cadere per la prima volta in depressione vero i 16 anni.

La depressione non c'è più, ma rimangono molte ferite nella mia personalità, mi sento esteticamente sgradevole e indegno d'amore, spesso mi rifugio nell'autolesionismo e nell'alcool quando ho l'ansia.
Non avendo mai avuto una vita a Caserta mi trasferisco al nord con la speranza che la maggior apertura mentale di questa zona d'Italia mi permetta di allacciare amicizie e sopratutto amori femminili, in effetti al nord do il mio primo bacio alla mia attuale ragazza, ma continuo ad avere dei problemi: mi vengono attacchi d'ansia ogni volta che vedo ragazze andare in giro con dei bei ragazzi, provo sia invidia ma sopratutto ansia, in quanto non mi ritengo amabile quanto loro.

Procedo con una psicoterapia e con lo Zoloft, le cose migliorate ma non di molto, sono un po' scettico circa la psicoterapia. e un po' poco puntuale nel prendere lo Zoloft. A detta di molti io sono un bellissimo ragazzo che ha un'opinione distorta di sé in quanto durante tutta l'adolescenza ha vissuto in una terra difficile che non gli ha permesso di avere amicizie e amori femminili.
Ho interrotto lo Zoloft per rabbia, sto cominciando a perdere qualsiasi speranza di migliorare, il mal di vivere sembra la mia predisposizione naturale.
Cosa mi consigliate?
Grazie mille.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazzo, essere sfiduciati, e non solo nella psicoterapia, è il minimo che si possa fare quando si è passato per ciò per cui è passato lei. Mi pare che la sfiducia, in se stessi e negli altri e il timore che le cose non si possano riaggiustare, sia un tema ricorrente e ben radicato in lei.

È vero che le è toccato sopportare parecchie ingiustizie, e che la terra dove ha trascorso la sua infanzia sia una terra difficile, ma molte persone con problemi come questi riescono ogni giorno a venirne a capo. Non ho capito se lei abbia mai intrapreso percorsi psicoterapeutici sino ad adesso, malgrado la sua sfiducia, ma vorrei farle presente che questa potrebbe essere la via preferenziale e più indicata nel suo caso.

Provi a leggere quest'articolo e veda se un po' ci si ritrova:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm

E poi quest'altro che parla della psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Mi riconosco in effetti soprattutto nella parte in cui si parla di aggressività: spesso in preda all'ansia sono diventato molto aggressivo, mi è capitato di coinvolgere persone che non c'entravano con i miei problemi, anche forze dell'ordine, o semplici passanti, in modo da cercare la rissa o comunque per sfogarmi urlando il mio dolore. Queste persone mi hanno ovviamente preso per uno squilibrato, e non avevano nessun torto.

Sto parlando di un'ansia e di una rabbia che nasce da qualcosa di estremamente banale, come vedere delle "coppiette" in giro scambiarsi affetto, inoltre più il maschio nella coppia è esteticamente gradevole più l'ansia aumenta; spesso mi capita di pianegere per strada.
Comunque sì, nonostante il mio scetticismo (non ci sono prove materiali sull'efficacia di una psicoterapia) ne sto facendo una. Ne approfitto per farle un'altra domanda: una psicoterapia può far bene anche ad una persona che non crede ciecamente nella sua efficacia?
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> (non ci sono prove materiali sull'efficacia di una psicoterapia)
>>>

Se parliamo in generale, le prove ci sono eccome. Ma non so se si stesse riferendo in particolare alla sua.

>>> una psicoterapia può far bene anche ad una persona che non crede ciecamente nella sua efficacia?
>>>

Ma certo. Non si tratta di credere, ma di affidarsi inizialmente al terapeuta e di seguire le sue indicazioni. Non è necessario avere fiducia in lui, ma solo affidarsi, dato che la fiducia è una cosa che si conquista solo a posteriori.

Inoltre lei è ancora molto giovane, e sebbene stia soffrendo dei suoi problemi da tanti anni, ci sono probabilità ancora migliori di venirne fuori.

Che risultati sta ottenendo con la sua attuale terapia?

Cordiali saluti
[#4]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Senza tediarla con i dettagli diciamo che ho avuto dei miglioramenti, nel senso di diminuzioni dei pianti ecc., solo che non ho prove per dare il merito di questi miglioramenti solamente alla psicoterapia.

Durante quest'anno di psicoterap. un mio atteggiamento tipico è stato quelo di pensare di abbandonare nei momenti di auto maslessere: di fronte all'ennesimo attacco d'ansia o all'ennesima reazione emotiva di dolore pensavo immediatamente di abbandonare, andare dalla terapeuta non mi è mai pesato, però nei momenti di dolore penso di abbandonare.

Voglio farle un'altra domanda a questo punto: posso pensare di migliorare la mia depressione senza cambiare il mio mondo esterno, o un miglioramento significativo ci sarà solamente quando farò esperienza riparatrici? Nel mio caso per esperienze riparatrici intendo cercare di conoscere e frequentare più ragazze possibili, perché il nocciolo dei miei drammi sembra proprio la mancanza di rapporti e apprezzamenti col sesso opposto.
Saluti, la ringrazio molto.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> non ho prove per dare il merito di questi miglioramenti solamente alla psicoterapia.
>>>

Su questo ha ragione, nel senso che non sempre è facile stabilire con criteri esatti e oggettivi se il paziente migliora grazie alla terapia oppure per un miglioramento spontaneo che sarebbe avvenuto anche senza la cura.

Dal punto di vista soggettivo del paziente, tuttavia, è abbastanza facile capire quando una terapia ci sta aiutando davvero. In particolare è facile riconoscere il momento in cui s'inizia a percepire la realtà in modo diverso. È come se i vecchi atteggiamenti, le vecchie credenze e i vecchi stati d'umore fossero all'improvviso scivolati via, lasciandoci la gradevole sensazione di essere come diventati "un'altra persona".

Anche il terapeuta riesce a riconoscere questo passaggio, da tanti piccoli segnali: da come il paziente si presenta, da come parla e si muove, dal contenuto di ciò che dice.

>>> posso pensare di migliorare la mia depressione senza cambiare il mio mondo esterno, o un miglioramento significativo ci sarà solamente quando farò esperienza riparatrici?
>>>

Questa domanda è importante, e mi fa sospettare che lei stia dedicando davvero tante energie a pensare al suo problema, e a come uscirne.

La risposta è collegata a quanto le stavo appena dicendo, ovvero che una psicoterapia ben riuscita comporta sempre un cambiamento nella percezione da parte del paziente. La "realtà" là fuori rimane la stessa, ma la esperiamo in maniera diversa. Non si tratta di miracolo, ma di cose che avvengono tutti i giorni, a tante persone.

In particolare la psicoterapia breve strategica cerca proprio di produrre quelle che lei chiama "esperienza riparatrici", e che noi chiamiamo "esperienze emozionali correttive". Ciò avviene con l'aiuto del terapeuta, che assegna al paziente dei piccoli compiti da mettere in atto fra una seduta all'altra, sufficientemente sicuri da non provocare ansia, ma allo stesso tempo efficaci per produrre lo sblocco desiderato. È l'accumulo di questi piccoli atti ripetuti a produrlo.

Cordiali saluti
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