Episodi di eccessiva aggressività e depressione

Il consulto non è per me ma per la mia attuale compagna.

Abbiamo una relazione da circa un anno.

Premetto che lei mi ha raccontato di aver avuto alcuni problemi psichiatrici anni fa ma lei diceva che la diagnosi di bipolarismo era esagerata e che lei riesce benissimo a gestire queste situazioni.

Nonostante alcuni segnali anche io la pensavo così per i primi sei mesi, sembrava una ragazza felice e innamorata, un po' particolare al massimo.
Ma i segnali c'erano già...
Negli ultimi sei mesi le cose però hanno preso una piega particolarmente difficile.

Il suo comportamento è pericoloso, mi ha ferito più volte, l'ultima 2 giorni fa.
Una ferita da 5 punti sul palmo della mano, che ho usato per proteggermi il viso mentre lei mi colpiva ripetutamente con una abatjour.

Mi ha colpito con una lampada perché sul comodino c'era quella... Se ci fosse stata una bottiglia di vetro avrebbe usato quella.

Non è il primo episodio di questo tipo.

Ieri mi ha colpito con un pugno in pieno viso mentre guidavo.
In quei momenti non ragiona.

Non è solo questo ovviamente, quando non è in questo stato è una ragazza speciale, il problema è che succede tutto in fretta, in pochi secondi la situazione è da normale o felce ad esplosiva.
È una ragazza speciale e ne sono innamorato e questo mi fa avere anche molta pazienza ma la verità è che mi sta distruggendo questa dinamica.
Emotivamente, psicologicamente e anche fisicamente, sono preoccupato per la sicurezza di entrambi.

Perché io cerco di essere forte ma prendere certi schiaffi continuamente e non reagire mai sta diventando sempre più difficile.
Questo è intervallato da momenti di depressione in cui non fa altro che dire che tutto fa schifo, tutto è sbagliato, io sono sbagliato e sono uno schifo più nel dettaglio.
Lei nella normalità dice di non pensare davvero quelle cose, che lo dice apposta, a volte si vergogna di come si comporta, altre non se ne rende nemmeno conto.
A volte è dolcissima, una persona fantastica.
Oggi è depressa, io ho fatto del mio meglio ma mi critica molto e dice che non sono capace di farla stare meglio, che sono io il responsabile del suo umore.
Stiamo cercando casa in Sardegna insieme, proprio oggi ho avuto una risposta positiva nel posto che lei voleva. Oggi quello stesso posto fa schifo, è un errore. Io faccio del mio meglio, ma non basta mai.
Un' altra cosa distruttiva che fa nei miei confronti è stato è non fare altro che dirmi che i suoi ex sono meglio di me, che io sono solo un coglione.
Una volta si è arrabbiata e sono andato via. Mi ha insultato per messaggi per giorni, ha contattato la mia ex moglie per scambiarsi gli screenshot delle mie conversazioni personali di whatsapp con loro.

Ho bisogno di aiuto e non so nemmeno il senso di scrivere sta cosa... Forse solo per esprimermi in qualche modo e raccontare sta cosa a qualcuno.
Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
lei ha avuto già a settembre la risposta della dottoressa Brunialti, ma non sembra averla presa in considerazione, infatti non ha nemmeno replicato a quel consulto.
Oggi racconta episodi gravi e pericolosi, per voi due ma anche per altre persone: una donna che la colpisce con un pugno in faccia quando lei è alla guida di un veicolo, chiaramente non calcola le conseguenze del proprio gesto.
Sembra però che nemmeno lei sia consapevole dei rischi che state correndo e state facendo correre ad altri, rischi fisici prima di tutto, ma non solo.
Lei a quanto scrive è già stato sposato. Dovrebbe avere esperienza ed accortezza. Senza escludere che possa amare questa donna al punto da volerla con sé, anche malata, anche nell'impossibilità di costruire una famiglia con lei, è però indispensabile farla curare e condurre la vostra relazione accettando i gravi limiti imposti dalla necessitò di cautelarsi, almeno dalle aggressioni fisiche.
Contatti uno psichiatra, anche qui sul nostro sito, e rifletta seriamente.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Capisco il senso del suo messaggio ma per me non è poi così facile.
Ovviamente lei non è solo questo, è anche una persona dolcissima che è capace di starmi vicino nei momenti importanti, capace di farmi sentire anche profondamente amato e io la amo tantissimo.
Io vorrei risolvere questa dinamica ma non vuole parlarne, lei vorrebbe che semplicemente noi facessimo finta che questa cosa non succeda.
Ma non è la cosa giusta ovviamente, e io sto cercando di capire come comportarmi per evitare che questa cosa succeda ma spesso ho l'impressione che non dipenda nemmeno da me.
Lei è molto provocatoria all'inizio e io mi prometto di non rispondere a nessuna provocazione, e poi magari mi succede che mi viene da sorridere anche magari sarcasticamente di quello che sta dicendo ed è sufficiente per farle prendere una lampada e colpirmi in faccia.
A volte mi rendo conto che è fuori di se altre volte no, e alla minima risposta contraddittoria si arriva a uno scontro sproporzionato.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
noi stiamo parlando di una patologia diagnosticata che si manifesta nei modi più pericolosi e che è lasciata senza controllo e senza cure.
Ovvio che questa persona sia anche altro; altrettanto ovvio che nei momenti "up" la faccia sentire al centro del mondo. E' riuscita perfino a farle credere che il responsabile delle sue reazioni incontrollate sia lei che ci scrive, e che quindi, se lei capisse come comportarsi, potrebbe evitare le reazioni inconsulte di questa donna malata.
Quale altra favola dovrà ancora credere, prima di comprendere che esiste un'unica soluzione, se non vuole salvarsi con la fuga, e che questa soluzione è imporre alla sua donna di farsi accompagnare dallo psichiatra?
Perché, se lei stesso è in buona fade, non invia le due email che ci ha scritto anche nella sezione Psichiatria, almeno per acquisire un parere?
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
La ringrazio. Intanto ho inoltrato la mia richiesta di consulto nella sezione psichiatria.
Io non credo di essere il responsabile delle sue reazioni, come non credo a le cose orribili che dice in quei momenti. Io credo che lei abbia bisogno di aiuto, ma non so nemmeno come iniziare a parlarne senza creare una situazione di grande stress per lei e che questo possa portarci ad un altro episodio.
Anche io spesso penso che la risposta sia molto semplice e che per me stesso la cosa migliore sia semplicemente allontanarmi da lei. Vorrei fare il tentativo di parlarne apertamente, vorrei fare almeno il tentativo di non buttare via tutto e di farle seguire una terapia, guardare a questa possibilità con almeno un po' di fiducia nel futuro.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
ecco che lei sembra approdare ad una fase più "ragionevole", in cui identifica due strade: la cura o l'addio. Le dirò che non necessariamente si pongono in aut aut.
La paura però le fa perdere terreno. Infatti scrive: "non so nemmeno come iniziare a parlarne senza creare una situazione di grande stress per lei e che questo possa portarci ad un altro episodio".
L'episodio successivo ci sarà in ogni caso, gentile utente, poi un altro e altri ancora. Senza voler attribuire a lei delle capacità diagnostiche, penso che sappia che le persone gravemente disturbate sono proprio quelle che si ribellano alla visita e alla cura.
Noi non sappiamo niente di lei che ci scrive, ma alla sua età un matrimonio fallito alle spalle rende spesso particolarmente fragili e disposti ad accettare un legame che sembra un balsamo per il nostro io ferito, ma a vent'anni ci avrebbe messi in fuga precipitosa.
Far curare la sua compagna è il primo passo di amore adulto, consapevole.
Forse la donna ha una famiglia; di certo un'amica intima, ce ne ha parlato nel precedente consulto. Tutti malati? Tutti ciechi di fronte ai disturbi della sua compagna?
Ho letto adesso il parere della nostra psichiatra, e mi sembra che non lasci alcun dubbio.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Non esattamente.
Non ha un amica intima, quella era una semplice collega di lavoro conosciuta 15 giorni prima e mai più rivista dopo agosto.
Le hanno diagnosticato il disturbo bipolare in giovane età.
Mi racconta di essere stata per mesi in un ospedale psichiatrico più di 10 anni fa e ha seguito una terapia, che prevedeva il litio, altri farmaci che sinceramente non ricordo. Mi ha raccontato persino che le facevano l'elettroshock e che una volta ha cercato di suicidarsi con una scatola intera di litio.
Tutto questo le è successo una decina di anni fa. Dopo di che lei dice, di non aver avuto più nessun problema.
Io l'ho conosciuta un anno fa sul lavoro, io non l'avrei mai detto, sembra una ragazza particolare ma tutto sommato una bravissima ragazza. Forse solo un po' troppo attratta dall'alcool.

È una ragazza abbastanza sola in realtà, non ha la famiglia in Italia, è russa, ha alcuni amici che non sente e non vede mai da quando la conosco.
Inoltre lavoriamo come stagionali in Sardegna, quindi abbiamo solo noi due. Noi stiamo insieme continuamente, lavoriamo insieme anche. Abbiamo alla fine anche preso casa insieme.
Ma la situazione sta degenerando rapidamente ultimamente.
Ho provato a parlarne ma è andata malissimo.
Continua ad insultarmi e ad aggredirmi verbalmente e fisicamente soprattutto sul viso quasi ogni giorno. Per motivi sciocchi...
Lei dice che le sue reazioni sono causate da me, dice che io merito tutto quello che dice e che succede.
Forse io le scateno qualcosa e la situazione sembra subito irrecuperabile. Io sono ansioso e magari sbaglio a cercare di calmarla, ma in quel momento scatta l'aggressione. Non riesco a farci niente... Non voglio lasciarla e voglio che ritorni ad essere la ragazza che ho conosciuto ma sembra odiarmi tantissimo, mi dice delle cose che mi feriscono tanto, spero che non sia quello che pensa, ma non lo so più.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
lei continua a cercare delle cause per una condotta che è determinata dalla malattia della sua compagna: "Forse io le scateno qualcosa"... "Io sono ansioso e magari sbaglio a cercare di calmarla"...
Questo addossarsi la colpa, in realtà, è un artifizio per credere di avere il controllo della situazione, come se lei pensasse: "Se io riesco a trovare le parole giuste, lei diventa la persona che vorrei".
Non è così nella vita, e di certo non è così di fronte a una malattia grave.
Se la sua donna la ama, il discorso chiaro e netto: "O ti curi o ci lasciamo" può essere il punto di svolta.
Se non la ama, o se è troppo malata per capire la gravità del proprio disturbo mentale, lei stesso dovrebbe provvedere a valutare con uno specialista per quale ragione si sta esponendo per la seconda volta ad un legame doloroso e a rischio.
Questo avrebbe effetti positivi su tutti e due.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com