Perché non dire la verità alle persone?

Io proprio non riesco a comprendere (senza offesa) il perché, ogni qualvolta cerco qualcosa di correlato all' altezza o alle dimensioni del membro maschile, trovo questo strano concetto di pacca sulle spalle come a dire "non conta solo quello"
Mi spiego meglio.
Sono un ragazzo di 25 anni alto tra gli 1.68-169 cm e ho un pene di 13 cm.
Ora, secondo tutti questi astrusi discorsi su medie o non medie io risulto "normale".
La domanda è, ma dove?
In quale società?
Sembra che nessuno ci prenda seriamente, ti viene continuamente ripetuto che, non conta solo quello.
Eppure ad esempio, per i rapporti con l' altro sesso molti sondaggi dicono che per il 74% delle ragazze, l' altezza perfetta di un maschio è attorno ai 1.81-1.
85 e che la restante percentuale in gran parte si *ACCONTENTA* dell' 1.76-1.
80... noi nella nostra fascia non siamo presi nemmeno in considerazione e tagliati fuori da tutto.
E si riscontra poi nella realtà.
Ce ne si accorge facilmente.
Ora, per le dimensioni del pene non parliamone nemmeno, una persona con un pene di 13 cm sebbene sia la media mondiale (il che sinceramente non so, ma è un discorso che riprenderemo dopo), in Italia viene presa in giro, sempre fin dalle superiori, da tutte le partner o mollata per qualcun altro con motivi velati.
I problemi di questo atteggiamento verso gente che ha un effettivo handicap sociale sono due (non temete ho già parlato sia con psicologi che con urologi ed è un atteggiamento diffuso ovunque)
-1 sostanzialmente viene ripetuto "in amore certe cose non contano, vedrai che trovando una ragazza che ti accetta"... Sì ok la ragazza che mi accetta, ma un uomo avrebbe anche voglia non dico di vivere la vita da pornoattore, ma di sfogare delle pulsioni sessuali.
E da 1.68-1.
69 con un pene di 13 cm non lo fai.
Nessuna ti prende in considerazione come partner occasionale, anzi sei costretto a subirti degli iter infiniti se proprio speri di riuscire a concludere, per poi ottenere rapporti, nettamente deludenti (13 cm una ragazza praticamente non li sente è come giocare con poco più di un dito).
-2 il cambiamento nel tempo.
Ora, molte delle persone che scrivono le risposte non hanno secondo me bene in mente come sia cambiata la realtà attuale.
1.68-69 era un altezza un pelo invalidante già 40 anni fa.
Ad oggi è un handicap fisico a tutti gli effetti.
Credetemi lo dico col massimo interesse per tutti quelli che come me vengono qui e si sentono ripetere che "non è l' unica cosa che conta".
Le donne in società nemmeno ti guardano, sei un nano, basta aprire un sondaggio (o interagire con una 20enne) per capirlo e da donna basta considerare in modo onesto il proprio concetto di bellezza fisica quando si guarda un potenziale partner.
Il punto è che a me pare proprio non si voglia accettare che una buona percentuale della società sia superficiale e ci si voglia nascondere dietro scuse per evitare di accettare un cambiamento che è inevitabile.
Nel settore di psicoterapia metà dei pazienti giovani è lì per questioni estetiche. Ed aumenterà, aumenta sempre di più, e non è una cosa che può essere ignorata. Io personalmente nel mio caso, fossi un medico, proporrei subito l' allungamento del pene per esempio. O metodologie simili che ci sono e che spesso e volentieri funzionano ma non vogliono essere approfondite perché continuiamo a sperare che la realtà sia meglio di quanto non sia. Ma, nella realtà su un qualsiasi sito di incontri le prime domande sono sempre 2 persone il maschio, "quanto sei alto?" E "che misure hai?" Vogliamo continuare a ripetere che non conta? Eppure, i fatti e centinaia di esperienze dicono il contrario, dicono che.. conta sempre di più
Per la questione di "media" è inutile citare per confronti matematici sex symbol di una certa altezza, un caso su 100000 non fa statistica in nessun campo. Tant'è che sono casi che vengono citati erroneamente come regola ma ne sono l' effettiva eccezione che la conferma. Per il pene stesso discorso, medie globali contano poco se il contesto in cui ci si trova(Italia) non le rispetta.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.2k 590 67
Gentile utente,

sul questo blog non si fa filosofia, neppure filosofia delle altezza/lunghezza peniena; ci si occupa delle problematiche delle persone che scrivono, dei loro disagi partendo da quanto raccontano dei proprio sentimenti e vissuti.
Lei ha 25 anni e, al di là delle sue convinzioni, non ci dice quali sono i suoi concreti problemi psicologici (ricordo che siamo in area psico). E nemmeno:
- se studia o lavora e con quale soddisfazione,
- se frequenta qualche gruppo di suoi coetanei/e,
- se si è mai innamorato,
- da quando ha queste convinzioni,
- altro.

Lei dirà:
siamo alle solite, ecco un'altra specialista che mena il can per l'aia,
anziché rispondere al punto: "Perché non dire la verità alle persone?" (Titolo).

Ma il punto è proprio questo, è che le relazioni si nutrono di molte cose. La lunghezza del pene può essere un ingrediente, ma non ha mai garantito la durata e il ben-essere di una relazione di coppia. Ha garantito però la carriera e il portafoglio di porno-attori.
"Entrare" in una relazione di coppia ha invece a che fare anche col carattere. Uno alto e .. ben fornito, può darsi "espleti sessualmente" più di frequente, ma certo non è detto che ne sia alla lunga appagato, o che ne ottenga una relazione duratura.
Ma neppure uno alto cm 168 x 13 penieno è detto che susciti interesse se, ad es., è insicuro e di conseguenza di carattere scostante.

Capisco che Lei cita ipotetiche statistiche;
ma le mie personali statistiche di psicoterapeuta sessuologa clinica
di lungo corso e da 20 000 risposte in 15 anni su questa piattaforma
dicono dell'altro.

- Dicono che buona parte dei giovani maschi viene in consulenza/psicoterapia in presenza a causa della *disfunzione erettile*, conseguenza del fatto che dopo lunghi anni di pratica autoerotica non sanno come rapportarsi con una ragazza reale, ne sono spaventati e il loro pene ne risente .. non nella lunghezza ma nel funzionamento;
- dicono che spesso si attribuisce al corpo quello che invece è della psiche, e questo si chiama dismorfofobia;
- dicono che quando si gira insistentemente attorno ad un unico argomento che diventa invalidante, ciò si chiama pensiero ossessivo;
- dicono che rispondere a lettere con una tematica simile alla sua è pressoché improduttivo, dato che tale convinzione rappresenta una difesa ben forte e che si nutre del rinforzo reciproco. E l* specialista che non si dichiara d'accordo suscita irritazione, anziché dialettica; aprendo la porta ad una diatriba senza fine.
Ma noi rispondiamo qui anche per i molti che ci leggono.

Cito qualche altro consulto sull'argomento, con cui Lei potrà confrontarsi:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/740364-come-da-uomo-basso-posso-sopravvivere-in-una-societa-malata-che-ti-svaluta.html
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/755776-autostima-sotto-i-piedi.html .
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/861960-gravissimo-complesso-sulla-statura.html

Riporto inoltre il link di una ricerca scientifica:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4840-la-misura-del-pene-importa-alle-donne.html .

Lei non immagina quanto dispiace quando la vita delle persone gira attorno ad una vite spanata. Ma questo è anche il senso profondo della nostra professione psy.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/