E' normale il rapporto tra il mio compagno e la sua famiglia?

Buongiorno, sono divorziata da 7 anni e da 4 convivo con il mio nuovo compagno e mio figlio.
Il mio compagno e' molto disponibile con me e va d' accordo con mio figlio ma c' e' un ma...il rapporto con la sua famiglia.
I suoi genitori sono separati, il padre e' spesso emarginato dalla madre e dalla sorella del mio compagno e dal canto suo anche il mio compagno può stare parecchio tempo senza vedere suo papa' mentre se si parla di sua mamma e sua sorella deve vederle tutti i week end (non abitano nello stesso posto ma a circa 1 ora e un quarto di macchina).
Sua sorella ha anche un bambino di 8 anni che il mio compagno adora.
Quando la domenica va a trovarli (io non vado quasi piu) sua sorella va a riposare e dormire e lui si occupa della bambina per ore.
Tutte le estati presta casa al mare a sua sorella che ci lascia casa sporca oppure usa la nostra biancheria anche se sono anni che ho chiesto al mio compagno di mettere dei paletti perché non mi piace la condivisione fi asciugamani di bidet e teli bagno.
Insomma a me sembra non sia in grado di mettere dei paletti, sua sorella dispone ogni estate della casa con suo marito sua madre e sua figlia io sento che quella casa non e' nostra ma loro.
E poi ogni domenica deve andare a trovarli ma sua sorella non se ne preoccupa mai di andare a trovare il mio compagno.
Aggiungo anche sua mamma e sua sorella sono sempre insieme tutte le domeniche, sua mamma fa fatica a stare sola.
Cosa ne pensate?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
abitualmente dopo un divorzio si alternano meccanismi psicologici noti agli specialisti, tra cui il desiderio di ritrovarsi in coppia; l'illusione di aver trovato il Principe Azzurro ai primi incontri col nuovo partner; la paura di essere caduti dalla padella nella brace; infine, se non si hanno dei "tarli" personali nelle relazioni, l'accontentarsi di una situazione analoga o peggiore di quella matrimoniale dalla quale si era fuggiti.
A volte invece ci infastidisce il nuovo legame: la disillusione prodotta dalla prima esperienza è stata troppo cocente e non siamo veramente pronti ad accettare un'altra relazione, o se la accettiamo non siamo tolleranti su nulla, per una sorta di rivalsa dei torti subiti; oppure abbiamo una visione rigida delle cose, per cui la perfezione stessa, se la incontrassimo, non sarebbe tale ai nostri occhi.
Lei qui ci racconta una serie di caratteristiche del nuovo compagno sulle quali ci chiede cosa ne pensiamo, dopo aver premesso che quest'uomo è molto disponibile con lei e va d'accordo con suo figlio.
Si potrebbe dedurne che abbia un carattere benevolo e affettuoso, e presumendo che sia intorno ai cinquant'anni, sembra naturale che queste attitudini si siano sviluppate nei confronti delle figure familiari a lui più vicine: la madre, la sorella, il cognato, la nipote.
A lei che ci scrive dispiace che il padre separato di lui non faccia parte di questa cerchia di affetti e che anche l'ex moglie e la figlia lo emarginino.
Ma a che età dei figli e soprattutto in quali termini è avvenuta la separazione? Come valutare il distacco dei figli (quello della ex moglie può essere scontato) se non sappiamo se il padre stesso è stato assente nei loro confronti?
In ogni caso, lei incontra un uomo adulto nella seconda metà della vostra vita. Non è naturale che certi affetti e certe abitudini siano radicati? Per esempio quella di vedere tutti i weekend la madre -presumo anziana-, la sorella e la nipote, che se il suo partner non ha figli rappresenta per lui una sorta di figlia, l'unica giovane consanguinea?
Allo stesso titolo, se la casa al mare non è un acquisto fatto da lei stessa insieme al partner, ma è di proprietà di lui, e da tempo, perché non dovrebbe continuare la consuetudine di prestarla alla sorella e alla madre?
Ed ecco manifestarsi un suo tratto di rigidità su cui riflettere, gentile utente. Lei scrive che la sorella di lui: "ci lascia casa sporca oppure usa la nostra biancheria anche se sono anni che ho chiesto al mio compagno di mettere dei paletti perché non mi piace la condivisione fi asciugamani di bidet e teli bagno".
Scusi, ma in che senso "lascia casa sporca"? Piatti non lavati, letti non cambiati e disfatti, asciugamani usati, pavimenti pieni di sabbia?
Certamente se è così il suo compagno -se è il padrone di casa- può chiedere alla sorella di mettere tutto a posto quando va via, o può incaricare una domestica di farlo subito prima del vostro arrivo.
Quanto all'uso degli asciugamani, lei non va mai in un albergo, in un residence, in un B&B, gentile utente? E cosa fa in questi casi, si porta dietro i suoi teli da bagno e gli asciugamani da bidet?
Se comunque gli asciugamani suddetti li ha comprati lei e non sono parte del corredo della casa, perché non se li porta via quando torna in città?
Diciamo che si avverte dell'irritazione nella sua frase: "io sento che quella casa non e' nostra ma loro".
Ma se lei ha comprato la casa assieme al nuovo compagno poteva stabilire da subito che non intendeva prestarla a nessuno. Se invece la casa non è sua, non vedo a che titolo voglia disporne, oltre l'uso che a quel che capisco il suo compagno concede anche a lei e immagino a suo figlio.
Sembra che la medesima irritazione le faccia scrivere in tono di biasimo: "Aggiungo anche sua mamma e sua sorella sono sempre insieme tutte le domeniche, sua mamma fa fatica a stare sola".
A parte che non sappiamo se l'anziana signora soffra di qualche patologia, a volte si sta con la propria madre per affetto.
In ogni caso, a quale titolo lei vuol sindacare le abitudini dell'intera famiglia?
Scegliere un nuovo partner in un'età che non è la prima giovinezza comporta adattamenti, non modifiche drastiche dell'altro.
Se lui, come penso, ha delle qualità sostanziali, perché volergli trovare dei difetti?
Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
I suoi genitori si sono separati quando il mio compagno aveva 30 anni, adesso ne ha 42. La ringrazio per la sua risposta ma la penso diversamente. I comportamenti del mio compagno radicati nel tempo vanno bene nel contesto dell' essere single a mio avviso ma dal momento che mi ha chiesto di sposarlo e non e' più single non si può pretendere a mio avviso di passare tutte le domeniche a pranzo da sua sorella..lavoriamo entrambi e il tempo e' poco. Per quanto riguarda la casa certamente in albergo non mi porto gli asciugamani ma stiamo parlando della casa del mio compagno e quindi della nostra o sbaglio?lui vive a casa mia ma la considero nostra e non perché non l' ha comprata lui mi sogno di invitare chi voglio . Capita che pavimenti siano sporchi quando vanno via, che lascino cose in frigo da buttare perché ormai andati, che le.lenzuola puzzano di bagnato perché non hanno tempo di farle asciugare cose così e ribadisco a che titolo deve usare il nostro asciugamano da bodet??? Non so non vedo la mia rigidità ma quella del mio compagno che vuole continuare a comportarsi come prima e la sua famoglia pure. Non pensa?ora ci sarei anche io....
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Utente
Utente
Mi scusi ma la sua risposta mi ha infastidito, io dovrei riportarmi a casa la biancheria perché sua sorella mon ha voglia di portarsela e deve usare la mia? Ma scusi se il mio compagno mi ha chiesto di sposarlo e quindi ha intenzione di costruire un nuovo nucleo familiare quella casa non sarebbe forse la nostra oppure il nucleo rimane la sua famiglia di origine?
Per me e' così.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
come dimostra la sua affrettata risposta lei va soggetta a "infastidirsi", e questo potrebbe distruggere relazioni anche molto buone.
Se rileggerà con calma la sua lettera e la mia risposta, noterà che sembra voler entrare nella gestione degli affetti e delle abitudini di un partner non più giovane, il quale anche se è suo marito (non avevo compreso che quattro anni fa vi foste sposati) rimane, anche per la legge, unico proprietario di ciò che ha acquistato prima del matrimonio.
Lei ha ragione quando afferma che ciò che si fa da single non è lo stesso che si fa da sposati, ma questo riguarda campi precisi che è opportuno stabilire insieme: la fedeltà sessuale, se non altrimenti concordato; la gestione del denaro familiare (non però dei beni acquistati prima; e anche sul denaro, ci sono mariti che non fanno conoscere alla moglie nemmeno il proprio conto in banca); e certamente l'uso del proprio tempo.
Tuttavia non si possono mettere tutte le proprie giornate a disposizione del partner, pena il fallimento del matrimonio. Certamente se lei organizza dei viaggi in qualche week-end suo marito verrà con lei, ma nelle domeniche libere perché precludergli di coltivare i suoi affetti? E perché non andare con lui, almeno qualche volta?
Lei stessa, avendo un figlio che ha un padre, non sarà sempre libera nei week-end, dovrà accompagnare o riprendere suo figlio, immagino, o stare un po' da sola con lui.
Non si può chiedere troppo ad un uomo di mezza età che ha accettato di essere un secondo marito. Probabilmente se avrete dei figli lui riverserà su di loro parte dell'affetto che ora nutre per la nipotina, ma può anche darsi che abbiate già escluso questa possibilità, e dunque perché impedirgli di coltivare un legame che rappresenta il suo unico futuro?
Quanto agli asciugamani da bidet che lei non vuol fare usare da altri, signora, è buona regola anche in famiglia tenerli divisi finché sono in uso e poi lavarli bene, in casa come in albergo. A quel punto ogni ulteriore preoccupazione si può ascrivere più al disturbo mentale denominato "DOC da contaminazione" che a qualche rischio reale.
Infine, dopo aver opportunamente riflettuto, è con suo marito che dovrà discutere tutto questo, e per la verità sarebbero stati argomenti da trattare prima di sposarsi.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com