Rapporto difficile con fratello
Buongiorno.
Ho 38 anni, mio fratello 36 e mia sorella 42. Abbiamo tutti e tre solidi lavori e livello di istruzione. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, seppur con qualche divergenza caratteriale.
Tre anni fa è venuto a mancare nostro padre, per un cancro al polmone, nel giro di 6 mesi. Oltre ad essere un fumatore è stato anche un alcolista negli ultimi 10 anni. Due mesi dopo, nostra madre è stata ricoverata per tre mesi in ospedale per una grave malattia neurologica. Fortunatamente si è salvata, con alcuni strascichi.
Mio fratello ha sempre avuto un carattere un po' difficile, caratterizzato da momenti di ira, in particolare dopo questi eventi è molto peggiorato. È arrabbiato con me, mia sorella e mia madre, non si capisce perché. Frequentemente ci ritroviamo in litigi furiosi, in cui ci insulta con parole irripetibili.
Ha una compagna da 7 anni con la quale ha un rapporto burrascoso.
Infatti litigano spesso, e questi litigi culminano spesso in gesti drammatici tipo cacciarla di casa, farla scendere dalla macchina, insultare lei e la sua famiglia, diventare aggressivo ai limiti della violenza.
Noi siamo o presenti oppure ci viene riferito spesso da lei, la quale in quei momenti riversa su di noi tutto il suo disprezzo, comprensibile, verso di lui.
Io e mia sorella ogni volta le suggeriamo di lasciarlo perché non vediamo altra soluzione e soprattutto a mio fratello di farsi aiutare da uno psicologo.
3 mesi fa, l'ultimo litigio folle, in cui lei chiama i Carabinieri a casa loro perché era diventato estremamente aggressivo. Dopo questo episodio si sono lasciati. Io e la mia famiglia siamo rimasti esterrefatti. Eravamo provate da questi anni di litigi e ci siamo sentite tutte sollevate perché sembrava un punto di non ritorno.
Dopo tre mesi da questo drammatico litigio, mio fratello (solo lui) ci ha comunicato che lei è incinta da due mesi. Hanno deciso di avere un figlio solo dopo poche settimane dal litigio.
Noi siamo sotto choc.
All'annuncio, che è avvenuto dopo 3 mesi di silenzio tra noi, siamo rimaste pietrificate, anche se non abbiamo avuto reazioni indelicate, ma abbiamo chiesto di comprendere la nostra preoccupazione.
Chiaramente è andato via insultandoci e dicendoci che gli facciamo schifo per non aver esultato di gioia.
Io non so come comportarmi, sono affranta, sia io che mia madre e mia sorella che i nostri compagni.
A noi sembrava che la fine della relazione fosse l'unica strada possibile. Ma come si può prendere una decisione del genere su queste basi?
Ora ci hanno escluso praticamente e non capiamo il motivo. In più, dagli ultimi contatti avuti con mia madre, ha assunto l'atteggiamento di vittima, lamentando piccolezze e spostando il focus del problema.
Possibile che non potevano aspettare un attimo per vedere come andava il loro rapporto? Lei ha solo 31 anni.
Un figlio è irreversibile. Cosa possiamo fare per recuperare questo rapporto? Dove abbiamo sbagliato? Perché questa cattiveria verso di noi?
Ho 38 anni, mio fratello 36 e mia sorella 42. Abbiamo tutti e tre solidi lavori e livello di istruzione. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, seppur con qualche divergenza caratteriale.
Tre anni fa è venuto a mancare nostro padre, per un cancro al polmone, nel giro di 6 mesi. Oltre ad essere un fumatore è stato anche un alcolista negli ultimi 10 anni. Due mesi dopo, nostra madre è stata ricoverata per tre mesi in ospedale per una grave malattia neurologica. Fortunatamente si è salvata, con alcuni strascichi.
Mio fratello ha sempre avuto un carattere un po' difficile, caratterizzato da momenti di ira, in particolare dopo questi eventi è molto peggiorato. È arrabbiato con me, mia sorella e mia madre, non si capisce perché. Frequentemente ci ritroviamo in litigi furiosi, in cui ci insulta con parole irripetibili.
Ha una compagna da 7 anni con la quale ha un rapporto burrascoso.
Infatti litigano spesso, e questi litigi culminano spesso in gesti drammatici tipo cacciarla di casa, farla scendere dalla macchina, insultare lei e la sua famiglia, diventare aggressivo ai limiti della violenza.
Noi siamo o presenti oppure ci viene riferito spesso da lei, la quale in quei momenti riversa su di noi tutto il suo disprezzo, comprensibile, verso di lui.
Io e mia sorella ogni volta le suggeriamo di lasciarlo perché non vediamo altra soluzione e soprattutto a mio fratello di farsi aiutare da uno psicologo.
3 mesi fa, l'ultimo litigio folle, in cui lei chiama i Carabinieri a casa loro perché era diventato estremamente aggressivo. Dopo questo episodio si sono lasciati. Io e la mia famiglia siamo rimasti esterrefatti. Eravamo provate da questi anni di litigi e ci siamo sentite tutte sollevate perché sembrava un punto di non ritorno.
Dopo tre mesi da questo drammatico litigio, mio fratello (solo lui) ci ha comunicato che lei è incinta da due mesi. Hanno deciso di avere un figlio solo dopo poche settimane dal litigio.
Noi siamo sotto choc.
All'annuncio, che è avvenuto dopo 3 mesi di silenzio tra noi, siamo rimaste pietrificate, anche se non abbiamo avuto reazioni indelicate, ma abbiamo chiesto di comprendere la nostra preoccupazione.
Chiaramente è andato via insultandoci e dicendoci che gli facciamo schifo per non aver esultato di gioia.
Io non so come comportarmi, sono affranta, sia io che mia madre e mia sorella che i nostri compagni.
A noi sembrava che la fine della relazione fosse l'unica strada possibile. Ma come si può prendere una decisione del genere su queste basi?
Ora ci hanno escluso praticamente e non capiamo il motivo. In più, dagli ultimi contatti avuti con mia madre, ha assunto l'atteggiamento di vittima, lamentando piccolezze e spostando il focus del problema.
Possibile che non potevano aspettare un attimo per vedere come andava il loro rapporto? Lei ha solo 31 anni.
Un figlio è irreversibile. Cosa possiamo fare per recuperare questo rapporto? Dove abbiamo sbagliato? Perché questa cattiveria verso di noi?
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Buongiorno gentilissima,
le dinamiche familiari che descrive sono sicuramente complesse e al proposito, in primis, proverei a spostare il focus sul suo sentire rispetto a quanto accaduto alla sua famiglia con l'aiuto di un Professionista. Da questo, potrà acquistare nuove consapevolezze su di sé che la aiuteranno a muoversi verso suo fratello. Recuperare o meno un rapporto parte da quello che si sente e da come si comunica ciò, per cui un confronto con lui, con una comunicazione accogliente ed empatica, potrebbe permettere una maggiore apertura da parte di suo fratello.
Cari saluti
Dott.ssa.Simona Mollica
Psicologa
le dinamiche familiari che descrive sono sicuramente complesse e al proposito, in primis, proverei a spostare il focus sul suo sentire rispetto a quanto accaduto alla sua famiglia con l'aiuto di un Professionista. Da questo, potrà acquistare nuove consapevolezze su di sé che la aiuteranno a muoversi verso suo fratello. Recuperare o meno un rapporto parte da quello che si sente e da come si comunica ciò, per cui un confronto con lui, con una comunicazione accogliente ed empatica, potrebbe permettere una maggiore apertura da parte di suo fratello.
Cari saluti
Dott.ssa.Simona Mollica
Psicologa
Dott.ssa Simona Mollica
Psicologa - Psicoterapeuta in formazione
simona.mollica@hotmail.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 445 visite dal 12/07/2024.
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