Come poter provare empatia per mio padre?

Era agosto del 2023 quando mi innamorai del mio attuale ragazzo di ben 22 anni più grande di me, ero convinta che i miei genitori non lo avrebbero accettato con entusiasmo ma sicuramente non mi sarei mai aspettata che in preda all’ira mio padre potesse tentare di strangolarmi forse anche riuscendoci se mia madre non glielo avesse impedito
Da quel giorno provo un’indifferenza totale nei confronti di mio padre anche ora che è in ospedale con polmonite e un trombo.
Dovrebbe dispiacermi, dovrei piangere, pregare e invece non ci riesco
Non ho perso la mia empatia nei confronti degli altri solo verso di lui, colui che avrebbe dovuto proteggermi in qualsiasi situazione e non impedirmi di respirare per paura di perdermi per sempre (cosa che in realtà ha ottenuto ugualmente seppur in modo diverso).

Vorrei sapere come poter provare di nuovo empatia, affetto o qualsiasi altro sentimento positivo nei suoi confronti anche se non sono certa di volerlo fare... Sono io sbagliata o ciò che provo o meglio ciò che non provo per la persona che mi ha messo al mondo è normale data la situazione?
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Dr.ssa Maria Graziano Psicologo 121 3
Gentile e giovane utente,
può succedere di provare rancore, ostilità o rabbia verso chi ci ha messo al mondo se vi è una valida ragione. Quelle che vengono spesso catalogate come emozioni negative sono naturali emozioni umane, legittime in determinate circostanze. Come ha ben specificato, lei non è priva di sentimenti o di empatia verso gli altri ma prova nei confronti di suo padre rabbia controllata e contenuta dall’indifferenza. Perché è successo? Perché colui che avrebbe dovuto amarla e proteggerla è divenuto in quella circostanza una minaccia per la propria vita . Grazie all’intervento di sua madre è stata evitata una tragedia familiare, ma i suoi sentimenti sono stati feriti a morte fino al congelamento di quell’amore filiale. No carissima! lei non è affatto sbagliata! ma semplicemente ferita. La sua domanda di consulto lascia trasparire che in lei timidamente riemerge il desiderio di provare compassione e amore verso un padre sofferente che si trova in ospedale, eppure non succede e si chiede se è normale Carissima prima di frustrare noi stessi per ciò che di buono non proviamo occorre accettare e legittimare la nostra parte ferita e sofferente che può giungere a farci provare odio, rancore, rabbia o peggio indifferenza.
Dobbiamo accogliere con comprensione le nostre fragilità derivanti da traumi, delusioni, rifiuti, abbandoni, paure, questa è l’unica strada che conduce al perdono. Il perdono è un processo lento e costante di rappacificazione con sé stessi e con gli altri che ridona nuove possibilità relazionali e di vita. Allontani da lei il giudizio e i sensi di colpa. Ognuno prova ciò che è giusto provare secondo la propria sensibilità e la propria natura caratteriale, sia indulgente e paziente con sé stessa per avviare un dialogo con la sua interiorità, se vuole con l’aiuto di uno psicologo potrà prendere coscienza di ciò che la muove dentro .
Le faccio tanti in bocca al lupo, spero di esserle stata d’aiuto e intanto resto disponibile in ascolto di ogni sua necessità psicologica.
Un caro saluto.
Dott.ssa Maria Graziano

Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
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