Gravi mancanze dello psicologo

Buonasera
Anni fa, mi sono rivolto ad uno psicologo (psicoterapeuta) regolarmente iscritto all'ordine regionale, di una nota onlus italiana, che tra i suoi servizi prevede un centro di ascolto e contenimento emotivo totalmente gratuito.

C'è da sapere che ho una diagnosi di disturbo d'ansia che necessita di psicoterapia (quindi non la facevo solo per sfogarmi o per capire chi fossi, era un intervento prescritto dal medico).

Ci sono state gravi incomprensioni, però, da questo psicologo, e a conti fatti, per le tempistiche che non lo permettevano, la psicoterapia non è stata effettuata, arrecandomi gravissimi danni che non rispondono più a nessun trattamento di nessun tipo.
Perdipiù il disturbo d'ansia era nato da pochissimo tempo e sono sicuro che una psicoterapia fatta bene all'inizio avrebbe dato i suoi frutti.

Le premesse all'inizio del percorso erano altre e sono state tutte violate.
La mancanza di comunicazione scritta e verbale sui tempi e sui modi ha fatto sì che non ci fosse una chiara comprensione di cosa si stava svolgendo lì dentro e di cosa stessi andando incontro.

Io so bene che la psicoterapia è stata proposta e accordata ed ho accettato tutti "i compromessi" affinché potessi iniziare finalmente questo percorso.
Ad oggi sono molto amareggiato perché i pesanti danni che mi porto dietro avrebbero potuto essere evitati se il terapeuta avesse rispettato il codice disciplinare.
Mi sento come se avessi perso un'occasione.
I danni sono irreversibili e lì porterò a vita.

Sono successe in seguito altre violazioni, ma non voglio parlarne in questo consulto perché la natura dello stesso è un'altra.

Quello che denuncio in questo consulto è il mancato consenso informato, che ha portato ad una gestione confusionaria del mio caso.

Quello che mi chiedo è come devo comportarmi se nel caso volessi denunciare lo psicologo all'ordine?

Come funziona?

Ci sarà un dibattito tra le parti per capire chi ha sbagliato o servono prove oggettive?

Posso denunciare anche se sono passati diversi anni?

So che questo consulto probabilmente va contro le regole di questo sito.
Ma vorrei provarci lo stesso.
Grazie...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

riguardo al consenso informato, è chiaro che il professionista deve avere il consenso del paziente, meglio se in forma scritta.

Quanto ai "danni irreversibili" deve provare ed essere più che certo che siano riconducibili al percorso terapeutico e alla condotta del singolo psicologo.

Sinceramente credo sia anche piuttosto difficile provare questa cosa, ciò non toglie che il nostro Ordine Professionale nasce anche per tutelare l'Utenza quindi può comunicare quanto accaduto.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2024 al 2024
Ex utente
Lo scorso anno provai a mandare una mail all'ordine della mia regione. Mi risposero dicendomi che serviva un avvocato, senza darmi ulteriori informazioni. Mi verrebbe da pensare che quella lettera non sia stata nemmeno letta, dato che feci un colpo di telefono, e alla domanda: "lei cosa ne pensa e cosa farebbe nel mio caso?", mi diedero una risposta di circostanza meno che mediocre. La mail era superdettagliata e conteneva tutta la mia storia ed il mio punto di vista, scelsi di omettere però il nome del terapeuta, in attesa di riscontri, che purtroppo non ci sono mai stati. Non so cosa pensare, ho anche temuto che l'ordine della mia regione tenda a tutelare un po' troppo i suoi iscritti, sebbene sul sito dicano altro. Infatti una delle cose che ho notato, a differenza di altri ordini regionali, non è presente, sul sito, il modulo per fare una segnalazione. Ma questo è un mio pensiero.
In ogni caso, i danni non sono derivati propriamente dal percorso, quanto da alcune pratiche coercitive scorrette dello psicoterapeuta che non voglio elencare qui in quanto non inerenti al consulto e alle sue mansioni. Mi dispiace non essere stato comprensivo, ma i danni, pur non attribuibili allo psicologo, sono una delle conseguenze del mancato consenso informato.

Il consenso informato scritto, un'utopia.
Con una diagnosi chiara e definita (seppur dopo venne ipotizzato un tratto traumatico, che probabilmente nel corso della psicoterapia sarebbe venuto fuori) come la mia, ad inizio percorso, era più che possibile poter definire almeno delle tempistiche e il numero approssimativo di sedute necessarie, cosa che non è avvenuta.

Il ricorso all'ordine lo faccio perché trovo giusto che lo studio dello psicologo debba essere un posto sicuro.
Avevo molte aspettative, ho fatto tutto quello che mi è stato chiesto. Non me lo meritavo un atteggiamento così.
Se l'ordine non prenderà provvedimenti vorrà dire che difende le azioni negligenti di alcuni suoi iscritti, e questo, non va bene. Siamo nel 21 secolo, dobbiamo affidarci al caso come succedeva nell'800? O sono i professionisti che dovrebbero attenersi al codice deontologico e inviare il paziente da un collega quando non hanno abbastanza conoscenze in merito per curare un determinato disturbo?
Le cose che ho visto e sentito in quell'ufficio, e anche le spiegazioni che mi sono state date in seguito, mi creda, sono imbarazzanti per l'intera categoria.
Grazie per le sue risposte!
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Buongiorno,

una segnalazione deve necessariamente contenere il nome del professionista, altrimenti non ha alcun senso. Per quanto riguarda la tutela, l'Ordine degli Psicologi ha (anche) la funzione di tutelare l'Utenza, ma non mi risulta che debba tutelare i professionisti. Mi spiego meglio.

Se io, che sono una professionista iscritta all'Ordine degli Psicologi commetto un illecito, l'Ordine prenderà provvedimenti e, a seconda della gravità, potrà comminare una sanzione che è direttamente proporzionale a quanto commesso. Ma se una persona che non è iscritta all'Ordine, che non ha alcuna preparazione nè titolo per fare lo psicologo o lo psicoterapeuta si fregia del titolo e vede dei pazienti, commettendo errori, l'Ordine professionale non potrà fare nulla, perché quella persona non è un iscritto che deve scrupolosamente attenersi alle norme di deontologia.

Detto questo, è vero che se un professionista iscritto all'Ordine degli Psicologi non ha le adeguate competenze per trattare un disturbo psicopatologico, ha il dovere di inviare il proprio paziente da un altro Collega.

Per quanto riguarda invece il numero di sedute complessive di un trattamento, quale può essere la psicoterapia, non sempre è possibile dirlo all'inizio del percorso e non per tutti i disturbi psicopatologici. Diciamo che è corretto fare le sedute che servono al paziente.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Attivo dal 2024 al 2024
Ex utente
Non ho messo il nome del terapeuta, dice che devo rinviare una mail con il suo nome? C'è da dire però che non si sono mai interessati a chiedermi chi fosse, ma intuisco che per privacy non possano chiederlo (?)

L'ordine della mia regione si presenta così:
L’Ordine garantisce che l'utente si relazioni con un professionista competente, aggiornato e che segue regole deontologiche ben precise. L’Ordine tutela altresì la professione dello Psicologo ponendo particolare attenzione alla lotta contro l'abusivismo professionale.

Diciamo che tutela la professione combattendo l'abusivismo.

Quindi cosa succede al momento della sanzione? L'ordine è molto severo e impassibile o tende a chiudere l'occhio sulle violazioni del codice?
Paradossalmente, se fosse come nel secondo caso, mi sentirei meno tutelato nelle mani di un professionista iscritto all'albo piuttosto che di un non iscritto.

La delega al collega competente non è avvenuta. Pensi che ancora oggi devo sentirmi dire che il percorso è stato effettuato. Una vera e propria forma di gaslighting.

Non mi aspettavo in ogni caso un numero preciso delle sedute necessarie, quanto un numero stimato per vedere la mia reazione al trattamento, dato che ero molto disposto a farmi aiutare.
Penso che comunque se hai esperienza su un determinato disturbo, sai dire quanto, almeno tempo, superapprossimativo, ci vuole.

Ma dato che non aveva probabilmente mai avuto casi simili, non poteva stabilirlo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

se Lei vuole fare una segnalazione, può farla, ma deve indicare il nome del professionista.

E' perfettamente ovvio che non si possa dar seguito ad una segnalazione in cui non viene citato lo psicologo. L'Ordine non saprebbe a chi comunicare la Sua segnalazione.

Quanto al resto, spero stia scherzando... l'Ordine professionale non si occupa solo di esercizio abusivo della professione, ma sanziona, talvolta fino a radiare il professionista. Non mi risulta che davanti a violazioni l'Ordine possa chiudere un occhio. Perché mai dovrebbe farlo? Pensa che sia un vantaggio ledere il decoro e la dignità della professione?

Mi dispiace, ma non è affatto come pensa Lei e le norme del Codice Deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti. Uno degli articoli (art. 3) cita proprio la preparazione che deve essere costantemente aggiornata (è un dovere deontologico dello Psicologo!), così come l'invio da un Collega. Anche qui può succedere, dal momento che si lavora con la relazione e che lo strumento di lavoro dello psicologo è la propria mente, di non essere la persona più adatta per quel paziente specifico. Se ne prende atto e si invia, chiudendo il percorso iniziato.

Poi, se accade, come accade in qualunque altro ambito, che qualcuno non osservi le regole e i precetti stabiliti, è un sacrosanto diritto del paziente segnalare.

Infine, sul sito dell'Ordine della Sua regione, si legge questo:
"L’Ordine degli Psicologi nasce nel 1989 ed è regolamentato dalla Legge n. 56 del 18 febbraio c.a.. Esso è un Ente Pubblico non economico, sul quale vigila il Ministero della Salute, ed è strutturato a livello regionale e provinciale (limitatamente alle Province di Bolzano e Trento).

L’Ordine garantisce che l’utente si relazioni con un professionista competente, aggiornato e che segue regole deontologiche ben precise. L’azione di tutela del cittadino si esplica anche nel rapporto costante con le istituzioni affinché i servizi pubblici sviluppino una maggiore attenzione agli aspetti psicologici delle persone e garantiscano un corretto esercizio della psicologia da parte di personale qualificato, rispondendo a criteri di eccellenza delle prestazioni.

Tutti i Presidenti regionali e provinciali compongono il Consiglio Nazionale (CNOP) che ha sede a Roma. L’Ordine nazionale ha come compiti preminenti la predisposizione e l’aggiornamento dei regolamenti che hanno validità a livello nazionale. Ogni quattro anni, gli iscritti dei diversi Albi sono chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio della propria sede regionale. Costituito il Consiglio, durante la seduta di insediamento, vengono ad essere elette, fra i 9 Consiglieri, le quattro cariche: il Presidente (rappresentante Legale dell’Ordine), il Vicepresidente, il Segretario e il Tesoriere.

Gli Ordini regionali, oltre alla gestione degli Albi regionali, hanno fondamentale funzione di tutelare la professione psicologica e di promuoverne lo sviluppo nel territorio regionale."

Quindi, mi pare sia ben sottolineato che "L’Ordine garantisce che l’utente si relazioni con un professionista competente, aggiornato e che segue regole deontologiche ben precise."

Su questi aspetti l'Ordine professionale è molto severo.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
Attivo dal 2024 al 2024
Ex utente
No assolutamente.
Il mio pensiero nasce dal fatto che non ho avuto particolari informazioni in merito, ed è qui che nasce la domanda.

Non capisco se ho sbagliato io a non inserire in nome del terapeuta o è la prassi.

Avrei preferito avere maggiori informazioni dall'ordine stesso, ma sono felice che qualcuno mi faccia ricredere e mi dica che esiste un organo che tutela davvero l'utenza.

Quando lei mi dice "spero stia scherzando" con tono ironico, vorrei precisare che sto esponendo miei dubbi, in quanto ignorante in materia, non sono affermazioni.
Ciò che intendevo con tutela del professionista, è il contrasto all'esercizio abusivo, non altro.
In ogni caso grazie delle risposte.
Buona giornata
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Non ho usato alcun tono ironico, ma un tono serio.
Gli Ordini professionali, come è giusto che sia, sono molto severi. E anche questo è giusto che sia così. L'esercizio abusivo della professione è un reato e non è cosa da poco. Vorrebbe essere il paziente di un sedicente medico che non ha la laurea in medicina? O di uno psicoterapeuta che non ha nessuno strumento se non la chiacchiera?
Quindi, io mi sento tutelata se so che un professionista è iscritto al proprio Ordine professionale.
Quindi, anche da questo punto di vista l'Ordine tutela il paziente.
Non tutela l'iscritto.
L'iscritto ad un Ordine professionale ha precisi doveri.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica