Attacchi di panico e vergogna
Gentili dottori, soffro di stati di ansia e me ne vergogno tantissimo.
Quando mi vengono e mi trovo in compagnia di altra gente, soprattutto quando sono in vancanza, fuggo letteralmente.
Gli amici pensano che li snobbi ma non è così: ho solo vergogna nel dire di che si tratta e così invento scuse di ogni tipo, ma sono enormente stanco.
Sono un uomo di 46 anni che sta vivendo un periodo lavorativo e semtimentale estremamenbte difficile e non voglio che si sappia che soffro di queste cose...temo di essere giudicato negativamente o peggio ancora suscitare la compassione di chi mi sta intorno.
Io dal mio canto ne conosco tanti che soffrono di attacchi di panico e mi dispiace tanto per loro...ma io non posso permettermi di farmi vedere debole e non mi fido di nessuno.
So che è sbagliato.
Quando mi vengono e mi trovo in compagnia di altra gente, soprattutto quando sono in vancanza, fuggo letteralmente.
Gli amici pensano che li snobbi ma non è così: ho solo vergogna nel dire di che si tratta e così invento scuse di ogni tipo, ma sono enormente stanco.
Sono un uomo di 46 anni che sta vivendo un periodo lavorativo e semtimentale estremamenbte difficile e non voglio che si sappia che soffro di queste cose...temo di essere giudicato negativamente o peggio ancora suscitare la compassione di chi mi sta intorno.
Io dal mio canto ne conosco tanti che soffrono di attacchi di panico e mi dispiace tanto per loro...ma io non posso permettermi di farmi vedere debole e non mi fido di nessuno.
So che è sbagliato.
[#1]
Gentile utente,
Giusto un anno fa io stessa rispondevo ad un suo consulto assai simile: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/993604-vergogna-e-depressione.html .
Cosa è successo da allora?
In quale modo si è preso cura di sé?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Giusto un anno fa io stessa rispondevo ad un suo consulto assai simile: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/993604-vergogna-e-depressione.html .
Cosa è successo da allora?
In quale modo si è preso cura di sé?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
.. e dunque ha "aggiustato" i farmaci. E' già un primo passo.
Ma, come ha visto, i farmaci non sempre sono sufficienti; non modificano cioè gli schemi di pensiero che sostengono e mantengono l'ansia.
"Devo cominciare un percorso di psicoterapia ma non riesco a fare il primo passo."
Nessuno può sostituirsi a Lei nel "fare il primo passo"; e nemmeno nei passi successivi, quelli che una psicoterapia chiede al/la paziente.
Che dirle, più che stimolarla nuovamente?
Potrà aiutarla la lettura e l'ascolto di questa News?
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Ma, come ha visto, i farmaci non sempre sono sufficienti; non modificano cioè gli schemi di pensiero che sostengono e mantengono l'ansia.
"Devo cominciare un percorso di psicoterapia ma non riesco a fare il primo passo."
Nessuno può sostituirsi a Lei nel "fare il primo passo"; e nemmeno nei passi successivi, quelli che una psicoterapia chiede al/la paziente.
Che dirle, più che stimolarla nuovamente?
Potrà aiutarla la lettura e l'ascolto di questa News?
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Ex utente
Dottoressa ho letto con attenzione gli articoli che mi ha suggerito e a questo punto mi sorge una domanda: non sarebbe meglio smettere di agitarsi e rovinarsi ulteriormente la vita cercando una serenità che forse non raggiungerò mai e invece risparmiare forze mentali e fisiche accettando lo stato di cose e non forzarmi più nel fare cose che non riesco a fare più? Sarebbe meglio fare il morto e restare a galla quando non si hanno più le forze per nuotare e guadagnare una riva.
[#5]
Gentile utente,
Opzione legittima.
In effetti
- o si allena la muscolatura e la mente per risultare più resilienti di fronte al mare mosso,
- o ci si allena per riuscire a "fare il morto" riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra la forza di gravità e la spinta idrostatica.
Anche se può sembrare strano, pure per questa seconda opzione, pure per stare fermi, ci vuole allenamento: rimanere immobili ma rilassati di fronte alla vita che va avanti, di fronte ai compagni che affrontano le sfide della vita, di fronte a persone libere dall'ansia quando se stessi si vive una vita piena di ansia,
anche per riuscire a stare fermi dicevo, occorre una bella energia. E tuttavia essa è realmente un'opzione che la persona ha a disposizione.
Nel suo caso non ho preso in considerazione questa seconda opzione per due motivi:
- perché lei manifesta sofferenza e vergogna -anziché rilassatezza- di fronte al proprio stare fermo,
- perché lo scrivere qui rappresenta sempre e in ogni caso una richiesta di aiuto: quella di uscire dalla situazione in cui la persona si trova. Cioè, nel suo caso, l'essere fermo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Opzione legittima.
In effetti
- o si allena la muscolatura e la mente per risultare più resilienti di fronte al mare mosso,
- o ci si allena per riuscire a "fare il morto" riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra la forza di gravità e la spinta idrostatica.
Anche se può sembrare strano, pure per questa seconda opzione, pure per stare fermi, ci vuole allenamento: rimanere immobili ma rilassati di fronte alla vita che va avanti, di fronte ai compagni che affrontano le sfide della vita, di fronte a persone libere dall'ansia quando se stessi si vive una vita piena di ansia,
anche per riuscire a stare fermi dicevo, occorre una bella energia. E tuttavia essa è realmente un'opzione che la persona ha a disposizione.
Nel suo caso non ho preso in considerazione questa seconda opzione per due motivi:
- perché lei manifesta sofferenza e vergogna -anziché rilassatezza- di fronte al proprio stare fermo,
- perché lo scrivere qui rappresenta sempre e in ogni caso una richiesta di aiuto: quella di uscire dalla situazione in cui la persona si trova. Cioè, nel suo caso, l'essere fermo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#7]
Saluti cari a Lei.
Dott. Brunialti
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 451 visite dal 06/07/2024.
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