Trovare psicologo giusto

Ciao a tutti.

Per problemi di ansia ho deciso di intraprendere un percorso di terapia anni fa.
La prima psicologa però non mi ha convinto, ho cercato comunque di portare avanti il percorso per molti mesi, ma avevo l’impressione di non cavarne nulla: poche domande, molti silenzi, poca riflessione.
Era più un parlare mio e lei che ascoltava.
Ne ho poi cercata un’altra e mi sono trovata meglio, tuttavia sento che c’è poca riflessione.
Io vorrei qualcuno che mi faccia ragionare sulle cose, sul perché, invece spesso mi trovo in silenzio quando lei non risponde.
È più un ascoltare ma io cerco qualcosa di diverso.

Come posso orientarmi?
Che approccio devo cercare?

Non sto riuscendo a gestire la mia ansia perché quello che faccio in terapia posso farlo anche con un amico al momento.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
per prima cosa la invito a riconsiderare la sua affermazione: "quello che faccio in terapia posso farlo anche con un amico al momento".
Valuti bene se con gli amici può dettagliare i suoi sintomi, eseguire esercizi, analizzarne gli effetti cognitivi, emotivi, comportamentali e così via.
Sarebbe essenziale parlare di quello che ha riferito a noi con la sua curante. In tal modo chiarirebbe anche qualcosa che non capisco bene: in che senso, e da parte di chi, ha trovato con tutte e due le curanti "poca riflessione"?
Scrive: "vorrei qualcuno che mi faccia ragionare sulle cose", ma in che modo?
Lo psicologo suggerisce, ove opportuno, delle interpretazioni alternative della realtà, ma non dovrebbe fare una specie di botta-e-risposta con il paziente.
In genere l'ansia (ma la diagnosi è stata fatta?) viene opportunamente curata dalle terapie cognitivo-comportamentali, però non escludo che altre terapie possano raggiungere buoni risultati.
L'importante è aggiustare il tiro momento per momento con il curante, ossia dire ciò che ci si aspetta e considerare con attenzione la risposta.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta! Mi spiego meglio: con entrambe le professioniste i colloqui hanno tanti momenti di silenzio e le domande vanno dal regolare come ti senti oggi? al come ti senti riguardo x avvenimento? . Ecco, questo approccio non mi aiuta perché a me serve anche un indirizzamento, degli esercizi, una riflessione; invece, mi trovo a essere la sola a parlare, finendo per discutere come faccio con un’amica. Non sento di aver appreso nessun punto in più rispetto a prima dell’inizio del percorso: è un momento che uso per parlare, ma niente di più. Questo mi dispiace perché sento le esperienze di persone vicine a me e noto che l’approccio è molto più pratico e c’è molta discussione tra le due persone.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
ribadisco che occorre parlare col proprio curante anche e soprattutto di quello che non ci convince: in questa possibilità di dialogo aperto consiste la relazione sana che è alla base di ogni terapia.
Lei scrive: "a me serve anche un indirizzamento, degli esercizi, una riflessione"; inoltre: "sento le esperienze di persone vicine a me e noto che l’approccio è molto più pratico".
Le domande che le hanno rivolto le sue curanti sembrano mirate a farle esternare le sue emozioni, ma quale sia il metodo che hanno adottato non va "indovinato" da noi qui, bensì chiesto direttamente a loro.
Soltanto con un dialogo sincero lei potrà sapere, anche con l'aiuto della curante, se un altro approccio, o direttamente un altro terapeuta, siano per lei più confacenti.
Il metodo di saltare da uno psicologo all'altro senza chiarire mai nulla è sconsigliabile perché inconcludente.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com