Astinenza sessuale, conseguenze psico-fisiche
Salve a tutti dottori.
Gentilmente vorrei sapere che conseguenze ci sono, a livello psico-fisico, per chi pratica l'astinenza sessuale.
Vi spiego meglio, per motivi religiosi sto cercando di non praticare l'autoerotismo (o quantomeno ci sto provando), prima era una cosa che facevo ogni 2-3 giorni, ora sono arrivato a resistere fino a un massimo di 1 mese.
Prima facevo uso anche di "quel genere di materiale" e ora non ne sto guardando più da inizio anno.
Sto cercando duramente di contenermi in entrambi, sia dal visionare che dall'autoerotismo.
Del primo ho desiderio di rivederne ma sto resistendo, per il secondo invece dopo un po' cedo.
Per cortesia, sapreste dirmi se fare questo a lungo andare può creare qualche sorta di "danno"?
Vi ringrazio in anticipo, cordiali saluti.
Gentilmente vorrei sapere che conseguenze ci sono, a livello psico-fisico, per chi pratica l'astinenza sessuale.
Vi spiego meglio, per motivi religiosi sto cercando di non praticare l'autoerotismo (o quantomeno ci sto provando), prima era una cosa che facevo ogni 2-3 giorni, ora sono arrivato a resistere fino a un massimo di 1 mese.
Prima facevo uso anche di "quel genere di materiale" e ora non ne sto guardando più da inizio anno.
Sto cercando duramente di contenermi in entrambi, sia dal visionare che dall'autoerotismo.
Del primo ho desiderio di rivederne ma sto resistendo, per il secondo invece dopo un po' cedo.
Per cortesia, sapreste dirmi se fare questo a lungo andare può creare qualche sorta di "danno"?
Vi ringrazio in anticipo, cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
lo scorso anno l’urologo aveva risposto, dal punto di vista medico, ad un suo dubbio analogo:
https://www.medicitalia.it/consulti/urologia/1009999-per-un-uomo-e-possibile-vivere-in-salute-se-non-si-masturba.html
Questa volta approfondiamo maggiormente l’aspetto psicologico.
Lo sforzo di controllare la masturbazione e il porno rappresenta una frustrazione.
Frustrazione secondo Freud riguarda la situazione psicologica che una persona vive quando non può -o non deve- appagare un bisogno o un desiderio. La frustrazione produce sentimenti i più vari.
Servono le frustrazioni? ci si potrebbe chiedere.
Le frustrazioni possono far crescere quando:
- sono proporzionate all'età,
- sono adeguate al modo di essere del soggetto,
- ma soprattutto quando rispondono ad un'esigenza profonda del soggetto stesso, il quale dunque è auto-motivato a sopportarle.
Addirittura a prescriversele.
Perché?
I motivi sono vari:
-per aderire ad un ideale,
-per sentirsi a posto con se stesso,
-per adeguarsi ai precetti di una religione liberamente scelta,
-ed altri.
Di danni psicologici non si può parlare a fronte della libera scelta della persona.
Dal punto di vista organico poi, in mancanza di eiaculazioni volontarie il corpo sopperisce con le polluzioni spontanee.
P.S.
Il termine "astinenza" già di per sè è connotato negativamente come dolorosa "privazione"; ad es. nel caso del digiuno rituale.
"Astensione" è un termine che registra unicamente il dato di fatto.
Questa precisazione può sembrare un cavillo linguistico, ma non lo è;
il modo di etichettare le esperienze dà loro una sfumatura di colore molto specifica.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
lo scorso anno l’urologo aveva risposto, dal punto di vista medico, ad un suo dubbio analogo:
https://www.medicitalia.it/consulti/urologia/1009999-per-un-uomo-e-possibile-vivere-in-salute-se-non-si-masturba.html
Questa volta approfondiamo maggiormente l’aspetto psicologico.
Lo sforzo di controllare la masturbazione e il porno rappresenta una frustrazione.
Frustrazione secondo Freud riguarda la situazione psicologica che una persona vive quando non può -o non deve- appagare un bisogno o un desiderio. La frustrazione produce sentimenti i più vari.
Servono le frustrazioni? ci si potrebbe chiedere.
Le frustrazioni possono far crescere quando:
- sono proporzionate all'età,
- sono adeguate al modo di essere del soggetto,
- ma soprattutto quando rispondono ad un'esigenza profonda del soggetto stesso, il quale dunque è auto-motivato a sopportarle.
Addirittura a prescriversele.
Perché?
I motivi sono vari:
-per aderire ad un ideale,
-per sentirsi a posto con se stesso,
-per adeguarsi ai precetti di una religione liberamente scelta,
-ed altri.
Di danni psicologici non si può parlare a fronte della libera scelta della persona.
Dal punto di vista organico poi, in mancanza di eiaculazioni volontarie il corpo sopperisce con le polluzioni spontanee.
P.S.
Il termine "astinenza" già di per sè è connotato negativamente come dolorosa "privazione"; ad es. nel caso del digiuno rituale.
"Astensione" è un termine che registra unicamente il dato di fatto.
Questa precisazione può sembrare un cavillo linguistico, ma non lo è;
il modo di etichettare le esperienze dà loro una sfumatura di colore molto specifica.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Aggiungerei una riflessione partendo dalla Sua frase:
"..Sto cercando duramente di contenermi in entrambi. [autoerotismo e qual genere di materiali]" per motivi religiosi.
Quel "duramente" fa pensare.
Tenga conto che buona parte delle religioni, forse anche la Sua, prevede delle forme di perdono ritualizzato, ove succedesse di trasgredire quelle regole sia pure liberamente assunte:
le religioni conoscono gli umani e ne prevedono l'imperfezione.
In ambito psicologico, provi a vedere se la dimensione della "self-compassion" può aiutarLa ad evitare di diventare il proprio carceriere.
Se può aiutarLa cioè a sviluppare verso di sè quegli atteggiamenti di cura, gentilezza, comprensione, che portano -attraverso il dialogo interiore- ad essere un vero sostegno per se stessi (nella misura in cui, forse, lo siamo per gli altri).
E al contempo -forse- senza mettersi in contrapposizione con i suoi motivi religiosi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"..Sto cercando duramente di contenermi in entrambi. [autoerotismo e qual genere di materiali]" per motivi religiosi.
Quel "duramente" fa pensare.
Tenga conto che buona parte delle religioni, forse anche la Sua, prevede delle forme di perdono ritualizzato, ove succedesse di trasgredire quelle regole sia pure liberamente assunte:
le religioni conoscono gli umani e ne prevedono l'imperfezione.
In ambito psicologico, provi a vedere se la dimensione della "self-compassion" può aiutarLa ad evitare di diventare il proprio carceriere.
Se può aiutarLa cioè a sviluppare verso di sè quegli atteggiamenti di cura, gentilezza, comprensione, che portano -attraverso il dialogo interiore- ad essere un vero sostegno per se stessi (nella misura in cui, forse, lo siamo per gli altri).
E al contempo -forse- senza mettersi in contrapposizione con i suoi motivi religiosi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
La ringrazio nuovamente dottoressa.
Seguo la religione cattolica e per l'appunto ciò che comprendo poco della sua dottrina riguarda la sfera della sessualità, che viene ritenuta corretta solo se svolta all'interno di una coppia sposata (tutto ciò che esula da ciò viene visto come peccato grave).
Dal mio personale punto di vista il vivere la sessualità in armonia, sia da soli che in coppia, se le parti sono consapevoli e d'accordo, non può essere qualcosa di propriamente malvagio o negativo (finchè questo genere di cose non diventa un'ossessione o un impedimento per la vita quotidiana). Sinceramente credo che questa parte della dottrina religosa sia stata influenzata in gran parte dalla cultura di quel periodo storico.
Però mettendo quello che io penso a confronto con alcuni dogmi della chiesa teoricamente sarei in errore. Diciamo che in questo caso ho una sorta di piccola battaglia interiore.
Comunque riassumendo, lei mi consiglia di cercare un equilibrio tra la fede e la sessualità, giusto? Anche perché immagino che sforzandosi di fare qualcosa, anche se mosso da un ideale, possano sorgere stati emotivi negativi.
Seguo la religione cattolica e per l'appunto ciò che comprendo poco della sua dottrina riguarda la sfera della sessualità, che viene ritenuta corretta solo se svolta all'interno di una coppia sposata (tutto ciò che esula da ciò viene visto come peccato grave).
Dal mio personale punto di vista il vivere la sessualità in armonia, sia da soli che in coppia, se le parti sono consapevoli e d'accordo, non può essere qualcosa di propriamente malvagio o negativo (finchè questo genere di cose non diventa un'ossessione o un impedimento per la vita quotidiana). Sinceramente credo che questa parte della dottrina religosa sia stata influenzata in gran parte dalla cultura di quel periodo storico.
Però mettendo quello che io penso a confronto con alcuni dogmi della chiesa teoricamente sarei in errore. Diciamo che in questo caso ho una sorta di piccola battaglia interiore.
Comunque riassumendo, lei mi consiglia di cercare un equilibrio tra la fede e la sessualità, giusto? Anche perché immagino che sforzandosi di fare qualcosa, anche se mosso da un ideale, possano sorgere stati emotivi negativi.
[#5]
Gentile utente,
riassumendo, il motivo dell'astensione da masturbazione porno è religioso.
E dunque è questo il punto che ci occorre approfondire meglio.
Nella mia attività di sessuologa clinica, sono chiamata frequentemente a confrontarmi con persone che chiedono il mio aiuto psicologico,
ma che, al contempo, dichiarandosi cattoliche praticanti, SI pongono (e/o MI pongono) delle limitazioni sulle possibili soluzioni "tecniche" che potrei proporre.
Pensi, ad es., alle importanti limitazioni religiose che mi portano alcun* pazienti, riguardanti:
- l'utilizzo della pillola contraccettiva in persone/coppie praticanti che stanno perdendo il desiderio reciproco per il timore di gravidanze indesiderate; e che al contempo hanno il divieto religioso verso i contraccettivi,
- il limite tra petting spinto e rapporto sessuale penetrativo vaginale per coppie di .. lungo corso, ma non ancora con l'anello della chiesa al dito. Sessualità penetrativa vietata, che induce il rischio, dal punto di vista tecnico, di indebolire la loro complicità di coppia,
- il ricorso alla masturbazione da parte di persone consacrate, allo scopo di evitare vie d'uscita più impegnative (prostituzione, ecc.),
- l'utilizzo della inseminazione eterologa (con ovulo o seme esterno alla coppia) in chi può avere figli unicamente in questo modo.
Io sono l'Esperta in psicologia e in psicosessuologia. Da Codice Deontologico degli Psicologi - ho l'obbligo di " rispettare opinioni e credenze e di astenermi dall’imporre il proprio sistema di valori" (Art. 4).
Ma c'è l'altro Esperto, ugualmente importante per le persone credenti: quello dell'aspetto religioso. E' il Ministro di culto delle varie religioni.
Motivo per il quale invito le persone che praticano una certa religione ad interpellarlo, allo scopo di capire bene quale sia "l'ambito di manovra possibile" tra le esigenze della vita psico-relazionale-sessuale e quelle della religione/fede.
Da esperienza clinica Le posso dire che, nella gran parte dei casi, la sintesi tra psicologico e religioso ricade sulla responsabilità della persona stessa.
Ho voluto approfondire qualche elemento di questa complessa e interessante tematica per farLe capire che le problematiche che Lei si pone non sono superficiali e neppure semplici.
Pensi che tutto ciò è oggetto di una intera branca di studio: la "Psicologia della Religione".
Credo che dal punto di vista psico-sessuale Lei abbia ora materiale su cui riflettere.
Potrebbe aiutarLa ulteriormente il dialogo schietto con un Ministro di culto illuminato.
Vorrei però concludere riproponendo la semplice indicazione -condivisibile- che Le fornì un anno fa l'urologo che, pur non essendo Psy, le suggeriva quanto segue:
".. concentrare troppo le proprie attenzioni su questi pensieri non è mai una buona cosa dal punto di vista psicologico."
Saluti cari.
Dott. Brunialti
riassumendo, il motivo dell'astensione da masturbazione porno è religioso.
E dunque è questo il punto che ci occorre approfondire meglio.
Nella mia attività di sessuologa clinica, sono chiamata frequentemente a confrontarmi con persone che chiedono il mio aiuto psicologico,
ma che, al contempo, dichiarandosi cattoliche praticanti, SI pongono (e/o MI pongono) delle limitazioni sulle possibili soluzioni "tecniche" che potrei proporre.
Pensi, ad es., alle importanti limitazioni religiose che mi portano alcun* pazienti, riguardanti:
- l'utilizzo della pillola contraccettiva in persone/coppie praticanti che stanno perdendo il desiderio reciproco per il timore di gravidanze indesiderate; e che al contempo hanno il divieto religioso verso i contraccettivi,
- il limite tra petting spinto e rapporto sessuale penetrativo vaginale per coppie di .. lungo corso, ma non ancora con l'anello della chiesa al dito. Sessualità penetrativa vietata, che induce il rischio, dal punto di vista tecnico, di indebolire la loro complicità di coppia,
- il ricorso alla masturbazione da parte di persone consacrate, allo scopo di evitare vie d'uscita più impegnative (prostituzione, ecc.),
- l'utilizzo della inseminazione eterologa (con ovulo o seme esterno alla coppia) in chi può avere figli unicamente in questo modo.
Io sono l'Esperta in psicologia e in psicosessuologia. Da Codice Deontologico degli Psicologi - ho l'obbligo di " rispettare opinioni e credenze e di astenermi dall’imporre il proprio sistema di valori" (Art. 4).
Ma c'è l'altro Esperto, ugualmente importante per le persone credenti: quello dell'aspetto religioso. E' il Ministro di culto delle varie religioni.
Motivo per il quale invito le persone che praticano una certa religione ad interpellarlo, allo scopo di capire bene quale sia "l'ambito di manovra possibile" tra le esigenze della vita psico-relazionale-sessuale e quelle della religione/fede.
Da esperienza clinica Le posso dire che, nella gran parte dei casi, la sintesi tra psicologico e religioso ricade sulla responsabilità della persona stessa.
Ho voluto approfondire qualche elemento di questa complessa e interessante tematica per farLe capire che le problematiche che Lei si pone non sono superficiali e neppure semplici.
Pensi che tutto ciò è oggetto di una intera branca di studio: la "Psicologia della Religione".
Credo che dal punto di vista psico-sessuale Lei abbia ora materiale su cui riflettere.
Potrebbe aiutarLa ulteriormente il dialogo schietto con un Ministro di culto illuminato.
Vorrei però concludere riproponendo la semplice indicazione -condivisibile- che Le fornì un anno fa l'urologo che, pur non essendo Psy, le suggeriva quanto segue:
".. concentrare troppo le proprie attenzioni su questi pensieri non è mai una buona cosa dal punto di vista psicologico."
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#7]
Grazie, ricambio.
Dott. Brunialti
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 29/06/2024.
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