Lui è confuso, cosa devo fare?
Salve a tutti.
Ho 28 anni ed ho una storia con un uomo di 40.
Lui ha due figli nati dalla precedente relazione ormai finita da due anni e mezzo.
Da ottobre 2022 ad aprile 2023 è stata una storia altalenante.
Poi, dopo qualche mese è tornato ma non ci siamo mai visti in modo "carnale".
A settembre 2023 lui si riavvicina e ad ottobre 2023 iniziamo una relazione stabile.
Innamoratissimo, presente, costante, affettuoso, ha sempre condiviso qualsiasi cosa con me e abbiamo fatto molti progetti sul futuro.
Purtroppo però, ha sempre avuto un senso di dovere verso la madre dei suoi figli, nonostante lei non lo consideri proprio ma lo utilizza soltanto per scopi economici.
Da marzo 2024 lui sta avendo anche problemi lavorativi, e da una settimana circa, dopo essere tornato dalla vacanza assieme ad i figli e aver avuto con me momenti difficili poiché io sono stata male per questa situazione "di troppo senso del dovere" (spesso anche non dovuto, lui ha assistito a mie crisi di pianto e panico, mi dice di essere confuso, che deve riflettere su sé stesso e preferisce non vedermi e non sentirmi.
Allo stesso tempo ha ammesso che lui con me, quando stiamo vicini, sta benissimo.
Cosa devo fare?
Ho paura di sbagliare.
Ho 28 anni ed ho una storia con un uomo di 40.
Lui ha due figli nati dalla precedente relazione ormai finita da due anni e mezzo.
Da ottobre 2022 ad aprile 2023 è stata una storia altalenante.
Poi, dopo qualche mese è tornato ma non ci siamo mai visti in modo "carnale".
A settembre 2023 lui si riavvicina e ad ottobre 2023 iniziamo una relazione stabile.
Innamoratissimo, presente, costante, affettuoso, ha sempre condiviso qualsiasi cosa con me e abbiamo fatto molti progetti sul futuro.
Purtroppo però, ha sempre avuto un senso di dovere verso la madre dei suoi figli, nonostante lei non lo consideri proprio ma lo utilizza soltanto per scopi economici.
Da marzo 2024 lui sta avendo anche problemi lavorativi, e da una settimana circa, dopo essere tornato dalla vacanza assieme ad i figli e aver avuto con me momenti difficili poiché io sono stata male per questa situazione "di troppo senso del dovere" (spesso anche non dovuto, lui ha assistito a mie crisi di pianto e panico, mi dice di essere confuso, che deve riflettere su sé stesso e preferisce non vedermi e non sentirmi.
Allo stesso tempo ha ammesso che lui con me, quando stiamo vicini, sta benissimo.
Cosa devo fare?
Ho paura di sbagliare.
[#1]
Gentile utente,
la relazione con qualcuno che ha già avuto un legame stabile e dei figli richiede consapevolezza, prima di tutto: non si tratta di una persona senza esperienze e senza responsabilità, bensì di qualcuno che ha già altre persone al centro dei suoi interessi, affetti, attenzioni.
Se così non fosse, il suo partner sarebbe un immaturo o un irresponsabile.
La ex compagna, in quanto madre dei figli, avrà sempre una posizione privilegiata per riguardo dei figli e del loro benessere.
I figli poi hanno diritto ad uno spazio nella casa, nel tempo, nella vita del padre, in particolar modo se minorenni.
Nella sua domanda lei non ci fa capire in cosa consisterebbe l'eccesso di senso del dovere.
Ci riferisce invece che lui ha assistito a sue crisi di pianto e di panico, e che giustamente ha scelto, in queste circostanze, di non vederla.
Come può pensare che una persona che ha già visto fallire un legame importante, e che cerca di tenere in vita e di coltivare il legame coi figli, stia cercando un'altra situazione che si presenta ancora più problematica?
Ci faccia capire meglio.
la relazione con qualcuno che ha già avuto un legame stabile e dei figli richiede consapevolezza, prima di tutto: non si tratta di una persona senza esperienze e senza responsabilità, bensì di qualcuno che ha già altre persone al centro dei suoi interessi, affetti, attenzioni.
Se così non fosse, il suo partner sarebbe un immaturo o un irresponsabile.
La ex compagna, in quanto madre dei figli, avrà sempre una posizione privilegiata per riguardo dei figli e del loro benessere.
I figli poi hanno diritto ad uno spazio nella casa, nel tempo, nella vita del padre, in particolar modo se minorenni.
Nella sua domanda lei non ci fa capire in cosa consisterebbe l'eccesso di senso del dovere.
Ci riferisce invece che lui ha assistito a sue crisi di pianto e di panico, e che giustamente ha scelto, in queste circostanze, di non vederla.
Come può pensare che una persona che ha già visto fallire un legame importante, e che cerca di tenere in vita e di coltivare il legame coi figli, stia cercando un'altra situazione che si presenta ancora più problematica?
Ci faccia capire meglio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Eccessivo senso del dovere inteso che non c’è il rispetto di fissare un weekend ciascuno, si dà per scontato che il mio compagno ci sia sempre per accompagnare o riprendere i bambini e lui in quelle circostanze annuisce ed esegue. Dopo varie vicissitudini io avevo richiesto di avere una serata tutta per noi sabato, poiché era appena tornato da una vacanza di 8 giorni con i bambini, lui aveva promesso che sarebbe stata così, che in quel caso lei si sarebbe occupata dei bambini. In realtà mentre eravamo insieme lei ha chiamato dicendogli che assolutamente doveva andare a prendere il bambino e non avrebbe voluto spiegazioni. Ed io dopo mesi sono esplosa, seppur sono sempre stata una persona dolce, amorevole e comprensiva.
[#3]
Gentile utente,
sembra che lei non abbia letto la mia risposta o non ne abbia capito il senso.
Un padre, a maggior ragione dopo un divorzio, sta con i suoi figli perché lo desidera, tanto più se la mamma di questi bambini gli chiede di farlo per qualche particolare necessità.
Normalmente si aprono liti giudiziarie non per scaricare la reciproca responsabilità ma per acquisire il diritto di vedere i figli più spesso.
I week end alternati sono una specie di punizione per il genitore "colpevole", mentre se i due genitori si sono separati in buon accordo è ovvio che l'affidamento sia congiunto.
Per lei è una novità questa?
Quando ha deciso di intraprendere una relazione con un uomo tanto più grande di lei e già padre, pensava di trovarsi come con un single?
Talvolta da queste pagine abbiamo difeso i diritti della seconda partner, quando per esempio un uomo separato da dodici anni continuava a festeggiare il Natale, la Pasqua e i compleanni familiari esclusivamente in compagnia della ex moglie, escludendo la seconda "per non ferire i figli", ormai trentenni.
Nel suo caso la separazione data da nemmeno tre anni, e lei è subentrata troppo presto per non essere ritenuta una causa del perdurare della separazione stessa.
È anche subentrata troppo presto per poter essere un pungolo fastidioso nella vita di un uomo che al momento ha già tanti dolorosi problemi.
Se lo ama davvero gli starà vicina rendendogli la vita facile, non complicandogliela, e anche accettando che la vostra relazione potrebbe terminare.
Il suo uomo non ha avuto nemmeno il tempo di elaborare il lutto della relazione fallita e di valutare cosa non andasse in quella relazione.
Non pensa che sarebbe inopportuno fargli intravedere subito un altro fallimento?
Non le hanno mai detto che molti uomini ritornano di corsa con la moglie, dopo aver sperimentato che la seconda partner è ancora meno tollerante, senza averne nemmeno il diritto?
Lei ci ha chiesto se sta sbagliando. Valuti questa risposta e si regoli di conseguenza.
sembra che lei non abbia letto la mia risposta o non ne abbia capito il senso.
Un padre, a maggior ragione dopo un divorzio, sta con i suoi figli perché lo desidera, tanto più se la mamma di questi bambini gli chiede di farlo per qualche particolare necessità.
Normalmente si aprono liti giudiziarie non per scaricare la reciproca responsabilità ma per acquisire il diritto di vedere i figli più spesso.
I week end alternati sono una specie di punizione per il genitore "colpevole", mentre se i due genitori si sono separati in buon accordo è ovvio che l'affidamento sia congiunto.
Per lei è una novità questa?
Quando ha deciso di intraprendere una relazione con un uomo tanto più grande di lei e già padre, pensava di trovarsi come con un single?
Talvolta da queste pagine abbiamo difeso i diritti della seconda partner, quando per esempio un uomo separato da dodici anni continuava a festeggiare il Natale, la Pasqua e i compleanni familiari esclusivamente in compagnia della ex moglie, escludendo la seconda "per non ferire i figli", ormai trentenni.
Nel suo caso la separazione data da nemmeno tre anni, e lei è subentrata troppo presto per non essere ritenuta una causa del perdurare della separazione stessa.
È anche subentrata troppo presto per poter essere un pungolo fastidioso nella vita di un uomo che al momento ha già tanti dolorosi problemi.
Se lo ama davvero gli starà vicina rendendogli la vita facile, non complicandogliela, e anche accettando che la vostra relazione potrebbe terminare.
Il suo uomo non ha avuto nemmeno il tempo di elaborare il lutto della relazione fallita e di valutare cosa non andasse in quella relazione.
Non pensa che sarebbe inopportuno fargli intravedere subito un altro fallimento?
Non le hanno mai detto che molti uomini ritornano di corsa con la moglie, dopo aver sperimentato che la seconda partner è ancora meno tollerante, senza averne nemmeno il diritto?
Lei ci ha chiesto se sta sbagliando. Valuti questa risposta e si regoli di conseguenza.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#4]
Ex utente
Dott.ssa no, forse mi sono spiegata male, lui ha ammesso di avere troppo senso del dovere , di fare tantissimo ma di non sentirsi mai abbastanza. E ha chiesto di riflettere su se stesso perché vuole capire il perché si sente così. Non vuole vedermi soffrire perché accetto cose che neanche lui dovrebbe accettare. Questo era il senso.
Non ho mai presentato segnali di squilibrio, l’ho sempre appoggiato, a volte l’ho anche spronato a fare qualcosa in più perché i bambini ne avevano bisogno.
Solo che lui si sente sottomesso alle continue richieste, spesso inutili, di questa donna.
Non ho mai presentato segnali di squilibrio, l’ho sempre appoggiato, a volte l’ho anche spronato a fare qualcosa in più perché i bambini ne avevano bisogno.
Solo che lui si sente sottomesso alle continue richieste, spesso inutili, di questa donna.
[#5]
Gentile utente,
lei si è spiegata benissimo, per quanto possibile online.
Ci ha descritto una situazione a noi nota: un uomo ferito da un matrimonio fallito e preoccupato per i figli, per il nuovo tormentoso rapporto che si instaura con quella che doveva essere una compagna di vita ed è diventata un'antagonista, per i soldi che non bastano più etc., cerca come un'oasi -o come una droga- una nuova relazione d'amore, e quando la trova gli sembra di vivere in un sogno, e come tale vuole condurre questa relazione: un sogno non inquinato da nessuno degli elementi realistici che hanno connotato la relazione precedente.
La sua visione della realtà in questo momento della sua vita è alterata.
Lei lo ha definito: "Innamoratissimo, presente, costante, affettuoso, ha sempre condiviso qualsiasi cosa con me e abbiamo fatto molti progetti sul futuro".
Probabilmente a venticinque, a trent'anni, lui è stato più cauto nello scegliere, nell'impegnarsi, nel fare dichiarazioni d'amore: ma adesso, come tutte le persone ferite, cerca il balsamo di un amore immaginario senza guardare davvero alla sua concretezza e al futuro.
Ha provato a chiedergli se desidera avere figli con lei? Sa quante persone -donne e uomini- hanno avuto la brutta sorpresa di sentirsi dire, talvolta dopo il matrimonio. "Ma io i figli li ho già, non ne desidero altri"?
Oppure, come una nostra utente, hanno avuto l'imprudenza di rimanere incinte e si sono viste imporre dall'uomo "innamorato" di abortire, e al loro rifiuto lo hanno visto tornare dalla moglie, maledicendole?
Quello che continuo a dirle è che c'è una relazione alterata con chi ha alle spalle un legame concluso troppo di recente, specie se con figli piccoli e senza l'opportuna "elaborazione del lutto".
In questa situazione, come nei rapporti adulterini, il corteggiamento è più intenso, il dialogo smagliante, il sesso appassionato... e le parole sono false, nel caso dell'adulterio per ingannare la partner, nel caso della relazione post-separazione per ingannare anche sé stesso.
Lei per esempio scrive della ex moglie in questi termini: "nonostante lei non lo consideri proprio ma lo utilizza soltanto per scopi economici"; "non c’è il rispetto di fissare un weekend ciascuno, si dà per scontato che il mio compagno ci sia sempre per accompagnare o riprendere i bambini e lui in quelle circostanze annuisce ed esegue"; "lei ha chiamato dicendogli che assolutamente doveva andare a prendere il bambino e non avrebbe voluto spiegazioni"; infine: "lui si sente sottomesso alle continue richieste, spesso inutili, di questa donna".
"Questa donna". Noi psicologi sentiamo spesso parlare della ex moglie così. Nelle sue parole, questa donna che pure avrà amato e sarà stata amata dal padre dei suoi figli si trasforma in un'arpia. E regolarmente la nuova partner accetta questa visione senza chiedersi perché mai il suo uomo l'abbia sposata e se non sia lui il responsabile dell'usura dei sentimenti di lei. No, lui è sempre un mite agnello perseguitato, e lei una sadica.
Altrettanto regolarmente, la nuova partner si presenta a lui come lei si descrive: "sono sempre stata una persona dolce, amorevole e comprensiva".
Una finzione anche questa. Inconsciamente lei si è posta come alternativa, come "cura" di quest'uomo ferito, cosa sbagliatissima per un partner, e siccome lui non è guarito in fretta, anzi com'è naturale si vanno approfondendo i disagi legati alla separazione, infine è esplosa, rivendicando i suoi diritti di partner e determinando ovviamente la fuga di lui.
Nella sua ultima lei scrive, come se fosse la sua curante: "lui ha ammesso di avere troppo senso del dovere , di fare tantissimo ma di non sentirsi mai abbastanza. E ha chiesto di riflettere su se stesso perché vuole capire il perché si sente così. Non vuole vedermi soffrire perché accetto cose che neanche lui dovrebbe accettare".
Bene, e perché lui non va da uno specialista a chiedere questo? Perché ha eluso quel passaggio fondamentale che è la terapia di coppia, quando si è separato? Perché, infine, se il problema è solo di lui, invece è lei a scriverci?
E veniamo al punto fondamentale: cosa induce una giovane donna libera a mettersi in una complessa trappola che le può portare una vita limitata e molto dolore?
Noi psicologi abbiamo molte risposte al riguardo, alcune forse adatte al suo caso, altre no. Perché non cerca lei di capire sé stessa e non si reca da un* specialista?
Infiniti auguri.
lei si è spiegata benissimo, per quanto possibile online.
Ci ha descritto una situazione a noi nota: un uomo ferito da un matrimonio fallito e preoccupato per i figli, per il nuovo tormentoso rapporto che si instaura con quella che doveva essere una compagna di vita ed è diventata un'antagonista, per i soldi che non bastano più etc., cerca come un'oasi -o come una droga- una nuova relazione d'amore, e quando la trova gli sembra di vivere in un sogno, e come tale vuole condurre questa relazione: un sogno non inquinato da nessuno degli elementi realistici che hanno connotato la relazione precedente.
La sua visione della realtà in questo momento della sua vita è alterata.
Lei lo ha definito: "Innamoratissimo, presente, costante, affettuoso, ha sempre condiviso qualsiasi cosa con me e abbiamo fatto molti progetti sul futuro".
Probabilmente a venticinque, a trent'anni, lui è stato più cauto nello scegliere, nell'impegnarsi, nel fare dichiarazioni d'amore: ma adesso, come tutte le persone ferite, cerca il balsamo di un amore immaginario senza guardare davvero alla sua concretezza e al futuro.
Ha provato a chiedergli se desidera avere figli con lei? Sa quante persone -donne e uomini- hanno avuto la brutta sorpresa di sentirsi dire, talvolta dopo il matrimonio. "Ma io i figli li ho già, non ne desidero altri"?
Oppure, come una nostra utente, hanno avuto l'imprudenza di rimanere incinte e si sono viste imporre dall'uomo "innamorato" di abortire, e al loro rifiuto lo hanno visto tornare dalla moglie, maledicendole?
Quello che continuo a dirle è che c'è una relazione alterata con chi ha alle spalle un legame concluso troppo di recente, specie se con figli piccoli e senza l'opportuna "elaborazione del lutto".
In questa situazione, come nei rapporti adulterini, il corteggiamento è più intenso, il dialogo smagliante, il sesso appassionato... e le parole sono false, nel caso dell'adulterio per ingannare la partner, nel caso della relazione post-separazione per ingannare anche sé stesso.
Lei per esempio scrive della ex moglie in questi termini: "nonostante lei non lo consideri proprio ma lo utilizza soltanto per scopi economici"; "non c’è il rispetto di fissare un weekend ciascuno, si dà per scontato che il mio compagno ci sia sempre per accompagnare o riprendere i bambini e lui in quelle circostanze annuisce ed esegue"; "lei ha chiamato dicendogli che assolutamente doveva andare a prendere il bambino e non avrebbe voluto spiegazioni"; infine: "lui si sente sottomesso alle continue richieste, spesso inutili, di questa donna".
"Questa donna". Noi psicologi sentiamo spesso parlare della ex moglie così. Nelle sue parole, questa donna che pure avrà amato e sarà stata amata dal padre dei suoi figli si trasforma in un'arpia. E regolarmente la nuova partner accetta questa visione senza chiedersi perché mai il suo uomo l'abbia sposata e se non sia lui il responsabile dell'usura dei sentimenti di lei. No, lui è sempre un mite agnello perseguitato, e lei una sadica.
Altrettanto regolarmente, la nuova partner si presenta a lui come lei si descrive: "sono sempre stata una persona dolce, amorevole e comprensiva".
Una finzione anche questa. Inconsciamente lei si è posta come alternativa, come "cura" di quest'uomo ferito, cosa sbagliatissima per un partner, e siccome lui non è guarito in fretta, anzi com'è naturale si vanno approfondendo i disagi legati alla separazione, infine è esplosa, rivendicando i suoi diritti di partner e determinando ovviamente la fuga di lui.
Nella sua ultima lei scrive, come se fosse la sua curante: "lui ha ammesso di avere troppo senso del dovere , di fare tantissimo ma di non sentirsi mai abbastanza. E ha chiesto di riflettere su se stesso perché vuole capire il perché si sente così. Non vuole vedermi soffrire perché accetto cose che neanche lui dovrebbe accettare".
Bene, e perché lui non va da uno specialista a chiedere questo? Perché ha eluso quel passaggio fondamentale che è la terapia di coppia, quando si è separato? Perché, infine, se il problema è solo di lui, invece è lei a scriverci?
E veniamo al punto fondamentale: cosa induce una giovane donna libera a mettersi in una complessa trappola che le può portare una vita limitata e molto dolore?
Noi psicologi abbiamo molte risposte al riguardo, alcune forse adatte al suo caso, altre no. Perché non cerca lei di capire sé stessa e non si reca da un* specialista?
Infiniti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 801 visite dal 28/06/2024.
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