Genitori contro la convivenza, che fare?
Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni.
La mia relazione (1 anno e 9 mesi) credo che ormai sia giunta al termine, sia per questioni che riguardano me e il mio ragazzo, ma anche perché i miei genitori non vogliono che andiamo a convivere.
Io e il mio ragazzo abbiamo vissuto fin da subito il primo anno della relazione insieme 24h su 24 (da settembre a metà luglio), e quando lui mi ha posto la domanda: "Vorresti convivere con me?
" Io ho risposto di sì.
Potrebbe sembrare avventato, ma io con lui ci stavo benissimo, avevo riscoperto lati di me che non conoscevo, tutto andava bene.
Successivamente ad agosto abbiamo deciso di ritornare nelle proprie città di origini e da qui sono fuoriusciti un sacco di problemi, perché ci vedevamo 2 volte al mese, e io non potevo dormire da lui perché i miei genitori non volevano.
Adesso sembra che siamo arrivati ad un punto di non ritorno, perché questa situazione è pesante, mi sento bloccata tra due fuochi, perché i miei genitori non vogliono che io conviva, mentre io si.
In sintesi posso dire che la mia relazione sta per terminare proprio per questo motivo, e mi sento tremendamente in colpa.
Mi sento una bambina, non una 25enne, ancora non mi sento pronta per matrimonio e figli (cosa che i miei genitori vorrebbero).
Vorrei vivere le mie relazioni in maniere leggera, se eventualmente dovessi lasciarmi avrei paura del futuro perché non mi sento libera di scegliere.
Avrei paura che il problema che c'è ora con il mio attuale ragazzo potrebbe influenzare qualsiasi altra relazione.
Guardo sempre le altre coppie in giro e mi viene sempre un nodo alla gola, perché mi chiedo come fanno a rendere così semplice il voler convivere?
Come fanno a fare dei viaggi con il partner senza chiedere il consenso ai genitori?
Io queste cose non posso farle.
Invidio molto chi ci riesce, perché io in me non vedo un futuro.
Per la mia famiglia convivere = vergogna.
Vergogna perché sono una ragazza, mentre un uomo può tranquillamente farlo.
Mi sento sporca, impotente quando spiego la situazione e inutile.
La mia relazione (1 anno e 9 mesi) credo che ormai sia giunta al termine, sia per questioni che riguardano me e il mio ragazzo, ma anche perché i miei genitori non vogliono che andiamo a convivere.
Io e il mio ragazzo abbiamo vissuto fin da subito il primo anno della relazione insieme 24h su 24 (da settembre a metà luglio), e quando lui mi ha posto la domanda: "Vorresti convivere con me?
" Io ho risposto di sì.
Potrebbe sembrare avventato, ma io con lui ci stavo benissimo, avevo riscoperto lati di me che non conoscevo, tutto andava bene.
Successivamente ad agosto abbiamo deciso di ritornare nelle proprie città di origini e da qui sono fuoriusciti un sacco di problemi, perché ci vedevamo 2 volte al mese, e io non potevo dormire da lui perché i miei genitori non volevano.
Adesso sembra che siamo arrivati ad un punto di non ritorno, perché questa situazione è pesante, mi sento bloccata tra due fuochi, perché i miei genitori non vogliono che io conviva, mentre io si.
In sintesi posso dire che la mia relazione sta per terminare proprio per questo motivo, e mi sento tremendamente in colpa.
Mi sento una bambina, non una 25enne, ancora non mi sento pronta per matrimonio e figli (cosa che i miei genitori vorrebbero).
Vorrei vivere le mie relazioni in maniere leggera, se eventualmente dovessi lasciarmi avrei paura del futuro perché non mi sento libera di scegliere.
Avrei paura che il problema che c'è ora con il mio attuale ragazzo potrebbe influenzare qualsiasi altra relazione.
Guardo sempre le altre coppie in giro e mi viene sempre un nodo alla gola, perché mi chiedo come fanno a rendere così semplice il voler convivere?
Come fanno a fare dei viaggi con il partner senza chiedere il consenso ai genitori?
Io queste cose non posso farle.
Invidio molto chi ci riesce, perché io in me non vedo un futuro.
Per la mia famiglia convivere = vergogna.
Vergogna perché sono una ragazza, mentre un uomo può tranquillamente farlo.
Mi sento sporca, impotente quando spiego la situazione e inutile.
[#1]
Gentile ragazza 25enne,
si chiede:
"come fanno [gli altri] a rendere così semplice il voler convivere?
Come fanno a fare dei viaggi con il partner senza chiedere il consenso ai genitori?"
Lei è una ragazza di 25 anni, e dunque (teoricamente) con capacità di discernimento e di decisione; è autonoma economicamente? Se la risposta alla domanda è SI',
ciò significherebbe che non esistono impedimenti di ordine pratico nè alla convivenza, nè ai viaggi.
In questo caso le difficoltà sono "dentro" di Lei.
Intendo dire che forse Lei non ha il coraggio di impostare una negoziazione con i Suoi genitori; e che non lo ha avuto nei mesi scorsi, tanto da condurre al capolinea la Vostra relazione:
".. Io queste cose [convivere, viaggi] non posso farle.
Invidio molto chi ci riesce, perché io in me non vedo un futuro."
Forse il Suo ragazzo non è deluso dalla mancanza delle due cose [convivere, viaggi], bensì dalla incapacità che Lei -ormai donna- manifesta nel farsi rispettare dai genitori.
Occorre però riconoscere che la Sua, oggi, è una età non semplice dal punto di vista delle relazioni con la famiglia d'origine:
. alcun* figli/e vorrebbero scappare a gambe levate,
. altri/e rimangono intrappolati.
E' una fase di vita complessa anche perchè si ha a che fare con svariate tipologie di genitori, ma anche con varie tipologie di figli.
Al proposito può leggere questa news: "La relazione complessa tra figli "giovani adulti" e genitori", https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Si ritroverà nei paragrafi:
- "I figli "giovani adulti" cosa possono fare?"
- "Il distanziamento emotivo verso l’autonomia"
- "Imprigionati a causa del mancato distanziamento".
Se ritiene ce ne dia un ragguaglio.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
si chiede:
"come fanno [gli altri] a rendere così semplice il voler convivere?
Come fanno a fare dei viaggi con il partner senza chiedere il consenso ai genitori?"
Lei è una ragazza di 25 anni, e dunque (teoricamente) con capacità di discernimento e di decisione; è autonoma economicamente? Se la risposta alla domanda è SI',
ciò significherebbe che non esistono impedimenti di ordine pratico nè alla convivenza, nè ai viaggi.
In questo caso le difficoltà sono "dentro" di Lei.
Intendo dire che forse Lei non ha il coraggio di impostare una negoziazione con i Suoi genitori; e che non lo ha avuto nei mesi scorsi, tanto da condurre al capolinea la Vostra relazione:
".. Io queste cose [convivere, viaggi] non posso farle.
Invidio molto chi ci riesce, perché io in me non vedo un futuro."
Forse il Suo ragazzo non è deluso dalla mancanza delle due cose [convivere, viaggi], bensì dalla incapacità che Lei -ormai donna- manifesta nel farsi rispettare dai genitori.
Occorre però riconoscere che la Sua, oggi, è una età non semplice dal punto di vista delle relazioni con la famiglia d'origine:
. alcun* figli/e vorrebbero scappare a gambe levate,
. altri/e rimangono intrappolati.
E' una fase di vita complessa anche perchè si ha a che fare con svariate tipologie di genitori, ma anche con varie tipologie di figli.
Al proposito può leggere questa news: "La relazione complessa tra figli "giovani adulti" e genitori", https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Si ritroverà nei paragrafi:
- "I figli "giovani adulti" cosa possono fare?"
- "Il distanziamento emotivo verso l’autonomia"
- "Imprigionati a causa del mancato distanziamento".
Se ritiene ce ne dia un ragguaglio.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 982 visite dal 28/06/2024.
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