Crisi di coppia, il buio all’improvviso nella mia vita
Gentili dottori, è molto difficile per me condividere questo momento di enorme difficoltà, che credo di non riuscire a gestire da sola.
Ho 35 anni e alle spalle un passato di profonda sofferenza, dovuto principalmente alla perdita di mio papà e alla separazione dal mio ex compagno, avvenute in concomitanza con il periodo covid.
Inutile dire che pensavo di non sopravvivere, invece dopo due anni di terapia, tanta fatica e forza di volontà, ho iniziato finalmente a stare bene da sola, nella mia vita.
Lo ricordo come un periodo davvero felice, di cambiamento e di equilibrio, in cui ho probabilmente iniziato ad amarmi e a bastarmi’.
E poi ho incontrato lui.
In realtà siamo stati amici per un po’, poi ci siamo innamorati.
È stata una storia di amore bella, bellissima, che mi ha fatto mettere tutto in discussione, convincendomi a lasciarmi dinuovo andare, intraprendere una nuova convivenza, nuovi progetti (casa nuova, famiglia, figli, cose a cui non avevo mai pensato prima).
Più o meno all’inizio della nostra relazione il mio lui ha perso la mamma, è stata una tragedia, che abbiamo vissuto insieme, io il suo lutto come fosse il mio (che c’ero già passata) ed è stata una specie di cemento per la nostra unione.
Come se io l’avessi salvato’, si è attaccato a me sempre di più.
E poi all’improvviso è andato in crisi, che poi si sa, non è mai all’improvviso.
Il giorno prima eravamo pronti a formalizzare la proposta per l’acquisto di un appartamento, il giorno dopo mi ha detto che non era più sicuro di niente, nemmeno dei suoi sentimenti.
Da quel giorno sono passati 3 mesi e le cose sono andate sempre peggio.
Lui mi chiede tempo ma senza darmi alcuna prospettiva o certezza, stiamo molto male entrambi (sicuramente io di più).
Vivo quotidianamente sentimenti negativi che mi risuonano in testa come tanti campanellini di allarme.
Rivedo in me la me di tanti anni fa, come se la mia vita fosse stata nuovamente ricoperta da quel senso di morte e di disperazione che ho conosciuto e che non pensavo di dover affrontare dinuovo.
Provo tanta rabbia nei confronti della vita, in generale, e nei confronti di me stessa, per aver permesso ancora una volta che mi succedesse.
Di stare così male, di essermi spenta, non riuscire a dormire, a lavorare, a coltivare relazioni positive.
E non riesco a sentire dentro di me qual’è la cosa giusta da fare (dargli tempo oppure sparire).
Mi sento ancora profondamente innamorata ma sto sempre peggio e a casa condividiamo ormai soltanto pianti e tristezza.
A lui ho proposto una terapia di coppia ma non sembra essere d’accordo.
Per quanto riguarda me, sto vivendo l’idea stessa di chiedere aiuto come un enorme fallimento, dopo tutto il percorso fatto fino a qui.
Come posso ritrovare un po’ di serenità e provare a gestire questo momento e tutti gli stati di ansia connessi?
Vi ringrazio tanto per l’attenzione
Ho 35 anni e alle spalle un passato di profonda sofferenza, dovuto principalmente alla perdita di mio papà e alla separazione dal mio ex compagno, avvenute in concomitanza con il periodo covid.
Inutile dire che pensavo di non sopravvivere, invece dopo due anni di terapia, tanta fatica e forza di volontà, ho iniziato finalmente a stare bene da sola, nella mia vita.
Lo ricordo come un periodo davvero felice, di cambiamento e di equilibrio, in cui ho probabilmente iniziato ad amarmi e a bastarmi’.
E poi ho incontrato lui.
In realtà siamo stati amici per un po’, poi ci siamo innamorati.
È stata una storia di amore bella, bellissima, che mi ha fatto mettere tutto in discussione, convincendomi a lasciarmi dinuovo andare, intraprendere una nuova convivenza, nuovi progetti (casa nuova, famiglia, figli, cose a cui non avevo mai pensato prima).
Più o meno all’inizio della nostra relazione il mio lui ha perso la mamma, è stata una tragedia, che abbiamo vissuto insieme, io il suo lutto come fosse il mio (che c’ero già passata) ed è stata una specie di cemento per la nostra unione.
Come se io l’avessi salvato’, si è attaccato a me sempre di più.
E poi all’improvviso è andato in crisi, che poi si sa, non è mai all’improvviso.
Il giorno prima eravamo pronti a formalizzare la proposta per l’acquisto di un appartamento, il giorno dopo mi ha detto che non era più sicuro di niente, nemmeno dei suoi sentimenti.
Da quel giorno sono passati 3 mesi e le cose sono andate sempre peggio.
Lui mi chiede tempo ma senza darmi alcuna prospettiva o certezza, stiamo molto male entrambi (sicuramente io di più).
Vivo quotidianamente sentimenti negativi che mi risuonano in testa come tanti campanellini di allarme.
Rivedo in me la me di tanti anni fa, come se la mia vita fosse stata nuovamente ricoperta da quel senso di morte e di disperazione che ho conosciuto e che non pensavo di dover affrontare dinuovo.
Provo tanta rabbia nei confronti della vita, in generale, e nei confronti di me stessa, per aver permesso ancora una volta che mi succedesse.
Di stare così male, di essermi spenta, non riuscire a dormire, a lavorare, a coltivare relazioni positive.
E non riesco a sentire dentro di me qual’è la cosa giusta da fare (dargli tempo oppure sparire).
Mi sento ancora profondamente innamorata ma sto sempre peggio e a casa condividiamo ormai soltanto pianti e tristezza.
A lui ho proposto una terapia di coppia ma non sembra essere d’accordo.
Per quanto riguarda me, sto vivendo l’idea stessa di chiedere aiuto come un enorme fallimento, dopo tutto il percorso fatto fino a qui.
Come posso ritrovare un po’ di serenità e provare a gestire questo momento e tutti gli stati di ansia connessi?
Vi ringrazio tanto per l’attenzione
[#1]
Gent.ma utente,
complimenti per aver trovato il coraggio di esternare le sue emozioni e condividerle con noi.
Ho letto il suo racconto. Procediamo per gradi:
Lei, nel suo passato, ha dovuto affrontare e accettare la perdita prima del papà e successivamente del suo ex compagno. Queste due separazioni, per la sua mente, rappresentano la rottura di un legame ed entrambe le situazioni le ha vissute come un lutto.
Grazie al percorso di terapia è riuscita ad accettare il lutto e grazie al suo impegno è riuscita a cambiare il suo punto di vista e iniziare un percorso verso nuovi obiettivi.
Probabilmente ora, sta vivendo un periodo simile a quello già vissuto e la sua mente è invasa da pensieri negativi dove la rabbia fa la sua parte. Ma cosa rappresenta la rabbia?
Se facciamo caso la rabbia è un'emozione primaria al pari della tristezza, della gioia, della paura e del disgusto. Le emozioni ci consentono di prendere decisioni e soprattutto di comunicare con l’altro: senza emozioni non potremmo comprendere gli altri né interfacciarci con loro.
Lei dice che "Provo tanta rabbia nei confronti della vita, in generale, e nei confronti di me stessa, per aver permesso ancora una volta che mi succedesse." - Lei non ha permesso proprio nulla di quanto pensa, ha solo vissuto una relazione che le ha regalato tantissime gioie.
Chiedere aiuto ad un* psicolog* non rappresenta un fallimento di quanto fatto di buono fino ad oggi. Anzi rappresenta un momento per guardarsi dentro e parlare con le proprie emozioni. Avere dei fallimenti alle spalle non significa dover necessariamente dover sempre fallire anche nel futuro. Il futuro potrebbe averle riservato cose belle. In fondo è giovanissima.
Mi tenga aggiornato
complimenti per aver trovato il coraggio di esternare le sue emozioni e condividerle con noi.
Ho letto il suo racconto. Procediamo per gradi:
Lei, nel suo passato, ha dovuto affrontare e accettare la perdita prima del papà e successivamente del suo ex compagno. Queste due separazioni, per la sua mente, rappresentano la rottura di un legame ed entrambe le situazioni le ha vissute come un lutto.
Grazie al percorso di terapia è riuscita ad accettare il lutto e grazie al suo impegno è riuscita a cambiare il suo punto di vista e iniziare un percorso verso nuovi obiettivi.
Probabilmente ora, sta vivendo un periodo simile a quello già vissuto e la sua mente è invasa da pensieri negativi dove la rabbia fa la sua parte. Ma cosa rappresenta la rabbia?
Se facciamo caso la rabbia è un'emozione primaria al pari della tristezza, della gioia, della paura e del disgusto. Le emozioni ci consentono di prendere decisioni e soprattutto di comunicare con l’altro: senza emozioni non potremmo comprendere gli altri né interfacciarci con loro.
Lei dice che "Provo tanta rabbia nei confronti della vita, in generale, e nei confronti di me stessa, per aver permesso ancora una volta che mi succedesse." - Lei non ha permesso proprio nulla di quanto pensa, ha solo vissuto una relazione che le ha regalato tantissime gioie.
Chiedere aiuto ad un* psicolog* non rappresenta un fallimento di quanto fatto di buono fino ad oggi. Anzi rappresenta un momento per guardarsi dentro e parlare con le proprie emozioni. Avere dei fallimenti alle spalle non significa dover necessariamente dover sempre fallire anche nel futuro. Il futuro potrebbe averle riservato cose belle. In fondo è giovanissima.
Mi tenga aggiornato
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
[#2]
Utente
La ringrazio tanto per la sua risposta. È vero, probabilmente la memoria di quello che ho vissuto condiziona ancora molto il mio presente, anche nelle scelte che non riesco a fare per paura di destabilizzarmi ancora una volta. È stato un equilibrio costruito con tanta tanta fatica..se mi guardo indietro vedo tutta la strada fatta fin qui e questo mi da coraggio, se guardo avanti però , purtroppo, non vedo più nulla..se non tanta angoscia e paura per il futuro. La terrò aggiornata
[#3]
Si ricordi che per vivere il futuro bisogna accettare il presente. Allontaniamo la mente dalle paure e dall' ansia per un futuro fatto di progetti lontani.
Abbiamo due possibilità per vivere serenamente il presente:
1 - lo accettiamo così com' è
2 - cerchiamo di cambiarlo. Tenendo presente che il cambiamento può essere inteso come una straordinaria occasione di espansione e miglioramento di quello che siamo. Accettarlo è il primo passo verso la vita che veramente desideriamo.
Il presente ha già le sue ansietà, figuriamoci il futuro.
Saluti
Abbiamo due possibilità per vivere serenamente il presente:
1 - lo accettiamo così com' è
2 - cerchiamo di cambiarlo. Tenendo presente che il cambiamento può essere inteso come una straordinaria occasione di espansione e miglioramento di quello che siamo. Accettarlo è il primo passo verso la vita che veramente desideriamo.
Il presente ha già le sue ansietà, figuriamoci il futuro.
Saluti
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 861 visite dal 27/06/2024.
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