Come affrontare un periodo post rottura con il partner particolarmente intenso?

Buon pomeriggio.
Ho 28 anni.
L'anno scorso, a fine marzo, ho conosciuto un ragazzo in chat.
Parlando, viene fuori un interesse reciproco; abitando in due regioni diverse, decidiamo di vederci per un fine settimana che sarebbe dovuto essere senza alcun impegno reciproco.
Solo che da quel fine settimana nasce qualcosa di totalmente inaspettato, una complicità e un'intesa mai provate prima, per cui iniziamo una frequentazione a distanza, una volta io da lui, una volta lui da me, sempre nel fine settimana.
L'intesa cresce fino a che, nel giro di un mese e mezzo, arriviamo a dirci "ti amo", e a parlare di progetti importanti.
Lui mi aveva parlato della sua infanzia e adolescenza molto difficili, con un padre violento e assente, che, per forza di cose, avevano finito per minare la sua fiducia e le sue relazioni personali, ma che con me si sentiva capito e sentiva di potersi aprire, solo che c'erano dei momenti in cui aveva dei pensieri in cui non riusciva a farmi entrare, anche se per lui la vicinanza di coppia era essenziale.
Passiamo un'estate bellissima, ma arriva settembre, e arrivano per lui anche alcuni problemi sul lavoro che lo fanno diventare insofferente e distante.
Io gli dimostro chiaramente il mio supporto, ma in certi momenti il suo isolamento era tutto.
Il lavoro lo porta poi ad essere molto impegnato, e per diverso tempo non riusciamo più a vederci con la stessa frequenza degli inizi, e lui è sempre più distante anche per telefono, finché decido di chiedergli se era solo per i suoi problemi personali, o se fosse anche per colpa mia.
Da lì inizia il crollo totale: mi dice che non si sente più capito, che le mie domande lo appesantiscono ancora di più, e che ha bisogno di una pausa per capire.
Solo che questa pausa dura 2 mesi, in cui si è sempre negato alle mie richieste anche solo di un confronto costruttivo.
È come se la persona degli inizi, innamorata e propositiva, non fosse mai esistita, per me è stata una doccia fredda, visto che io non mi ero mai innamorata prima.
Solo dopo 2 mesi ha accettato di vedermi, dicendomi che per lui la distanza fisica aveva creato anche quella emotiva, ma cosa avrei potuto fare, visto che non dipendeva da me, ma dal suo lavoro?
Purtroppo, però, quell'ultima volta in cui ci siamo visti, è stato comunque lui a cercare un contatto e abbiamo fatto l'amore, e ciò ha portato ad illudermi che volesse recuperare il nostro rapporto.
Ma dopo altre 2 settimane di silenzio, mi ha definitivamente lasciata per messaggio, ma solo perché io gli ho chiesto una chiusura, dicendo che ciò che la forte intesa dell'inizio per lui non c'era più.
Mi chiedo allora, perché cercare un contatto l'ultima volta, illudendomi e ferendomi ancora di più?
Perché tutte quelle promesse?
Perché questo modo così duro di chiudere?
E perché il ricercare la vicinanza nella coppia per poi rifuggirla?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 190
Gentile utente,
non possiamo capire tutto a distanza, ma sembra che la sua situazione rispecchi molte altre analoghe di cui può prendere visione qui su Medicitalia, ma anche parlando con gli amici.
Provo a raccontargliela, mi corregga dove non ho ben capito.
Un uomo e una donna navigano sui social alla ricerca di... cosa? Un'avventura? Una storia d'amore? Una relazione stabile? E' già significativo che usino questo strumento di conoscenza senz'altro meno realistico e veritiero di una conoscenza diretta, uno strumento che implica solitudine e tendenza all'illusione.
I due si piacciono per le cose che scrivono, poi, immagino, per l'aspetto e per la voce, se arrivano alla video-chat. Decidono quindi di vedersi, non per un caffè, ma per un intero fine settimana.
Si piacciono molto, forse soprattutto perché hanno rapporti sessuali, il che scatena l'ormone più piacevole che esista, l'ossitocina. Tra l'altro, l'esperienza sessuale ha valenza diversa per un uomo e per una donna, ma in genere oggi questa verità viene ignorata, e le vecchie frasi della nonna: "Ti cerca solo per uno scopo" non vengono più capite.
Il ragazzo per la verità cerca di dirle che ha avuto un'infanzia problematica con ripercussioni sul modo di gestire le relazioni, ma lei ritiene forse di poterlo "curare" col suo amore.
Dopo pochi mesi, finito il cielo azzurro dell'estate, si rientra nella realtà. Su lui la bella avventura non ha più la stessa presa. Forse ha bisogno di sempre nuovi stimoli, forse non ha previsto uno sviluppo "serio" della storia, forse soffre di depressione, forse è fidanzato o sposato.
Nelle relazioni via Internet tutto è possibile.
A questo punto, come fanno molte donne insicure, lei ci mette il carico da novanta: "finché decido di chiedergli se era solo per i suoi problemi personali, o se fosse anche per colpa mia".
In pratica, mentre lui è incerto, lei lo inchioda a dare risposte, a chiarire; e lo fa senza la leggerezza di chi ha vissuto in una bolla di sapone, pronta a vederla scoppiare senza farne un dramma.
Infatti lui dice "che non si sente più capito, che le mie domande lo appesantiscono ancora di più, e che ha bisogno di una pausa per capire".
La pausa dura due mesi, ma a quanto pare lei non se ne sta tranquilla in disparte, infatti scrive: "si è sempre negato alle mie richieste anche solo di un confronto costruttivo".
Che pausa sarebbe, allora?
Lei scrive: "È come se la persona degli inizi, innamorata e propositiva, non fosse mai esistita".
La prima fase di una relazione è piena di entusiasmo e anche di bugie più o meno consapevoli.
In ogni caso, l'innamoramento non si ripristina con la ragione, e meno che mai inchiodando l'altro. Del resto, lui ha fornito le sue spiegazioni: "per lui la distanza fisica aveva creato anche quella emotiva".
Lei ribatte che questo dipendeva dal lavoro di lui. A parte che anche lei avrebbe potuto trasferirsi, la scusa è inconsistente, come purtroppo doveva esserlo la determinazione di voi due a creare un rapporto stabile, almeno da parte di lui.
Che lui abbia "accettato" di vederla fa pensare che lei abbia insistito; che abbia voluto far l'amore è semplicemente l'usuale comportamento sessuale maschile, che con l'amore non ha niente a che fare.
Tutte le domande che lei ci rivolge alla fine fanno pensare ad una sua eccessiva ingenuità nel campo delle relazioni, e solo in un colloquio specialistico diretto potrebbero trovare adeguata risposta.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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Gentile Dott.ssa Potenza,

grazie per la risposta.
Io mi sono trovata spiazzata sia per il cambiamento che ho visto in questa persona, sia per la sua totale chiusura verso il dialogo e il confronto, cosa che ritengo di base tra due persone mature.
Lui ha sempre preferito la parte bella della nostra storia, mentre quando affioravano periodi di down, o non se ne doveva parlare o venivano da lui sminuiti in quanto solo lui nella sua vita aveva conosciuto il "panico vero" (riferito alla sua infanzia), per cui tutto il resto era una passeggiata.
Durante i primi mesi era lui a cercare costantemente una vicinanza e a dire che ero il tipo di persona da cui si sentiva amato e di cui potersi fidare come non era solito fare, cosa che lo aveva sempre portato a chiudere ogni sua storia.
Io purtroppo non potevo ancora trasferirmi per via del mio lavoro, ma mi stavo muovendo proprio per abbattere la distanza.
Inoltre, sono stata ancora più destabilizzata dal fatto che, dopo il nostro ultimo incontro, lui mi abbia detto che avremmo potuto cercare di recuperare, per poi negarsi ancora e chiudere, appunto, definitivamente, via messaggio.
Credo, al di là di tutto, che negarsi ad un confronto non risolva il problema, nè lo faccia sparire: io ho sempre e solo cercato la chiarezza a prescindere.