Bambino di tre anni e mezzo non facile da gestire
Mio figlio di tre anni e mezzo è da circa un mese o poco più che faccio fatica a gestirlo.
È sempre stato un bimbo sveglio, testardo, molto intelligente.
Nella nostra famiglia composta da mamma, papà e lui, abbiamo sempre cercato di trattarlo con rispetto, di accoglierlo con il dialogo, di fargli comprendere gli errori piuttosto che umiliarlo con sgridate gratuite o usare le mani.
Ma ultimamente da parte sua la situazione sta diventando di difficile gestione.
Se riceve un no che non desidera, se è stanco, se è sovraeccitato e situazioni simili, comincia a rispondere con le mani: schiaffi, pugni, pizzichi (ovviamente dimensionati alla forza di un bambino della sua età) e ha oltretutto imparato, stando con gli altri bambini, ad usare a volte a loop termini come "sciocco...monello" rivolto a noi (preciso che noi ci premuriamo di non rivolgerci a lui con questi appellativi!) e oggi, come era prevedibile, sono partiti al nonno e a me che sono la mamma, dei sonori "scemo/scema"
Ora, non volendo crocifiggere nessuno, perché sappiamo che sono cose che possono accadere nelle tappe evolutive dei bambini, e premesso che mio figlio ha un caratterino fortemente oppositivo, vorremmo capire noi poveri genitori come comportarci.
Forse la disciplina dolce e improntata sul rispetto, con caratterini così focosi non va bene?
Se volessimo farci aiutare da una figura professionale che ci indirizzi verso il percorso educativo migliore da seguire, a chi potremmo rivolgerci, psicologi infantili?
Neuropsichiatri infantili?
Vorremmo semplicemente il meglio per nostro figlio, e mi dispiace vederlo soffrire quando ad uno "scema" scatta la punizione (ex stasera durante la doccia non l'ho fatto giocare come di consueto, spiegandogli che era in punizione per aver usato per la seconda volta in giornata quella brutta parola.
Valle di lacrime, fiumi di scuse e neanche dieci minuti dopo lo ha ripetuto) ma davvero dopo tre anni e mezzo, per la prima volta non so che strategia usare per entrare in connessione con lui.
Vorrei solo capire come muovermi per non creare danni e distuggere il rapporto di fiducia che abbiamo faticosamente creato.
È sempre stato un bimbo sveglio, testardo, molto intelligente.
Nella nostra famiglia composta da mamma, papà e lui, abbiamo sempre cercato di trattarlo con rispetto, di accoglierlo con il dialogo, di fargli comprendere gli errori piuttosto che umiliarlo con sgridate gratuite o usare le mani.
Ma ultimamente da parte sua la situazione sta diventando di difficile gestione.
Se riceve un no che non desidera, se è stanco, se è sovraeccitato e situazioni simili, comincia a rispondere con le mani: schiaffi, pugni, pizzichi (ovviamente dimensionati alla forza di un bambino della sua età) e ha oltretutto imparato, stando con gli altri bambini, ad usare a volte a loop termini come "sciocco...monello" rivolto a noi (preciso che noi ci premuriamo di non rivolgerci a lui con questi appellativi!) e oggi, come era prevedibile, sono partiti al nonno e a me che sono la mamma, dei sonori "scemo/scema"
Ora, non volendo crocifiggere nessuno, perché sappiamo che sono cose che possono accadere nelle tappe evolutive dei bambini, e premesso che mio figlio ha un caratterino fortemente oppositivo, vorremmo capire noi poveri genitori come comportarci.
Forse la disciplina dolce e improntata sul rispetto, con caratterini così focosi non va bene?
Se volessimo farci aiutare da una figura professionale che ci indirizzi verso il percorso educativo migliore da seguire, a chi potremmo rivolgerci, psicologi infantili?
Neuropsichiatri infantili?
Vorremmo semplicemente il meglio per nostro figlio, e mi dispiace vederlo soffrire quando ad uno "scema" scatta la punizione (ex stasera durante la doccia non l'ho fatto giocare come di consueto, spiegandogli che era in punizione per aver usato per la seconda volta in giornata quella brutta parola.
Valle di lacrime, fiumi di scuse e neanche dieci minuti dopo lo ha ripetuto) ma davvero dopo tre anni e mezzo, per la prima volta non so che strategia usare per entrare in connessione con lui.
Vorrei solo capire come muovermi per non creare danni e distuggere il rapporto di fiducia che abbiamo faticosamente creato.
[#1]
Gentile signora,
per prima cosa bisogna normalizzare la situazione, come ha già detto Lei: "Ora, non volendo crocifiggere nessuno, perché sappiamo che sono cose che possono accadere nelle tappe evolutive dei bambini..."
I bambini ripetono i termini che sentono e poi sono abilissimi ad utilizzarli, ma spesso l'errore che possiamo commettere è rafforzare un comportamento indesiderato, anziché far sì che venga estinto. Se tutte le volte che un bimbo mette di atto una condotta indesiderata (intendo anche il linguaggio, una parolaccia) siamo immediatamente pronti a riprenderlo o a punirlo, allora non faremo altro che rafforzare quel comportamento. Possiamo anche ignorare quel comportamento indesiderato e il bimbo cesserà di metterlo in pratica.
Inoltre, l'ubbidienza funziona ad imbuto: si parte dai comportamenti più soft, fino ad arrivare come ultima spiaggia alle punizioni (intendo anche sgridare un bimbo, cosa che deve avvenire contestualmente ma in disparte, per non umiliarlo davanti ad altri).
Però vorrei sottolineare che anche eventuali punizioni devono essere adatte all'età del bambino. Ad esempio, non posso lasciare in punizione per venti minuti un bambino di tre anni!
Infine, i bambini devono apprendere anche l'ubbidienza e le regole, e tutto ciò non crea danni nè compromette la fiducia verso la mamma.
Cordiali saluti,
per prima cosa bisogna normalizzare la situazione, come ha già detto Lei: "Ora, non volendo crocifiggere nessuno, perché sappiamo che sono cose che possono accadere nelle tappe evolutive dei bambini..."
I bambini ripetono i termini che sentono e poi sono abilissimi ad utilizzarli, ma spesso l'errore che possiamo commettere è rafforzare un comportamento indesiderato, anziché far sì che venga estinto. Se tutte le volte che un bimbo mette di atto una condotta indesiderata (intendo anche il linguaggio, una parolaccia) siamo immediatamente pronti a riprenderlo o a punirlo, allora non faremo altro che rafforzare quel comportamento. Possiamo anche ignorare quel comportamento indesiderato e il bimbo cesserà di metterlo in pratica.
Inoltre, l'ubbidienza funziona ad imbuto: si parte dai comportamenti più soft, fino ad arrivare come ultima spiaggia alle punizioni (intendo anche sgridare un bimbo, cosa che deve avvenire contestualmente ma in disparte, per non umiliarlo davanti ad altri).
Però vorrei sottolineare che anche eventuali punizioni devono essere adatte all'età del bambino. Ad esempio, non posso lasciare in punizione per venti minuti un bambino di tre anni!
Infine, i bambini devono apprendere anche l'ubbidienza e le regole, e tutto ciò non crea danni nè compromette la fiducia verso la mamma.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 664 visite dal 23/06/2024.
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