Insorgenza di un disturbo di panico?
Buongiorno gent.
mi dottori,
Da circa un mese (precisamente 2 maggio scorso), sto vivendo un periodo di agitazione altalenante, diversa dal mio solito: premetto che sono un soggetto abbastanza emotivo e, studiando all’università, ho dei periodi di tensione da prestazione in corrispondenza delle sessioni d’esame, periodi di tensione tuttavia da me tranquillamente gestibili.
Durante una partita di calcetto, appunto il 2 maggio scorso, in seguito a un probabile colpo di caldo o calo glicemico, credo di aver avuto per la prima volta nella mia vita un attacco di panico, tanto è che sono stato accompagnato da alcuni amici al pronto soccorso perché sembrava davvero stessi avendo un malore (i sintomi erano veramente preoccupanti per me - dolore toracico, vertigini, mancanza d’aria e una (da me) mai avvertita paura di morire di attacco cardiaco, oltre al fatto che non sentivo più le mani, immobilizzate e rigide, i piedi e avevo la faccia addormentata dalla mandibola alle orecchie).
Ovviamente ho avuto le mie rassicurazioni dal pronto soccorso con due impeccabili ecg e misure della pressione (comunque sempre bassa anche nei giorni a venire).
Scusandomi per la lunghezza del preambolo giungo al dunque: nella settimana che seguì questo episodio non ho avuto problemi di alcun tipo; ho condotto la mia vita normale fino al venerdì, quando, al ripensare improvviso della settimana passata, vengo travolto da sudore freddo e nuovamente una paura allucinante di poter subire un malore.
Superato il momento, questa volta non ho forse avuto la forza di archiviarlo e andare oltre, per cui la mia vita fino ad oggi si è svolta sempre con un filo di tensione di sottofondo, sensazioni momentanee di ipocondria e lo sviluppo (purtroppo me ne sto accorgendo sempre di più) di un controllo quasi costante del battito sia al petto che alla carotide.
Ho avuto un solo altro episodio grave come quelli descritti in precedenza, ma ogni volta ne rimango profondamente stordito e scosso.
Da persona razionale so benissimo (me ne sono ormai convinto) che un malore cardiaco non si generi spontaneamente a comando, ma nonostante ciò non riesco ad andare avanti completamente, affrontando tensione costante anche mentre svolgo attività fisica (ad esempio ieri ho nuotato per circa un’ora costantemente assillato dalla preoccupazione che il mio cuore si potesse fermare da un momento all’altro, e quindi procedevo ad ogni vasca a controllare il battito al petto o alla gola).
Studiando medicina credo ormai di aver appurato che io non abbia alcun tipo di problema (ho appena sconfitto autonomamente un periodo di ipocondria - un esempio: una mattina avevo terrore di avere un ictus in corso) ma adesso il timore del cuore è tornato e questa tensione rende fisicamente provante qualsiasi attività io svolga, sebbene comunque riesca a svolgere tutto con estrema scioltezza, esternamente non traspare veramente nulla.
Vi ringrazio tantissimo per la disponibilità e vi porgo Cordiali saluti.
mi dottori,
Da circa un mese (precisamente 2 maggio scorso), sto vivendo un periodo di agitazione altalenante, diversa dal mio solito: premetto che sono un soggetto abbastanza emotivo e, studiando all’università, ho dei periodi di tensione da prestazione in corrispondenza delle sessioni d’esame, periodi di tensione tuttavia da me tranquillamente gestibili.
Durante una partita di calcetto, appunto il 2 maggio scorso, in seguito a un probabile colpo di caldo o calo glicemico, credo di aver avuto per la prima volta nella mia vita un attacco di panico, tanto è che sono stato accompagnato da alcuni amici al pronto soccorso perché sembrava davvero stessi avendo un malore (i sintomi erano veramente preoccupanti per me - dolore toracico, vertigini, mancanza d’aria e una (da me) mai avvertita paura di morire di attacco cardiaco, oltre al fatto che non sentivo più le mani, immobilizzate e rigide, i piedi e avevo la faccia addormentata dalla mandibola alle orecchie).
Ovviamente ho avuto le mie rassicurazioni dal pronto soccorso con due impeccabili ecg e misure della pressione (comunque sempre bassa anche nei giorni a venire).
Scusandomi per la lunghezza del preambolo giungo al dunque: nella settimana che seguì questo episodio non ho avuto problemi di alcun tipo; ho condotto la mia vita normale fino al venerdì, quando, al ripensare improvviso della settimana passata, vengo travolto da sudore freddo e nuovamente una paura allucinante di poter subire un malore.
Superato il momento, questa volta non ho forse avuto la forza di archiviarlo e andare oltre, per cui la mia vita fino ad oggi si è svolta sempre con un filo di tensione di sottofondo, sensazioni momentanee di ipocondria e lo sviluppo (purtroppo me ne sto accorgendo sempre di più) di un controllo quasi costante del battito sia al petto che alla carotide.
Ho avuto un solo altro episodio grave come quelli descritti in precedenza, ma ogni volta ne rimango profondamente stordito e scosso.
Da persona razionale so benissimo (me ne sono ormai convinto) che un malore cardiaco non si generi spontaneamente a comando, ma nonostante ciò non riesco ad andare avanti completamente, affrontando tensione costante anche mentre svolgo attività fisica (ad esempio ieri ho nuotato per circa un’ora costantemente assillato dalla preoccupazione che il mio cuore si potesse fermare da un momento all’altro, e quindi procedevo ad ogni vasca a controllare il battito al petto o alla gola).
Studiando medicina credo ormai di aver appurato che io non abbia alcun tipo di problema (ho appena sconfitto autonomamente un periodo di ipocondria - un esempio: una mattina avevo terrore di avere un ictus in corso) ma adesso il timore del cuore è tornato e questa tensione rende fisicamente provante qualsiasi attività io svolga, sebbene comunque riesca a svolgere tutto con estrema scioltezza, esternamente non traspare veramente nulla.
Vi ringrazio tantissimo per la disponibilità e vi porgo Cordiali saluti.
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Gentile Utente,
se c'è stato uno scompenso, nel senso che l'equilibrio che Lei aveva raggiunto prima dello scorso 2 maggio è venuto meno, è il caso di ristabilire un nuovo equilibrio e più funzionale, che Le permetterà di "leggere" correttamente i sintomi, ma anche di gestire l'ansia in modo efficace.
Le suggerisco, quindi, una valutazione diretta da uno psicologo per capire se sia il caso di intraprendere una psicoterapia.
Cordiali saluti,
se c'è stato uno scompenso, nel senso che l'equilibrio che Lei aveva raggiunto prima dello scorso 2 maggio è venuto meno, è il caso di ristabilire un nuovo equilibrio e più funzionale, che Le permetterà di "leggere" correttamente i sintomi, ma anche di gestire l'ansia in modo efficace.
Le suggerisco, quindi, una valutazione diretta da uno psicologo per capire se sia il caso di intraprendere una psicoterapia.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 281 visite dal 12/06/2024.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.