Di tratta di doc oppure?
Gentili specialisti,
Vorrei chiedervi chiarimenti su un dubbio nel quale sono intrappolato da diversi mesi.
Da settembre ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, ma trovo che la mia terapeuta non sia stata del tutto chiara con la diagnosi e con le tecniche che stiamo utilizzando per provare ad alleviare la mia sofferenza.
Inizialmente lo psichiatra che mi seguì per qualche incontro mi disse di avere l'ADHD, poi, una volta indirizzato presso l'attuale terapeuta presso il suo stesso studio, la diagnosi venne cambiata in Disturbo post Traumatico da Stress complesso con tratti di personalità fra il cluster B/C.
Ora di è aggiunto da un po' di tempo che potrei avere il DOC.
Premetto che nei mesi passati abbiamo fatto ottimi passi in avanti sul PTSD e riguardo ai ricordi intrusivi che avevo e al rapporto con me stesso mi sento decisamente meglio.
Il problema è che invece non vedo miglioramenti per ciò che riguarda le ossessioni e le compulsioni.
Infatti, mi capita spessissimo di passare varie ore al giorno alla ricerca dei sintomi su internet che confermino o neghino la mia diagnosi perché voglio avere la certezza di star seguendo la terapia più giusta e perché non riesco a vivere nel dubbio.
Ovviamente queste ricerche mi aiutano a placare l'ansia per qualche ora, per poi ricominciare da capo.
Quando sono con la mia fidanzata mi capita spessissimo di nutrire pensieri intrusivi e ossessivi che riguardano i minimi difetti del suo corpo o la nostra relazione.
A me questi difetti non danno nessun fastidio in realtà, ma la natura dei pensieri me li rende catastrofici e insormontabili, tanto da non riuscire più a godermi completamente la relazione.
Per rispondere a questi pensieri provo a dirmi che sono solo pensieri, ma alle volte non riesco a sopportarne il peso e mi viene da fare notare questi difetti alla mia ragazza, con il risultato di ferirla.
Quello che provo quando ciò succede è profonda vergogna e senso di colpa, ma non riesco proprio a farne a meno di esplicitarli.
In generale le ossessioni spaziano dal rapporto con gli altri, alle preoccupazioni sul futuro, alle malattie fisiche/mentali, al fatto che se una situazione non risponde alle mie aspettative allora è completamente sbagliata, con il fatto che mi demoralizzo.
Insomma, non ci sono scale di grigi, solo bianco o nero.
Secondo voi di che cosa si tratta?
In terapia quello che stiamo facendo ultimamente è di chiudere gli occhi e di dialogare con il bambino interiore, che sarebbe ferito da un passato traumatico e che è rimasto là, causando tutta queste serie di ossessioni, svalutazioni ecc.
È corretto come approccio?
A me purtroppo malgrado mi calmi sul momento, nei giorni successivi mi sembra di riniziare e da capo con questi pensieri e ciò è causa di sconforto sulla validità della terapia.
Parlando con la terapeuta mi dice che nel mio caso non conviene ignorare le ossessioni, ma piuttosto farci amicizia e che i risultati si vedranno nel tempo, ma io sono stanco!
Vorrei chiedervi chiarimenti su un dubbio nel quale sono intrappolato da diversi mesi.
Da settembre ho iniziato un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, ma trovo che la mia terapeuta non sia stata del tutto chiara con la diagnosi e con le tecniche che stiamo utilizzando per provare ad alleviare la mia sofferenza.
Inizialmente lo psichiatra che mi seguì per qualche incontro mi disse di avere l'ADHD, poi, una volta indirizzato presso l'attuale terapeuta presso il suo stesso studio, la diagnosi venne cambiata in Disturbo post Traumatico da Stress complesso con tratti di personalità fra il cluster B/C.
Ora di è aggiunto da un po' di tempo che potrei avere il DOC.
Premetto che nei mesi passati abbiamo fatto ottimi passi in avanti sul PTSD e riguardo ai ricordi intrusivi che avevo e al rapporto con me stesso mi sento decisamente meglio.
Il problema è che invece non vedo miglioramenti per ciò che riguarda le ossessioni e le compulsioni.
Infatti, mi capita spessissimo di passare varie ore al giorno alla ricerca dei sintomi su internet che confermino o neghino la mia diagnosi perché voglio avere la certezza di star seguendo la terapia più giusta e perché non riesco a vivere nel dubbio.
Ovviamente queste ricerche mi aiutano a placare l'ansia per qualche ora, per poi ricominciare da capo.
Quando sono con la mia fidanzata mi capita spessissimo di nutrire pensieri intrusivi e ossessivi che riguardano i minimi difetti del suo corpo o la nostra relazione.
A me questi difetti non danno nessun fastidio in realtà, ma la natura dei pensieri me li rende catastrofici e insormontabili, tanto da non riuscire più a godermi completamente la relazione.
Per rispondere a questi pensieri provo a dirmi che sono solo pensieri, ma alle volte non riesco a sopportarne il peso e mi viene da fare notare questi difetti alla mia ragazza, con il risultato di ferirla.
Quello che provo quando ciò succede è profonda vergogna e senso di colpa, ma non riesco proprio a farne a meno di esplicitarli.
In generale le ossessioni spaziano dal rapporto con gli altri, alle preoccupazioni sul futuro, alle malattie fisiche/mentali, al fatto che se una situazione non risponde alle mie aspettative allora è completamente sbagliata, con il fatto che mi demoralizzo.
Insomma, non ci sono scale di grigi, solo bianco o nero.
Secondo voi di che cosa si tratta?
In terapia quello che stiamo facendo ultimamente è di chiudere gli occhi e di dialogare con il bambino interiore, che sarebbe ferito da un passato traumatico e che è rimasto là, causando tutta queste serie di ossessioni, svalutazioni ecc.
È corretto come approccio?
A me purtroppo malgrado mi calmi sul momento, nei giorni successivi mi sembra di riniziare e da capo con questi pensieri e ciò è causa di sconforto sulla validità della terapia.
Parlando con la terapeuta mi dice che nel mio caso non conviene ignorare le ossessioni, ma piuttosto farci amicizia e che i risultati si vedranno nel tempo, ma io sono stanco!
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Buongiorno,
il trattamento per le ossessioni e il rimuginio è diverso da quello che descrive Lei, ma tenga presente che c'è il limite della distanza e potremmo descrivere male i compiti che sta eseguendo e io potrei non comprendere.
Lei scrive: "Parlando con la terapeuta mi dice che nel mio caso non conviene ignorare le ossessioni, ma piuttosto farci amicizia e che i risultati si vedranno nel tempo, ma io sono stanco!"
In realtà nella TCC bisogna da subito apprendere il controllo sulle ossessioni e sul rimuginio, dal momento che non si tratta di un sintomo che può fagocitarci, ma di qualcosa controllabile e gestibile, in modo da non essere più dominati da tali pensieri.
Da qui io non posso fare diagnosi, anche perchè a distanza è vietato, ma cercherei di fare chiarezza con l'attuale terapeuta e, se non soddisfatto dai risultati, cambiare.
Cordiali saluti,
il trattamento per le ossessioni e il rimuginio è diverso da quello che descrive Lei, ma tenga presente che c'è il limite della distanza e potremmo descrivere male i compiti che sta eseguendo e io potrei non comprendere.
Lei scrive: "Parlando con la terapeuta mi dice che nel mio caso non conviene ignorare le ossessioni, ma piuttosto farci amicizia e che i risultati si vedranno nel tempo, ma io sono stanco!"
In realtà nella TCC bisogna da subito apprendere il controllo sulle ossessioni e sul rimuginio, dal momento che non si tratta di un sintomo che può fagocitarci, ma di qualcosa controllabile e gestibile, in modo da non essere più dominati da tali pensieri.
Da qui io non posso fare diagnosi, anche perchè a distanza è vietato, ma cercherei di fare chiarezza con l'attuale terapeuta e, se non soddisfatto dai risultati, cambiare.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 549 visite dal 11/06/2024.
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