Ho bisogno di parlare con qualcuno
Ho bisogno di parlare e qualcuno che parli con me.
Ho mille pensieri e non ho nessuno con cui parlare in questo momento
Ieri 10 giugno è stato il mio compleanno, 40 anni.
Mi hanno organizzato una festa a sorpresa per la prima volta (mai festeggiato un complimento) sono tornata a casa stracolma di gratitudine ma al tempo stesso piena di pensieri
Ho notato che forse c’è qualcuno che mi vuole bene ma non capisco perché.
Non credo di essere una bella persona perché sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace.
Le persone e gli uomini mi trattano solo come un oggetto è colpa mia che le lascio fare.
Sono stanca
Ho mille pensieri e non ho nessuno con cui parlare in questo momento
Ieri 10 giugno è stato il mio compleanno, 40 anni.
Mi hanno organizzato una festa a sorpresa per la prima volta (mai festeggiato un complimento) sono tornata a casa stracolma di gratitudine ma al tempo stesso piena di pensieri
Ho notato che forse c’è qualcuno che mi vuole bene ma non capisco perché.
Non credo di essere una bella persona perché sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace.
Le persone e gli uomini mi trattano solo come un oggetto è colpa mia che le lascio fare.
Sono stanca
[#1]
Gentile utente,
le faccio i miei auguri per il suo compleanno, leggendo quanto da lei scritto è evidente una svalutazione di sè perche "sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace."
le offro tre domande come spunto per una personale riflessione:
1) è un adulta, perchè ricerca ancora l'approvazione degli altri come una bambina? Lei possiede un valore unico, capacità e potenzialità uniche che per essere messe valorizzati necessitano che Lei stessa ci creda.
2) Lei fa qualcosa per dimostrare amore a sé stessa? svalutarsi e scoraggiarsi non è la strada giusta.
3)Ripetere a se stessa "nessuno mi ama, è colpa mia, non valgo nulla" non la muove verso il cambiamento, vuole continuare così e poi cercare qualcuno con cui poter assumere il ruolo di vittima? Desidera assumersi la responsabilità della sua felicità?
Un azione proattiva che rompe gli schemi dei pensieri svalorizzanti è contattare uno psicologo per intraprendere un percorso di potenziamento dell'autostima e dell'autoefficacia, controbattere l'autosvalutazione sviluppando sicurezza in sé stessi.
Le auguro un buon percorso di cambiamento, cordiali saluti.
Dott.ssa Maria Graziano
le faccio i miei auguri per il suo compleanno, leggendo quanto da lei scritto è evidente una svalutazione di sè perche "sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace."
le offro tre domande come spunto per una personale riflessione:
1) è un adulta, perchè ricerca ancora l'approvazione degli altri come una bambina? Lei possiede un valore unico, capacità e potenzialità uniche che per essere messe valorizzati necessitano che Lei stessa ci creda.
2) Lei fa qualcosa per dimostrare amore a sé stessa? svalutarsi e scoraggiarsi non è la strada giusta.
3)Ripetere a se stessa "nessuno mi ama, è colpa mia, non valgo nulla" non la muove verso il cambiamento, vuole continuare così e poi cercare qualcuno con cui poter assumere il ruolo di vittima? Desidera assumersi la responsabilità della sua felicità?
Un azione proattiva che rompe gli schemi dei pensieri svalorizzanti è contattare uno psicologo per intraprendere un percorso di potenziamento dell'autostima e dell'autoefficacia, controbattere l'autosvalutazione sviluppando sicurezza in sé stessi.
Le auguro un buon percorso di cambiamento, cordiali saluti.
Dott.ssa Maria Graziano
Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
Consulenze psicologiche in presenza e on line
mari.graziano1971@gmail.com
www.analisiemozionalemariagraziano.it
[#2]
Utente
Buonasera e grazie per le sue considerazioni.
Tengo a dire che non ho mai cercato l’approvazione di nessuno se non quella di me stessa anche perché ad oggi nessuno mi ha mai approvato o apprezzato, anzi, l’opposto.
Questo mi fa sentire sola perché poi, quando mi trovo a pensare, credo veramente che sia così.
Mi rimprovero per aver concesso a chi credevo di amare di distruggermi ho ancora frasi, parole che sento dentro di me che continuano a mortificarmi. Queste radici così profonde, di cui non riesco a liberarmene, continuano a ferirmi facendomi sentire sbagliata.
Tutto questo condiziona il mio modo di essere, di vivere ma non perché ho importanza del giudizio altrui ma perché, così sentendomi, tendo a prendere decisioni sbagliate, a frequentare persone completamente sbagliate e tutto questo solo per colpa mia. Poi sto male, passo giornate intere a letto, piangendo e non trovo la forza per uscirne perché tanto so già che ogni mossa che faccio è sbagliata.
So benissimo che devo elaborare tutto il male che mi è stato fatto e riacquistare il mio valore tolto ma non ce la faccio.
Probabilmente non so come fare.
Non sto facendo la vittima, sto solo raccomando come mi sento .poi Lei Dottoressa, può interpretarlo così, anche se questo termine da parte sua non mi sembra corretto. Sto raccontando di star male ed è chiaro che magari per qualcuno può sembrare che io stia facendo la vittima, ma in questo contesto e per quello che Lei rappresenta mi sembra fuori luogo ed è chiara la mancanza di tatto.
Mi ha chiesto se sto provando in qualche modo a dimostrare amore verso me stessa e no in questo momento non ho gli strumenti giusti per farlo e anzi sto facendo l’opposto odiandomi sempre di più.
Cercherò di elaborare e di ricrearmi.
Grazie della Sua attenzione
Tengo a dire che non ho mai cercato l’approvazione di nessuno se non quella di me stessa anche perché ad oggi nessuno mi ha mai approvato o apprezzato, anzi, l’opposto.
Questo mi fa sentire sola perché poi, quando mi trovo a pensare, credo veramente che sia così.
Mi rimprovero per aver concesso a chi credevo di amare di distruggermi ho ancora frasi, parole che sento dentro di me che continuano a mortificarmi. Queste radici così profonde, di cui non riesco a liberarmene, continuano a ferirmi facendomi sentire sbagliata.
Tutto questo condiziona il mio modo di essere, di vivere ma non perché ho importanza del giudizio altrui ma perché, così sentendomi, tendo a prendere decisioni sbagliate, a frequentare persone completamente sbagliate e tutto questo solo per colpa mia. Poi sto male, passo giornate intere a letto, piangendo e non trovo la forza per uscirne perché tanto so già che ogni mossa che faccio è sbagliata.
So benissimo che devo elaborare tutto il male che mi è stato fatto e riacquistare il mio valore tolto ma non ce la faccio.
Probabilmente non so come fare.
Non sto facendo la vittima, sto solo raccomando come mi sento .poi Lei Dottoressa, può interpretarlo così, anche se questo termine da parte sua non mi sembra corretto. Sto raccontando di star male ed è chiaro che magari per qualcuno può sembrare che io stia facendo la vittima, ma in questo contesto e per quello che Lei rappresenta mi sembra fuori luogo ed è chiara la mancanza di tatto.
Mi ha chiesto se sto provando in qualche modo a dimostrare amore verso me stessa e no in questo momento non ho gli strumenti giusti per farlo e anzi sto facendo l’opposto odiandomi sempre di più.
Cercherò di elaborare e di ricrearmi.
Grazie della Sua attenzione
[#3]
Gentile utente,
leggo la sua lettera, molto simile alla prima, inviata alle ore 2 di questa notte, mi dispiace che lei stia così male, le sono vicina per questo, ma desidero precisare alcune cose da lei scritte.
Lei si è sentita particolarmente toccata dalla mia richiesta di lavorare sulla "tendenza al vittimismo", questa sua reazione và a confermare quanto le avevo scritto, la difficoltà ad accettare consigli e critiche che invece vogliono avere una funzione di aiuto. Tengo a precisare che la mia espressione non è né un giudizio, né tanto meno una mancanza di tatto in quanto in psicologia si definisce "tendenza vittimistica" una tendenza a ricercare compassione attribuendo ad altri la colpa della propria infelicità e controbattendo qualsiasi critica sentendosi minacciata da questa.
Sulla base di quanto lei stessa scrive tragga lei le conclusioni:
"sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace."
"Le persone e gli uomini mi trattano solo come un oggetto è colpa mia che le lascio fare. E ancora scrive ad oggi nessuno mi ha mai approvato o apprezzato, anzi, l’opposto. Questo mi fa sentire sola perché poi, quando mi trovo a pensare."
Ma è anche vero quanto lei dice, cioè "Non sto facendo la vittima", nel senso che non è un’azione volontaria e cosciente, per questo occorre lavorare con l’aiuto di un professionista, può ricercare nella sua zona uno psicologo o uno psicoterapeuta, può rivolgersi all' asl del suo comune o nell’immediato esporre il suo stato psicofisico al medico di famiglia che si premurerà di indirizzarla verso uno specialista.
Con questo ritengo concluso il consulto in quanto è stata esaudita nella sua richiesta "Ho bisogno di parlare con qualcuno"
La saluto con cordialità.
Dott.ssa Maria Graziano
leggo la sua lettera, molto simile alla prima, inviata alle ore 2 di questa notte, mi dispiace che lei stia così male, le sono vicina per questo, ma desidero precisare alcune cose da lei scritte.
Lei si è sentita particolarmente toccata dalla mia richiesta di lavorare sulla "tendenza al vittimismo", questa sua reazione và a confermare quanto le avevo scritto, la difficoltà ad accettare consigli e critiche che invece vogliono avere una funzione di aiuto. Tengo a precisare che la mia espressione non è né un giudizio, né tanto meno una mancanza di tatto in quanto in psicologia si definisce "tendenza vittimistica" una tendenza a ricercare compassione attribuendo ad altri la colpa della propria infelicità e controbattendo qualsiasi critica sentendosi minacciata da questa.
Sulla base di quanto lei stessa scrive tragga lei le conclusioni:
"sono sempre stata trattata male, sminuita, usata, mi hanno convinto che non sono nulla e che non sono e non sarò mai in grado di fare nulla quindi un incapace."
"Le persone e gli uomini mi trattano solo come un oggetto è colpa mia che le lascio fare. E ancora scrive ad oggi nessuno mi ha mai approvato o apprezzato, anzi, l’opposto. Questo mi fa sentire sola perché poi, quando mi trovo a pensare."
Ma è anche vero quanto lei dice, cioè "Non sto facendo la vittima", nel senso che non è un’azione volontaria e cosciente, per questo occorre lavorare con l’aiuto di un professionista, può ricercare nella sua zona uno psicologo o uno psicoterapeuta, può rivolgersi all' asl del suo comune o nell’immediato esporre il suo stato psicofisico al medico di famiglia che si premurerà di indirizzarla verso uno specialista.
Con questo ritengo concluso il consulto in quanto è stata esaudita nella sua richiesta "Ho bisogno di parlare con qualcuno"
La saluto con cordialità.
Dott.ssa Maria Graziano
Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
Consulenze psicologiche in presenza e on line
mari.graziano1971@gmail.com
www.analisiemozionalemariagraziano.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.3k visite dal 11/06/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.