Cosa posso fare?
Buongiorno dottori, scrivo per avere un parere sulla situazione difficoltosa che sto vivendo.
Ho 30 anni, vivo ancora con i miei genitori, non ho mai lavorato, e da parecchi anni, dopo aver abbandonato l'università, passo le mie giornate in casa.
Esco pochissimo e ho tagliato tutte le relazioni sociali (amici, parenti, conoscenti, ecc.
). Ricordo che fin dall'adolescenza, se non da prima, ho avuto molti problemi con l'insicurezza, la depressione, problemi nel socializzare, e altre cose che non riesco bene a spiegare in questo momento.
A 20 anni ho cercato l'aiuto di uno psicologo, ho fatto 10 anni di terapia, ma a circa metà del percorso qualcosa è andato storto e ho smesso di impegnarmi, chiudendomi progressivamente in casa.
Dopo un pò andavo in seduta solo a lamentarmi di quanto era stata deprimente la settimana, senza crescita.
La psicologa che mi seguiva (inizialmente nel privato, poi nel pubblico) ha da 5 mesi dovuto interrompere la terapia per una maternità.
Ora in ospedale mi hanno temporaneamente assegnato un nuovo psicologo.
Io vorrei cogliere questo cambiamento come un'opportunità, vista la stagnazione della terapia precedente, ma sto incontrando delle difficoltà.
Quando vado in seduta non so cosa dire.
I problemi e i pensieri sono talmente ingarbugliati che non so come partire.
Io sono determinatissimo a cambiare e a prendere in mano la mia vita e risolvere questi problemi in modo serio, ma non so "concretamente" come comportarmi.
Non so cosa devo fare durante la seduta, e non so come impegnarmi durante la settimana.
Non mi sento, diciamo, "guidato" e "orientato" dallo psicologo nello sbrogliare tutta la matassa.
Ho molta ansia di cambiare e fare andare bene questa terapia, ma al momento lo psicologo non mi trasmette sicurezza.
La domanda "cosa bisogna fare per cambiare?
" è nella mia testa tutto il giorno, ci penso e ripenso in continuazione, senza una via d'uscita.
Ma una via d'uscita da questa ossessione deve esserci.
Abbiamo fatto 10 sedute, e io non sono sicuro di avere spiegato bene la mia situazione.
A volte siamo finiti a parlare e raccontare dell'adolescenza, e non so se è una buona idea.
Non so se ne abbiamo parlato perchè ciò rientra nel "piano" dello psicologo o se era un mio semplice lamentarmi del passato.
Mi sembra che lo psicologo non mi abbia spiegato in modo chiaro come avverrà il cambiamento.
Nonostante tutto ciò, io mi fido dello psicologo, ma non mi è chiaro cosa dire e cosa fare.
Sembra che devo sempre decidere io che discorso aprire e dove farlo finire, e la cosa mi disorienta un pò.
Forse sto pensando troppo, o forse no.
Non riesco a capire.
Voglio solo che questa terapia vada molto meglio di quella precedente.
Questo era un pò uno sfogo, e un pò una richiesta di aiuto.
Avete qualche spunto da darmi?
Grazie e cordiali saluti.
(Per mancanza di spazio non ho spiegato nel dettaglio tutti i problemi, ma posso fornire ulteriori dettagli nelle prossime risposte, se serve).
Ho 30 anni, vivo ancora con i miei genitori, non ho mai lavorato, e da parecchi anni, dopo aver abbandonato l'università, passo le mie giornate in casa.
Esco pochissimo e ho tagliato tutte le relazioni sociali (amici, parenti, conoscenti, ecc.
). Ricordo che fin dall'adolescenza, se non da prima, ho avuto molti problemi con l'insicurezza, la depressione, problemi nel socializzare, e altre cose che non riesco bene a spiegare in questo momento.
A 20 anni ho cercato l'aiuto di uno psicologo, ho fatto 10 anni di terapia, ma a circa metà del percorso qualcosa è andato storto e ho smesso di impegnarmi, chiudendomi progressivamente in casa.
Dopo un pò andavo in seduta solo a lamentarmi di quanto era stata deprimente la settimana, senza crescita.
La psicologa che mi seguiva (inizialmente nel privato, poi nel pubblico) ha da 5 mesi dovuto interrompere la terapia per una maternità.
Ora in ospedale mi hanno temporaneamente assegnato un nuovo psicologo.
Io vorrei cogliere questo cambiamento come un'opportunità, vista la stagnazione della terapia precedente, ma sto incontrando delle difficoltà.
Quando vado in seduta non so cosa dire.
I problemi e i pensieri sono talmente ingarbugliati che non so come partire.
Io sono determinatissimo a cambiare e a prendere in mano la mia vita e risolvere questi problemi in modo serio, ma non so "concretamente" come comportarmi.
Non so cosa devo fare durante la seduta, e non so come impegnarmi durante la settimana.
Non mi sento, diciamo, "guidato" e "orientato" dallo psicologo nello sbrogliare tutta la matassa.
Ho molta ansia di cambiare e fare andare bene questa terapia, ma al momento lo psicologo non mi trasmette sicurezza.
La domanda "cosa bisogna fare per cambiare?
" è nella mia testa tutto il giorno, ci penso e ripenso in continuazione, senza una via d'uscita.
Ma una via d'uscita da questa ossessione deve esserci.
Abbiamo fatto 10 sedute, e io non sono sicuro di avere spiegato bene la mia situazione.
A volte siamo finiti a parlare e raccontare dell'adolescenza, e non so se è una buona idea.
Non so se ne abbiamo parlato perchè ciò rientra nel "piano" dello psicologo o se era un mio semplice lamentarmi del passato.
Mi sembra che lo psicologo non mi abbia spiegato in modo chiaro come avverrà il cambiamento.
Nonostante tutto ciò, io mi fido dello psicologo, ma non mi è chiaro cosa dire e cosa fare.
Sembra che devo sempre decidere io che discorso aprire e dove farlo finire, e la cosa mi disorienta un pò.
Forse sto pensando troppo, o forse no.
Non riesco a capire.
Voglio solo che questa terapia vada molto meglio di quella precedente.
Questo era un pò uno sfogo, e un pò una richiesta di aiuto.
Avete qualche spunto da darmi?
Grazie e cordiali saluti.
(Per mancanza di spazio non ho spiegato nel dettaglio tutti i problemi, ma posso fornire ulteriori dettagli nelle prossime risposte, se serve).
[#1]
Gentile cliente,
La descrizione che Lei fa della situazione è lucida e chiara. Motivo per cui presumo che Lei avrebbe la capacità di spiegarsi adeguatamente con il nuovo Psicologo.
Però se sente che questo non avviene,
che per vari motivi Lei si considera fermo, incapace, insoddisfatto dopo la seduta,
Le consiglio di far legge questa mail al suo Psy.
Ha ragione nel pensare che il cambio di professionista, pur se necessario e non auspicato, può rappresentare una importante opportunità, la riapertura dei "giochi" verso un miglioramento significativo.
Ma le occorre tutta la determinazione di cui dispone.
Scrivere qui per avere maggiore chiarezza è stato un passo importante e molto lucido.
Faccia il secondo, con il Suo Psy curante.
Se ritiene, ci dia riscontro sull'esito.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialt
La descrizione che Lei fa della situazione è lucida e chiara. Motivo per cui presumo che Lei avrebbe la capacità di spiegarsi adeguatamente con il nuovo Psicologo.
Però se sente che questo non avviene,
che per vari motivi Lei si considera fermo, incapace, insoddisfatto dopo la seduta,
Le consiglio di far legge questa mail al suo Psy.
Ha ragione nel pensare che il cambio di professionista, pur se necessario e non auspicato, può rappresentare una importante opportunità, la riapertura dei "giochi" verso un miglioramento significativo.
Ma le occorre tutta la determinazione di cui dispone.
Scrivere qui per avere maggiore chiarezza è stato un passo importante e molto lucido.
Faccia il secondo, con il Suo Psy curante.
Se ritiene, ci dia riscontro sull'esito.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialt
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie per la risposta dottoressa. Ho deciso che alla prossima seduta esporrò a voce questo problema allo psicologo (ho un pò paura che l'ansia del momento potrà farmi ingarbugliare durante il discorso, quindi penso che mi porterò un foglio da casa con segnati i punti principali da esporre, per non rischiare di perdermi). Se cosí non funzionasse, farò leggere questo scambio di mail, anche se ho paura a rivelare di avere chiesto aiuto qui... Mi sembra di avere tradito la fiducia e l'alleanza. In ogni caso, se dovessi uscire di nuovo dalla seduta insoddisfatto e con la sensazione di non partire, credo che la aggiornerò qui... Cordiali saluti.
[#3]
"..questo scambio di mail, anche se ho paura a rivelare di avere chiesto aiuto qui... Mi sembra di avere tradito la fiducia e l'alleanza..."
Per chi è già seguito da un*Psicoterapeuta, scrivere qui non è tanto un tradimento, quanto piuttosto un sintomo.
Sintomo che la fiducia non è completa, che l'alleanza terapeutica lascia a desiderare ..
E dunque ri-velare di aver cercato un secondo parere online significa s-velare che è proprio su quel punto che occorre lavorare meglio e con maggiore cura da entrambe le parti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Per chi è già seguito da un*Psicoterapeuta, scrivere qui non è tanto un tradimento, quanto piuttosto un sintomo.
Sintomo che la fiducia non è completa, che l'alleanza terapeutica lascia a desiderare ..
E dunque ri-velare di aver cercato un secondo parere online significa s-velare che è proprio su quel punto che occorre lavorare meglio e con maggiore cura da entrambe le parti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Buongiorno dottoressa. Nell'ultima seduta ho consegnato un foglio alla mia psicologa con scritto in modo riassunto queste sensazioni che ho di non progredire, di non essermi spiegato bene e di non sentirmi guidato. Lei ha cercato di approfondire queste cose parlandone con me, ma io sono un pò andato nel pallone dalla tensione. Non sono riuscito a dire in modo diretto e schietto (ma educato):"mi sento arrabbiato e frustrato perchè non mi sento guidato e non capisco cosa stiamo facendo. Lei non mi dice come comportarmi". Ho detto molte mezze frasi, non so quanto la psicologa abbia recepito. Una risposta chiara ed esplicita non me l'ha data. L'unica cosa che mi ha fatto fare a fine seduta è stata provare a farmi scrivere su un foglio la matassa dei problemi che ho nella testa, ma non so quanto sia venuto bene (ero molto teso). Sono tuttora scosso. Portare quegli argomenti non è stato per niente facile, non capisco perchè la bocca mi si serra tutte le volte che voglio esplicitare un problema in un rapporto. Mi sento un pò sconfortato, perchè io ad affrontare il problema di persona con il curante ci ho effettivamente provato, ma mi sembra di aver fallito. Non so che altro fare, se neanche riesco a parlare con uno psicologo, la vedo dura uscire dai problemi. Mi scusi, anche questo messaggio era un pò uno sfogo, perchè sono ancora scosso dalla seduta... La ringrazio comunque per i suggerimenti ricevuti.
[#5]
Gentile utente,
Ci dice che:
"Portare quegli argomenti non è stato per niente facile, non capisco perchè la bocca mi si serra tutte le volte che voglio esplicitare un problema in un rapporto".
Innanzi tutto occorre riconoscerLe che ha avuto del coraggio ad affrontare così a muso duro i Suoi timori; ottenendo in cambio l'attenzione e la presa in carico da parte della Sua terapeuta.
Lei dichiara l'impressione di "aver fallito", mentre per noi psicoterapeut* aver trovato dentro di sè questo coraggio rappresenta un gradino non dappoco.
E' inevitabile essere sossopra il giorno successivo (anche quando si scala una montagna, il giorno dopo si è stanchi morti, no?),
ma in questo modo ha aperto uno spazio di lavoro nel quale portare il suo significativo sintomo psicosomatico:
".. la bocca mi si serra tutte le volte che voglio esplicitare un problema in un rapporto..".
Chissà che non rappresenti una importante chiave di volta.
P.S.: Grazie per il riconoscimento verso il nostro servizio qui.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Ci dice che:
"Portare quegli argomenti non è stato per niente facile, non capisco perchè la bocca mi si serra tutte le volte che voglio esplicitare un problema in un rapporto".
Innanzi tutto occorre riconoscerLe che ha avuto del coraggio ad affrontare così a muso duro i Suoi timori; ottenendo in cambio l'attenzione e la presa in carico da parte della Sua terapeuta.
Lei dichiara l'impressione di "aver fallito", mentre per noi psicoterapeut* aver trovato dentro di sè questo coraggio rappresenta un gradino non dappoco.
E' inevitabile essere sossopra il giorno successivo (anche quando si scala una montagna, il giorno dopo si è stanchi morti, no?),
ma in questo modo ha aperto uno spazio di lavoro nel quale portare il suo significativo sintomo psicosomatico:
".. la bocca mi si serra tutte le volte che voglio esplicitare un problema in un rapporto..".
Chissà che non rappresenti una importante chiave di volta.
P.S.: Grazie per il riconoscimento verso il nostro servizio qui.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 751 visite dal 08/06/2024.
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