Infatuato di un collega

Buonasera,
sono un ragazzo di 36 anni fidanzato da 5 con un ragazzo di 30.
La relazione è stata splendida dall'inizio, è cresciuta, ultimamente un po' monotona, ma ancora solida.
Almeno pensavo.


Un anno fa ho notato degli atteggiamenti da parte di un collega mio coetaneo che, diversamente da me, è una persona molto "da contatto": a volte questi comportamenti mi sembravano un po' più interessati rispetto alla fisicità mostrata con altri colleghi, mi spiego meglio: se saluta tutti con una pacca, a volte mi ha afferrato indugiando sul mio petto; più volte mi ha cinto con il braccio accarezzandomi torace ed addome; più volte ha sfiorato col dorso della mano il pube.
Le ritenevo casualità.


Lui è sposato da anni con una donna; da febbraio è cambiato qualcosa, fantastico su questo collega.

È sempre più interessato a starmi vicino, fa di tutto per sedersi accanto a me.

La situazione è diventata sempre più tesa ed esplicita, il fatto di essermi mostrato più aperto, ha innescato un flirting reciproco, il mio leggermente più spinto, consistente in doppi sensi e sfioramenti.


Nel contesto in cui accade se qualcuno ha intuito che io sia gay o bisessuale, sicuramente nessuno ha sospetti sul suo orientamento.


I miei dubbi sul suo interesse si dissipano sempre più, ma in questa situazione l'ambiguità è chiaramente estrema, in un gioco di battute, sfioramenti e chat ad ogni occasione, intrigante, ma mai trasparente.

Noto sempre più affinità e interessi comuni, ho realizzato che non si tratta solo un'attrazione fisica, ora c'è qualcosa di "romantico".


Non ho mai tradito in vita mia ed ho sempre avuto un atteggiamento critico su chi lo fa.

Questa situazione ha messo in crisi: mi colpevolizzo per quello che faccio e ipotizzo: una situazione clandestina parallela, con il proverbiale piede in due scarpe, non volendo una "relazione" di coppia.


Provo tutte le sensazioni di un innamoramento, immaginando un rapporto fisico, ma anche mentale.


Non riesco a capire cosa è giusto o sbagliato, se non in senso assoluto (se questo esiste) almeno per me.


La mia amica confidente mi consiglia di essere meno rigido, di esplorare, restando cauto e ponendo me al centro, essendo lui estremamente aderente all'immagine di sé che ha costruito.
Sono consapevole, non è una relazione duratura che immagino al momento.


Nell'ultimo mese da parte mia queste emozioni leggermente calate di intensità, notando in lui meno "risposta", sembra quasi voler sentire solo il mio interesse, senza aver volontà di concretezza.
Quando mi mostro distaccato, dopo una settimana si fa sentire con un pretesto qualsiasi.

Giorni fa si è creata la situazione perfetta: siamo rimasti soli, ma non è successo nulla, siamo diventati i perfetti colleghi, ho percepito il suo voler evitare ogni tipo di doppio senso.


Da una parte voglio esplorare questa situazione, sento di voler arrendermi agli eventi, dall'altra non voglio mettere in crisi la mia relazione per qualcosa che, almeno ufficialmente, non esiste.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 190
Gentile utente,
riducendo agli elementi essenziali la sua storia, abbiamo:
- lei con una relazione solida ma monotona
- un collega con indubbie capacità di affascinamento che le ha esercitate nel modo più classico: sfioramenti, abbracci, doppi sensi, tutto "intrigante, ma mai trasparente": in parole povere, quest'uomo ha esercitato su di lei le più smaccate tecniche di seduzione
- lei è stato al gioco, forse per capire dove si andava a finire, come capita a tanti, anche consigliato dall'amica confidente che l'ha invitato ad "esplorare, restando cauto e ponendo me al centro"
- ma lei non ha mai tradito, non è uomo da ambigui chiaroscuri, e così è finito in trappola: "provo tutte le sensazioni di un innamoramento, immaginando un rapporto fisico, ma anche mentale"
- vedendo che l'altro si faceva avanti e si ritirava: "sembra quasi voler sentire solo il mio interesse, senza aver volontà di concretezza" lei ha avuto una resipiscenza e si è tirato indietro
- ma al suo passo indietro, il seduttore si è slanciato in avanti, senza però mai compromettersi: come se volesse lasciare a lei il primo passo... o forse lo scivolone, dopo il quale magari le dirà: "Ma sei matto? Ma che cosa hai creduto?"
- oppure avrà inizio quella storia parallela che lei vagheggia con la fantasia, ma che in ogni caso sarà distruttiva della sua relazione, quanto meno perché azzererà tra lei e il partner la sincerità e la fiducia.
In conclusione, le ricordo che i seduttori esistono da sempre, e dal suo racconto sembrerebbe che di questo si tratti, e non di timorosa incertezza nel cominciare una storia d'amore.
Se questa ipotesi è giusta, forse il suo bel sogno non avrà alcun modo di realizzarsi, perché la figura coltivata nella fantasia non sarà mai quella che incontrerà nella realtà.
Immagino che al suo compagno lei non abbia detto nulla delle manovre del collega. Quando si crea questo silenzio, due possono essere le ragioni: o un'incallita abitudine al tradimento, o il fatto di essere caduto come un pollo nei lacci di un seduttore.
Rifletta che se lei si fosse innamorato di qualcuno con sincerità, senza stratagemmi, probabilmente ne avrebbe parlato lealmente al suo compagno. In questo caso sembra che abbia perso la facoltà di capire e quella di decidere.
Scrive: "Da una parte voglio esplorare questa situazione, sento di voler arrendermi agli eventi, dall'altra non voglio mettere in crisi la mia relazione per qualcosa che, almeno ufficialmente, non esiste".
Appunto. Forse dovrebbe demandare la decisione alla sua parte adulta.
Le faccio molti auguri. Se crede, ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottoressa, grazie per la risposta.
Al mio compagno tempo fa dicevo che avevo notato un certo interesse da parte del collega, di qualche mio sospetto, lo riferivo quando da parte mia non c'era nulla.
È un modo che abbiamo entrambi per stuzzicarci, farci ingelosire.


Sono molto abile nel capire le dinamiche degli altri, ma quando si tratta di me perdo ogni facoltà d'analisi!

Con disarmante lucidità mi ha definito per quello che sono, un volatile intrappolato.
Ripenso all'idea che mi sono fatto di lui, davvero l'ho idealizzato troppo, quasi come vittima da aiutare, ma forse è più vicino ad essere un carnefice.

Mi ha anche colpito quando mi consiglia di demandare alla mia parte adulta, in effetti dovrei sopire l'adolescente che è venuto fuori in questi mesi.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 190
Gentile utente,
chi è in preda ad una febbre più che sopire dovrebbe guarire.
Potrebbe intanto tentare un'esplorazione amichevole dei pensieri e delle esperienze dell'uomo che l'ha affascinata, il che vuol dire sottrarsi ad abbracci, sfioramenti, doppi sensi, per farlo invece parlare e conoscere la sua visione del mondo e le sue esperienze di vita.
Potrebbe uscirne una visione diversa, non crede? Sarebbe anche un modo per sottrarsi al ruolo della preda e chissà, diventare il seduttore.
L'altra strada, percorribile in contemporanea, è approfittare delle vacanze per fare un bel viaggio con il suo compagno e togliere la patina di polvere alla vostra relazione.
In ogni caso non dimentichi mai i pericoli di una relazione sul luogo di lavoro, specie iniziata con le pesanti remore dell'omosessualità e dei vostri legami con altri; tanto più che le relazioni adulterine, fragili e iridescenti come bolle di sapone, sembrano bellissime ma scoppiano sempre, e fanno male.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile dottoressa,
il mio desiderio col tempo è diventato proprio quello di capire cosa gli passa per la testa, com'è la sua vita, ma è ermetico, poche volte sono riuscito a condividere problematiche familiari (mie e sue)o a parlare di interessi comuni (che sono molti).

Il passaggio da preda a seduttore è la strategia consigliatami dalla mia amica, se in un primo momento sembrava accattivante, non saprei dire se voglio percorrerla.
Purtroppo col mio compagno quest'anno avremo pochissimi giorni insieme per le vacanze, ma pensavamo di trovare delle occasioni, anche fugaci, per viverci un po' di più.

A lavoro oggi ci sono state più occasioni, ma mi sono mostrato distaccato, o meglio ho mantenuto la distanza che ritengo opportuna per una amicizia.
Nel pomeriggio sono riuscito ad allontanarmi anche fisicamente, non so ancora se per attrarlo o perché voglio davvero allontanarlo.
Grazie davvero per i consigli.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 190
Prego, gentile utente.
Se crede, ci aggiorni.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com