Trovare lo psicologo giusto
Salve, in realtà più che un consulto scrivo qui perché sento il bisogno di essere ascoltata ed anche di avere un qualche confronto.
In pratica ho svolto i primi tre incontri con un psicologo, inizialmente durante il primo colloquio mi era sembrato "ok", anche se avevo già qualche dubbio che non andasse bene per me.
Questo perché in passato ho già affrontato un percorso psicologico con un altra professionista che aveva un approccio completamente diverso (per motivi di lontananza non ho potuto ricontattarla) con cui già dai primi incontri avevo stabilito quel feeling che credo sia necessario per fare terapia.
Il punto è che il lavoro che cerca di farmi fare principalmente questo professionista è legato a tecniche di rilassamento e di consapevolezza sul momento presente, io sento però di non necessitare di questo in questa fase della mia vita e lo percepisco un po' come un qualcosa "in più ".
Per cui credo di aver sbagliato in quanto avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi invece sono andata un po' alla ceca... Dunque nonostante i dubbi del primo incontro ho deciso di provare ancora, proprio perché era ancora presto per farmi completamente un'idea.
Fatto sta che ascoltando anche le mie sensazioni" di pancia "sento che non è quello giusto, inoltre ho la sensazione che mi sentirei più a mio agio con una collega donna.
Pertanto vorrei sapere se è piuttosto comune che già dalle prime sedute si decida di cambiare o se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio.
In pratica ho svolto i primi tre incontri con un psicologo, inizialmente durante il primo colloquio mi era sembrato "ok", anche se avevo già qualche dubbio che non andasse bene per me.
Questo perché in passato ho già affrontato un percorso psicologico con un altra professionista che aveva un approccio completamente diverso (per motivi di lontananza non ho potuto ricontattarla) con cui già dai primi incontri avevo stabilito quel feeling che credo sia necessario per fare terapia.
Il punto è che il lavoro che cerca di farmi fare principalmente questo professionista è legato a tecniche di rilassamento e di consapevolezza sul momento presente, io sento però di non necessitare di questo in questa fase della mia vita e lo percepisco un po' come un qualcosa "in più ".
Per cui credo di aver sbagliato in quanto avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi invece sono andata un po' alla ceca... Dunque nonostante i dubbi del primo incontro ho deciso di provare ancora, proprio perché era ancora presto per farmi completamente un'idea.
Fatto sta che ascoltando anche le mie sensazioni" di pancia "sento che non è quello giusto, inoltre ho la sensazione che mi sentirei più a mio agio con una collega donna.
Pertanto vorrei sapere se è piuttosto comune che già dalle prime sedute si decida di cambiare o se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio.
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Gentile utente,
da qui sappiamo di lei sicuramente meno dello psicologo che l'ha già vista tre volte, per cui sarebbe in ogni caso azzardato rispondere alla sua domanda. Questa domanda poi sembra porre un problema generale e non personale, l'unico che noi trattiamo, ed è costruita in termini non attinenti alla psicologia: "vorrei sapere se è piuttosto comune che già dalle prime sedute si decida di cambiare o se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio".
Ci sono diverse ragioni che possono far abbandonare un percorso psicologico in qualunque fase, e oltre a quelle statisticamente ricorrenti ce n'è di specifiche per ogni singolo caso.
Per questo la sua domanda, se sia o no comune abbandonare alle prime sedute, non ci dice altro che il suo timore di essere "fuori dalla norma", così come l'alternativa: "se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio" indica un atteggiamento critico verso sé stessa, forse sull'eco di rimproveri genitoriali a suoi "giudizi affrettati".
Ciò che possiamo rilevare dalla sue email è che lei, oltre a questi timori circa l'essere "normale" o "sbagliata", aveva già sullo psicologo "qualche dubbio che non andasse bene per me". Scrive: "avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi invece sono andata un po' alla ceca". Infine afferma che a sensazione "di pancia" questo psicologo non è quello giusto e che si sentirebbe più a suo agio con una donna.
Su tutto questo possiamo aiutarla con due considerazioni.
1. Lei si è trovata bene con un'altra psicologa ma non l'ha ricontattata per motivi di lontananza. Perché invece non lo fa? Molti professionisti operano online, oppure inviano a propri colleghi i pazienti che non possono seguire, creando così una continuità col lavoro svolto.
2. C'è un solo destinatario per i suoi dubbi e le sue domande: l'attuale terapeuta. Lei infatti scrive: "avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi". E chi potrebbe informare meglio un paziente su quale sia l'approccio più opportuno per lui, se non chi lo sta curando?
Molti auguri.
da qui sappiamo di lei sicuramente meno dello psicologo che l'ha già vista tre volte, per cui sarebbe in ogni caso azzardato rispondere alla sua domanda. Questa domanda poi sembra porre un problema generale e non personale, l'unico che noi trattiamo, ed è costruita in termini non attinenti alla psicologia: "vorrei sapere se è piuttosto comune che già dalle prime sedute si decida di cambiare o se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio".
Ci sono diverse ragioni che possono far abbandonare un percorso psicologico in qualunque fase, e oltre a quelle statisticamente ricorrenti ce n'è di specifiche per ogni singolo caso.
Per questo la sua domanda, se sia o no comune abbandonare alle prime sedute, non ci dice altro che il suo timore di essere "fuori dalla norma", così come l'alternativa: "se invece significa essere troppo affrettati nel giudizio" indica un atteggiamento critico verso sé stessa, forse sull'eco di rimproveri genitoriali a suoi "giudizi affrettati".
Ciò che possiamo rilevare dalla sue email è che lei, oltre a questi timori circa l'essere "normale" o "sbagliata", aveva già sullo psicologo "qualche dubbio che non andasse bene per me". Scrive: "avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi invece sono andata un po' alla ceca". Infine afferma che a sensazione "di pancia" questo psicologo non è quello giusto e che si sentirebbe più a suo agio con una donna.
Su tutto questo possiamo aiutarla con due considerazioni.
1. Lei si è trovata bene con un'altra psicologa ma non l'ha ricontattata per motivi di lontananza. Perché invece non lo fa? Molti professionisti operano online, oppure inviano a propri colleghi i pazienti che non possono seguire, creando così una continuità col lavoro svolto.
2. C'è un solo destinatario per i suoi dubbi e le sue domande: l'attuale terapeuta. Lei infatti scrive: "avrei dovuto informarmi maggiormente su che tipo di approccio cercassi". E chi potrebbe informare meglio un paziente su quale sia l'approccio più opportuno per lui, se non chi lo sta curando?
Molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 429 visite dal 04/06/2024.
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