Buongiorno, vorrei la vostra opinione in merito alla mia situazione

Buongiorno, sono figlia unica e senza cugini.

Ho 30 anni e non sono fidanzata.

La mia vita fin dai tempi della scuola non è mai stata piena di amicizie costanti, anche se sono una persona socievole, ho conosciuto gente che mi frequentava per un periodo per poi sparire e farsi la sua vita.

Questa situazione mi ha sempre fatto sentire invisibile e ne ho sofferto molto perché mi sono sentita costantemente sola, sento di non poter fare affidamento su nessuno tranne che sui miei genitori, i quali ultimamente non stanno molto bene di salute e io non ho nessun altro in famiglia con cui dividere gioie, dolori e affrontare da sola senza compagno e collaterali in famiglia la vita da un punto di vista materiale mi preoccupa.
La mia famiglia è povera, io ho un lavoro stabile ma non guadagno molto, inoltre non aver trovato un compagno di vita mi fa sentire sbagliata e più andrò avanti con l' età e più avrò difficoltà a trovare qualcuno, dato che le occasioni di socialità forzata come la scuola ormai sono passate.

Concludo dicendo che attualmente vivo con i miei genitori per riuscire a mettere da parte dei soldi dato che lavoro nel mio paese di provincia, anche se ho lavorato in altri posti per qualche anno ed ho vissuto da sola, un' esperienza che non mi è piaciuta molto perche' avevo delle intenzioni sociali solo durante il giorno a lavoro, anche se autonoma e indipendente vivere da sola accentua il mio senso di solitudine e quelle volte che uscivo in giro per la spesa o negozi mi sentivo a disagio.

Vorrei chiedervi se secondo voi queste mie preoccupazioni sono concrete o eccessive rispetto alla mia situazione e come poter migliorare la mia situazione di fatto.

Vi ringrazio.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei scrive che le sue amicizie, non numerose e non assidue, sono sparite e si sono fatta la loro vita. Come mai di questa vita, che usualmente contempla anche l'amicizia, lei ha cessato di far parte?
Ci dice anche che non è fidanzata, ma non dice se lo è stata e che genere di relazioni ha avuto.
Ci dice che è socievole, e tuttavia parla di sentirsi invisibile e "costantemente sola".
Eppure vive in un piccolo centro, dove le persone socievoli non fanno un passo senza incontrare amici e conoscenti.
Ha vissuto anche fuori per lavoro, condizione che fornisce ad una giovane donna che non sia morbosamente timida, o scontrosa, o fisicamente trascurata, molte occasioni di amicizia, flirt e legami sentimentali.
Lei ci chiede due cose: "se secondo voi queste mie preoccupazioni sono concrete o eccessive rispetto alla mia situazione e come poter migliorare la mia situazione di fatto".
Non ci ha detto se almeno in parte questo isolamento è stato una scelta; ci chiede però come poter migliorare la sua situazione.
Quali sono stati da parte sua i motivi di questo isolamento?
Quando ha vissuto in altre città per lavoro, viveva sola o con altri?
Oltre al lavoro, frequenta quei centri di aggregazione adulta (palestre, circoli culturali, sportivi e ricreativi, luoghi di volontariato, corsi di recitazione etc.) che favoriscono le conoscenze? Si serve dei social?
Ha cercato di conoscere meglio sé stessa nel colloquio con un* psicolog* o di sviluppare maggiormente le sue abilità comunicative nei vari corsi a ciò dedicati che si svolgono in presenza e anche online?
Attendiamo le sue risposte, per poterla meglio aiutare.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
perché spesso le amicizie si rivelavano false e opportuniste, non si creava un legame affettivo autentico, magari si fidanzavano e non ti salutavano più per strada, perché non gli interessava più, anche a scuola ho subito cattiverie e mi escludevano a causa dell' invidia di alcune compagne di classe solo perché avevo buoni voti ed ero educata. Ad oggi ho conoscenze e con alcune di queste usciamo il fine settimana, sono persone con cui esco per non rimanere chiusa in casa, ma non ci posso fare affidamento, non le ritengo serie (lo hanno dimostrato anche semplicemente nel non mantenere fede ad un impegno).
Non sono mai stata fidanzata perché avendo poche occasioni di socialità non ho conosciuto molta gente, inoltre quelli che si sono proposti a me non piacevano per costruire qualcosa di duraturo, mentre magari qualcuno che mi piaceva voleva "niente di serio".
Quando ho lavorato fuori ho vissuto da sola e occasioni di amicizia, flirt e legami sentimentali non si sono create. Ho frequentato anche una palestra, ma dalla socialità sul lavoro o nei luoghi di ritrovo poi non è automatico crearsi un' amicizia all' esterno in un posto nuovo e le persone hanno la loro vita, non è semplice essere introdursi soprattutto se sanno che andrai via di lì a breve.
P.s. in realtà non vivo in paese ma nella periferia e da quando ho 18 anni esco con l' auto per poter fare un giro nel centro.
Avevo dei social, ma da qualche anno li ho chiusi perché li ritengo inutili, la gente sui social si fa i fatti tuoi e pubblica cose per apparire, non si creano legami reali spesso, solo chat momentanee.
Nel mio paese oltre alla palestra non ci sono altri centri per i giovani, in città sicuramente ci sono più opportunità...corsi, associazioni, ecc, ho provato a fare il possibile anche perché non sono chiusa anzi chi mi conosce mi definisce molto determinata e simpatica, dall' esterno questa mia sofferenza non traspare, non la sospetterebbe nessuno.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
grazie dei chiarimenti, anche se contraddittori: "in realtà non vivo in paese ma nella periferia" seguito da "Nel mio paese oltre alla palestra non ci sono altri centri per i giovani, in città sicuramente ci sono più opportunità".
Allo stesso modo lei dice: "chi mi conosce mi definisce molto determinata e simpatica", però è sola fin da quando era piccola: "a scuola ho subito cattiverie e mi escludevano a causa dell' invidia".
Tutto l'insieme rimanda ad una situazione nota a noi psicologi: ad aspettative troppo alte, per cui lei cerca solo "legami affettivi autentici", non si associa una sua genuina capacità di affetto, infatti esce con certe persone "per non rimanere chiusa in casa, ma non ci posso fare affidamento, non le ritengo serie".
Questo viene ancora peggiorato nei confronti dei possibili partners: se sono "seri" non le piacciono, e se le piacciono non sono seri.
La linea del cambiamento, se lei vuole attuarlo, passa attraverso una presa di coscienza degli schemi disfunzionali che fin qui hanno dominato la sua vita.
Ovviamente, questo guardarsi dall'esterno non lo può attuare da sola.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
Nel senso che è la periferia del paese, non è contraddittorio ma una specifica per darle più informazioni possibili, ovvio che vado in paese se devo frequentare una palestra.
Non credo ci sia niente di male nel ricercare affetti autentici, anche se nella società spesso si creano rapporti d'interesse e opportunismo, l'ho sperimentato su di me purtroppo, mi sta anche dicendo che ho aspettative troppo alte e che sono io quella non capace di dare affetto autentico, quando non mi conosce nemmeno e ci sono libri noti su una società "liquida" che si riversa ahimè anche nei rapporti affettivi.
Non c'è niente di male a voler uscire con persone anche se non le ritengo amicizie, perché l' alternativa sarebbe rinchiudersi in casa e non mi sembra proprio il caso, semplicemente mi adeguo.
Ritenevo che uno psicologo dovesse e potesse dare un consiglio sul miglioramento di una situazione non un giudizio fine a se stesso.
La ringrazio per aver speso il suo prezioso tempo.
Saluti.
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
temo che una delle ipotesi da me prospettate in #1 come motivo per cui ha difficoltà a costruirsi dei legami sia verificata dalla sua risposta.
Quanto alla sua aspettativa "che uno psicologo dovesse e potesse dare un consiglio sul miglioramento di una situazione non un giudizio fine a se stesso", si tranquillizzi. Non è un giudizio l'analisi di una tendenza comportamentale o di uno schema mentale, bensì un'ipotesi operativa, in vista di indicare un metodo idoneo a migliorare la situazione.
Questo metodo -o "consiglio", come lei vuol chiamarlo- è presente in #3.
Glielo riporto di nuovo: "La linea del cambiamento, se lei vuole attuarlo, passa attraverso una presa di coscienza degli schemi disfunzionali che fin qui hanno dominato la sua vita. Ovviamente, questo guardarsi dall'esterno non lo può attuare da sola".
Non è un consiglio, come vede, ma l'indicazione di un metodo terapeutico; sta a lei accedervi o meno. Gli psicologi non danno consigli: cercano di aiutare chi li consulta a guardare la realtà da altri punti di vista e indicano gli strumenti terapeutici per farlo se si sono create delle resistenze.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
Utente
Utente
Se riterrò opportuno spendere dei soldi per intraprendere un percorso sicuramente sceglierò accuratamente il professionista a cui affidarmi, oltre ai costi e alle competenze di studio, il sapersi porre per ottenere la fiducia del paziente e soprattutto il rapporto empatico sono alla base per la riuscita del percorso.
Le auguro una buona serata.