Attaccamento affettivo nei confronti del proprio medico
Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni, ed è da qualche mese ormai che vado regolarmente a visita dal mio ginecologo per risolvere un problema di salute.
Nel corso del tempo il nostro rapporto si è fatto più stretto, nel senso che si scherza e lui mi ha raccontato qualche cosa su di sé.
Adesso il nostro percorso sta per concludersi, o meglio, ci vedremo con meno frequenza, e la cosa mi fa stare male.
Mi piacerebbe conoscerlo meglio al di fuori del rapporto medico - paziente, perché mi sta simpatico e sembra una persona molto interessante, ma mi rendo conto che la cosa è inattuabile per tutta una serie di motivi, oltretutto lui avendo una famiglia con moglie e figli non vorrei che fraintendesse questo mio interesse nei suoi confronti.
Non so come comportarmi e come farmi passare questo interesse nei suoi confronti, ringrazio chi saprà aiutarmi.
Nel corso del tempo il nostro rapporto si è fatto più stretto, nel senso che si scherza e lui mi ha raccontato qualche cosa su di sé.
Adesso il nostro percorso sta per concludersi, o meglio, ci vedremo con meno frequenza, e la cosa mi fa stare male.
Mi piacerebbe conoscerlo meglio al di fuori del rapporto medico - paziente, perché mi sta simpatico e sembra una persona molto interessante, ma mi rendo conto che la cosa è inattuabile per tutta una serie di motivi, oltretutto lui avendo una famiglia con moglie e figli non vorrei che fraintendesse questo mio interesse nei suoi confronti.
Non so come comportarmi e come farmi passare questo interesse nei suoi confronti, ringrazio chi saprà aiutarmi.
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Gentile utente,
spesso in un lungo rapporto di cura condotto con professionalità e umanità il paziente "regredisce", nel senso che torna bambino, adagiandosi nella rassicurante certezza di potersi affidare a qualcuno che si occupa del suo benessere.
Quando il percorso ha termine risulta doloroso lasciare questa figura, nel migliore dei casi percepita come amichevole/paterna, e quando la cura è quella della psiche investita tramite il transfert di tutti i possibili significati, compresi quelli erotico-sentimentali.
Nel suo caso, trattandosi di una cura somatica, il curante ha potuto concedere spazio a scherzi e confidenze che in un rapporto di cura della psiche si evitano, conoscendone i rischi, che sono diversi e nocivi per il percorso terapeutico stesso.
Niente di strano che lei si sia affezionata alla persona che l'ha curata; d'altro canto un medico non può iniziare un'amicizia con ogni paziente al quale ha offerto la sua simpatia, né attuare vistose disparità di trattamento: accettare gli inviti a cena di uno e negarsi all'altro.
Inoltre anche nel rapporto con un curante del corpo possono crearsi ambiguità, e tanto più un medico serio non va oltre la cordiale umanità che occorre per far sentire il paziente a suo agio.
Lei comunque avrà modo di rivedere il dottore, così come di fargli gli auguri a Pasqua e a Natale.
Coltivi amicizie e affetti con più vigore fuori da quell'ambito, ora che è guarita, e non faccia al suo medico il torto di ripagarlo con nostalgie e rimpianto anziché con gratitudine.
Buone cose.
spesso in un lungo rapporto di cura condotto con professionalità e umanità il paziente "regredisce", nel senso che torna bambino, adagiandosi nella rassicurante certezza di potersi affidare a qualcuno che si occupa del suo benessere.
Quando il percorso ha termine risulta doloroso lasciare questa figura, nel migliore dei casi percepita come amichevole/paterna, e quando la cura è quella della psiche investita tramite il transfert di tutti i possibili significati, compresi quelli erotico-sentimentali.
Nel suo caso, trattandosi di una cura somatica, il curante ha potuto concedere spazio a scherzi e confidenze che in un rapporto di cura della psiche si evitano, conoscendone i rischi, che sono diversi e nocivi per il percorso terapeutico stesso.
Niente di strano che lei si sia affezionata alla persona che l'ha curata; d'altro canto un medico non può iniziare un'amicizia con ogni paziente al quale ha offerto la sua simpatia, né attuare vistose disparità di trattamento: accettare gli inviti a cena di uno e negarsi all'altro.
Inoltre anche nel rapporto con un curante del corpo possono crearsi ambiguità, e tanto più un medico serio non va oltre la cordiale umanità che occorre per far sentire il paziente a suo agio.
Lei comunque avrà modo di rivedere il dottore, così come di fargli gli auguri a Pasqua e a Natale.
Coltivi amicizie e affetti con più vigore fuori da quell'ambito, ora che è guarita, e non faccia al suo medico il torto di ripagarlo con nostalgie e rimpianto anziché con gratitudine.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 643 visite dal 04/06/2024.
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