Sono fidanzata da molto tempo e sento di non aver vissuto tutto quello che potevo
Buonasera a tutte e a tutti
sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata da 11 anni.
Lui è una persona importantissima per me, lo amo e abbiamo una relazione splendida.
Non è geloso di me e io non lo sono di lui, rispetta i miei tempi, abbiamo le stesse prospettive a lungo termine, ci piace passare del tempo assieme e ci piace altrettanto stare per conto nostro.
Abbiamo alle spalle entrambi un passato familiare problematico e poco felice, che però ci unisce molto.
Non penso di star smettendo di amarlo, non ho nessun altro per la testa.
Mi sta succedendo spesso ultimamente però di sentire una sorta di mancanza - che non dipende da lui, ma ad un pezzo abbondante della mia vita che è come se non ci sia stata.
E di nuovo: non per colpa sua.
I miei genitori hanno divorziato qualche anno prima di conoscerlo, mio padre è sempre stato un uomo negligente (da quel momento molto di più) e mia madre è caduta per molti anni in una depressione maggiore che le impediva di fare le cose più basilari e prendersi cura di mia sorella.
Mi sento di non essere stata una ragazzina ""normale"" - anche se so perfettamente che come si suol dire poteva andare peggio! anche perché durante questo periodo mi è stato materialmente tanto accanto e senza di lui sarebbe stato probabilmente ancora più un disastro).
Mi sono buttata fuori casa appena la situazione è rientrata e mi è stato possibile, quindi più o meno durante l'università.
Adesso conviviamo e siamo molto sereni: paradossalmente è proprio ora che è tutto tranquillo che monta una sorta di frustrazione per tutte le cose che non ho potuto fare prima.
Le potrei fare adesso, e sono molto stimolata a perseguire i miei obbiettivi e provare a fare cose nuove,.
Però ho come una sorta di blocco che mi dice che comunque non è giusto le provi tutte.
Ad esempio, non sono mai stata in discoteca.
E potrei farlo anche adesso.
Allo stesso tempo però mi rendo conto che alcune delle cose che vorrei fare non sono corrette nei suoi confronti.
Per esempio, l'idea di ballare o anche baciare un* sconosciut* in un qualche modo mi attira - anche perché mi sento molto estremamente sicura che non cambierebbe quello che provo per lui, che credo sia ben oltre il mero contatto fisico.
Allo stesso tempo, mi sento molto in colpa per questa curiosità che non solo mi sembra scorretta verso di lui, ma in un certo modo anche immatura e che dovrebbe essersi ormai ""anagraficamente"" esaurita.
Inizierò il prima possibile un percorso di terapia, perché mi capita di pensarci relativamente da poco e in concomitanza ad altre questioni che ci vanno a braccetto, che invece tornano in modo ciclico.
Oggi per esempio mi è ripartito questo ciclo di pensieri e ho provato a scrivere per sentire qualche prima opinione!
Spero che quello che ho detto abbia minimamente senso e grazie mille a tutt* per l'attenzione <3
sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata da 11 anni.
Lui è una persona importantissima per me, lo amo e abbiamo una relazione splendida.
Non è geloso di me e io non lo sono di lui, rispetta i miei tempi, abbiamo le stesse prospettive a lungo termine, ci piace passare del tempo assieme e ci piace altrettanto stare per conto nostro.
Abbiamo alle spalle entrambi un passato familiare problematico e poco felice, che però ci unisce molto.
Non penso di star smettendo di amarlo, non ho nessun altro per la testa.
Mi sta succedendo spesso ultimamente però di sentire una sorta di mancanza - che non dipende da lui, ma ad un pezzo abbondante della mia vita che è come se non ci sia stata.
E di nuovo: non per colpa sua.
I miei genitori hanno divorziato qualche anno prima di conoscerlo, mio padre è sempre stato un uomo negligente (da quel momento molto di più) e mia madre è caduta per molti anni in una depressione maggiore che le impediva di fare le cose più basilari e prendersi cura di mia sorella.
Mi sento di non essere stata una ragazzina ""normale"" - anche se so perfettamente che come si suol dire poteva andare peggio! anche perché durante questo periodo mi è stato materialmente tanto accanto e senza di lui sarebbe stato probabilmente ancora più un disastro).
Mi sono buttata fuori casa appena la situazione è rientrata e mi è stato possibile, quindi più o meno durante l'università.
Adesso conviviamo e siamo molto sereni: paradossalmente è proprio ora che è tutto tranquillo che monta una sorta di frustrazione per tutte le cose che non ho potuto fare prima.
Le potrei fare adesso, e sono molto stimolata a perseguire i miei obbiettivi e provare a fare cose nuove,.
Però ho come una sorta di blocco che mi dice che comunque non è giusto le provi tutte.
Ad esempio, non sono mai stata in discoteca.
E potrei farlo anche adesso.
Allo stesso tempo però mi rendo conto che alcune delle cose che vorrei fare non sono corrette nei suoi confronti.
Per esempio, l'idea di ballare o anche baciare un* sconosciut* in un qualche modo mi attira - anche perché mi sento molto estremamente sicura che non cambierebbe quello che provo per lui, che credo sia ben oltre il mero contatto fisico.
Allo stesso tempo, mi sento molto in colpa per questa curiosità che non solo mi sembra scorretta verso di lui, ma in un certo modo anche immatura e che dovrebbe essersi ormai ""anagraficamente"" esaurita.
Inizierò il prima possibile un percorso di terapia, perché mi capita di pensarci relativamente da poco e in concomitanza ad altre questioni che ci vanno a braccetto, che invece tornano in modo ciclico.
Oggi per esempio mi è ripartito questo ciclo di pensieri e ho provato a scrivere per sentire qualche prima opinione!
Spero che quello che ho detto abbia minimamente senso e grazie mille a tutt* per l'attenzione <3
[#1]
Gentile utente,
avrà notato che da giorni il suo quesito viene letto e accantonato.
La spiego il motivo per cui non troverà facilmente una risposta, dopodiché starà a Lei cambiare le cose o restare in questa situazione di stallo.
Lei esordisce scrivendo: "sono una ragazza di 27 anni". Ma il professionista guardando la sua scheda ha appreso che lei invece è un uomo di 28 anni.
Ora vede, gentile utente, ci sono certo degli ambiti in cui essere uomo o donna è equivalente, in cui l'età non conta, il sovrappeso e il sottopeso meno ancora.
Tuttavia non è così per un sito di medici e di psicologi. Per porre quesiti a questi professionisti, non casualmente si chiede di fornire certi dati.
Aggiungo che in caso di richieste nel settore Psicologia è importante anche sapere se l'utente non è stato in grado di creare un proprio account, oppure ha preferito mentire, o ha bisogno di nascondersi dietro dati falsi, e potrei continuare con svariate ipotesi che se verificate darebbero luogo a risposte molto diverse.
Spiegato questo, a lei e a tutti quelli che ci leggono, decida se può e vuole rendere coerenti la sua scheda e la sua richiesta. Noi siamo qui.
Buone cose.
avrà notato che da giorni il suo quesito viene letto e accantonato.
La spiego il motivo per cui non troverà facilmente una risposta, dopodiché starà a Lei cambiare le cose o restare in questa situazione di stallo.
Lei esordisce scrivendo: "sono una ragazza di 27 anni". Ma il professionista guardando la sua scheda ha appreso che lei invece è un uomo di 28 anni.
Ora vede, gentile utente, ci sono certo degli ambiti in cui essere uomo o donna è equivalente, in cui l'età non conta, il sovrappeso e il sottopeso meno ancora.
Tuttavia non è così per un sito di medici e di psicologi. Per porre quesiti a questi professionisti, non casualmente si chiede di fornire certi dati.
Aggiungo che in caso di richieste nel settore Psicologia è importante anche sapere se l'utente non è stato in grado di creare un proprio account, oppure ha preferito mentire, o ha bisogno di nascondersi dietro dati falsi, e potrei continuare con svariate ipotesi che se verificate darebbero luogo a risposte molto diverse.
Spiegato questo, a lei e a tutti quelli che ci leggono, decida se può e vuole rendere coerenti la sua scheda e la sua richiesta. Noi siamo qui.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 504 visite dal 02/06/2024.
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