Come dovrei comportarmi?
Buonasera a tutti, mi trovo in una situazione non semplice
Attualmente sono fidanzato con una ragazza da 1 anno e mezzo.
Nel periodo in cui iniziammo a frequentarci io vivevo un profondo combattimento interno per capire cosa volessi fare nella vita, fra le tante ragazze che cercavano di approcciarmi decisi di scegliere lei perché pensai che mi potesse capire, da li in poi iniziò la frequentazione che si trasformò in fidanzamento.
In poco tempo lei mi disse il fantomatico ti amo e in quel momento con una stretta allo stomaco lo ricambiai, sostenendo la tesi che intendevo scegliere lei e amare lei così per come era perché riconoscevo che lei potesse essere veramente la donna capace di sostenermi.
Dopo poco tempo abbiamo conosciuto ciascuno le proprie famiglie e da li in poi è stato come essere sposati vale a dire che quando c’era un’evento familiare dovevamo essere presenti, ma dall’altro lato per via di orari stringenti (per lei) viviamo un fidanzamento di corsa a mio avviso.
Premetto che da quando abbiamo iniziato la relazione, per motivi di lavoro io viaggio tutti i giorni e in oltre studio all’università.
Di conseguenza il tempo a disposizione è veramente poco sia per vedere lei che per curare i miei bisogni.
Da un pò di tempo a questa parte sento di aver perso interesse, non mi riconosco vorrei scappare da questa relazione perché mi sento oppresso mi sento in gabbia, so che è brutto da dire ma il mio stato d’animo è questo.
Negli ultimi giorni la cosa che mi ha spaventato è stata che ho iniziato a guardare con un occhio diverso le altre ragazze, in modo particolare penso che mi stia infatuando di una collega Ora, non so cosa fare, da un lato non voglio che tutto quello che abbiamo costruito in questo tempo venga buttato al vento, ma dall’altro lato ho voglia di divertirmi rilassarmi e stare senza pensieri So che dovrei chiedere un consulto fisicamente ad uno psicologo ma non ne ho materialmente il tempo, penso invece che con la mia ragazza i possibili problemi siano lo spazio di coppia solo per noi ed il dialogo, ma credetemi il solo pensiero che io debba affrontare questo mi mette una terribile ansia e la voglia di scappare.
Cosa dovrei fare?
Grazie a tutti e scusate lo sfogo
Attualmente sono fidanzato con una ragazza da 1 anno e mezzo.
Nel periodo in cui iniziammo a frequentarci io vivevo un profondo combattimento interno per capire cosa volessi fare nella vita, fra le tante ragazze che cercavano di approcciarmi decisi di scegliere lei perché pensai che mi potesse capire, da li in poi iniziò la frequentazione che si trasformò in fidanzamento.
In poco tempo lei mi disse il fantomatico ti amo e in quel momento con una stretta allo stomaco lo ricambiai, sostenendo la tesi che intendevo scegliere lei e amare lei così per come era perché riconoscevo che lei potesse essere veramente la donna capace di sostenermi.
Dopo poco tempo abbiamo conosciuto ciascuno le proprie famiglie e da li in poi è stato come essere sposati vale a dire che quando c’era un’evento familiare dovevamo essere presenti, ma dall’altro lato per via di orari stringenti (per lei) viviamo un fidanzamento di corsa a mio avviso.
Premetto che da quando abbiamo iniziato la relazione, per motivi di lavoro io viaggio tutti i giorni e in oltre studio all’università.
Di conseguenza il tempo a disposizione è veramente poco sia per vedere lei che per curare i miei bisogni.
Da un pò di tempo a questa parte sento di aver perso interesse, non mi riconosco vorrei scappare da questa relazione perché mi sento oppresso mi sento in gabbia, so che è brutto da dire ma il mio stato d’animo è questo.
Negli ultimi giorni la cosa che mi ha spaventato è stata che ho iniziato a guardare con un occhio diverso le altre ragazze, in modo particolare penso che mi stia infatuando di una collega Ora, non so cosa fare, da un lato non voglio che tutto quello che abbiamo costruito in questo tempo venga buttato al vento, ma dall’altro lato ho voglia di divertirmi rilassarmi e stare senza pensieri So che dovrei chiedere un consulto fisicamente ad uno psicologo ma non ne ho materialmente il tempo, penso invece che con la mia ragazza i possibili problemi siano lo spazio di coppia solo per noi ed il dialogo, ma credetemi il solo pensiero che io debba affrontare questo mi mette una terribile ansia e la voglia di scappare.
Cosa dovrei fare?
Grazie a tutti e scusate lo sfogo
[#1]
Gentile utente,
mi sembra che lei stia vivendo una crisi relazionale inevitabile, e che ne comprenda bene le linee fondamentali, dalla nascita di questo legame al suo concretizzarsi, fino all'esito attuale. Mi sembra inoltre che lei identifichi i dubbi che la fanno soffrire e anche le possibili soluzioni.
Provo a raccontare la sua storia con la tecnica dello storytelling, ossia con quella narrazione che dà ordine ai fatti esplicitandone le motivazioni e i nodi problematici. Mi chiarisca se si riconosce in questa ricostruzione, oppure la corregga e la completi.
Dunque lei in quella fase della vita giovanile in cui ci si chiede quali scelte fare in vari campi, tra le ragazze che le girano intorno decide di iniziare la frequentazione di quella che le appare la più idonea a supportare le decisioni che va elaborando: immagino nel campo dello studio, del lavoro, dell'abitazione, dei rapporti con la famiglia d'origine, etc.
La cosa prende subito un'andatura accelerata, sfuggendole di mano; non il rapporto sereno e senza impegno che lei avrebbe preferito. La ragazza parla subito d'amore e lei accondiscende, ma senza convinzione né slancio, forzandosi razionalmente a credere che lei è "quella giusta".
Peggio ancora, il vostro legame viene subito sottoposto agli obblighi di un fidanzamento ufficiale, o peggio di un matrimonio: presentazione alle rispettive famiglie e da lì una serie di obblighi a partecipare alle varie ricorrenze familiari, fino a trascurare la vostra relazione, che era invece ancora tutta da scoprire e da costruire.
In pratica, da un rapporto cominciato senza grande coinvolgimento, ma che avrebbe avuto bisogno di tempo e di incontri a due per essere valutato, vi siete trovati proiettati nella più costrittiva condizione matrimoniale, quella in cui la coppia non ha nemmeno più tempo per sé stessa.
Per una coppia matura il tempo per conoscersi c'è stato prima, e ad inibire la spensieratezza sono i figli e il lavoro. Voi invece avete sacrificato la fase iniziale della vostra conoscenza, e tutto il vostro tempo, sull'altare di strettoie volute... da chi? Non dalle famiglie, spero, perché è contrario a ogni buon senso "mettersi in casa", come si diceva un tempo, quel fidanzato o quella fidanzata che sono ancora poco più di un flirt.
Allora chi ha determinato questo perdere voi stessi, i vostri bisogni sia individuali che di coppia a vantaggio dei rapporti con le famiglie?
In pratica, nell'età in cui ci si emancipa dalla propria famiglia, voi vi siete consegnati come prigionieri a ben due famiglie d'origine?
Lei avverte la strettoia in cui è incappato: "sento di aver perso interesse, non mi riconosco vorrei scappare da questa relazione perché mi sento oppresso mi sento in gabbia". Lo credo bene.
Aggiunge: "ho iniziato a guardare con un occhio diverso le altre ragazze, in modo particolare penso che mi stia infatuando di una collega".
Ovvio anche questo. Non solo lei ha iniziato troppo giovane un rapporto che non desiderava, ma peggio ancora non ha potuto curare questo rapporto, farlo crescere, perché altri impegni ve lo hanno impedito.
Era prevedibile che studio e lavoro, ossia la costruzione della realtà adulta, vi togliessero il tempo per occuparvi della vostra relazione, e molti fidanzamenti precoci finiscono proprio per queste altre priorità.
Ma voi ci avete aggiunto il carico da novanta degli impegni con le rispettive famiglie, assolutamente fuori tempo e fuori luogo.
Ed eccoci al doloroso bivio che in casi come il suo paralizza ogni decisione: "da un lato non voglio che tutto quello che abbiamo costruito in questo tempo venga buttato al vento, ma dall’altro lato ho voglia di divertirmi rilassarmi e stare senza pensieri".
Purtroppo, caro ragazzo, avete costruito una gabbia. Niente di strano che lei voglia evadere. Forse sarebbe successo in ogni caso che lei scoprisse il bisogno di altre conoscenze, altri amori, in pratica la voglia di vivere adesso quello che non c'è stato anni fa. Certamente però l'andamento costrittivo e mutilante che avete impresso al vostro rapporto non ha aiutato a considerarlo un'allegra esperienza giovanile da far maturare nei tempi giusti.
Lei conclude pensando ad uno psicologo; più assennata sembrerebbe l'idea di parlare con la sua ragazza di "spazio di coppia solo per noi e dialogo".
Senonché, alla prospettiva di parlare con la ragazza "il solo pensiero che io debba affrontare questo mi mette una terribile ansia e la voglia di scappare".
E allora c'è proprio qualcosa che non va, o in lei o nella relazione.
A questo punto l'idea di farsi supportare da uno psicologo potrebbe essere vincente, per non rompere le uova prima di aver deciso se vuol fare davvero la frittata.
Il suo tempo limitato non può essere un problema: talvolta bastano pochi consulti, all'ora che le è più comoda, anche di sera e anche online.
Auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
mi sembra che lei stia vivendo una crisi relazionale inevitabile, e che ne comprenda bene le linee fondamentali, dalla nascita di questo legame al suo concretizzarsi, fino all'esito attuale. Mi sembra inoltre che lei identifichi i dubbi che la fanno soffrire e anche le possibili soluzioni.
Provo a raccontare la sua storia con la tecnica dello storytelling, ossia con quella narrazione che dà ordine ai fatti esplicitandone le motivazioni e i nodi problematici. Mi chiarisca se si riconosce in questa ricostruzione, oppure la corregga e la completi.
Dunque lei in quella fase della vita giovanile in cui ci si chiede quali scelte fare in vari campi, tra le ragazze che le girano intorno decide di iniziare la frequentazione di quella che le appare la più idonea a supportare le decisioni che va elaborando: immagino nel campo dello studio, del lavoro, dell'abitazione, dei rapporti con la famiglia d'origine, etc.
La cosa prende subito un'andatura accelerata, sfuggendole di mano; non il rapporto sereno e senza impegno che lei avrebbe preferito. La ragazza parla subito d'amore e lei accondiscende, ma senza convinzione né slancio, forzandosi razionalmente a credere che lei è "quella giusta".
Peggio ancora, il vostro legame viene subito sottoposto agli obblighi di un fidanzamento ufficiale, o peggio di un matrimonio: presentazione alle rispettive famiglie e da lì una serie di obblighi a partecipare alle varie ricorrenze familiari, fino a trascurare la vostra relazione, che era invece ancora tutta da scoprire e da costruire.
In pratica, da un rapporto cominciato senza grande coinvolgimento, ma che avrebbe avuto bisogno di tempo e di incontri a due per essere valutato, vi siete trovati proiettati nella più costrittiva condizione matrimoniale, quella in cui la coppia non ha nemmeno più tempo per sé stessa.
Per una coppia matura il tempo per conoscersi c'è stato prima, e ad inibire la spensieratezza sono i figli e il lavoro. Voi invece avete sacrificato la fase iniziale della vostra conoscenza, e tutto il vostro tempo, sull'altare di strettoie volute... da chi? Non dalle famiglie, spero, perché è contrario a ogni buon senso "mettersi in casa", come si diceva un tempo, quel fidanzato o quella fidanzata che sono ancora poco più di un flirt.
Allora chi ha determinato questo perdere voi stessi, i vostri bisogni sia individuali che di coppia a vantaggio dei rapporti con le famiglie?
In pratica, nell'età in cui ci si emancipa dalla propria famiglia, voi vi siete consegnati come prigionieri a ben due famiglie d'origine?
Lei avverte la strettoia in cui è incappato: "sento di aver perso interesse, non mi riconosco vorrei scappare da questa relazione perché mi sento oppresso mi sento in gabbia". Lo credo bene.
Aggiunge: "ho iniziato a guardare con un occhio diverso le altre ragazze, in modo particolare penso che mi stia infatuando di una collega".
Ovvio anche questo. Non solo lei ha iniziato troppo giovane un rapporto che non desiderava, ma peggio ancora non ha potuto curare questo rapporto, farlo crescere, perché altri impegni ve lo hanno impedito.
Era prevedibile che studio e lavoro, ossia la costruzione della realtà adulta, vi togliessero il tempo per occuparvi della vostra relazione, e molti fidanzamenti precoci finiscono proprio per queste altre priorità.
Ma voi ci avete aggiunto il carico da novanta degli impegni con le rispettive famiglie, assolutamente fuori tempo e fuori luogo.
Ed eccoci al doloroso bivio che in casi come il suo paralizza ogni decisione: "da un lato non voglio che tutto quello che abbiamo costruito in questo tempo venga buttato al vento, ma dall’altro lato ho voglia di divertirmi rilassarmi e stare senza pensieri".
Purtroppo, caro ragazzo, avete costruito una gabbia. Niente di strano che lei voglia evadere. Forse sarebbe successo in ogni caso che lei scoprisse il bisogno di altre conoscenze, altri amori, in pratica la voglia di vivere adesso quello che non c'è stato anni fa. Certamente però l'andamento costrittivo e mutilante che avete impresso al vostro rapporto non ha aiutato a considerarlo un'allegra esperienza giovanile da far maturare nei tempi giusti.
Lei conclude pensando ad uno psicologo; più assennata sembrerebbe l'idea di parlare con la sua ragazza di "spazio di coppia solo per noi e dialogo".
Senonché, alla prospettiva di parlare con la ragazza "il solo pensiero che io debba affrontare questo mi mette una terribile ansia e la voglia di scappare".
E allora c'è proprio qualcosa che non va, o in lei o nella relazione.
A questo punto l'idea di farsi supportare da uno psicologo potrebbe essere vincente, per non rompere le uova prima di aver deciso se vuol fare davvero la frittata.
Il suo tempo limitato non può essere un problema: talvolta bastano pochi consulti, all'ora che le è più comoda, anche di sera e anche online.
Auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Dottoressa la ringrazio per la risposta innanzi tutto
Penso che il perdere noi stessi sia stata una conseguenza della mia assertività, vale a dire che erroneamente ho pensato che fossero cose giuste, dal conoscere un genitore al conoscere un parente in così poco tempo. Da questo ne dipende tutta un escalation ovvero che da li in poi è stata, mi lasci dire, una continua evoluzione della cosa in senso negativo
Io dottoressa, non le nascondo che quando la guardo e penso alla sua famiglia e vedo tutto l’affetto nei miei confronti penso ma davvero sono disposto a lasciare tutto questo? .
Dall’altra parte però ho una grande necessità di spazi, ho la necessità di avere del tempo per me, di riscoprire me stesso.
Riconosco però che la relazione deve essere tra me e lei e non tra me lei e la famiglia.
Quando sono solo vorrei stare ancora più solo.
Correlo questo anche ad una mancanza di libido e mi lasci dire che non penso sia normale soprattutto alla mia età molto spesso quando siamo soli mi annoio, vorrei andarmene le confermo in oltre che durante tutta la relazione ho avuto un senso di fuga . Più volte in passato ho pensato di chiuderla per alcuni motivi (stress indotto da orari stretti per il mio stile di vita), ma parlandone con lei riconoscevo la necessità di questa relazione per me e di conseguenza, visto che alcuni vincoli non possono essere cambiati, decisi in quelle situazioni di ingoiare il boccone amaro . Oggi di diverso c’è che ho raggiunto un livello di pensiero in cui dico ma io devo davvero arrivare al matrimonio per essere libero e fare quello che voglio io con la mia ragazza, quindi devo sposarmi per vivere un fidanzamento? E la risposta spontanea è: ASSOLUTAMENTE NO.
Quindi facendo un attimo un excursus convengo con lei nel dover parlare con la mia ragazza per spiegarle come mi sento io dentro, il mio senso di fuga e tutte le pressioni che sento addosso.
La ringrazio davvero per la risposta e la guida.
Se ha ancora qualche altro consiglio per me, o comunque individuare qualche altra spiegazione (mi lasci passare il termine) io sono disponibile ad ascoltare.
Penso che il perdere noi stessi sia stata una conseguenza della mia assertività, vale a dire che erroneamente ho pensato che fossero cose giuste, dal conoscere un genitore al conoscere un parente in così poco tempo. Da questo ne dipende tutta un escalation ovvero che da li in poi è stata, mi lasci dire, una continua evoluzione della cosa in senso negativo
Io dottoressa, non le nascondo che quando la guardo e penso alla sua famiglia e vedo tutto l’affetto nei miei confronti penso ma davvero sono disposto a lasciare tutto questo? .
Dall’altra parte però ho una grande necessità di spazi, ho la necessità di avere del tempo per me, di riscoprire me stesso.
Riconosco però che la relazione deve essere tra me e lei e non tra me lei e la famiglia.
Quando sono solo vorrei stare ancora più solo.
Correlo questo anche ad una mancanza di libido e mi lasci dire che non penso sia normale soprattutto alla mia età molto spesso quando siamo soli mi annoio, vorrei andarmene le confermo in oltre che durante tutta la relazione ho avuto un senso di fuga . Più volte in passato ho pensato di chiuderla per alcuni motivi (stress indotto da orari stretti per il mio stile di vita), ma parlandone con lei riconoscevo la necessità di questa relazione per me e di conseguenza, visto che alcuni vincoli non possono essere cambiati, decisi in quelle situazioni di ingoiare il boccone amaro . Oggi di diverso c’è che ho raggiunto un livello di pensiero in cui dico ma io devo davvero arrivare al matrimonio per essere libero e fare quello che voglio io con la mia ragazza, quindi devo sposarmi per vivere un fidanzamento? E la risposta spontanea è: ASSOLUTAMENTE NO.
Quindi facendo un attimo un excursus convengo con lei nel dover parlare con la mia ragazza per spiegarle come mi sento io dentro, il mio senso di fuga e tutte le pressioni che sento addosso.
La ringrazio davvero per la risposta e la guida.
Se ha ancora qualche altro consiglio per me, o comunque individuare qualche altra spiegazione (mi lasci passare il termine) io sono disponibile ad ascoltare.
[#3]
Gentile utente,
sono lieta di averla aiutata a portare avanti le riflessioni che da tempo, fin dall'inizio, pare, le fanno avvertire la sua relazione come costrittiva e mutilante.
Altro che assertività, come scrive! L'assertività, dote da coltivare e accrescere, è così definita: "quella peculiare capacità comunicativa che consente alle persone di far valere i propri punti di vista, bisogni ed esigenze nel pieno rispetto delle esigenze e dei diritti altrui".
Nel suo caso si può invece temere che ragionamenti pseudo-razionali le abbiano fatto accettare per buono tutto ciò che le veniva presentato come necessario e inevitabile.
Lei ha ascoltato questa ragione astratta fornita dall'esterno e non ha usato invece la sua intelligenza emotiva per vedere cosa davvero le piaceva e cosa desiderava.
Qualche esempio? Lo "stress indotto da orari stretti per il mio stile di vita".
La sua ragazza forse lavora, ma non è detenuta in un carcere, immagino: quindi perché alla vostra età questi "orari stretti"? E le vacanze? Anche quelle erano limitate?
Altro esempio: "parlandone con lei riconoscevo la necessità di questa relazione per me".
Ma lei ha detto che c'erano altre ragazze interessate a lei; non eravate soli su un'isola deserta, quindi in che senso questa relazione le era necessaria?
Infine "alcuni vincoli non possono essere cambiati".
Quali? Ripeto, una relazione, tra giovani specialmente, si costruisce. Una ragazza che immagino sia sopra i vent'anni amplia la propria libertà per andare verso l'uomo che ama e in generale verso la vita adulta, non si limita e non limita il partner. Invece lei scrive: "decisi in quelle situazioni di ingoiare il boccone amaro".
Nessuna meraviglia che la prima cosa a venir meno sia stato il desiderio sessuale.
Rivaluti tutta la situazione, anche insieme alla sua ragazza, senza più accettare nulla come inevitabile e fatalmente necessario.
Saremo sempre lieti di avere sue notizie.
Auguri.
sono lieta di averla aiutata a portare avanti le riflessioni che da tempo, fin dall'inizio, pare, le fanno avvertire la sua relazione come costrittiva e mutilante.
Altro che assertività, come scrive! L'assertività, dote da coltivare e accrescere, è così definita: "quella peculiare capacità comunicativa che consente alle persone di far valere i propri punti di vista, bisogni ed esigenze nel pieno rispetto delle esigenze e dei diritti altrui".
Nel suo caso si può invece temere che ragionamenti pseudo-razionali le abbiano fatto accettare per buono tutto ciò che le veniva presentato come necessario e inevitabile.
Lei ha ascoltato questa ragione astratta fornita dall'esterno e non ha usato invece la sua intelligenza emotiva per vedere cosa davvero le piaceva e cosa desiderava.
Qualche esempio? Lo "stress indotto da orari stretti per il mio stile di vita".
La sua ragazza forse lavora, ma non è detenuta in un carcere, immagino: quindi perché alla vostra età questi "orari stretti"? E le vacanze? Anche quelle erano limitate?
Altro esempio: "parlandone con lei riconoscevo la necessità di questa relazione per me".
Ma lei ha detto che c'erano altre ragazze interessate a lei; non eravate soli su un'isola deserta, quindi in che senso questa relazione le era necessaria?
Infine "alcuni vincoli non possono essere cambiati".
Quali? Ripeto, una relazione, tra giovani specialmente, si costruisce. Una ragazza che immagino sia sopra i vent'anni amplia la propria libertà per andare verso l'uomo che ama e in generale verso la vita adulta, non si limita e non limita il partner. Invece lei scrive: "decisi in quelle situazioni di ingoiare il boccone amaro".
Nessuna meraviglia che la prima cosa a venir meno sia stato il desiderio sessuale.
Rivaluti tutta la situazione, anche insieme alla sua ragazza, senza più accettare nulla come inevitabile e fatalmente necessario.
Saremo sempre lieti di avere sue notizie.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 02/06/2024.
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