Genitori opprimenti

Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni che sta avendo grossi problemi di ansia e senso di colpa nei confronti dei genitori.
I miei genitori sono sempre stati fin troppo protettivi e con il fiato sul collo (penso dovuto soprattutto al fatto che, a detta loro, i rispettivi genitori non hanno mai avuto tante attenzioni verso i figli).
Da anni ho paura a rapportarmi con loro, perché so che qualsiasi mia scelta o pensiero rischia di scatenare un putiferio.
Dal loro punto di vista, loro sono nella ragione a prescindere.
Ultimamente il problema si è intensificato, poiché mi sto frequentato con un ragazzo di 9 anni più grande e con due bimbi di 3 anni avuti da una precedente relazione.
Questa mia frequentazione è capitata abbastanza velocemente dopo la rottura precedente e quindi, dal loro punto di vista, è solo un modo per dimenticare la persona precedente e dovuto ad una mia incapacità di stare da sola.
Ora, sebbene mi rendo conto che questo pensiero è lecito (pur non essendo reale, per tutta una serie di motivi che mi hanno portato alla rottura della storia precedente) e anche delle difficoltà che una relazione di questo tipo potrebbe comportare, mi è stato proibito categoricamente da parte loro di frequentare questa persona.
Nonostante il mio tentativo di spiegare che entrambi stiamo andando molto cauti e siamo entrambi consapevoli della fragilità della situazione, ma anche che io mi trovo molto bene e serena con questa persona, mi è stato ribadito che, se non rompo, verrò segregata in casa e mi verrà proibito di avere un lavoro (io e lui siamo anche colleghi nel posto dove lavoro a chiamata).
Riconosco quindi il mio sbaglio a questo punto di aver dato di matto ed essermi messa a urlare che non si devono permettere e che sono passabili di denuncia.
Capisco che loro abbiano paura e siano preoccupati.
Capisco che non sia la situazione più idilliaca del mondo.
Non capisco l’impedimento, il coprifuoco, il muro, ancor prima di avere la possibilità di vedere dove va questa frequentazione.
Capisco anche la paura relativa al fatto che sarà per me una grande sfida, se le cose dovessero andare bene, ma non capisco il venirmi a dire che poi sarebbero problemi sulle loro spalle, considerando che si tratterà, a quel punto, della mia realtà familiare e non della loro.
Capisco la preoccupazione da genitore di quello che può succedere e sperimentare il figlio, ma non è eccessivo questo blocco totale?
Mi trovo tra due fuochi: non voglio perdere questa persona con cui sto veramente bene, ma allo stesso tempo mi sento in obbligo di ascoltare.
Non so come uscirne e sono solo terrorizzata e piena di sensi di colpa in entrambe le direzioni.
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Dr. Federico Tagliatti Psicologo, Psicoterapeuta 67 7
Ciao,
Proviamo ad esplorare un po’ più a fondo ciò che stai vivendo
Prima di tutto, è chiaro che i tuoi genitori hanno avuto un’influenza molto forte sulla tua vita, e la loro iperprotezione sembra derivare dalle loro esperienze passate con i loro genitori (come spesso accade). Questo può portare a comportamenti di controllo eccessivo, che possono essere molto difficili da gestire per te.
Da un punto di vista psicodinamico, possiamo pensare che i tuoi genitori proiettino su di te le loro paure e insicurezze. La loro iperprotezione potrebbe essere un modo per cercare di evitare di rivivere le mancanze che hanno subito nella loro infanzia. Questo, però, crea una situazione in cui la tua autonomia e capacità di prendere decisioni per la tua vita vengono continuamente messe in discussione.
La relazione con il tuo ragazzo sembra essere diventata un campo di battaglia simbolico per l’autonomia che stai cercando di conquistare. Il fatto che loro reagiscano in modo così drastico può essere visto come una loro difficoltà ad accettare che stai crescendo e prendendo le tue decisioni. Questo è un momento critico per il tuo sviluppo personale, in cui stai cercando di affermare la tua identità e indipendenza.
È comprensibile che ti senti divisa tra due fuochi. Da un lato, vuoi rispettare i tuoi genitori e mantenere una buona relazione con loro; dall’altro, vuoi vivere la tua vita e fare le tue esperienze. Questo conflitto interno è molto comune e può generare molta ansia e sensi di colpa.
Il tuo scatto di rabbia e le urla possono essere visti come una manifestazione di una frustrazione accumulata e del bisogno di affermare te stessa. È un segnale che qualcosa deve cambiare nel modo in cui comunichi con i tuoi genitori e nel modo in cui loro percepiscono la tua autonomia.
La chiave qui potrebbe essere trovare un modo per stabilire confini sani con i tuoi genitori. Questo non significa tagliare i ponti o ignorare le loro preoccupazioni, ma piuttosto comunicare in modo chiaro e fermo le tue necessità e desideri. Può essere utile cercare il supporto di un terapeuta per lavorare su questo processo e per aiutarti a gestire l’ansia e i sensi di colpa.
In definitiva, ricorda che è la tua vita e hai il diritto di fare le tue scelte. È naturale che i tuoi genitori siano preoccupati, ma è altrettanto importante che tu abbia lo spazio per crescere e fare le tue esperienze. Con il tempo e con una comunicazione aperta e rispettosa, puoi trovare un equilibrio che funzioni per te e per loro.
Mi auguro che queste riflessioni possano aiutarti a vedere la situazione da una nuova prospettiva e a trovare un po’ di serenità nel prendere le tue decisioni.