Come dimenticare amore non corrisposto sul lavoro
Gentili dottori,
qualche mese fa è arrivata una nuova collega (single).
Sin da subito c'è stato un bel feeling; all'inzio però non provavo una particolare attrazione nei suoi confronti, poi col tempo, conoscendola meglio, mi ha preso moltissimo, sia fisicamente che intellettualmente.
Non è stato un colpo di fulmine insomma, ma piano piano l'attrazione è aumentata sino a provare sentimenti molto forti.
All'inizio, tra l'altro, era lei a voler socializzare con me e può darsi che io abbiamo ingenuamente scambiato certi segnali per qualcos'altro, o forse ho voluto vedere solo quello che volevo.
Sta di fatto che pur di non avere rimpianti mi sono dichiarato e o ho ricevuto un no.
All'inizio tutto bene, abbiamo continuato ad avere un bel rapporto ma, forse, ho sbagliato a farle presente in alcune occasioni che continuava a non essermi del tutto indifferente.
Nulla di che, sciocchezze di poco conto, messaggi sempre educati e gentili, ma forse sul posto di lavoro è meglio evitare di insistere quando si riceve "un palo".
Ma potete ben capire che condividendo lo stesso ufficio e avendo a che fare con quella persona ogni giorno è stato molto difficile "farsela passare" in fretta.
A un certo punto, da un giorno all'altro, il rapporto si è incrinato irrimedialmente in quanto in seguito a un messaggio che le ho mandato facendole presente che non mi era piaciuto un suo atteggiamento ha iniziato ad ignorarmi, togliermi il saluto e trattarmi in modo abbastanza scortese.
Io ho provato in tutti i modi a cercare di ricucire, scusandomi anche molto più del dovuto, pur di mantenere un buon rapporto, perchè a questa persona tenevo veramente tanto.
Ogni mio tentativo (le ho provate davvero tutte) è però stato visto come invadenza e anzichè migliorare la situazione l'ho irrimedialmente peggiorata.
Ora, vi chiedo, è normale che una persona, senza che sia successo nulla di grave, non riesca ad apprezzare dei bei gesti, educati e gentili volti a mantenere un bel rapporto di amicizia, ma, anzi, che sia addirittura infastidita e ti tratti in modo scortese?
(capisco l'essere freddi e apatici ma lo trovo un po' eccessivo).
Io da parte mia sono sempre gentile e rispettoso.
Seconda domanda: il rifiuto, come è giusto e doveroso nei confronti dell'altra persona, l'ho accettato.
Tuttavia non riesco proprio ad accettare che una persona a cui tenevo molto e che ho sempre trattato in modo rispettoso e gentile non mi parli più e usi modi molto sgarbati quando provo a scambiare due parole.
Non me ne capacito proprio, lo trovo ingiusto e non ne capisco il motivo.
Vedendola tutti i giorni non riesco a lasciarmi alle spalle questa cosa.
Inoltre, con i suoi atteggiamenti eccessivi può far pensare alle altre persone che io non sia una persona corretta, quando invece non ho fatto nulla di male, se non esprimere i miei sentimenti.
Come posso fare per lasciarmi alle spalle questa situazione che sta diventando abbastanza pesante?
Grazie per i consigli.
qualche mese fa è arrivata una nuova collega (single).
Sin da subito c'è stato un bel feeling; all'inzio però non provavo una particolare attrazione nei suoi confronti, poi col tempo, conoscendola meglio, mi ha preso moltissimo, sia fisicamente che intellettualmente.
Non è stato un colpo di fulmine insomma, ma piano piano l'attrazione è aumentata sino a provare sentimenti molto forti.
All'inizio, tra l'altro, era lei a voler socializzare con me e può darsi che io abbiamo ingenuamente scambiato certi segnali per qualcos'altro, o forse ho voluto vedere solo quello che volevo.
Sta di fatto che pur di non avere rimpianti mi sono dichiarato e o ho ricevuto un no.
All'inizio tutto bene, abbiamo continuato ad avere un bel rapporto ma, forse, ho sbagliato a farle presente in alcune occasioni che continuava a non essermi del tutto indifferente.
Nulla di che, sciocchezze di poco conto, messaggi sempre educati e gentili, ma forse sul posto di lavoro è meglio evitare di insistere quando si riceve "un palo".
Ma potete ben capire che condividendo lo stesso ufficio e avendo a che fare con quella persona ogni giorno è stato molto difficile "farsela passare" in fretta.
A un certo punto, da un giorno all'altro, il rapporto si è incrinato irrimedialmente in quanto in seguito a un messaggio che le ho mandato facendole presente che non mi era piaciuto un suo atteggiamento ha iniziato ad ignorarmi, togliermi il saluto e trattarmi in modo abbastanza scortese.
Io ho provato in tutti i modi a cercare di ricucire, scusandomi anche molto più del dovuto, pur di mantenere un buon rapporto, perchè a questa persona tenevo veramente tanto.
Ogni mio tentativo (le ho provate davvero tutte) è però stato visto come invadenza e anzichè migliorare la situazione l'ho irrimedialmente peggiorata.
Ora, vi chiedo, è normale che una persona, senza che sia successo nulla di grave, non riesca ad apprezzare dei bei gesti, educati e gentili volti a mantenere un bel rapporto di amicizia, ma, anzi, che sia addirittura infastidita e ti tratti in modo scortese?
(capisco l'essere freddi e apatici ma lo trovo un po' eccessivo).
Io da parte mia sono sempre gentile e rispettoso.
Seconda domanda: il rifiuto, come è giusto e doveroso nei confronti dell'altra persona, l'ho accettato.
Tuttavia non riesco proprio ad accettare che una persona a cui tenevo molto e che ho sempre trattato in modo rispettoso e gentile non mi parli più e usi modi molto sgarbati quando provo a scambiare due parole.
Non me ne capacito proprio, lo trovo ingiusto e non ne capisco il motivo.
Vedendola tutti i giorni non riesco a lasciarmi alle spalle questa cosa.
Inoltre, con i suoi atteggiamenti eccessivi può far pensare alle altre persone che io non sia una persona corretta, quando invece non ho fatto nulla di male, se non esprimere i miei sentimenti.
Come posso fare per lasciarmi alle spalle questa situazione che sta diventando abbastanza pesante?
Grazie per i consigli.
[#1]
Gentile utente,
una delle difficoltà nei rapporti umani è che sono basati su una serie di falsi che determinano l'incomprensione. Tra due che si parlano, usando le parole e anche il linguaggio non verbale, esistono grandi differenze di intenzioni, di premesse legate alle prime esperienze e al lessico, di sentimenti, di scopi e di desideri, e spesso ci si falsifica anche parlando a sé stessi: la sua lettera potrebbe essere presa a modello di questo.
In pratica, la prima delle domande che Lei ci rivolge è basata su una serie di contraddizioni di cui sembra non accorgersi.
Lei scrive: "è normale che una persona, senza che sia successo nulla di grave, non riesca ad apprezzare dei bei gesti, educati e gentili volti a mantenere un bel rapporto di amicizia, ma, anzi, che sia addirittura infastidita e ti tratti in modo scortese?"
Qui alcuni elementi stridono con quanto Lei stesso ha scritto.
Per prima cosa, Lei si attribuisce l'intenzione di "mantenere un bel rapporto d'amicizia" mentre ha detto finora che ha una viva attrazione verso questa donna.
Dice, inoltre: "senza che sia successo nulla di grave" mentre di grave sono successe diverse cose: a pochi mesi dall'arrivo della collega nell'ufficio, Lei si è dichiarato senza prima accertarsi che la signora gradisse.
Ma non è finita qui: "ho sbagliato a farle presente in alcune occasioni che continuava a non essermi del tutto indifferente"; ossia le ha girato attorno come se il suo no fosse irrilevante.
Eppure ora riconosce: "forse sul posto di lavoro è meglio evitare di insistere quando si riceve "un palo"".
Lei ha proceduto invece come se la signora anziché no le avesse detto sì, e fosse la sua fidanzata: "in seguito a un messaggio che le ho mandato facendole presente che non mi era piaciuto un suo atteggiamento ha iniziato ad ignorarmi, togliermi il saluto e trattarmi in modo abbastanza scortese".
Lo credo. Che diritto aveva di farla oggetto di dichiarazioni non gradite, ronzarle intorno dopo il no, infine dirle che non le era piaciuto qualcosa che aveva fatto?
Lei ripete due volte di essere stato sempre "rispettoso", ma come dicevo all'inizio gli esseri umani non sono fatti per capirsi, perché ciò che a uno pare rispettoso, a un altro sembra un comportamento indelicato, asfissiante.
Infatti Lei scrive: "Ogni mio tentativo (le ho provate davvero tutte) è però stato visto come invadenza e anzichè migliorare la situazione l'ho irrimedialmente peggiorata".
Non avrebbe dovuto "provarle tutte"; invece insiste ancora: "non riesco proprio ad accettare che una persona a cui tenevo molto e che ho sempre trattato in modo rispettoso e gentile non mi parli più e usi modi molto sgarbati quando provo a scambiare due parole".
Fin qui ho segnalato le contraddizioni tra quello che Lei ci chiede e i modi che dichiara di avere verso la collega. Non posso sapere se ci sia anche di peggio: se per esempio Lei è sposato o fidanzato, se la signora ha una relazione, senza averla dichiarata, o se Lei è noto in ufficio per aver fatto il cascamorto con altre nuove arrivate; tutti elementi che renderebbero la sua insistenza perfino offensiva.
Vengo alla sua seconda domanda: "Come posso fare per lasciarmi alle spalle questa situazione che sta diventando abbastanza pesante?"
Sul piano della sua immagine in ufficio, può ridurre al minimo i contatti con la signora e rispondere ai suoi modi scortesi con distacco glaciale.
Sul piano del "farsela passare", Lei è abbastanza adulto da aver già ricevuto altri no. Il tempo le sarà d'aiuto, e l'esperienza le farà affinare la perspicacia per capire quando è il caso di dichiararsi e quando no.
Buone cose.
una delle difficoltà nei rapporti umani è che sono basati su una serie di falsi che determinano l'incomprensione. Tra due che si parlano, usando le parole e anche il linguaggio non verbale, esistono grandi differenze di intenzioni, di premesse legate alle prime esperienze e al lessico, di sentimenti, di scopi e di desideri, e spesso ci si falsifica anche parlando a sé stessi: la sua lettera potrebbe essere presa a modello di questo.
In pratica, la prima delle domande che Lei ci rivolge è basata su una serie di contraddizioni di cui sembra non accorgersi.
Lei scrive: "è normale che una persona, senza che sia successo nulla di grave, non riesca ad apprezzare dei bei gesti, educati e gentili volti a mantenere un bel rapporto di amicizia, ma, anzi, che sia addirittura infastidita e ti tratti in modo scortese?"
Qui alcuni elementi stridono con quanto Lei stesso ha scritto.
Per prima cosa, Lei si attribuisce l'intenzione di "mantenere un bel rapporto d'amicizia" mentre ha detto finora che ha una viva attrazione verso questa donna.
Dice, inoltre: "senza che sia successo nulla di grave" mentre di grave sono successe diverse cose: a pochi mesi dall'arrivo della collega nell'ufficio, Lei si è dichiarato senza prima accertarsi che la signora gradisse.
Ma non è finita qui: "ho sbagliato a farle presente in alcune occasioni che continuava a non essermi del tutto indifferente"; ossia le ha girato attorno come se il suo no fosse irrilevante.
Eppure ora riconosce: "forse sul posto di lavoro è meglio evitare di insistere quando si riceve "un palo"".
Lei ha proceduto invece come se la signora anziché no le avesse detto sì, e fosse la sua fidanzata: "in seguito a un messaggio che le ho mandato facendole presente che non mi era piaciuto un suo atteggiamento ha iniziato ad ignorarmi, togliermi il saluto e trattarmi in modo abbastanza scortese".
Lo credo. Che diritto aveva di farla oggetto di dichiarazioni non gradite, ronzarle intorno dopo il no, infine dirle che non le era piaciuto qualcosa che aveva fatto?
Lei ripete due volte di essere stato sempre "rispettoso", ma come dicevo all'inizio gli esseri umani non sono fatti per capirsi, perché ciò che a uno pare rispettoso, a un altro sembra un comportamento indelicato, asfissiante.
Infatti Lei scrive: "Ogni mio tentativo (le ho provate davvero tutte) è però stato visto come invadenza e anzichè migliorare la situazione l'ho irrimedialmente peggiorata".
Non avrebbe dovuto "provarle tutte"; invece insiste ancora: "non riesco proprio ad accettare che una persona a cui tenevo molto e che ho sempre trattato in modo rispettoso e gentile non mi parli più e usi modi molto sgarbati quando provo a scambiare due parole".
Fin qui ho segnalato le contraddizioni tra quello che Lei ci chiede e i modi che dichiara di avere verso la collega. Non posso sapere se ci sia anche di peggio: se per esempio Lei è sposato o fidanzato, se la signora ha una relazione, senza averla dichiarata, o se Lei è noto in ufficio per aver fatto il cascamorto con altre nuove arrivate; tutti elementi che renderebbero la sua insistenza perfino offensiva.
Vengo alla sua seconda domanda: "Come posso fare per lasciarmi alle spalle questa situazione che sta diventando abbastanza pesante?"
Sul piano della sua immagine in ufficio, può ridurre al minimo i contatti con la signora e rispondere ai suoi modi scortesi con distacco glaciale.
Sul piano del "farsela passare", Lei è abbastanza adulto da aver già ricevuto altri no. Il tempo le sarà d'aiuto, e l'esperienza le farà affinare la perspicacia per capire quando è il caso di dichiararsi e quando no.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dott.ssa, la ringrazio per la risposta ma la trovo un po' farcita di pregiudizi e conclusioni molto affrettate, forse dovute al fatto, anzi sicuramente dovute al fatto che non non mi sono spiegato bene.
1) Lavoro nello stesso posto (mio primo e unico lavoro dopo l'università) da vari anni, non ho mai fatto il cascamorto con nessuna (proprio perché sono sempre stato contrario alle relazioni sul lavoro. Questa collega mi ha preso molto e mi ha fatto cambiare idea, purtroppo) e vado d'accordissimo con tutti e tutte, anche con altre colleghe con cui ho condiviso l'ufficio. Mai avuto mezzo problema con nessuna, nè sul lavoro, nè nella vita in generale.
2) sono single anche io.
3) la collega ha più volte ripetuto di essere single e di non essere impegnata in alcun modo.
4) la collega mi ha dato lei per prima confidenza, considerato che io sono di norma abbastanza introverso e non sono di certo uno che salta addosso alle nuove colleghe, anzi. Questo è il primo caso, probabilmente perché per qualche strana ragione è una delle ragazze che mi ha preso di più in tutta la mia vita, non so spiegarmi neanche io il motivo ma è così. Posso farci qualcosa?
5) la forte attrazione ora non c'è più, c'è semplicemente la volontà di mantenere un bel rapporto visto che, ripeto, non è successo nulla di grave.
6) sono consapevole di aver fatto mosse sbagliate in un contesto come quello lavorativo, e difatti le ho chiesto più e più volte scusa, però mi perdoni, se uno prova dei sentimenti deve tenersi tutto dentro? A me pare una contraddizione con quanto si dice di solito, ovvero di essere trasparenti e dire ciò che si prova piuttosto che avere rimorsi tutta la vita. L'importante è farlo in modo garbato e rispettoso.
7) Ho sicuramente sbagliato a insistere, ripeto, ho sbagliato. Ma stiamo parlando di 2 messaggi in croce in cui con ironia e leggerezza le ho fatto presente che non mi era indifferente. Avercela di fianco tutti i giorni non ha di certo aiutato. Le ho chiesto più volte se questa cosa la metteva a disagio e mi ha sempre detto di no, inoltre in ufficio continuava ad avere un bel rapporto e a scherzare con me, quindi non mi sembrava le desse molto fastidio. Dopodichè un giorno le ho semplicemente fatto notare che in una certa occasione ha usato modi un po' maleducati. Va bene, forse ho sbagliato, potevo evitare, ma c'è bisogno di non parlare più con una persona per questo motivo? Se ne parla, si chiarisce, si fa presente che non si vuole più ricevere certe osservazioni e amen. Che senso ha non parlarmi più di punto in bianco senza dare la possibilità di chiarire? Passare da un bel rapporto al gelo totale dall'oggi al domani? Mi sembra molto infantile.
8) Capisco che non siamo tutti uguali e ognuno reagisce a modo suo. Ma perché questa chiusura e questa freddezza nei confronti di una persona come me che cerca in tutti i modi di scusarsi e tendere le mano?
9) il fatto di tenere a una persona per cui si è provato una forte attrazione anche senza avere più altre finalità non mi sembra una cosa così strana.
10) dei No, come tutti, ne ho già ricevuti (tra l'altro in un paio di occasioni col tempo sono diventati dei sì, e forse questo non ha aiutato), quindi non ho problemi da quel punto di vista. Quello che faccio fatica a mandare giù è il trattamento ricevuto e il muro che questa persona ha alzato da un giorno all'altro senza voler chiarire.
In ogni modo proverò a fare tesoro del suo consiglio e a distaccarmi il più possibile.
Grazie
1) Lavoro nello stesso posto (mio primo e unico lavoro dopo l'università) da vari anni, non ho mai fatto il cascamorto con nessuna (proprio perché sono sempre stato contrario alle relazioni sul lavoro. Questa collega mi ha preso molto e mi ha fatto cambiare idea, purtroppo) e vado d'accordissimo con tutti e tutte, anche con altre colleghe con cui ho condiviso l'ufficio. Mai avuto mezzo problema con nessuna, nè sul lavoro, nè nella vita in generale.
2) sono single anche io.
3) la collega ha più volte ripetuto di essere single e di non essere impegnata in alcun modo.
4) la collega mi ha dato lei per prima confidenza, considerato che io sono di norma abbastanza introverso e non sono di certo uno che salta addosso alle nuove colleghe, anzi. Questo è il primo caso, probabilmente perché per qualche strana ragione è una delle ragazze che mi ha preso di più in tutta la mia vita, non so spiegarmi neanche io il motivo ma è così. Posso farci qualcosa?
5) la forte attrazione ora non c'è più, c'è semplicemente la volontà di mantenere un bel rapporto visto che, ripeto, non è successo nulla di grave.
6) sono consapevole di aver fatto mosse sbagliate in un contesto come quello lavorativo, e difatti le ho chiesto più e più volte scusa, però mi perdoni, se uno prova dei sentimenti deve tenersi tutto dentro? A me pare una contraddizione con quanto si dice di solito, ovvero di essere trasparenti e dire ciò che si prova piuttosto che avere rimorsi tutta la vita. L'importante è farlo in modo garbato e rispettoso.
7) Ho sicuramente sbagliato a insistere, ripeto, ho sbagliato. Ma stiamo parlando di 2 messaggi in croce in cui con ironia e leggerezza le ho fatto presente che non mi era indifferente. Avercela di fianco tutti i giorni non ha di certo aiutato. Le ho chiesto più volte se questa cosa la metteva a disagio e mi ha sempre detto di no, inoltre in ufficio continuava ad avere un bel rapporto e a scherzare con me, quindi non mi sembrava le desse molto fastidio. Dopodichè un giorno le ho semplicemente fatto notare che in una certa occasione ha usato modi un po' maleducati. Va bene, forse ho sbagliato, potevo evitare, ma c'è bisogno di non parlare più con una persona per questo motivo? Se ne parla, si chiarisce, si fa presente che non si vuole più ricevere certe osservazioni e amen. Che senso ha non parlarmi più di punto in bianco senza dare la possibilità di chiarire? Passare da un bel rapporto al gelo totale dall'oggi al domani? Mi sembra molto infantile.
8) Capisco che non siamo tutti uguali e ognuno reagisce a modo suo. Ma perché questa chiusura e questa freddezza nei confronti di una persona come me che cerca in tutti i modi di scusarsi e tendere le mano?
9) il fatto di tenere a una persona per cui si è provato una forte attrazione anche senza avere più altre finalità non mi sembra una cosa così strana.
10) dei No, come tutti, ne ho già ricevuti (tra l'altro in un paio di occasioni col tempo sono diventati dei sì, e forse questo non ha aiutato), quindi non ho problemi da quel punto di vista. Quello che faccio fatica a mandare giù è il trattamento ricevuto e il muro che questa persona ha alzato da un giorno all'altro senza voler chiarire.
In ogni modo proverò a fare tesoro del suo consiglio e a distaccarmi il più possibile.
Grazie
[#3]
Gentile utente,
lei con questa email conferma ciò che avevo ipotizzato: non comprende le cose che le vengono dette, in questo caso il mio scritto, e adotta reazioni incongrue, che di "rispettoso" e "corretto" hanno poco o nulla.
La invito ora a leggere con attenzione la spiegazione che le offro.
In #1 avevo evidenziato la contraddizione tra ciò che lei ci ha raccontato e il fatto che ritiene le azioni della sua collega non conseguenti, chiedendoci se siano "normali".
Al termine di quella mia disamina avevo aggiunto tre IPOTESI su realtà a me ignote, possibili ma non necessariamente reali, con le parole: "NON POSSO SAPERE se ci sia anche di peggio: SE PER ESEMPIO Lei è sposato o fidanzato, se la signora ha una relazione, senza averla dichiarata, o se Lei è noto in ufficio per aver fatto il cascamorto con altre nuove arrivate; tutti elementi che RENDEREBBERO la sua insistenza perfino offensiva".
Lei conosce certo il significato delle parole "se per esempio" e del condizionale dei tempi verbali. Tuttavia parte in quarta a negare tutte e tre le cose come se io le avessi dichiarate vere, e lo fa accusando la mia risposta di essere "un po' farcita di pregiudizi e conclusioni molto affrettate".
Non sa distinguere un'ipotesi da un'affermazione? E soprattutto le sembra educato dire che la risposta di uno psicologo è "farcita di pregiudizi"?
Inoltre, non si accorge che mentre lei può affermare con certezza di sé che è single e che non ha mai corteggiato nessuna in ufficio, non ha la possibilità di sapere cosa ci sia dietro la ripetuta dichiarazione della collega "di essere single e di non essere impegnata in alcun modo"?
Oltre questo, lei ripete ancora che alla collega "ho chiesto più e più volte scusa". Non le hanno insegnato che anche chiedere scusa ripetutamente è invadere la privacy altrui?
Lei chiede: "se uno prova dei sentimenti deve tenersi tutto dentro? A me pare una contraddizione con quanto si dice di solito, ovvero di essere trasparenti e dire ciò che si prova piuttosto che avere rimorsi tutta la vita".
Ma questo solo dopo un lungo corteggiamento, e se si è ben certi di non aver già ricevuto un rifiuto attraverso il linguaggio non verbale. Altrimenti ogni volta che ci piace qualcuno saremmo tenuti a comunicarglielo? Sorridiamo dei bambini, quando fanno così; ma degli adulti diciamo che non hanno freni inibitori.
Tuttavia, malgrado la sua inopportuna "trasparenza", la collega "continuava ad avere un bel rapporto e a scherzare con me". Ma lei ha voluto varcare l'ultima soglia dell'indiscrezione: "Dopodichè un giorno le ho semplicemente fatto notare che in una certa occasione ha usato modi un po' maleducati".
Lei è preposto a valutare l'educazione dei suoi colleghi, e inoltre trova delicato fare un'osservazione di questo genere a una donna?
Pare di sì, perché insiste nel dire che trova infantile la reazione di lei.
Allora, gentile signore, continui pure in questo suo non capire né le parole né le reazioni degli altri e continui in quello che lei chiama "essere trasparenti", che per la verità ha altri nomi.
Auguri.
lei con questa email conferma ciò che avevo ipotizzato: non comprende le cose che le vengono dette, in questo caso il mio scritto, e adotta reazioni incongrue, che di "rispettoso" e "corretto" hanno poco o nulla.
La invito ora a leggere con attenzione la spiegazione che le offro.
In #1 avevo evidenziato la contraddizione tra ciò che lei ci ha raccontato e il fatto che ritiene le azioni della sua collega non conseguenti, chiedendoci se siano "normali".
Al termine di quella mia disamina avevo aggiunto tre IPOTESI su realtà a me ignote, possibili ma non necessariamente reali, con le parole: "NON POSSO SAPERE se ci sia anche di peggio: SE PER ESEMPIO Lei è sposato o fidanzato, se la signora ha una relazione, senza averla dichiarata, o se Lei è noto in ufficio per aver fatto il cascamorto con altre nuove arrivate; tutti elementi che RENDEREBBERO la sua insistenza perfino offensiva".
Lei conosce certo il significato delle parole "se per esempio" e del condizionale dei tempi verbali. Tuttavia parte in quarta a negare tutte e tre le cose come se io le avessi dichiarate vere, e lo fa accusando la mia risposta di essere "un po' farcita di pregiudizi e conclusioni molto affrettate".
Non sa distinguere un'ipotesi da un'affermazione? E soprattutto le sembra educato dire che la risposta di uno psicologo è "farcita di pregiudizi"?
Inoltre, non si accorge che mentre lei può affermare con certezza di sé che è single e che non ha mai corteggiato nessuna in ufficio, non ha la possibilità di sapere cosa ci sia dietro la ripetuta dichiarazione della collega "di essere single e di non essere impegnata in alcun modo"?
Oltre questo, lei ripete ancora che alla collega "ho chiesto più e più volte scusa". Non le hanno insegnato che anche chiedere scusa ripetutamente è invadere la privacy altrui?
Lei chiede: "se uno prova dei sentimenti deve tenersi tutto dentro? A me pare una contraddizione con quanto si dice di solito, ovvero di essere trasparenti e dire ciò che si prova piuttosto che avere rimorsi tutta la vita".
Ma questo solo dopo un lungo corteggiamento, e se si è ben certi di non aver già ricevuto un rifiuto attraverso il linguaggio non verbale. Altrimenti ogni volta che ci piace qualcuno saremmo tenuti a comunicarglielo? Sorridiamo dei bambini, quando fanno così; ma degli adulti diciamo che non hanno freni inibitori.
Tuttavia, malgrado la sua inopportuna "trasparenza", la collega "continuava ad avere un bel rapporto e a scherzare con me". Ma lei ha voluto varcare l'ultima soglia dell'indiscrezione: "Dopodichè un giorno le ho semplicemente fatto notare che in una certa occasione ha usato modi un po' maleducati".
Lei è preposto a valutare l'educazione dei suoi colleghi, e inoltre trova delicato fare un'osservazione di questo genere a una donna?
Pare di sì, perché insiste nel dire che trova infantile la reazione di lei.
Allora, gentile signore, continui pure in questo suo non capire né le parole né le reazioni degli altri e continui in quello che lei chiama "essere trasparenti", che per la verità ha altri nomi.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 27/05/2024.
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