Rapporto sessuale. quanto e come?
Buongiorno.
Ho 36 anni e fatico, nel corso delle relazioni avute, a mantenere un certo interesse sessuale nei confronti della mia metà man mano che il tempo passa.
Cosa che ha influenzato ovviamente il risultato delle mie storie d’amore.
(L’ultima di 8 anni terminata per questo motivo)
All’inizio della relazione, e con inizio posso intendere i primi 2-3 anni, giusto per circoscrivere un periodo esemplificativo, l’attrazione fisica è importante, i rapporti sessuali sono ok... ma man mano che il tempo trascorre e mi innamoro dell’altra persona... per me tutto il coinvolgimento e la passione si sposta su un piano platonico.
Progetti, coccole, baci, lettere, aiutarsi...chi più ne ha più ne metta...in maniera molto profonda e romantica.
Con una connessione emotiva viscerale ed unica...ovviamente vissuta da entrambi per essere così radicata e intima.
Anche a lei non capita che si avvicini ogni sera per cercare il sesso e io la respinga.
L’abbiamo vissuta entrambi in questo modo.
Ma io in particolare.
Man mano che la storia evolve è come se le pulsioni sessuali sparissero perchè il corpo dell’altra persona, nonostante sia per me attraente, si è desesualizzato.
È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione nel fare un qualcosa di fisico.
Perchè non è più, con quella persona, una sorta di scoperta.
E allo stesso tempo non ne sento eccessivamente la mancanza.
Perchè non trovo conferma dell’amore nell’atto sessuale, quanto in tutto il resto.
In questo senso sono io fatto così... è come se dopo tempo insieme l’atto sessuale passi in secondo piano.
Non è quello che sfama la mia voglia di amare.
Cosa significa tutto ció?
Ho già fatto sedute, e un po’ banalmente mi sono sentito dire che puó essere comune che l’interesse fisico con il tempo si affievoli... che andrebbe tenuto vivo con fantasie ecc ecc...ma non è così scontato poi mettere in pratica il tutto.
E quando si cerca di farlo... ci si sente come costretti...e quindi è un circolo vizioso.
Da un lato mi manca avere un rapporto fisico sul lungo termine... ma più per una questione che ok... è divertente e piacevole...non perchè davvero ne senta estramamente bisogno.
La mia donna allo stesso modo ha per tanto tempo accompagnato questo mio modo di essere.
Sicuramente perchè profondamente innamorata, e perchè altrettanto profondamente è stata nutrita e ha trovato immensa pienezza nel nostro modo di amarci anche non fisico.
Non credo debba esserci una regola.
O forse c’è?
Ma alla lunga la mancanza di una vita sessuale l’ha portata a decidere di lasciarsi.
Nonostate fossimo ancora profondamente innamorati.
Solo, e si per quanto importante io dico... solo... per una necessità fisica in fondo.
Difficile riassumere tutto in questi pochi caratteri... ma mi domando se siamo io e lei a non essere stati capaci di trovare delle fantasie comuni... e se allo stesso tempo sia io fuori dal mondo a non sentire l’esigenza di un rapporto quando per amore ci si completava in tanti altri modi... vi ringrazio molto
Ho 36 anni e fatico, nel corso delle relazioni avute, a mantenere un certo interesse sessuale nei confronti della mia metà man mano che il tempo passa.
Cosa che ha influenzato ovviamente il risultato delle mie storie d’amore.
(L’ultima di 8 anni terminata per questo motivo)
All’inizio della relazione, e con inizio posso intendere i primi 2-3 anni, giusto per circoscrivere un periodo esemplificativo, l’attrazione fisica è importante, i rapporti sessuali sono ok... ma man mano che il tempo trascorre e mi innamoro dell’altra persona... per me tutto il coinvolgimento e la passione si sposta su un piano platonico.
Progetti, coccole, baci, lettere, aiutarsi...chi più ne ha più ne metta...in maniera molto profonda e romantica.
Con una connessione emotiva viscerale ed unica...ovviamente vissuta da entrambi per essere così radicata e intima.
Anche a lei non capita che si avvicini ogni sera per cercare il sesso e io la respinga.
L’abbiamo vissuta entrambi in questo modo.
Ma io in particolare.
Man mano che la storia evolve è come se le pulsioni sessuali sparissero perchè il corpo dell’altra persona, nonostante sia per me attraente, si è desesualizzato.
È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione nel fare un qualcosa di fisico.
Perchè non è più, con quella persona, una sorta di scoperta.
E allo stesso tempo non ne sento eccessivamente la mancanza.
Perchè non trovo conferma dell’amore nell’atto sessuale, quanto in tutto il resto.
In questo senso sono io fatto così... è come se dopo tempo insieme l’atto sessuale passi in secondo piano.
Non è quello che sfama la mia voglia di amare.
Cosa significa tutto ció?
Ho già fatto sedute, e un po’ banalmente mi sono sentito dire che puó essere comune che l’interesse fisico con il tempo si affievoli... che andrebbe tenuto vivo con fantasie ecc ecc...ma non è così scontato poi mettere in pratica il tutto.
E quando si cerca di farlo... ci si sente come costretti...e quindi è un circolo vizioso.
Da un lato mi manca avere un rapporto fisico sul lungo termine... ma più per una questione che ok... è divertente e piacevole...non perchè davvero ne senta estramamente bisogno.
La mia donna allo stesso modo ha per tanto tempo accompagnato questo mio modo di essere.
Sicuramente perchè profondamente innamorata, e perchè altrettanto profondamente è stata nutrita e ha trovato immensa pienezza nel nostro modo di amarci anche non fisico.
Non credo debba esserci una regola.
O forse c’è?
Ma alla lunga la mancanza di una vita sessuale l’ha portata a decidere di lasciarsi.
Nonostate fossimo ancora profondamente innamorati.
Solo, e si per quanto importante io dico... solo... per una necessità fisica in fondo.
Difficile riassumere tutto in questi pochi caratteri... ma mi domando se siamo io e lei a non essere stati capaci di trovare delle fantasie comuni... e se allo stesso tempo sia io fuori dal mondo a non sentire l’esigenza di un rapporto quando per amore ci si completava in tanti altri modi... vi ringrazio molto
[#1]
Gentile utente,
forse recandosi da un sessuologo scoprirebbe perché per la media delle coppie il sesso è non solo una "necessità fisica", non solo una cosa "divertente e piacevole", ma un legame che è la prima spinta della coppia a costituirsi e divenuto più profondo è ciò che la tiene insieme, spesso per decenni.
Poche persone vengono definite "demi-sessuali" o "asessuate"; altre hanno una sessualità precocemente compromessa, per cui considerano l'attività sessuale non l'apoteosi dell'amore, ma il suo scarto, se non addirittura la sua parte negativa. Lei infatti scrive: "È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione".
Quali che siano i suoi motivi per vivere in questo modo la sessualità, sorprende in fatto che non abbia riflettuto sull'addio della sua compagna.
L'adattamento reciproco che lei credeva di vedere, a quanto pare, nascondeva una mancanza intollerabile.
Ci rifletta.
forse recandosi da un sessuologo scoprirebbe perché per la media delle coppie il sesso è non solo una "necessità fisica", non solo una cosa "divertente e piacevole", ma un legame che è la prima spinta della coppia a costituirsi e divenuto più profondo è ciò che la tiene insieme, spesso per decenni.
Poche persone vengono definite "demi-sessuali" o "asessuate"; altre hanno una sessualità precocemente compromessa, per cui considerano l'attività sessuale non l'apoteosi dell'amore, ma il suo scarto, se non addirittura la sua parte negativa. Lei infatti scrive: "È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione".
Quali che siano i suoi motivi per vivere in questo modo la sessualità, sorprende in fatto che non abbia riflettuto sull'addio della sua compagna.
L'adattamento reciproco che lei credeva di vedere, a quanto pare, nascondeva una mancanza intollerabile.
Ci rifletta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
La ringrazio della risposta.
Ho riflettuto naturalmente eccome.
Ora in un breve testo non è naturalmente trasferibile il tutto a riguardo..e non è il punto sui cui volevo concentarmi, per quanto faccia parte del puzzle, e che volevo descrivere.
Condivido ovviamente la questione mancanza intollerabile ,anche perchè altrimenti non si sarebbe arrivati a questo risultato. Personalmente ritengo peró che se fosse così intollerabile non ci sarebbe stata la storia che si ha avuto. E credo che intollerabilità,se lo è davvero, dovrebbe sfociare in proporzione in un’insostebilità quotidiana della storia/vita dai problemi più semplici ai più difficili. Non in un’esplosione finale e stop. Altrimenti non si parla di intollerabilità. Non condivido invece che il sesso sia ció grazie al quale una relazione prosegue per sempre. Lo trovo molto triste. Non voglio assolutamente affermare che non sia importate e che il non farlo possa portare a difficoltà. Ma la relazione si deve regger su tutt’altro. Soprattutto se nel corso del tempo si è evoluta reggendosi e approfondendosi su tutt’altro.
Sesso si, ma l’ago della bilancia non puó essere quello.
Per di più se costruisco qualcosa con qualcuna per il quale il sesso è fondamentale ed è tutto..nulla in contrario..e il giorno che manca..non ho nulla di cui stupirmi visto che il sesso era il fulcro di tutto.
Se una storia si è sempre costruita su altro.. e in altrettanto modo non dovrebbe esserci nulla in contrario..non si puó arrivare alla fine di tutto e giudicare la situazione come intollerabile. Se è intollerabile ce ne si lamenta sempre, la si vive male sempre, non la si tollera quotidianamente. Su questo riflettevo..altrimenti è solo un rifiuto scoppiato alla fine senza che l’altra metà si sia mai fatta un meaculpa.
Ma queste dinamiche della storia avuta non sono spiegabili con delle frasi qui.
Perchè di fatto non possono riassumere abbastanza efficacemente da essere compreso.
Era solo una riflessione sul fatto che credo che una storia non debba dopo anni e anni avere la parte fisica come cartina tornasole. Ma a quanto pare è tristemente così..
Sono stato da sessuologi come ho scritto..
in realtà hanno concordato sulla mia visione! a seconda di come si imposta e si evolve il rapporto dopo i primi anni è quella la linea guida..se vissuta serenamente.
Ovviamente mancando comunque una parte fisica, che hanno sottolineato che in qualche modo dovrebbe comunque essere presente, hanno proposto di risolvere la cosa con dei giochetti di vario genere abbastanza forzati e artifciosi.. il che mi ha fatto sorridere..
Ho riflettuto naturalmente eccome.
Ora in un breve testo non è naturalmente trasferibile il tutto a riguardo..e non è il punto sui cui volevo concentarmi, per quanto faccia parte del puzzle, e che volevo descrivere.
Condivido ovviamente la questione mancanza intollerabile ,anche perchè altrimenti non si sarebbe arrivati a questo risultato. Personalmente ritengo peró che se fosse così intollerabile non ci sarebbe stata la storia che si ha avuto. E credo che intollerabilità,se lo è davvero, dovrebbe sfociare in proporzione in un’insostebilità quotidiana della storia/vita dai problemi più semplici ai più difficili. Non in un’esplosione finale e stop. Altrimenti non si parla di intollerabilità. Non condivido invece che il sesso sia ció grazie al quale una relazione prosegue per sempre. Lo trovo molto triste. Non voglio assolutamente affermare che non sia importate e che il non farlo possa portare a difficoltà. Ma la relazione si deve regger su tutt’altro. Soprattutto se nel corso del tempo si è evoluta reggendosi e approfondendosi su tutt’altro.
Sesso si, ma l’ago della bilancia non puó essere quello.
Per di più se costruisco qualcosa con qualcuna per il quale il sesso è fondamentale ed è tutto..nulla in contrario..e il giorno che manca..non ho nulla di cui stupirmi visto che il sesso era il fulcro di tutto.
Se una storia si è sempre costruita su altro.. e in altrettanto modo non dovrebbe esserci nulla in contrario..non si puó arrivare alla fine di tutto e giudicare la situazione come intollerabile. Se è intollerabile ce ne si lamenta sempre, la si vive male sempre, non la si tollera quotidianamente. Su questo riflettevo..altrimenti è solo un rifiuto scoppiato alla fine senza che l’altra metà si sia mai fatta un meaculpa.
Ma queste dinamiche della storia avuta non sono spiegabili con delle frasi qui.
Perchè di fatto non possono riassumere abbastanza efficacemente da essere compreso.
Era solo una riflessione sul fatto che credo che una storia non debba dopo anni e anni avere la parte fisica come cartina tornasole. Ma a quanto pare è tristemente così..
Sono stato da sessuologi come ho scritto..
in realtà hanno concordato sulla mia visione! a seconda di come si imposta e si evolve il rapporto dopo i primi anni è quella la linea guida..se vissuta serenamente.
Ovviamente mancando comunque una parte fisica, che hanno sottolineato che in qualche modo dovrebbe comunque essere presente, hanno proposto di risolvere la cosa con dei giochetti di vario genere abbastanza forzati e artifciosi.. il che mi ha fatto sorridere..
[#3]
Gentile utente,
la sua domanda era: "Rapporto sessuale, quanto e come".
A questa domanda abbiamo risposto, io da qui e i sessuologi in presenza, a quel che lei scrive, e tutti abbiamo cercato di spiegarle l'ovvio: una coppia si costituisce e rimane tale sulla base del desiderio sessuale condiviso e appagato.
Altre componenti: solidarietà, affinità, dialogo, progetti comuni, sono indispensabili per la qualità e la durata del rapporto, specie perché la maggior parte delle coppie alleva figli e nipoti, il che richiede continuità, concordia, valori comuni.
Lei sembra credere che il contraltare delle relazioni basate sulla sola componente erotica (relazioni effimere e di breve durata) siano le relazioni basate sulla sola affinità e sull'affetto. Queste ultime, semplicemente, non sono relazioni di coppia, perché l'affetto, la compagnia, le affinità intellettuali e morali le possiamo trovare nelle amicizie e con alcuni familiari; la coppia "normale" invece si fonda, che le piaccia o no, sul reciproco apprezzamento sessuale.
Sarà quindi da rivedere l'opinione che lei esprime con le parole: "Ma la relazione si deve regger su tutt’altro. Soprattutto se nel corso del tempo si è evoluta reggendosi e approfondendosi su tutt’altro".
Se crede che una coppia si evolva "reggendosi e approfondendosi su tutt’altro", si disilluda: i nostri studi professionali sono pieni di coniugi sconsolati che affermano di doversi lasciare perché pur volendosi tanto bene sono oramai "come fratello e sorella".
Un'altra sua opinione da rivedere (se vuole avere una relazione di coppia, beninteso) è quella secondo cui l'intollerabilità di una situazione si manifesta fin dal primo emergere di un problema.
Lei scrive: "ce ne si lamenta sempre, la si vive male sempre, non la si tollera quotidianamente. Su questo riflettevo..altrimenti è solo un rifiuto scoppiato alla fine senza che l’altra metà si sia mai fatta un meaculpa".
A parte che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e probabilmente la sua donna, prima di decidersi a lasciarla, ha fatto più di un accenno alla necessità di recuperare la vostra vita sessuale, anche le pagine di Medicitalia sono piene dei lamenti di uomini e donne che tollerano due, tre, cinque anni, ma poi rispondono al gelo sessuale del partner con l'adulterio o con l'addio.
Bisogna essere ciechi per non capire che alle prime avvisaglie di questo gelo si preferisce pensare che sia solo un momento, una malattia, e perfino qualcosa da accettare, perché altrimenti si spalanca il fallimento dei propri progetti e l'abisso della solitudine.
Ma accettare l'indiffernza sessuale dell'altro è come accettare di non mangiare. Non si muore il primo giorno, nemmeno il secondo. Sembra perfino di potersi adattare: gli stimoli scompaiono nel corpo debilitato... fino a che stramazza a terra, morto.
Lei avrà indagato coi sessuologi sul perché di questa sua assenza di desiderio. Se le hanno proposto "giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi" forse lei ha parlato di semplice disfunzione erettile.
Sembra, in realtà, che ci sia ben altro. Sta a lei decidere di saperne di più, e cercare un partner adeguato, o continuare a pensare di essere nel giusto e tentare di imporre un'asessuata castità anche a chi desidera una vita diversa.
Buone cose.
la sua domanda era: "Rapporto sessuale, quanto e come".
A questa domanda abbiamo risposto, io da qui e i sessuologi in presenza, a quel che lei scrive, e tutti abbiamo cercato di spiegarle l'ovvio: una coppia si costituisce e rimane tale sulla base del desiderio sessuale condiviso e appagato.
Altre componenti: solidarietà, affinità, dialogo, progetti comuni, sono indispensabili per la qualità e la durata del rapporto, specie perché la maggior parte delle coppie alleva figli e nipoti, il che richiede continuità, concordia, valori comuni.
Lei sembra credere che il contraltare delle relazioni basate sulla sola componente erotica (relazioni effimere e di breve durata) siano le relazioni basate sulla sola affinità e sull'affetto. Queste ultime, semplicemente, non sono relazioni di coppia, perché l'affetto, la compagnia, le affinità intellettuali e morali le possiamo trovare nelle amicizie e con alcuni familiari; la coppia "normale" invece si fonda, che le piaccia o no, sul reciproco apprezzamento sessuale.
Sarà quindi da rivedere l'opinione che lei esprime con le parole: "Ma la relazione si deve regger su tutt’altro. Soprattutto se nel corso del tempo si è evoluta reggendosi e approfondendosi su tutt’altro".
Se crede che una coppia si evolva "reggendosi e approfondendosi su tutt’altro", si disilluda: i nostri studi professionali sono pieni di coniugi sconsolati che affermano di doversi lasciare perché pur volendosi tanto bene sono oramai "come fratello e sorella".
Un'altra sua opinione da rivedere (se vuole avere una relazione di coppia, beninteso) è quella secondo cui l'intollerabilità di una situazione si manifesta fin dal primo emergere di un problema.
Lei scrive: "ce ne si lamenta sempre, la si vive male sempre, non la si tollera quotidianamente. Su questo riflettevo..altrimenti è solo un rifiuto scoppiato alla fine senza che l’altra metà si sia mai fatta un meaculpa".
A parte che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e probabilmente la sua donna, prima di decidersi a lasciarla, ha fatto più di un accenno alla necessità di recuperare la vostra vita sessuale, anche le pagine di Medicitalia sono piene dei lamenti di uomini e donne che tollerano due, tre, cinque anni, ma poi rispondono al gelo sessuale del partner con l'adulterio o con l'addio.
Bisogna essere ciechi per non capire che alle prime avvisaglie di questo gelo si preferisce pensare che sia solo un momento, una malattia, e perfino qualcosa da accettare, perché altrimenti si spalanca il fallimento dei propri progetti e l'abisso della solitudine.
Ma accettare l'indiffernza sessuale dell'altro è come accettare di non mangiare. Non si muore il primo giorno, nemmeno il secondo. Sembra perfino di potersi adattare: gli stimoli scompaiono nel corpo debilitato... fino a che stramazza a terra, morto.
Lei avrà indagato coi sessuologi sul perché di questa sua assenza di desiderio. Se le hanno proposto "giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi" forse lei ha parlato di semplice disfunzione erettile.
Sembra, in realtà, che ci sia ben altro. Sta a lei decidere di saperne di più, e cercare un partner adeguato, o continuare a pensare di essere nel giusto e tentare di imporre un'asessuata castità anche a chi desidera una vita diversa.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#4]
Utente
gentile dr.ssa,
premesso che la ringrazio del tempo che ha dedicato,
non ho intenzione di imporre nessuna asessuata castità in verità; al contrario, con tutto rispetto parlando, della sua opinione che presenta come verità quasi assoluta.
una grande maggioranza di casi o studi non porta ad una regola.
non stiamo facendo matematica.
stando a come lei racconta, dunque, non potrebbe esistere chi si ama a distanza, perchè non ha modo di viversi fisicamente, non ci sarebbe modo nemmeno tra due anziani a cui manca energia o capacità fisica, non ci sarebbe nemmeno possibilità per una coppia nella quale uno dei due ha un impedimento fisico.
credo si potrebbero fare altri esempi.
La componente fisica è mancata anche a me, così come a lei.
nessuna castità imposta, per carità.
Mi sono confrontato io con lei, così come lei con me.
Il problema non è legato a una risposta corporea, sua o mia.
non sto facendo un paragone tra una relazione effimera e una consolidata, mettendole agli estremi.
gentilmente, non si riferisca a parole che non ho scritto.
affinità morali, affetto e compagnia che si hanno tra fratello e sorella, o con amici, non possono per fortuna essere paragonate a quelle che si hanno e che si devono avere con la propria metà.
nè all'inizio, nè nel mentre, nè dopo. nè possono diventarlo per i trascorsi avuti.
sono assolutamente convinto che in una relazione ci debba essere la componente fisica; questo si che l'ho scritto.
sono però altrettanto convinto che non deve essere la componente sessuale a determinare la riuscita di un rapporto.
così come la buona riuscita dei primi anni ed incontri è data in particolar modo da quanto qualcuno piace fisicamente (mai sentito di nessuno che esce e bacia qualcuna anche se fisicamente non piacente); la riuscita degli anni successivi è determinata dal peso di altro.
il che non vuol dire castità, sottolineo.
ma mi sono ritrovato nella situazione in cui, coscientemente, mi rendo conto che la componente "sentimentale", ed oltre, assume un aspetto preponderante.
Senza eccessiva fatica l'accetto, in quanto l'amore per quella persona non è intaccato o sminuito.
Saprò ciò che provo visto che lo sto vivendo, giusto?
non muoio di fame.
e non è certo solidarietà di famiglia.
si può concludere facilmente con la sua opinione; indicando che se ci fosse stata la controparte fisica sarebbe tutto ok, verissimo.
oppure accanto a questo, si dovrebbe anche valutare il peso specifico di tutto il resto, in funzione di come lo si è vissuto.
senza intollerabilità e stenti per la fame, da entrambi.
da qui, quindi, visto la mia esperienza personale, reale, vissuta; la domanda e la riflessione su questo sito.
le chiedo scusa; non è plausibile proseguire a fare un ragionamento completo e profondo con dei commenti in effetti.
la sua risposta è sicuramente corretta, ma molto superficiale; non nel senso che non è pensata e intelligente, non mi fraintenda la prego, ma probabilmente è applicabile a una grande quantità di casi molto più generici o differenti.
c'è un libro molto famoso che recita queste parole:
"fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore(desiderio che si applica a una quantità infinita di donne)ma col desiderio di dormire insieme(desiderio che si applica ad un'unica donna)"
io rifletto sulle sue parole.
lei rifletta anche sulle mie, o su quelle di un prossimo utente che non fa della componente sessuale il comune denominatore di ogni anno di storia assieme.
se qualcuno lo racconta, del resto, significa che è qualcosa che esiste ed è vissuto e compreso.
un caro saluto.
premesso che la ringrazio del tempo che ha dedicato,
non ho intenzione di imporre nessuna asessuata castità in verità; al contrario, con tutto rispetto parlando, della sua opinione che presenta come verità quasi assoluta.
una grande maggioranza di casi o studi non porta ad una regola.
non stiamo facendo matematica.
stando a come lei racconta, dunque, non potrebbe esistere chi si ama a distanza, perchè non ha modo di viversi fisicamente, non ci sarebbe modo nemmeno tra due anziani a cui manca energia o capacità fisica, non ci sarebbe nemmeno possibilità per una coppia nella quale uno dei due ha un impedimento fisico.
credo si potrebbero fare altri esempi.
La componente fisica è mancata anche a me, così come a lei.
nessuna castità imposta, per carità.
Mi sono confrontato io con lei, così come lei con me.
Il problema non è legato a una risposta corporea, sua o mia.
non sto facendo un paragone tra una relazione effimera e una consolidata, mettendole agli estremi.
gentilmente, non si riferisca a parole che non ho scritto.
affinità morali, affetto e compagnia che si hanno tra fratello e sorella, o con amici, non possono per fortuna essere paragonate a quelle che si hanno e che si devono avere con la propria metà.
nè all'inizio, nè nel mentre, nè dopo. nè possono diventarlo per i trascorsi avuti.
sono assolutamente convinto che in una relazione ci debba essere la componente fisica; questo si che l'ho scritto.
sono però altrettanto convinto che non deve essere la componente sessuale a determinare la riuscita di un rapporto.
così come la buona riuscita dei primi anni ed incontri è data in particolar modo da quanto qualcuno piace fisicamente (mai sentito di nessuno che esce e bacia qualcuna anche se fisicamente non piacente); la riuscita degli anni successivi è determinata dal peso di altro.
il che non vuol dire castità, sottolineo.
ma mi sono ritrovato nella situazione in cui, coscientemente, mi rendo conto che la componente "sentimentale", ed oltre, assume un aspetto preponderante.
Senza eccessiva fatica l'accetto, in quanto l'amore per quella persona non è intaccato o sminuito.
Saprò ciò che provo visto che lo sto vivendo, giusto?
non muoio di fame.
e non è certo solidarietà di famiglia.
si può concludere facilmente con la sua opinione; indicando che se ci fosse stata la controparte fisica sarebbe tutto ok, verissimo.
oppure accanto a questo, si dovrebbe anche valutare il peso specifico di tutto il resto, in funzione di come lo si è vissuto.
senza intollerabilità e stenti per la fame, da entrambi.
da qui, quindi, visto la mia esperienza personale, reale, vissuta; la domanda e la riflessione su questo sito.
le chiedo scusa; non è plausibile proseguire a fare un ragionamento completo e profondo con dei commenti in effetti.
la sua risposta è sicuramente corretta, ma molto superficiale; non nel senso che non è pensata e intelligente, non mi fraintenda la prego, ma probabilmente è applicabile a una grande quantità di casi molto più generici o differenti.
c'è un libro molto famoso che recita queste parole:
"fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore(desiderio che si applica a una quantità infinita di donne)ma col desiderio di dormire insieme(desiderio che si applica ad un'unica donna)"
io rifletto sulle sue parole.
lei rifletta anche sulle mie, o su quelle di un prossimo utente che non fa della componente sessuale il comune denominatore di ogni anno di storia assieme.
se qualcuno lo racconta, del resto, significa che è qualcosa che esiste ed è vissuto e compreso.
un caro saluto.
[#5]
Gentile utente,
ho riflettuto sulle sue parole, come mi ha chiesto e come per la verità faccio sempre con tutti.
Capisco che le mie risposte le siano parse non comprendere la corrente di dolore e di dubbio che percorre questo momento della sua vita.
Sarebbe utile però che lei considerasse che le nostre risposte da qui, rivolgendosi ai molti che ci leggono, valutano le domande nel loro significato letterale. Vorrei che leggesse in quest'ottica le risposte degli specialisti, e soprattutto usasse le sue parole per esprimere, e non per celare i suoi reali sentimenti. Mi farebbe piacere che si prendesse il tempo di leggere con attenzione questa mia ultima risposta.
Torniamo a considerare la sua domanda iniziale: "Rapporto sessuale, quanto e come". Fatta questa domanda, lei cerca di forzare noi di Medicitalia a fornirle la risposta che lei si è già dato.
Ricaviamo questa risposta dalle sue parole.
Lei scrive: "fatico, nel corso delle relazioni avute, a mantenere un certo interesse sessuale nei confronti della mia metà man mano che il tempo passa"; e poco oltre: "man mano che il tempo trascorre e mi innamoro dell’altra persona... per me tutto il coinvolgimento e la passione si sposta su un piano platonico".
Qui parla del decadere dell'interesse che colpisce molte persone, i sensation seekers in massimo grado. C'è poi il fatto di credere che ci si possa innamorare di qualcuno dopo anni di... cos'altro, se già esiste una relazione? Non era innamorato, all'inizio? Perché una relazione di coppia, allora?
Questo dà allo specialista alcuni indizi significativi su di lei, sul suo modo di entrare in un legame amoroso.
Lei scrive: "Man mano che la storia evolve è come se le pulsioni sessuali sparissero perchè il corpo dell’altra persona, nonostante sia per me attraente, si è desesualizzato". Ed ecco quali cause individua: "È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione nel fare un qualcosa di fisico. Perchè non è più, con quella persona, una sorta di scoperta".
Il sessuologo le avrà certo spiegato da cosa nasce questo immiserirsi dell'interesse per il partner; ma lei non l'ha ascoltato, forse perché del trasporto erotico, come scrive: "non ne sento eccessivamente la mancanza".
Se questa sua tendenza sia organicamente fondata, se derivi da demisessualità, da asessualità, da un disturbo funzionale, se sia legata alla doppia immagine della donna proposta da Freud, se infine nasca dalla volontà di mantenere il legame di coppia a tutti i costi come antidoto alla solitudine, si potrebbe scoprire tramite un approfondito percorso, e solo se lei fosse disponibile a un'analisi che al momento sembra invece voler sfuggire.
Fatto sta, il suo tentativo di mantenere in vita una relazione priva della componente erotica, dopo ben otto anni ha questo esito: "alla lunga la mancanza di una vita sessuale l’ha portata a decidere di lasciarsi. Nonostante fossimo ancora profondamente innamorati. Solo, e si per quanto importante io dico... solo... per una necessità fisica in fondo".
Capisco il suo dolore; capisco perfino il suo voler colpevolizzare la partner, sminuendo il suo desiderio di un vero, completo rapporto d'amore a "sola necessità fisica".
Tuttavia molte persone che vengono lasciate, dall'addio del partner ricavano uno choc che le porta a capire quanto ci tenessero, quanto fossero importanti le cose che hanno perduto. Talvolta, ma non sempre, riescono a vedere quali e quanto gravi fossero le proprie azioni o le omissioni che hanno determinato il distacco.
Lei invece vuole convincere sé stesso, forse noi, e probabilmente l'ha fatto con la partner, che il silenzio sessuale non dovesse avere l'esito che invece ha avuto.
Eppure all'inizio si chiedeva: "mi domando se siamo io e lei a non essere stati capaci di trovare delle fantasie comuni... e se allo stesso tempo sia io fuori dal mondo a non sentire l’esigenza di un rapporto quando per amore ci si completava in tanti altri modi..."
Su questi dubbi, che non esprimono la totalità dell'esperienza dolorosa da lei vissuta ma sono comunque un passo avanti per uscire dal buio, dovrebbe riflettere, meglio se con l'aiuto di uno specialista dedicato al suo caso specifico.
Dalla mia risposta che riguarda invece la generalità dei casi simili al suo, e che la invito a rileggere in quest'ottica in #1, lei si sente non compreso, e ha ragione, perché ciò che noi riusciamo a sapere e a comprendere da poche righe non è la totalità dell'esperienza di chi ci scrive, e del resto questo blog non fa diagnosi e meno che mai terapie via email.
Lei replica -riassumo, mi corregga se sbaglio- che non ritiene possibile che una donna la quale non sembrava dare al sesso un valore prioritario, che privilegiava le coccole, la solidarietà e l'amore romantico, a un certo punto dichiari insopportabile l'assenza di desiderio nel suo uomo e su questa base decida di lasciarlo, senza avere mai espresso prima queste richieste e senza essersi fatta un mea culpa.
Se ho riassunto bene ciò che ha scritto in #2, va chiarito come mai, se non c'erano problemi, lei sia stato "da sessuologi". Solo? In coppia? E perché questo plurale, a proposito degli specialisti? Da dove nascono le contraddizioni presenti nelle sue affermazioni che riporto qui sotto?
"Sono stato da sessuologi come ho scritto.. in realtà hanno concordato sulla mia visione! a seconda di come si imposta e si evolve il rapporto dopo i primi anni è quella la linea guida..se vissuta serenamente. Ovviamente mancando comunque una parte fisica, che hanno sottolineato che in qualche modo dovrebbe comunque essere presente, hanno proposto di risolvere la cosa con dei giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi.. il che mi ha fatto sorridere.."
Gentile utente, temo che lei non abbia ben compreso le parole degli specialisti, o peggio sia incorso nell'errore di rivolgersi a persone senza abilitazione professionale. Per tutti quelli che ci leggono, chiarisco che il termine "sessuologo" in Italia non indica una professione autonoma, ma è una specializzazione di psicologi o medici regolarmente iscritti ai rispettivi albi professionali.
Al mio richiamo puntuale alla sua domanda del titolo, alle argomentazioni con cui ho tentato di farle notare che alcune sue convinzioni sono disfunzionali alla vita di coppia, lei non ha colto la volontà di venirle in aiuto, ma si è risentito del fatto che contraddicevano il suo bisogno/desiderio di sentirsi affermare che la vita sessuale non è il centro della vita di una coppia, che la sua ragazza ha sbagliato a lasciarla, etc.
Queste parole lenirebbero il suo dispiacere, le farebbero credere che ha fatto tutto bene e tutto giusto?
Vede, qualunque counselor da strapazzo le può declamare un poema sull'amore romantico e sul fatto che la donna che non l'ha capito è una cattivona. Ma questo le sarebbe utile?
Lei vorrebbe confutare le mie parole (ripeto: a che pro? con quale vantaggio per lei?) con queste argomentazioni: "stando a come lei racconta, dunque, non potrebbe esistere chi si ama a distanza, perchè non ha modo di viversi fisicamente, non ci sarebbe modo nemmeno tra due anziani a cui manca energia o capacità fisica, non ci sarebbe nemmeno possibilità per una coppia nella quale uno dei due ha un impedimento fisico. credo si potrebbero fare altri esempi".
Tutti e tre questi esempi, caro utente, si smontano come un castello di carte costruito da un bambino.
Veniamo quindi al nucleo vivo e doloroso di tutta la sua elucubrazione, e senza scomodare Kundera: lei ha amato una donna, l'ha perduta, e recrimina su come sono andate le cose.
Forse tutti e due avete lasciato che l'amore appassisse nell'usura del quotidiano, con quella serie di stilettate che sono tanti preludi alla coltellata finale.
In questi casi la prima cosa che viene meno è la vitalità sessuale.
Se altri aspetti della relazione non vengono coltivati -e non parlo di "perversioni" o di "giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi"- tutto decade.
La sessualità è un ambito complesso, ricco di sfumature, che frecce invisibili possono colpire in punti vitali.
Assieme al dolore e all'amore, da una relazione finita può nascere però una maggiore conoscenza di sé e della vita e la capacità di fare meglio in futuro.
Per un giovane, questo non è poco. Cerchi di fare il meglio per sé.
Auguri.
ho riflettuto sulle sue parole, come mi ha chiesto e come per la verità faccio sempre con tutti.
Capisco che le mie risposte le siano parse non comprendere la corrente di dolore e di dubbio che percorre questo momento della sua vita.
Sarebbe utile però che lei considerasse che le nostre risposte da qui, rivolgendosi ai molti che ci leggono, valutano le domande nel loro significato letterale. Vorrei che leggesse in quest'ottica le risposte degli specialisti, e soprattutto usasse le sue parole per esprimere, e non per celare i suoi reali sentimenti. Mi farebbe piacere che si prendesse il tempo di leggere con attenzione questa mia ultima risposta.
Torniamo a considerare la sua domanda iniziale: "Rapporto sessuale, quanto e come". Fatta questa domanda, lei cerca di forzare noi di Medicitalia a fornirle la risposta che lei si è già dato.
Ricaviamo questa risposta dalle sue parole.
Lei scrive: "fatico, nel corso delle relazioni avute, a mantenere un certo interesse sessuale nei confronti della mia metà man mano che il tempo passa"; e poco oltre: "man mano che il tempo trascorre e mi innamoro dell’altra persona... per me tutto il coinvolgimento e la passione si sposta su un piano platonico".
Qui parla del decadere dell'interesse che colpisce molte persone, i sensation seekers in massimo grado. C'è poi il fatto di credere che ci si possa innamorare di qualcuno dopo anni di... cos'altro, se già esiste una relazione? Non era innamorato, all'inizio? Perché una relazione di coppia, allora?
Questo dà allo specialista alcuni indizi significativi su di lei, sul suo modo di entrare in un legame amoroso.
Lei scrive: "Man mano che la storia evolve è come se le pulsioni sessuali sparissero perchè il corpo dell’altra persona, nonostante sia per me attraente, si è desesualizzato". Ed ecco quali cause individua: "È come se non trovassi più una perversione che porta all’eccitazione nel fare un qualcosa di fisico. Perchè non è più, con quella persona, una sorta di scoperta".
Il sessuologo le avrà certo spiegato da cosa nasce questo immiserirsi dell'interesse per il partner; ma lei non l'ha ascoltato, forse perché del trasporto erotico, come scrive: "non ne sento eccessivamente la mancanza".
Se questa sua tendenza sia organicamente fondata, se derivi da demisessualità, da asessualità, da un disturbo funzionale, se sia legata alla doppia immagine della donna proposta da Freud, se infine nasca dalla volontà di mantenere il legame di coppia a tutti i costi come antidoto alla solitudine, si potrebbe scoprire tramite un approfondito percorso, e solo se lei fosse disponibile a un'analisi che al momento sembra invece voler sfuggire.
Fatto sta, il suo tentativo di mantenere in vita una relazione priva della componente erotica, dopo ben otto anni ha questo esito: "alla lunga la mancanza di una vita sessuale l’ha portata a decidere di lasciarsi. Nonostante fossimo ancora profondamente innamorati. Solo, e si per quanto importante io dico... solo... per una necessità fisica in fondo".
Capisco il suo dolore; capisco perfino il suo voler colpevolizzare la partner, sminuendo il suo desiderio di un vero, completo rapporto d'amore a "sola necessità fisica".
Tuttavia molte persone che vengono lasciate, dall'addio del partner ricavano uno choc che le porta a capire quanto ci tenessero, quanto fossero importanti le cose che hanno perduto. Talvolta, ma non sempre, riescono a vedere quali e quanto gravi fossero le proprie azioni o le omissioni che hanno determinato il distacco.
Lei invece vuole convincere sé stesso, forse noi, e probabilmente l'ha fatto con la partner, che il silenzio sessuale non dovesse avere l'esito che invece ha avuto.
Eppure all'inizio si chiedeva: "mi domando se siamo io e lei a non essere stati capaci di trovare delle fantasie comuni... e se allo stesso tempo sia io fuori dal mondo a non sentire l’esigenza di un rapporto quando per amore ci si completava in tanti altri modi..."
Su questi dubbi, che non esprimono la totalità dell'esperienza dolorosa da lei vissuta ma sono comunque un passo avanti per uscire dal buio, dovrebbe riflettere, meglio se con l'aiuto di uno specialista dedicato al suo caso specifico.
Dalla mia risposta che riguarda invece la generalità dei casi simili al suo, e che la invito a rileggere in quest'ottica in #1, lei si sente non compreso, e ha ragione, perché ciò che noi riusciamo a sapere e a comprendere da poche righe non è la totalità dell'esperienza di chi ci scrive, e del resto questo blog non fa diagnosi e meno che mai terapie via email.
Lei replica -riassumo, mi corregga se sbaglio- che non ritiene possibile che una donna la quale non sembrava dare al sesso un valore prioritario, che privilegiava le coccole, la solidarietà e l'amore romantico, a un certo punto dichiari insopportabile l'assenza di desiderio nel suo uomo e su questa base decida di lasciarlo, senza avere mai espresso prima queste richieste e senza essersi fatta un mea culpa.
Se ho riassunto bene ciò che ha scritto in #2, va chiarito come mai, se non c'erano problemi, lei sia stato "da sessuologi". Solo? In coppia? E perché questo plurale, a proposito degli specialisti? Da dove nascono le contraddizioni presenti nelle sue affermazioni che riporto qui sotto?
"Sono stato da sessuologi come ho scritto.. in realtà hanno concordato sulla mia visione! a seconda di come si imposta e si evolve il rapporto dopo i primi anni è quella la linea guida..se vissuta serenamente. Ovviamente mancando comunque una parte fisica, che hanno sottolineato che in qualche modo dovrebbe comunque essere presente, hanno proposto di risolvere la cosa con dei giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi.. il che mi ha fatto sorridere.."
Gentile utente, temo che lei non abbia ben compreso le parole degli specialisti, o peggio sia incorso nell'errore di rivolgersi a persone senza abilitazione professionale. Per tutti quelli che ci leggono, chiarisco che il termine "sessuologo" in Italia non indica una professione autonoma, ma è una specializzazione di psicologi o medici regolarmente iscritti ai rispettivi albi professionali.
Al mio richiamo puntuale alla sua domanda del titolo, alle argomentazioni con cui ho tentato di farle notare che alcune sue convinzioni sono disfunzionali alla vita di coppia, lei non ha colto la volontà di venirle in aiuto, ma si è risentito del fatto che contraddicevano il suo bisogno/desiderio di sentirsi affermare che la vita sessuale non è il centro della vita di una coppia, che la sua ragazza ha sbagliato a lasciarla, etc.
Queste parole lenirebbero il suo dispiacere, le farebbero credere che ha fatto tutto bene e tutto giusto?
Vede, qualunque counselor da strapazzo le può declamare un poema sull'amore romantico e sul fatto che la donna che non l'ha capito è una cattivona. Ma questo le sarebbe utile?
Lei vorrebbe confutare le mie parole (ripeto: a che pro? con quale vantaggio per lei?) con queste argomentazioni: "stando a come lei racconta, dunque, non potrebbe esistere chi si ama a distanza, perchè non ha modo di viversi fisicamente, non ci sarebbe modo nemmeno tra due anziani a cui manca energia o capacità fisica, non ci sarebbe nemmeno possibilità per una coppia nella quale uno dei due ha un impedimento fisico. credo si potrebbero fare altri esempi".
Tutti e tre questi esempi, caro utente, si smontano come un castello di carte costruito da un bambino.
Veniamo quindi al nucleo vivo e doloroso di tutta la sua elucubrazione, e senza scomodare Kundera: lei ha amato una donna, l'ha perduta, e recrimina su come sono andate le cose.
Forse tutti e due avete lasciato che l'amore appassisse nell'usura del quotidiano, con quella serie di stilettate che sono tanti preludi alla coltellata finale.
In questi casi la prima cosa che viene meno è la vitalità sessuale.
Se altri aspetti della relazione non vengono coltivati -e non parlo di "perversioni" o di "giochetti di vario genere abbastanza forzati e artificiosi"- tutto decade.
La sessualità è un ambito complesso, ricco di sfumature, che frecce invisibili possono colpire in punti vitali.
Assieme al dolore e all'amore, da una relazione finita può nascere però una maggiore conoscenza di sé e della vita e la capacità di fare meglio in futuro.
Per un giovane, questo non è poco. Cerchi di fare il meglio per sé.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 26/05/2024.
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