Anoressia - disturbi alimentari

Buongiorno,
sono preoccupato per la mia fidanzata.
All'età di 11 anni ha sofferto di anoressia ed ha lottato per oltre due anni girando centri, ospedali, ecc.
, per poi averla debellata, nonostante alcuni di questi centri dicessero che era priva di speranze.

Oggi ha 29 anni, prossima ai 30 e noto che controlla in maniera precisa la sua alimentazione, ad esempio mangia molti prodotti con cereali, privi di zuccheri aggiunti, ecc.
, poco cibo spazzatura e la sua corporatura è molto esile.
Tale comportamento, abbinato a momenti di bassa autostima e al fatto che è solita specchiarsi, mi mette in allarme.
Sono solo fisime oppure il problema avuto in età infantile in qualche modo si sta rimanifestando?

Quali strategie posso porre in essere per cercare di affrontare delicatamente il problema?
A volte questa situazione mi fa arrabbiare e quindi manifesto il mio dissenso ad esempio dicendole di mangiare di più in quanto ha bisogno di energie per affrontare gli impegni lavorativi quotidiani.
E' sbagliato come approccio?
Voi che mi consigliate?

Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

dai suoi dati anagrafici vediamo che Lei è in sovrappeso. E questo può rappresentare un impedimento non secondario affinchè la sua ragazza, che dalla sua descrizione sembrerebbe essere in sottopeso, possa accettare il suo suggerimento a nutrirsi di più.

Evidentemente tra voi due c'è una notevole differenza nel rapporto col cibo.
E noi possiamo aiutarla ben poco non conoscendo l'altro punto di vista, cioè quello della sua ragazza; e nemmeno i dati oggettivi: BMI, ad esempio.

D'altra parte i momenti di "bassa autostima e lo specchiarsi", tanto più risalenti alla valutazione di una terza persona, non dicono molto di per sé. E nemmeno la apprezzabile scelta di mangiare cibi sani.

Per rispondere alla Sua seconda domanda riguardante Lei che ci scrive:
".. Sono solo fisime..?"
non conoscendoLa di persona non possiamo sapere se si tratta di Sue "fisime," se Lei è portato alle fisime. Sappiamo però per certo che arrabbiandosi non la aiuta, al contrario Lei viene a ricalcare comportamenti disfunzionali di tipo genitoriale.

Concludendo:
in queste situazioni non rimane altro che parlare con l'interessata, oppure farle leggere questo consulto.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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