Psicoterapeuta lei... o me?
Salve, a causa di un disturbo alimentare (bed) mi sono rivolta in un centro per disturbi alimentari privato, che ha un'ottima fama.
Mi hanno assegnato una psicoterapeuta metacognitiva interpersonale, visto che soffro anche di borderline.
Il problema è questo, ad ogni seduta mi chiede:
"Di cosa vuoi parlare oggi"?
"Come vuoi impostare la psicoterapia?
"
Alla mia domanda: "vorrei che lo dicessi tu perché tu sei la psicoterapeuta, lei ha risposto che devo dirlo io perché il paziente deve essere parte attiva.
Ma non posso farmi da psicoterapeuta da sola! Vorrei cambiare, ma non so che fare.
Voi cosa ne pensate?
Mi hanno assegnato una psicoterapeuta metacognitiva interpersonale, visto che soffro anche di borderline.
Il problema è questo, ad ogni seduta mi chiede:
"Di cosa vuoi parlare oggi"?
"Come vuoi impostare la psicoterapia?
"
Alla mia domanda: "vorrei che lo dicessi tu perché tu sei la psicoterapeuta, lei ha risposto che devo dirlo io perché il paziente deve essere parte attiva.
Ma non posso farmi da psicoterapeuta da sola! Vorrei cambiare, ma non so che fare.
Voi cosa ne pensate?
[#1]
Gentile utente,
ha ricevuto risposta a questo stesso quesito non più tardi di cinque giorni fa. Come Referente Scientifico di Medicitalia mi corre l'obbligo di farle notare quanto segue:
- E' proibito dalle nostre linee-guida intasare gli spazi e impegnare i professionisti ripetendo la stessa richiesta, che a lei non serve perché non legge neanche la risposta, e non serve ad altri utenti con problemi simili, per i quali è sufficiente la prima risposta.
- Lei è stata sottoposta a varie terapie da anni. Ora sta affrontando una nuova terapia con una dottoressa che presumibilmente è al corrente della sua patologia e della sua resistenza alle terapie precedentemente seguite. Vuole insegnare alla terapeuta in che modo si conduce una terapia?
- Se le occorrono chiarimenti e/o modifiche di percorso, la persona a cui rivolgersi è la specialista che la sta seguendo, come già le ha spiegato la dott.ssa Graziano cinque giorni fa. Del resto la specialista stessa è stata chiarissima: "il paziente deve essere parte attiva".
- Ogni volta che critica un risultato terapeutico, abbia cura di valutare quanto si è impegnata nel percorso. Per fare un esempio, nella terapia in corso ritiene di essersi impegnata davvero ad essere "parte attiva", almeno riflettendo sui problemi che desidera discutere prima di accedere alla seduta?
- Se ritiene che questo genere di terapia sia per lei inidoneo, rinunci al percorso che sta facendo e lasci spazio a chi potrà meglio avvalersene.
- In caso di altri quesiti copia/incolla o altre contravvenzioni alle nostre linee-guida prenderemo in considerazione l'idea di rinunciare alla sua presenza su queste pagine.
Buone cose.
ha ricevuto risposta a questo stesso quesito non più tardi di cinque giorni fa. Come Referente Scientifico di Medicitalia mi corre l'obbligo di farle notare quanto segue:
- E' proibito dalle nostre linee-guida intasare gli spazi e impegnare i professionisti ripetendo la stessa richiesta, che a lei non serve perché non legge neanche la risposta, e non serve ad altri utenti con problemi simili, per i quali è sufficiente la prima risposta.
- Lei è stata sottoposta a varie terapie da anni. Ora sta affrontando una nuova terapia con una dottoressa che presumibilmente è al corrente della sua patologia e della sua resistenza alle terapie precedentemente seguite. Vuole insegnare alla terapeuta in che modo si conduce una terapia?
- Se le occorrono chiarimenti e/o modifiche di percorso, la persona a cui rivolgersi è la specialista che la sta seguendo, come già le ha spiegato la dott.ssa Graziano cinque giorni fa. Del resto la specialista stessa è stata chiarissima: "il paziente deve essere parte attiva".
- Ogni volta che critica un risultato terapeutico, abbia cura di valutare quanto si è impegnata nel percorso. Per fare un esempio, nella terapia in corso ritiene di essersi impegnata davvero ad essere "parte attiva", almeno riflettendo sui problemi che desidera discutere prima di accedere alla seduta?
- Se ritiene che questo genere di terapia sia per lei inidoneo, rinunci al percorso che sta facendo e lasci spazio a chi potrà meglio avvalersene.
- In caso di altri quesiti copia/incolla o altre contravvenzioni alle nostre linee-guida prenderemo in considerazione l'idea di rinunciare alla sua presenza su queste pagine.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Capisco che la situazione possa sembrare difficile e frustrante. In terapia, specialmente in approcci come quello metacognitivo interpersonale, è comune che il terapeuta faccia domande aperte come "Di cosa vuoi parlare oggi?" o "Come vuoi impostare la psicoterapia?". L'obiettivo di queste domande è di incoraggiare il paziente a esplorare e definire i propri pensieri, emozioni e comportamenti, promuovendo una maggiore consapevolezza di sé e autonomia nel processo terapeutico.
Tuttavia, capisco che questo possa essere particolarmente impegnativo, soprattutto se ti senti insicura o se non hai ancora sviluppato le competenze per identificare e articolare i tuoi bisogni terapeutici. Il senso di non sapere cosa dire o come guidare la sessione può effettivamente essere fonte di ansia, soprattutto all'inizio di un percorso terapeutico o quando si affrontano condizioni complesse come il disturbo borderline di personalità e il bed.
Un aspetto fondamentale della terapia è il rapporto tra il terapeuta e il paziente. Se senti che questo approccio non ti sta aiutando o ti sta causando ulteriore stress, è importante discuterne apertamente con la tua terapeuta. Potresti provare a esprimerle le tue preoccupazioni, dicendo qualcosa come: "Mi trovo in difficoltà con le domande aperte e sento di aver bisogno di più direttive e supporto per poter partecipare attivamente alle sedute. Potresti aiutarmi a capire come posso fare questo?".
Se, dopo aver condiviso i tuoi sentimenti e aver cercato insieme una soluzione, continui a sentirti insoddisfatta o incomoda, potrebbe essere utile considerare una consultazione con un altro specialista o discutere con il centro la possibilità di esplorare altri approcci terapeutici o di essere riassegnata a un altro terapeuta che possa meglio rispondere alle tue esigenze.
Ricorda che il tuo benessere è la priorità e che è importante sentirsi supportati e compresi nel proprio percorso di guarigione.
Tuttavia, capisco che questo possa essere particolarmente impegnativo, soprattutto se ti senti insicura o se non hai ancora sviluppato le competenze per identificare e articolare i tuoi bisogni terapeutici. Il senso di non sapere cosa dire o come guidare la sessione può effettivamente essere fonte di ansia, soprattutto all'inizio di un percorso terapeutico o quando si affrontano condizioni complesse come il disturbo borderline di personalità e il bed.
Un aspetto fondamentale della terapia è il rapporto tra il terapeuta e il paziente. Se senti che questo approccio non ti sta aiutando o ti sta causando ulteriore stress, è importante discuterne apertamente con la tua terapeuta. Potresti provare a esprimerle le tue preoccupazioni, dicendo qualcosa come: "Mi trovo in difficoltà con le domande aperte e sento di aver bisogno di più direttive e supporto per poter partecipare attivamente alle sedute. Potresti aiutarmi a capire come posso fare questo?".
Se, dopo aver condiviso i tuoi sentimenti e aver cercato insieme una soluzione, continui a sentirti insoddisfatta o incomoda, potrebbe essere utile considerare una consultazione con un altro specialista o discutere con il centro la possibilità di esplorare altri approcci terapeutici o di essere riassegnata a un altro terapeuta che possa meglio rispondere alle tue esigenze.
Ricorda che il tuo benessere è la priorità e che è importante sentirsi supportati e compresi nel proprio percorso di guarigione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 603 visite dal 21/05/2024.
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