Matrice ossessiva
Gentili Dottori,
Ancora non mi è stata fatta una diagnosi presso l'ASL anche se la dottoressa mi ha parlato di un disturbo "ossessivo"; come si può evincere dai miei precedenti consulti il mio problema concerne questi pensieri intrusivi che mi invalidano l'umore portandomi in certe situazioni a sperimentare degli stati di profonda angoscia e tristezza; sono pensieri che possono riguardare argomenti disparati ma che rientrano in una cornice di idee che mi spaventato molto; fare del male a me stesso (con la paura di potermi anche suicidare) o alle persone a cui voglio bene come amici e parenti.
Ora io sono perfettamente consapevole della natura estranea di questi pensieri, della mia lontananza da questi propositi che reputo anzi orribili e spaventosi.
Però mi domandavo questi giorni come caspita è possibile che questi pensieri abbiamo sul mio umore una risonanza così potente, come possono condizionarmi la giornata inducendo dei cambiamenti di umore oppure caricandomi di un ansia deprimente che delle volte mi fa dubitare che il contenuto di quei pensieri sia vero.
Inoltre giacche probabilmente dovrò andare in terapia farmacologica, mi chiedo se questi farmaci mi aiuteranno davvero e non finiranno per acuire questo stato di percezione di una malattia che io avvero.
Dottori è davvero un disagio vero quello che vivo ma odio stare così; poi è tutto un circolo vizioso perché ogni cosa può diventare la fonte di un pensiero che mi intacca l'umore.
Ma soprattutto è normale che in momenti di panico, in cui ho avuto reali attacchi di panico per questi pensieri, io mi senta vulnerabile come se il loro contenuto si possa realizzare?
Io ho paura dottori, paura di impazzire, di diventare pazzo, ma che dico ho paura di esserlo già.
Ne uscirò?
Ancora non mi è stata fatta una diagnosi presso l'ASL anche se la dottoressa mi ha parlato di un disturbo "ossessivo"; come si può evincere dai miei precedenti consulti il mio problema concerne questi pensieri intrusivi che mi invalidano l'umore portandomi in certe situazioni a sperimentare degli stati di profonda angoscia e tristezza; sono pensieri che possono riguardare argomenti disparati ma che rientrano in una cornice di idee che mi spaventato molto; fare del male a me stesso (con la paura di potermi anche suicidare) o alle persone a cui voglio bene come amici e parenti.
Ora io sono perfettamente consapevole della natura estranea di questi pensieri, della mia lontananza da questi propositi che reputo anzi orribili e spaventosi.
Però mi domandavo questi giorni come caspita è possibile che questi pensieri abbiamo sul mio umore una risonanza così potente, come possono condizionarmi la giornata inducendo dei cambiamenti di umore oppure caricandomi di un ansia deprimente che delle volte mi fa dubitare che il contenuto di quei pensieri sia vero.
Inoltre giacche probabilmente dovrò andare in terapia farmacologica, mi chiedo se questi farmaci mi aiuteranno davvero e non finiranno per acuire questo stato di percezione di una malattia che io avvero.
Dottori è davvero un disagio vero quello che vivo ma odio stare così; poi è tutto un circolo vizioso perché ogni cosa può diventare la fonte di un pensiero che mi intacca l'umore.
Ma soprattutto è normale che in momenti di panico, in cui ho avuto reali attacchi di panico per questi pensieri, io mi senta vulnerabile come se il loro contenuto si possa realizzare?
Io ho paura dottori, paura di impazzire, di diventare pazzo, ma che dico ho paura di esserlo già.
Ne uscirò?
[#1]
I pensieri intrusivi che descrivi e la loro intensa influenza sul tuo umore possono essere visti come manifestazioni di conflitti interni non risolti che cercano espressione nella tua coscienza.
Il tuo riconoscimento della natura "estranea" di questi pensieri e il terrore che provi rispetto al loro contenuto suggeriscono una forte dissonanza tra il tuo sé conscio, che rifiuta e teme questi pensieri, e un sé inconscio, dove questi impulsi sono immagazzinati. Questa tensione tra le parti conscie e inconscie del sé può portare a stati di ansia, tristezza profonda e persino attacchi di panico, specialmente quando il contenuto inconscio minaccia di "sfondare" nella consapevolezza.
Il ciclo di pensieri negativi e la paura di perdere il controllo o di danneggiare te stesso o gli altri possono anche essere interpretati come un segno di un'autocritica eccessivamente severa o di un Super-io che impone standard irrealisticamente elevati di comportamento e pensiero. Da questo punto di vista, i farmaci possono aiutare a regolare alcuni degli squilibri neurochimici che potrebbero essere alla base di questi sintomi, fornendo così un certo sollievo e stabilizzando l'umore. Tuttavia, la psicoanalisi potrebbe offrire un percorso per esplorare e risolvere i conflitti sottostanti, facilitando una maggiore integrazione dei pensieri e desideri repressi, riducendo la loro capacità di disturbare il tuo benessere emotivo.
Il sentirsi vulnerabile nei momenti di panico è del tutto normale, poiché questi stati sono spesso accompagnati dalla paura di perdere il controllo su se stessi. Il timore di "impazzire" può riflettere l'angoscia di non poter contenere o gestire ciò che emerge dall'inconscio.
È importante che tu affronti queste preoccupazioni con un professionista della salute mentale, come un terapeuta o uno psicoanalista, che può offrirti uno spazio sicuro per esplorare questi pensieri e sentimenti in profondità. La terapia può aiutarti a comprendere meglio le radici dei tuoi pensieri intrusivi e a sviluppare strategie più efficaci per gestirli e ridurre il loro impatto sulla tua vita quotidiana.
Il tuo riconoscimento della natura "estranea" di questi pensieri e il terrore che provi rispetto al loro contenuto suggeriscono una forte dissonanza tra il tuo sé conscio, che rifiuta e teme questi pensieri, e un sé inconscio, dove questi impulsi sono immagazzinati. Questa tensione tra le parti conscie e inconscie del sé può portare a stati di ansia, tristezza profonda e persino attacchi di panico, specialmente quando il contenuto inconscio minaccia di "sfondare" nella consapevolezza.
Il ciclo di pensieri negativi e la paura di perdere il controllo o di danneggiare te stesso o gli altri possono anche essere interpretati come un segno di un'autocritica eccessivamente severa o di un Super-io che impone standard irrealisticamente elevati di comportamento e pensiero. Da questo punto di vista, i farmaci possono aiutare a regolare alcuni degli squilibri neurochimici che potrebbero essere alla base di questi sintomi, fornendo così un certo sollievo e stabilizzando l'umore. Tuttavia, la psicoanalisi potrebbe offrire un percorso per esplorare e risolvere i conflitti sottostanti, facilitando una maggiore integrazione dei pensieri e desideri repressi, riducendo la loro capacità di disturbare il tuo benessere emotivo.
Il sentirsi vulnerabile nei momenti di panico è del tutto normale, poiché questi stati sono spesso accompagnati dalla paura di perdere il controllo su se stessi. Il timore di "impazzire" può riflettere l'angoscia di non poter contenere o gestire ciò che emerge dall'inconscio.
È importante che tu affronti queste preoccupazioni con un professionista della salute mentale, come un terapeuta o uno psicoanalista, che può offrirti uno spazio sicuro per esplorare questi pensieri e sentimenti in profondità. La terapia può aiutarti a comprendere meglio le radici dei tuoi pensieri intrusivi e a sviluppare strategie più efficaci per gestirli e ridurre il loro impatto sulla tua vita quotidiana.
[#2]
Utente
Grazie mille dottore, per la premura e per la risposta. Quando lei parla di impulsi immagazzinati nell'inconscio, vuole dire che il contenuto dei miei pensieri intrusivi rispecchia un desiderio, pulsione inconscia? Perché se così fosse sarebbe preoccupante e soprattutto mi parrebbe strano. A proposito, i miei sogni sono quasi sempre positivi, a volte malinconici, ma mai pervasivi o violenti. Alcuni sono disturbanti (sono tuttavia rari) però mi paiono distanti dal mio malessere quotidiano (solo in alcuni mi sembra di avere consapevolezza del mio stato di malessere in altri questa consapevolezza non c'è, inoltre io sogno moltissimo); altri invece sono belli e sereni. Grazie ancora dottore, un saluto
[#4]
Utente
Gentilissimo Dottore, la ringrazio per la riposta però le confesso che mi sono molto agitato, quindi vuol dire che quel mostro che i miei pensieri ossessivi mi fanno credere che esista c'è davvero? Questa cosa mi terrorizza e mi induce a deprimermi; vi prego io sono una persona buona non farei del male a nessuno né ma e ne tanto meno alle persone che amo; vi prego ditemi che ho travisato il significato della risposta
[#6]
Utente
Gentile dottore, rinnovo il mio ringraziamento per la sua gentilezza e premura della risposta. La mia domanda vuole essere più semplice, se un mio pensiero ossessivo nasce e mi dice 'e se facessi del male a tua madre' ma io so dentro di me che mia madre la amo e non le farei mai del male, mi dice allora perché questo mio pensiero dovrebbe rispondere ad un desiderio inconscio? Questa ipotesi mi fa stare male, io amo mia madre (come amo me stesso e tutta la mia famiglia) allora perché dovrei poter volerle male....perché forse ho travisato il senso della sua affermazione, ma a me pare che lei stia sostenendo che il contenuto dei miei pensieri sia vero, reale, e la cosa, penso lei possa capirlo, non è per nulla rassicurante. Anche perché io le garantisco che questi pensieri ossessivi nascono veramente per contingenze futili, il punto è che io gli do peso e poi finiscono per farmi sprofondare in un umore basso in cui io, anche per l'ansia, non riesco più a discernere razionalmente. In altre parole io non sono una persona cattiva, però a quanto sembra le mie ossessioni rivelerebbero il contrario...non comprendo; ancora grazie
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 648 visite dal 20/05/2024.
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