Un qi di 90 punti può comportare problemi sociali, scolastici, e sul lavoro?
Premetto che ho avuto sempre problemi a scuola, con le relazioni sociali, e sul lavoro sono stato sempre licenziato in tronco, mentre gli altri riuscivano in tutto quello in cui io ho sempre fallito.
Con le ragazze non ne parliamo, nonostante, tutti dicevano che ero un bel ragazzo loro non mi hanno mai considerato, nemmeno per un'avventura, quelle che si sono messe con me mi hanno sfruttato, situazione questa che nella mia vita non è mai cambiata, mai avuta una relazione o avventura decente apparte la relazione attuale, infatti ho un bella moglie che mi ama ed io amo.
Spesso etichettato come scemo, nell'infanzia e nell'adolescenza ero "il soggetto da prendere in giro" poi dopo un'inevitabile esperienza traumatica del militare mi sono rimboccato le maniche, tra psicologo ed impegno ho ottenuto qualcosa, ma non quello che sarebbe servirto. La situazione è migliorata un po', ma ancor`oggi faccio qualcosa che non va ed ogni tanto vengo echitettato come scemo da chi eventualmente mi vede.
Io a differenza di un tempo ammetto i miei errori, dico eufemisticamente "le mie colpe", ma odio la gente, e soffro tanto, perché mi sento impotente rispetto a quel che mi fanno subire.
A scuola andavo malissimo, dovevo essere seguito, poi all'università frequentando un corso di D. U. un po' ho recuperato terreno, ma per quanto sperassi di brillare, l'unico a non aver mai preso un 30 ero io, poi Il mio voto finale è stato tra i più bassi, tutti i miei colleghi ottennero punteggi alti, 110/110 o 110/110 con lode, a parte io ed una mia collega che ottenemmo un punteggio di 104/110.
In tutto quello che faccio avverto di essere una spanna dietro agli altri.
La mia infanzia è adolescenza sono state burrascose, con questo non giustifico tutti i miei problemi perché il qi è prettamente frutto di fattori genetici.
In passato ero secondogenito, avevo infatti una sorella di un anno più grande di me, era handicappata, con forte ritardo mentale oltre a patologia cardiaca, quindi per i miei genitori dovetti da subito, già da piccolissimo, comportarmi da primogenito, figuriamoci!
Padre assente che mi percuoteva tutti i giorni con la cinta, una volta mi deturpò al punto di farmi trasformare la schiena in una bistecca cruda, un'altra volta usò la cinta in modo che con la fibia mi fece un occhio nero.
Oltre a soffrire per ciò che subivo fuori, dovevo subire "dentro le mura domestiche" da chi non capiva e non vedeva la mia situazione, questo perché non poteva accettare anche quest'altra sciagura.
A 16 vidi mia sorella morire di una morte che i medici quando era piccola, dopo che la operarono, previdero. Dissero infatti a mia madre che al primo o al secondo sviluppo sarebbe morta.
Il fatto atroce è che la vidi vomitare sangue, vidi tale scena che avevo solo 16 anni, quella scena è stata ed è sempre nella mia mente, anche quando consciamente penso ad altro.
Ultimamente ho eseguito in rete il test Land. 63 ed il test Mensa, il primo mi ha dato un qi 90 come risultato, il secondo invece un qi di 105 punti. Quale è più attendibile?
Nel caso fosse più attendibile il Land. 63, un punteggio di 90 potrebbe giustificare i miei problemi?
Importante:
Vi prego rispondete, ho assoluto bisogno di capire, senza una risposta che mi guidi, che mi faccia capire facendomi uscire dall'incertezza purtroppo vado in ansia.
Grazie anticipatamente!
Con le ragazze non ne parliamo, nonostante, tutti dicevano che ero un bel ragazzo loro non mi hanno mai considerato, nemmeno per un'avventura, quelle che si sono messe con me mi hanno sfruttato, situazione questa che nella mia vita non è mai cambiata, mai avuta una relazione o avventura decente apparte la relazione attuale, infatti ho un bella moglie che mi ama ed io amo.
Spesso etichettato come scemo, nell'infanzia e nell'adolescenza ero "il soggetto da prendere in giro" poi dopo un'inevitabile esperienza traumatica del militare mi sono rimboccato le maniche, tra psicologo ed impegno ho ottenuto qualcosa, ma non quello che sarebbe servirto. La situazione è migliorata un po', ma ancor`oggi faccio qualcosa che non va ed ogni tanto vengo echitettato come scemo da chi eventualmente mi vede.
Io a differenza di un tempo ammetto i miei errori, dico eufemisticamente "le mie colpe", ma odio la gente, e soffro tanto, perché mi sento impotente rispetto a quel che mi fanno subire.
A scuola andavo malissimo, dovevo essere seguito, poi all'università frequentando un corso di D. U. un po' ho recuperato terreno, ma per quanto sperassi di brillare, l'unico a non aver mai preso un 30 ero io, poi Il mio voto finale è stato tra i più bassi, tutti i miei colleghi ottennero punteggi alti, 110/110 o 110/110 con lode, a parte io ed una mia collega che ottenemmo un punteggio di 104/110.
In tutto quello che faccio avverto di essere una spanna dietro agli altri.
La mia infanzia è adolescenza sono state burrascose, con questo non giustifico tutti i miei problemi perché il qi è prettamente frutto di fattori genetici.
In passato ero secondogenito, avevo infatti una sorella di un anno più grande di me, era handicappata, con forte ritardo mentale oltre a patologia cardiaca, quindi per i miei genitori dovetti da subito, già da piccolissimo, comportarmi da primogenito, figuriamoci!
Padre assente che mi percuoteva tutti i giorni con la cinta, una volta mi deturpò al punto di farmi trasformare la schiena in una bistecca cruda, un'altra volta usò la cinta in modo che con la fibia mi fece un occhio nero.
Oltre a soffrire per ciò che subivo fuori, dovevo subire "dentro le mura domestiche" da chi non capiva e non vedeva la mia situazione, questo perché non poteva accettare anche quest'altra sciagura.
A 16 vidi mia sorella morire di una morte che i medici quando era piccola, dopo che la operarono, previdero. Dissero infatti a mia madre che al primo o al secondo sviluppo sarebbe morta.
Il fatto atroce è che la vidi vomitare sangue, vidi tale scena che avevo solo 16 anni, quella scena è stata ed è sempre nella mia mente, anche quando consciamente penso ad altro.
Ultimamente ho eseguito in rete il test Land. 63 ed il test Mensa, il primo mi ha dato un qi 90 come risultato, il secondo invece un qi di 105 punti. Quale è più attendibile?
Nel caso fosse più attendibile il Land. 63, un punteggio di 90 potrebbe giustificare i miei problemi?
Importante:
Vi prego rispondete, ho assoluto bisogno di capire, senza una risposta che mi guidi, che mi faccia capire facendomi uscire dall'incertezza purtroppo vado in ansia.
Grazie anticipatamente!
[#1]
Gentile utente,
Non sarà certo un test autosomministrato a certificare le sue caratteristiche cognitive e di apprendimento.
E inoltre, generalmente si pensa all'aspetto cognitivo [misurato e certificato dal Q.I.] come a quello che testimonia le proprie capacità di riuscita.
Ma in realtà il successo (inteso come ben-essere) nello stare al mondo sta in un mix molto più complesso, fatto di elementi cognitivi ed elementi emozionali, gestiti in armonia e competenza. Anche il fatto di aver concluso l'università con un punteggio di 104 testimonia qualcosa rispetto al suo funzionamento psichico, non crede? Forse di più di un paio di tests autosomministrati.
Proprio oggi, rispondendo ad un consulto, presentavo queste riflessioni:
"Riguardo al Q.I., non si faccia influenzare troppo dalle etichette.
Tenga conto che l'aspetto cognitivo non è indicatore né di successo né di felicità, dato che tale valutazione è stata superata dall'approccio sulla "intelligenza emotiva".
Essa consiste nell'abbinamento equilibrato tra la dimensione cognitiva e la competenza emozionale, consistente nelle capacità di:
-essere consapevoli delle proprie emozioni e gestirle positivamentei,
-comunicare efficacemente attraverso il linguaggio verbale e non,
-entrare in empatia con le altre persone,
-disinnescare i conflitti inutili.
Se Lei ama leggere, apprezzerà sicuramente il libro con cui D. Goleman ha aperto tale proficuo filone di studi:
"Intelligenza emotiva, che co'è, perchè può renderci felici", Rizzoli.
E, dello stesso autore, "Lavorare con intelligenza emotiva, come inventare un nuovo rapporto con il lavoro"
(dal consulto:
Lei dice di avere assoluto bisogno di capire capire perché altrimenti vai in ansia. Queste potrebbero essere le caratteristiche di un pensiero ossessivo; forse il problema non sta nel Q.I. bensì nell'ansia; ma questo solo uno specialista in presenza glielo può diagnosticare..
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Non sarà certo un test autosomministrato a certificare le sue caratteristiche cognitive e di apprendimento.
E inoltre, generalmente si pensa all'aspetto cognitivo [misurato e certificato dal Q.I.] come a quello che testimonia le proprie capacità di riuscita.
Ma in realtà il successo (inteso come ben-essere) nello stare al mondo sta in un mix molto più complesso, fatto di elementi cognitivi ed elementi emozionali, gestiti in armonia e competenza. Anche il fatto di aver concluso l'università con un punteggio di 104 testimonia qualcosa rispetto al suo funzionamento psichico, non crede? Forse di più di un paio di tests autosomministrati.
Proprio oggi, rispondendo ad un consulto, presentavo queste riflessioni:
"Riguardo al Q.I., non si faccia influenzare troppo dalle etichette.
Tenga conto che l'aspetto cognitivo non è indicatore né di successo né di felicità, dato che tale valutazione è stata superata dall'approccio sulla "intelligenza emotiva".
Essa consiste nell'abbinamento equilibrato tra la dimensione cognitiva e la competenza emozionale, consistente nelle capacità di:
-essere consapevoli delle proprie emozioni e gestirle positivamentei,
-comunicare efficacemente attraverso il linguaggio verbale e non,
-entrare in empatia con le altre persone,
-disinnescare i conflitti inutili.
Se Lei ama leggere, apprezzerà sicuramente il libro con cui D. Goleman ha aperto tale proficuo filone di studi:
"Intelligenza emotiva, che co'è, perchè può renderci felici", Rizzoli.
E, dello stesso autore, "Lavorare con intelligenza emotiva, come inventare un nuovo rapporto con il lavoro"
(dal consulto:
Lei dice di avere assoluto bisogno di capire capire perché altrimenti vai in ansia. Queste potrebbero essere le caratteristiche di un pensiero ossessivo; forse il problema non sta nel Q.I. bensì nell'ansia; ma questo solo uno specialista in presenza glielo può diagnosticare..
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie dottoressa.
Il mio problema è il tempo, ne danno così poco che mi si brucia il cervello, con lentezza invece noto che vado molto più in profondità coi ragionamenti. Ciò anche perché sono molto distratto, ed a volte pur capendo i meccanismi, nella fretta posso sbagliare per questo (clicco un'opzione sbagliata per distrazione).
Certo che devo puntare ad altri aspetti, una personalità è l'insieme di tanti aspetti, bisogna sempre dare il meglio ma esprimendo se stessi, con i propri difetti e pregi nei propri limiti, senza affliggersi,
dunque accettando se non si è portati per qualcosa, quindi senza affanni. Facile a pensarlo o a dirlo, però, spesso difficile a farsi. Ci proverò, anche se un 90 di qi mi fa pensare di essere un po' limitato, ed anche se i commenti della gente a volte mi fanno del male, ma a questi 2 aspetti non ci debbo pensare, infatti non farei altro che continuare ad autolesionarmi psichicamente, rovinandomi l'esistenza, giusto?
Il mio problema è il tempo, ne danno così poco che mi si brucia il cervello, con lentezza invece noto che vado molto più in profondità coi ragionamenti. Ciò anche perché sono molto distratto, ed a volte pur capendo i meccanismi, nella fretta posso sbagliare per questo (clicco un'opzione sbagliata per distrazione).
Certo che devo puntare ad altri aspetti, una personalità è l'insieme di tanti aspetti, bisogna sempre dare il meglio ma esprimendo se stessi, con i propri difetti e pregi nei propri limiti, senza affliggersi,
dunque accettando se non si è portati per qualcosa, quindi senza affanni. Facile a pensarlo o a dirlo, però, spesso difficile a farsi. Ci proverò, anche se un 90 di qi mi fa pensare di essere un po' limitato, ed anche se i commenti della gente a volte mi fanno del male, ma a questi 2 aspetti non ci debbo pensare, infatti non farei altro che continuare ad autolesionarmi psichicamente, rovinandomi l'esistenza, giusto?
[#3]
Gentile utente,
Vedo che si è concentrato sul Q.I. di 90. Mi dispiace, dato che un test autosomministrato non ha ALCUNA attendibilità, e dunque non può provocare alcun danno.
Forse Lei è alla ricerca della causa di certe sue caratteristiche personali, ed è comprensibile.
Ma al proposito è preferibile chiedere lumi ai propri curanti.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Vedo che si è concentrato sul Q.I. di 90. Mi dispiace, dato che un test autosomministrato non ha ALCUNA attendibilità, e dunque non può provocare alcun danno.
Forse Lei è alla ricerca della causa di certe sue caratteristiche personali, ed è comprensibile.
Ma al proposito è preferibile chiedere lumi ai propri curanti.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Curanti? Forse ho bisogno di un percorso con uno psichiatra? Avevo compreso che lei ha scritto che le mie capacità, che prevedono anche altre caratteristiche cognitive, secondo il suo giudizio sono superiori rispetto al risultato del test Land. 63, in effetti un psicoterapeuta sa valutare le persone anche senza somministrare un test. Il problema è che avendo poca autostima, mi perdoni, non credo dunque di avere delle qualità. Il fatto è che non vorrei essere illuso per farmi vivere più serenamente.
[#5]
Utente
P. S. : il mio problema non è soltanto quel numeretto, che purtroppo bolla è condiziona molte persone, ma i miei insuccessi, e il giudizio continuo e denigrate della gente, dalle mie parti si dice " voce di popolo...voce di Dio! ".
Comprendo che avrà visto che già sono in cura da uno psichiatra per una problematica e che mi indica di rivolgermi a lui per questa situazione. Se il suo consiglio è questo sappia che ho intenzione di seguirlo.
Comprendo che avrà visto che già sono in cura da uno psichiatra per una problematica e che mi indica di rivolgermi a lui per questa situazione. Se il suo consiglio è questo sappia che ho intenzione di seguirlo.
[#6]
Gentile utente,
dicendo "i curanti" mi riferivo proprio allo psichiatra; leggiamo infatti con attenzione anche i consulti pregressi allo scopo di comprendere meglio il mondo interiore dell* scrivente.
Intendevo suggerire che lo scarso successo non dipende solo dall'aspetto cognitivo (la cosiddetta intelligenza), bensì ad es. da tratti di ansia o di depressione. Lo psichiatra saprà essere più concretamente preciso, conoscendoLa di persona da tempo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
dicendo "i curanti" mi riferivo proprio allo psichiatra; leggiamo infatti con attenzione anche i consulti pregressi allo scopo di comprendere meglio il mondo interiore dell* scrivente.
Intendevo suggerire che lo scarso successo non dipende solo dall'aspetto cognitivo (la cosiddetta intelligenza), bensì ad es. da tratti di ansia o di depressione. Lo psichiatra saprà essere più concretamente preciso, conoscendoLa di persona da tempo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#8]
Prego, saluti cari.
Dott. Brunialti
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 972 visite dal 20/05/2024.
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