Come comportarsi ?

Ho una relazione clandestina con un uomo sposato, più grande di me di circa 20 anni, mio ex capo da cui ho rilevato l'attività in cui lavoravo per lui.
Una storia tormentata, addii e ritorni, rottura per circa un anno dove io ho cercato di creare una nuova vita conoscendo altre persone.
Lui ha fatto lo stesso e questa cosa non mi va bene perché penso di aver sofferto inutilmente durante tutto questo tempo visto che lui mi ha sostituita facilmente con altre donne.
Il problema è che durante i litigi che accadono perché magari non ci vediamo vista la mia ansia nell'essere visti da qualcuno con cui lavoro, o per uscite con gli amici, lui arriva a dirmi le cose peggiori che sono una poco di buono, che chissà con chi mi frequento, mi augura la morte e soprattutto non è facile fargli cambiare idea.

Mi sento umiliata perché non credo di avergli fatto mai nulla di male, anzi e soprattutto perché sono io a dipendere dalle scelte che spettano solo a lui.
Come mi devo comportare quando vengo trattata in questo modo?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
al suo quesito è già stata data risposta al link https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/1016731-non-riesco-a-chiudere-e-dire-basta-ad-un-uomo-sposato-piu-grande-di-me.html
Qui cambia solo la domanda finale: "Come mi devo comportare quando vengo trattata in questo modo?"
Il modo in cui viene trattata lo descrive così: "Il problema è che durante i litigi che accadono perché magari non ci vediamo vista la mia ansia nell'essere visti da qualcuno con cui lavoro, o per uscite con gli amici, lui arriva a dirmi le cose peggiori che sono una poco di buono, che chissà con chi mi frequento, mi augura la morte e soprattutto non è facile fargli cambiare idea".
Dunque lui è insultante e aggressivo. Tuttavia lei vuole stare con lui, ma vorrebbe cambiarlo. C'è modo di farlo, date le premesse?
Più volte su questa pagina arriva la richiesta d'aiuto di donne soprattutto che lamentano determinate tipologie di maltrattamento:
- lui ha dichiarato che non vuole relazioni "serie", ma ci viene chiesto come convincerlo ad avere una relazione seria;
- lui non ha mai manifestato affetto o addirittura è sessualmente aggressivo fin dall'inizio, ma ci viene chiesto come renderlo amorevole e sessualmente amabile;
- lui insulta la sua amante dicendole che è "una poco di buono" o pretende rudemente rapporti sessuali dalla donna con cui già dalla prima uscita ha avuto rapporti sessuali.
Non possiamo che far notare a chi ci scrive che le prime mosse di qualunque relazione sono le premesse su cui si costruisce il seguito. Se lui si è mostrato da subito ruvido, volgare, incapace di un interesse altro che sessuale, si vuole credere alla favola del rospo che si trasforma in un bel principe?
Per altro, se la donna che ci scrive nei primi momenti della conoscenza ha dimostrato:
- di essere disponibile a praticare rapporti sessuali con uno sconosciuto;
- di accettare un linguaggio volgare e scortese;
- di approvare incontri senza alcun impegno;
- talvolta addirittura (com'è il caso di chi ci scrive) di essere l'amante di un uomo già impegnato con un'altra, ossia di essere una donna di seconda categoria, pronta ad assecondare un traditore
perché poi meravigliarsi se il comportamento del partner è perfettamente consono a queste premesse?
Tornando alla favola del rospo trasformato in un principe dal bacio di una bella fanciulla, quella fanciulla presenta tratti nobili: l'amore, la lealtà, l'onestà, non la disponibilità a sgrufolare in un letto col primo venuto.
Quindi alla sua domanda: "Come mi devo comportare quando vengo trattata in questo modo?" provi a rispondere lei stessa, chiedendosi:
- gli ho sempre dimostrato di essere una persona leale, onesta, che rifugge dai compromessi, dal tradimento e dalle azioni subdole?
Lei scrive: "Mi sento umiliata perché non credo di avergli fatto mai nulla di male". Si fa del bene a qualcuno, assecondandolo nel tradimento? Lo si rende una persona migliore?
Lei aggiunge: "anzi e soprattutto perché sono io a dipendere dalle scelte che spettano solo a lui".
Quali scelte spettano solo a lui, signora? Lei cos'è, una bambola di pezza?
Il rispetto che noi chiediamo dobbiamo essere i primi a tributarlo a noi stessi e agli altri.
Se lo pensa anche lei, a questo punto può ripartire da qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com