Non riesco a dimostrare quanto ci tengo alle persone a cui tengo
Ciao! Avrei bisogno di un consiglio é da quasi un anno che sono fidanzata con questo ragazzo, ci sono alti e bassi nella coppia, io ho sbagliato molte volte e ho portato lui a non fidarsi più di me (ne sono consapevole) ma comunque lui ha deciso di continuare perché appunto mi ama e io dall’altra parte, ho promesso che gli avrei dato dimostrazioni per potersi fidare nuovamente.
Il punto é che non so per quale motivo, mi ritrovo poi in delle situazioni nel quale magari non riesco a dimostrare quello che voglio.
In primis non riesco a dimostrare quanto io lo amo, e giustamente a lui vengono altri mille dubbi, perché dice che se una persona é innamorata, gli viene naturale dimostrare quanto uno tenga all’altro (riferendosi anche con piccoli gesti).
Io sono innamorata di lui ma effettivamente quando poi parlo con lui e ci ragiono, mi rendo conto che non ho mai fatto nulla per risolvere la situazione iniziale.
Cioè ho sbagliato all’inizio, il mio risolvere é stato ok comportarmi bene e quindi mi sono come adeguata/ rilassata alla situazione del non litigio con lui, ma non ho mai fatto nulla per far sì che lui si rifidasse di me e che non avesse dubbi forse é come se do per scontato delle situazioni quando in realtà se poi ci rifletto mi rendo conto, che é sbagliato, perché sono la prima che dovrebbe fare di tutto per farlo ricredere (visto che ho creato io questa situazione).
Quindi chiedo solo un consiglio, perché vorrei poter dimostragli quanto io tenga a lui, ma a volte non so come fare, e mi chiedo se sono sbagliata io.
Il punto é che non so per quale motivo, mi ritrovo poi in delle situazioni nel quale magari non riesco a dimostrare quello che voglio.
In primis non riesco a dimostrare quanto io lo amo, e giustamente a lui vengono altri mille dubbi, perché dice che se una persona é innamorata, gli viene naturale dimostrare quanto uno tenga all’altro (riferendosi anche con piccoli gesti).
Io sono innamorata di lui ma effettivamente quando poi parlo con lui e ci ragiono, mi rendo conto che non ho mai fatto nulla per risolvere la situazione iniziale.
Cioè ho sbagliato all’inizio, il mio risolvere é stato ok comportarmi bene e quindi mi sono come adeguata/ rilassata alla situazione del non litigio con lui, ma non ho mai fatto nulla per far sì che lui si rifidasse di me e che non avesse dubbi forse é come se do per scontato delle situazioni quando in realtà se poi ci rifletto mi rendo conto, che é sbagliato, perché sono la prima che dovrebbe fare di tutto per farlo ricredere (visto che ho creato io questa situazione).
Quindi chiedo solo un consiglio, perché vorrei poter dimostragli quanto io tenga a lui, ma a volte non so come fare, e mi chiedo se sono sbagliata io.
[#1]
Gentile utente,
state insieme da meno di un anno e siete giovani, penso anche lui.
Questa prima fase dovrebbe essere dedicata a conoscervi, non solo reciprocamente, ma anche ad esplorarvi dentro, per capire ciascuno dei due cosa vuole e cosa offre in un rapporto d'amore.
Lei parla oscuramente di sue colpe: "io ho sbagliato molte volte e ho portato lui a non fidarsi più di me".
Si è trattato di tradimenti?
Parla di sue incapacità a dimostrare l'amore, ma non dice in che cosa esattamente ha mancato. Riferisce parole di lui che sembrano un po' delle pretese: "a lui vengono altri mille dubbi, perché dice che se una persona é innamorata, gli viene naturale dimostrare quanto uno tenga all’altro (riferendosi anche con piccoli gesti)".
Ma dove ha letto queste sciocchezze, il suo ragazzo? Ognuno dimostra l'amore come sa; se l'altro vuole manifestazioni diverse, deve imparare a chiederle nel modo giusto, e non pretenderle facendo sentire il partner sbagliato.
Lei invece ripete: "ho sbagliato all’inizio"; "non ho mai fatto nulla per far sì che lui si rifidasse di me e che non avesse dubbi"...
Non sarà lui che ha troppi dubbi? All'inizio non si fanno "errori", si fanno tentativi di capirsi e di venirsi incontro.
Imparate tutti e due a parlarvi, ripeto, ascoltando l'altro ma ascoltando anche sé stesso: chiedetevi cosa volete davvero e se sapete manifestarlo all'altro con chiarezza, non con la pretesa che l'altro lo sappia già.
Creare degli schemi a priori non aiuta in nessun tipo di conoscenza; in una storia d'amore ancora all'inizio, può essere deludente e distruttivo.
Auguri. Per qualunque dubbio, noi siamo qui.
state insieme da meno di un anno e siete giovani, penso anche lui.
Questa prima fase dovrebbe essere dedicata a conoscervi, non solo reciprocamente, ma anche ad esplorarvi dentro, per capire ciascuno dei due cosa vuole e cosa offre in un rapporto d'amore.
Lei parla oscuramente di sue colpe: "io ho sbagliato molte volte e ho portato lui a non fidarsi più di me".
Si è trattato di tradimenti?
Parla di sue incapacità a dimostrare l'amore, ma non dice in che cosa esattamente ha mancato. Riferisce parole di lui che sembrano un po' delle pretese: "a lui vengono altri mille dubbi, perché dice che se una persona é innamorata, gli viene naturale dimostrare quanto uno tenga all’altro (riferendosi anche con piccoli gesti)".
Ma dove ha letto queste sciocchezze, il suo ragazzo? Ognuno dimostra l'amore come sa; se l'altro vuole manifestazioni diverse, deve imparare a chiederle nel modo giusto, e non pretenderle facendo sentire il partner sbagliato.
Lei invece ripete: "ho sbagliato all’inizio"; "non ho mai fatto nulla per far sì che lui si rifidasse di me e che non avesse dubbi"...
Non sarà lui che ha troppi dubbi? All'inizio non si fanno "errori", si fanno tentativi di capirsi e di venirsi incontro.
Imparate tutti e due a parlarvi, ripeto, ascoltando l'altro ma ascoltando anche sé stesso: chiedetevi cosa volete davvero e se sapete manifestarlo all'altro con chiarezza, non con la pretesa che l'altro lo sappia già.
Creare degli schemi a priori non aiuta in nessun tipo di conoscenza; in una storia d'amore ancora all'inizio, può essere deludente e distruttivo.
Auguri. Per qualunque dubbio, noi siamo qui.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Gentile utente,
benvenuta su Medicitalia per questo suo primo consulto.
Spero di esserle di aiuto richiamando la sua attenzione su due importanti affermazioni che lei esprime nella sua ultima frase: "Quindi chiedo solo un consiglio, perché vorrei poter dimostragli quanto io tenga a lui, ma a volte non so come fare, e mi chiedo se sono sbagliata io"
In qualità di professionista della salute e attenendoci al codice deontologico non possiamo offrirle consigli che potranno essere elargiti da un’amica, ma possiamo fare qualcosa di più utile e prezioso, ossia analizzare il malessere che emerge da alcuni aspetti caratteriali che emergono dal suo scritto.
Dalla frase che ho sopra riportato lei dice .... "Non so come fare a dimostrare quanto tengo a lui" e aggiunge " mi chiedo se sono sbagliata" .
In queste due asserzioni colgo la sua sofferenza e la tendenza a colpevolizzarsi seguendo il bisogno di adeguarsi alle richieste degli altri, ciò la porta a sentirsi sbagliata e vivere nella paura dell’abbandono.
Ognuno di noi mette in atto dei comportamenti che rispondono alle personali caratteristiche di personalità che si acquisiscono sin dalla tenera età, doniamo agli altri nella misura in cui abbiamo ricevuto. Non si tratta, quindi, di essere "giusti o sbagliati" , essere nella "ragione o nel torto" ma di prendere consapevolezza del proprio carattere, di sentire e riconoscere le proprie emozioni, saper dare loro un nome ed esternarle con tutta la nostra interezza.
La capacità di esprimere le emozioni è una capacità che si acquisisce sin dalla nascita grazie alle relazioni con l’altro, inizialmente con la sua mamma, poi con i suoi genitori, con i nonni, con i fratelli e così via, come venivano esternate le emozioni nella sua famiglia d’origine? con eccessivo calore? O piuttosto con eccessiva freddezza e indifferenza?
La modalità espressiva delle sue mozioni e dei suoi sentimenti, all’interno di qualsiasi tipo di relazione, rispecchiano ciò che sin da bambina ha ricevuto e su cui ha costruito i suoi schemi di comportamento.
Altro punto di riflessione che le propongo: presumendo che il nostro fidanzato ci ami così come siamo, anche con i nostri limiti e difficoltà, secondo lei, sarebbe giusto voler agire, fare qualcosa per modificare la modalità d’espressione delle emozioni con l'intento di "mostrarsi più affidabili" o "far ricredere l’altro su noi" (e quindi per la paura del rifiuto) o forse la volontà di cambiamento dovrebbe nascere dal bisogno di risolvere un disagio interiore come quello di non riuscire ad esternare le proprie emozioni?
Solo se lei si trova nella seconda opzione, senza la paura del rifiuto del suo fidanzato, potrà superare il blocco emozionale, ossia la contrizione delle emozioni. Attraverso un personale percorso di consapevolezza ed espansione emotiva potrà giungere all’accoglienza, in primis, dei propri limiti e delle fragilità, e poi all’accettazione delle proprie capacità mettendo al centro di ogni intervento il rispetto e l’amore per sé stessi. Quello che desidero mettere in luce è che dovrebbe soffermarsi non sul compiacimento dell’altro per ottenere la sua approvazione, ma sul desiderio di scoprire il senso di sé nel suo diritto di esistere e di essere al mondo scoprendo l’amore attraverso l'espressione sensoriale.
Le propongo un percorso di riscoperta di sé tramite il sostegno di uno psicologo o meglio di uno psicoterapeuta bioenergetico, l’amore è un sentimento che si manifesta in una multiforme varietà di azioni affettive ma non necessita di nessun specifico atto forzato con funzione dimostrativa, occorre riscoprire la spontaneità dei sentimenti che si manifestano non solo nella mente ma nel corpo e attraverso il corpo.
La saluto calorosamente, restando a disposizione.
Dott.ssa Maria Graziano
benvenuta su Medicitalia per questo suo primo consulto.
Spero di esserle di aiuto richiamando la sua attenzione su due importanti affermazioni che lei esprime nella sua ultima frase: "Quindi chiedo solo un consiglio, perché vorrei poter dimostragli quanto io tenga a lui, ma a volte non so come fare, e mi chiedo se sono sbagliata io"
In qualità di professionista della salute e attenendoci al codice deontologico non possiamo offrirle consigli che potranno essere elargiti da un’amica, ma possiamo fare qualcosa di più utile e prezioso, ossia analizzare il malessere che emerge da alcuni aspetti caratteriali che emergono dal suo scritto.
Dalla frase che ho sopra riportato lei dice .... "Non so come fare a dimostrare quanto tengo a lui" e aggiunge " mi chiedo se sono sbagliata" .
In queste due asserzioni colgo la sua sofferenza e la tendenza a colpevolizzarsi seguendo il bisogno di adeguarsi alle richieste degli altri, ciò la porta a sentirsi sbagliata e vivere nella paura dell’abbandono.
Ognuno di noi mette in atto dei comportamenti che rispondono alle personali caratteristiche di personalità che si acquisiscono sin dalla tenera età, doniamo agli altri nella misura in cui abbiamo ricevuto. Non si tratta, quindi, di essere "giusti o sbagliati" , essere nella "ragione o nel torto" ma di prendere consapevolezza del proprio carattere, di sentire e riconoscere le proprie emozioni, saper dare loro un nome ed esternarle con tutta la nostra interezza.
La capacità di esprimere le emozioni è una capacità che si acquisisce sin dalla nascita grazie alle relazioni con l’altro, inizialmente con la sua mamma, poi con i suoi genitori, con i nonni, con i fratelli e così via, come venivano esternate le emozioni nella sua famiglia d’origine? con eccessivo calore? O piuttosto con eccessiva freddezza e indifferenza?
La modalità espressiva delle sue mozioni e dei suoi sentimenti, all’interno di qualsiasi tipo di relazione, rispecchiano ciò che sin da bambina ha ricevuto e su cui ha costruito i suoi schemi di comportamento.
Altro punto di riflessione che le propongo: presumendo che il nostro fidanzato ci ami così come siamo, anche con i nostri limiti e difficoltà, secondo lei, sarebbe giusto voler agire, fare qualcosa per modificare la modalità d’espressione delle emozioni con l'intento di "mostrarsi più affidabili" o "far ricredere l’altro su noi" (e quindi per la paura del rifiuto) o forse la volontà di cambiamento dovrebbe nascere dal bisogno di risolvere un disagio interiore come quello di non riuscire ad esternare le proprie emozioni?
Solo se lei si trova nella seconda opzione, senza la paura del rifiuto del suo fidanzato, potrà superare il blocco emozionale, ossia la contrizione delle emozioni. Attraverso un personale percorso di consapevolezza ed espansione emotiva potrà giungere all’accoglienza, in primis, dei propri limiti e delle fragilità, e poi all’accettazione delle proprie capacità mettendo al centro di ogni intervento il rispetto e l’amore per sé stessi. Quello che desidero mettere in luce è che dovrebbe soffermarsi non sul compiacimento dell’altro per ottenere la sua approvazione, ma sul desiderio di scoprire il senso di sé nel suo diritto di esistere e di essere al mondo scoprendo l’amore attraverso l'espressione sensoriale.
Le propongo un percorso di riscoperta di sé tramite il sostegno di uno psicologo o meglio di uno psicoterapeuta bioenergetico, l’amore è un sentimento che si manifesta in una multiforme varietà di azioni affettive ma non necessita di nessun specifico atto forzato con funzione dimostrativa, occorre riscoprire la spontaneità dei sentimenti che si manifestano non solo nella mente ma nel corpo e attraverso il corpo.
La saluto calorosamente, restando a disposizione.
Dott.ssa Maria Graziano
Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
Consulenze psicologiche in presenza e on line
mari.graziano1971@gmail.com
www.analisiemozionalemariagraziano.it
[#3]
Gentile utente, può consultare la mia scheda e trovare tutte le info e i contatti che le occorrono per un colloquio gratuito.
Buona serata
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Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
Consulenze psicologiche in presenza e on line
mari.graziano1971@gmail.com
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 870 visite dal 15/05/2024.
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