In una coppia lui si è messo in discussione dopo una frase che gli ha ricordato il passato
Salve Dottori,
Chiedo un consulto a voi perchè mi ritrovo in una situazione in cui non so neanche come comportarmi.
Frequento un ragazzo meraviglioso da 4 mesi.
4 mesi intensi in cui ci siamo visti e conosciuti tanto.
Passo 3/4 giorni della settimana a casa sua quindi condividiamo molto tempo.
Io ho 30 anni e lui 39.
Tutto meraviglioso, un uomo un po’ particolare caratterialmente ma proprio questo lo rende così particolare ai miei occhi.
Molto attento, molto organizzato, ordinato, intraprendente, sempre presente e mi rende sempre partecipe nella sua vita.
Dopo 4 mesi, esattamente una settimana fa, una sera mi sono sentita un po’ ansiosa in questa relazione perchè lui per vari problemi lavorativi lo vedevo un po’ stanco e giù di morale e io pensavo in tutto ciò ci fosse anche qualche problema legato a me.
Quindi una settimana fa presa un po’ da un momento di rabbia gli ho chiesto cosa stessimo facendo, se stavamo andando tutte e due nella stessa direzione perchè ultimamente lo vedevo un po’ più assente.
Lui mi ha risposto che tra di noi andasse tutto bene.
Ma io forse mi aspettavo un altro tipo di risposta quindi senza volere ho cominciato una vera e proprio litigata.
Per due giorni si è chiuso e al terzo giorno ha detto che forse era meglio chiudere il tutto perchè quelle frasi l avevano rimandato alla sua vecchia relazione in cui lei gli aveva fatto spesso notare delle mancanze.
Cosa che io non ho mai fatto.
Adesso sono giorni che è chiuso dicendo che si è ritrovato quasi in depressione senza voglia di fare niente e di pensare a niente.
I sentimenti per me non sono cambiati ma si è messo in discussione.
Dopo l’ ultima relazione si era ripromesso che avrebbe chiuso davanti a una frase del genere che gli avevo fatto io.
Quando gli chiedo cosa vogliamo fare dice di non sapere.
Di non capire cosa fare.
Che la testa dice una cosa e il cuore un altra.
Ha paura di dirmi di andare avanti perchè non sa se tra un mese come vivrà lui la situazione.
Che non è neanche lui sicuro di volere chiudere con me.
Che i giorni che non mi ha sentito non stava bene.
Erano giorni tristi e senza senso.
Non so come rimediare perchè dice che il problema non è il noi perché il problema per lui non c’è mai stato quindi quando io gli avevo esposto i miei dubbi lui si è sentito sopraffatto e messo in discussione perchè non se lo aspettava.
Ora il problema è lui.
Lui che deve in qualche modo uscire da questo suo problema ma non sa come
Chiedo un consulto a voi perchè mi ritrovo in una situazione in cui non so neanche come comportarmi.
Frequento un ragazzo meraviglioso da 4 mesi.
4 mesi intensi in cui ci siamo visti e conosciuti tanto.
Passo 3/4 giorni della settimana a casa sua quindi condividiamo molto tempo.
Io ho 30 anni e lui 39.
Tutto meraviglioso, un uomo un po’ particolare caratterialmente ma proprio questo lo rende così particolare ai miei occhi.
Molto attento, molto organizzato, ordinato, intraprendente, sempre presente e mi rende sempre partecipe nella sua vita.
Dopo 4 mesi, esattamente una settimana fa, una sera mi sono sentita un po’ ansiosa in questa relazione perchè lui per vari problemi lavorativi lo vedevo un po’ stanco e giù di morale e io pensavo in tutto ciò ci fosse anche qualche problema legato a me.
Quindi una settimana fa presa un po’ da un momento di rabbia gli ho chiesto cosa stessimo facendo, se stavamo andando tutte e due nella stessa direzione perchè ultimamente lo vedevo un po’ più assente.
Lui mi ha risposto che tra di noi andasse tutto bene.
Ma io forse mi aspettavo un altro tipo di risposta quindi senza volere ho cominciato una vera e proprio litigata.
Per due giorni si è chiuso e al terzo giorno ha detto che forse era meglio chiudere il tutto perchè quelle frasi l avevano rimandato alla sua vecchia relazione in cui lei gli aveva fatto spesso notare delle mancanze.
Cosa che io non ho mai fatto.
Adesso sono giorni che è chiuso dicendo che si è ritrovato quasi in depressione senza voglia di fare niente e di pensare a niente.
I sentimenti per me non sono cambiati ma si è messo in discussione.
Dopo l’ ultima relazione si era ripromesso che avrebbe chiuso davanti a una frase del genere che gli avevo fatto io.
Quando gli chiedo cosa vogliamo fare dice di non sapere.
Di non capire cosa fare.
Che la testa dice una cosa e il cuore un altra.
Ha paura di dirmi di andare avanti perchè non sa se tra un mese come vivrà lui la situazione.
Che non è neanche lui sicuro di volere chiudere con me.
Che i giorni che non mi ha sentito non stava bene.
Erano giorni tristi e senza senso.
Non so come rimediare perchè dice che il problema non è il noi perché il problema per lui non c’è mai stato quindi quando io gli avevo esposto i miei dubbi lui si è sentito sopraffatto e messo in discussione perchè non se lo aspettava.
Ora il problema è lui.
Lui che deve in qualche modo uscire da questo suo problema ma non sa come
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Gentile utente,
siete due adulti che si conoscono da poco ma si sono frequentati subito con intensità, al punto che lei trascorre ogni settimana tre o quattro giorni a casa di lui.
Quattro mesi, tuttavia, non sono sufficienti a conoscere le abitudini, gli interessi, le preferenze, i difetti, le cause che abbattono o rallegrano una persona.
Di lei sappiamo pochissimo; del suo partner ci dice una frase sibillina, che spiegata meglio ci potrebbe aiutare: "un uomo un po’ particolare caratterialmente".
Veniamo ai fatti. Una settimana fa lei si sente "un po’ ansiosa in questa relazione perchè lui per vari problemi lavorativi lo vedevo un po’ stanco e giù di morale e io pensavo in tutto ciò ci fosse anche qualche problema legato a me".
Queste parole fanno squillare il campanello d'allarme nello psicologo.
Perché "un po’ ansiosa in questa relazione"?
Lei scrive che "per problemi lavorativi" lui era un po’ stanco e giù di morale; perché invece ha pensato che la stanchezza e l'umore pensieroso fossero legati alla vostra relazione?
Si può temere che lei non veda realmente l'altro, il suo mondo, le sue azioni, i suoi stati d'animo, ma lo veda solo in funzione di sé.
Le sembra che il vostro rapporto possa essere l'unico pensiero che determina l'umore del suo partner?
Inoltre -altro pensiero disfunzionale- lei vede il vostro rapporto a rischio. Per quale ragione?
Questi schemi mentali sarebbero già abbastanza preoccupanti, ma lei fa di più: non si ferma a riflettere, prende per reali i suoi fantasmi e non chiede a lui se qualcosa non va per offrirgli il suo supporto affettivo, al contrario lo aggredisce: "presa un po’ da un momento di rabbia gli ho chiesto cosa stessimo facendo, se stavamo andando tutte e due nella stessa direzione".
Dunque lei eroga rabbia anziché affettuosa solidarietà e formula una richiesta ansiosa e ansiogena di rassicurazioni su una relazione ancora in formazione?
Lui la rassicura che tra voi va tutto bene, ma lei "forse mi aspettavo un altro tipo di risposta quindi senza volere ho cominciato una vera e proprio litigata".
Da questa frase si comprende bene che lei dialoga dentro di sé con suoi fantasmi, e volendo aggredire quelli colpisce l'essere umano che ha di fronte. Dopodiché non si rende conto di quello che ha fatto e si stupisce che la sua aggressione, le accuse, la rabbia, abbiano turbato il partner facendolo chiudere in una lunga e dolorosa riflessione, tanto più che lui aveva già conosciuto modi aggressivi e accuse ingiuste: quello che lei ha replicato senza nemmeno accorgersene.
Eppure lui ha detto chiaramente che "quando io gli avevo esposto i miei dubbi lui si è sentito sopraffatto e messo in discussione perchè non se lo aspettava".
Sia consapevole, signora, che lei non ha pacatamente "esposto dubbi".
Lui credeva di star costruendo una relazione felice, una relazione in cui si viene sostenuti se si attraversa un momento triste e problematico, e si è sentito invece aggredire su temi che non credeva minimamente in discussione.
A volte noi psicologi cerchiamo di far ampliare il criterio di giudizio alle persone, invitandole a cambiare punto di vista. Se lei fosse una parente del suo partner, un'amica, addirittura la madre, penserebbe che la relazione che ha instaurato con lei possa garantirgli stabilità e serenità?
Gli consiglierebbe di procedere senza cambiare nulla?
Provi a riflettere su tutto questo.
Noi siamo qui.
siete due adulti che si conoscono da poco ma si sono frequentati subito con intensità, al punto che lei trascorre ogni settimana tre o quattro giorni a casa di lui.
Quattro mesi, tuttavia, non sono sufficienti a conoscere le abitudini, gli interessi, le preferenze, i difetti, le cause che abbattono o rallegrano una persona.
Di lei sappiamo pochissimo; del suo partner ci dice una frase sibillina, che spiegata meglio ci potrebbe aiutare: "un uomo un po’ particolare caratterialmente".
Veniamo ai fatti. Una settimana fa lei si sente "un po’ ansiosa in questa relazione perchè lui per vari problemi lavorativi lo vedevo un po’ stanco e giù di morale e io pensavo in tutto ciò ci fosse anche qualche problema legato a me".
Queste parole fanno squillare il campanello d'allarme nello psicologo.
Perché "un po’ ansiosa in questa relazione"?
Lei scrive che "per problemi lavorativi" lui era un po’ stanco e giù di morale; perché invece ha pensato che la stanchezza e l'umore pensieroso fossero legati alla vostra relazione?
Si può temere che lei non veda realmente l'altro, il suo mondo, le sue azioni, i suoi stati d'animo, ma lo veda solo in funzione di sé.
Le sembra che il vostro rapporto possa essere l'unico pensiero che determina l'umore del suo partner?
Inoltre -altro pensiero disfunzionale- lei vede il vostro rapporto a rischio. Per quale ragione?
Questi schemi mentali sarebbero già abbastanza preoccupanti, ma lei fa di più: non si ferma a riflettere, prende per reali i suoi fantasmi e non chiede a lui se qualcosa non va per offrirgli il suo supporto affettivo, al contrario lo aggredisce: "presa un po’ da un momento di rabbia gli ho chiesto cosa stessimo facendo, se stavamo andando tutte e due nella stessa direzione".
Dunque lei eroga rabbia anziché affettuosa solidarietà e formula una richiesta ansiosa e ansiogena di rassicurazioni su una relazione ancora in formazione?
Lui la rassicura che tra voi va tutto bene, ma lei "forse mi aspettavo un altro tipo di risposta quindi senza volere ho cominciato una vera e proprio litigata".
Da questa frase si comprende bene che lei dialoga dentro di sé con suoi fantasmi, e volendo aggredire quelli colpisce l'essere umano che ha di fronte. Dopodiché non si rende conto di quello che ha fatto e si stupisce che la sua aggressione, le accuse, la rabbia, abbiano turbato il partner facendolo chiudere in una lunga e dolorosa riflessione, tanto più che lui aveva già conosciuto modi aggressivi e accuse ingiuste: quello che lei ha replicato senza nemmeno accorgersene.
Eppure lui ha detto chiaramente che "quando io gli avevo esposto i miei dubbi lui si è sentito sopraffatto e messo in discussione perchè non se lo aspettava".
Sia consapevole, signora, che lei non ha pacatamente "esposto dubbi".
Lui credeva di star costruendo una relazione felice, una relazione in cui si viene sostenuti se si attraversa un momento triste e problematico, e si è sentito invece aggredire su temi che non credeva minimamente in discussione.
A volte noi psicologi cerchiamo di far ampliare il criterio di giudizio alle persone, invitandole a cambiare punto di vista. Se lei fosse una parente del suo partner, un'amica, addirittura la madre, penserebbe che la relazione che ha instaurato con lei possa garantirgli stabilità e serenità?
Gli consiglierebbe di procedere senza cambiare nulla?
Provi a riflettere su tutto questo.
Noi siamo qui.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 536 visite dal 06/05/2024.
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