Mi sento esausto e come se non stessi vivendo

Buongiorno gentili dottori, vi scrivo perché vivo nella costante sensazioni di non star vivendo una vita piena e soddisfacente, ho 26 anni e vivo con i miei genitori, attualmente sono disoccupato e il mio desiderio è quello di andare a vivere in una città un poco distante dal mio piccolo paese, vorrei iniziare una nuova vita lì poiché penso che avrei più opportunità sotto qualsiasi punto di vista, ma anche perché è una città che per motivi miei adoro molto e sento più vicina a me.

Il problema è che io sono una persona molto ansiosa, tendo a paragonarmi molto agli altri anche se so che non dovrei farlo, inoltre immagino quotidianamente e costantemente come sarà la mia vita tra 20-30 anni, ho paura della morte del mio cane che ormai è invecchiato molto, ma anche dei miei nonni a cui voglio molto bene e per finire dei miei stessi genitori, di fatti immagino spesso come saranno i loro funerali ed il dolore che proverò.
Ho l'impressione che per quanto mi sforzi mi sento comunque una persona sfortunata sotto alcuni punti di vista, ed anche la difficoltà a trovare un amore mai arrivato mi mette in ansia, soprattutto perché penso che sarebbe necessario avere una persona che mi sostenga nei periodi difficili della vita; e penso sempre che vivrò tutti questi eventi nella mia solitudine emotiva.

Di fatti quando partecipo a matrimoni, compleanni o eventi vari, mi sento sempre in un certo senso solo e distaccato rispetto agli altri; penso sempre che un giorno tutte queste sensazioni di disagio che provo spariranno, ma è una speranza più che certezza.

Nella mia mente è un continuo via e vai di ricordi nostalgici del passato e di paura del futuro, faccio fatica a concentrarmi sul presente.
Mi sento una persona intelligente ma come se avessi dei deficit.

In tutto ciò non credo nemmeno di essere riuscito a spiegare del tutto le sensazioni di disagio che provo ma ho comunque voluto condividere la mia storia senza dilungarmi eccessivamente.

Spero che siate interessati quantomeno a darmi una dritta riguardo a che visione di vita aspirare, visto che sono anche molto fragile emotivamente; sono molto appassionato al mondo della psicologia, ma i consigli di cui ne giovo tramite letture etc. migliorano solo momentaneamente i miei disagi, poiché da un punto di vista pratico rimane comunque tutto "piatto".

Saluti.
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Dr.ssa Maria Graziano Psicologo 122 3
Gentile utente,
nel suo racconto ha espresso bene i suoi disagi, le sue preoccupazioni e le sue ansie, colgo la sua sofferenza. Il consiglio che lei cerca attraverso le letture di articoli psicologici o attraverso consulti on line non possono di certo sostituire le azioni attive che lei stesso dovrà intraprendere con un po' di coraggio, i consigli servono solo ad avere delle rassicurazioni ma non a fare un passo concreto verso il cambiamento. Ciò premesso, proverò comunque a darle una dritta come lei richiede. Intanto, lei inizia la sua narrazione affermando che ha la sensazione di non star vivendo sua vita pienamente in modo soddisfacente, lo credo bene ha ventisei anni e dovrà iniziare a fare delle scelte autonome per aprirsi alla vita e a tutte le sue imprevedibili ed entusiasmanti avventure. Ma per fare questo passo in avanti occorre sganciarsi da ciò che ci frena, come la dipendenza affettiva che è evidenziata dalla paura di perdere i suoi cari, il cane, il nonno. Caro ragazzo è giusto avere dei sentimenti di affetto e amore per la famiglia di origine o per il proprio animale domestico ma l’ansia della perdita non ci fa vivere il momento presente, provi a godere dell’oggi svincolandosi dalle paure e dalla nostalgia che diventa come una zavorra di una mongolfiera che ci tiene ancorati al terreno e non ci permette di prendere il volo . Leggo della sua paura della solitudine, la paura del distacco, di vivere alcuni momenti senza una compagna, queste sono tutte espressioni di un bisogno di un legame affettivo che dia sostegno e sicurezza, ma per vivere pienamente la propria vita, come lei desidera, occorre sviluppare sicurezza dentro di sé, sicurezza nella propria persona e non cercare un appoggio-vincolante negli altri. La persona sicura sa di poter contare sui propri cari ma riesce anche a distaccarsene sapendo che anche nella lontananza il legame d’amore persiste e che si può sempre ritornare ed essere accolti arricchiti dalle esperienze al di fuori del micro cosmo familiare, più maturi. Una possibile fidanzata non deve sopperire a delle mancanze o a dei bisogni o essere sostegno nei periodi difficili (quella è una conseguenza, non l’obbiettivo della coppia), ma deve essere il completamento di una persona matura che può condividere il proprio benessere con l’altro per vivere la felicità in coppia. Comprendo bene che tutto ciò che le ho appena esposto è molto difficile da mettere in pratica da solo dall’oggi al domani, come lei giustamente dice, quindi le propongo di chiedere la guida e il sostegno di uno psicologo che può facilmente aiutarla in vari aspetti della sua personalità come il superamento dell’ansia attraverso il potenziamento dell’autostima e della sicurezza, il superamento della dipendenza affettiva attraverso lo sviluppo di una più forte individualità e indipendenza. Leggo che è disoccupato, può usufruire del bonus psicologo per fare un primo passo in modo attivo e non passivo non crede sia arrivato il momento di andare oltre la lamentela mettendosi addosso l’etichetta di sfortunato? Lei è una persona molto sensibile e dal modo in cui ha esposto la sua storia è anche intelligente, lavori con l’aiuto di un professionista sul senso di inferiorità, riprenda in mano la sua vita con desiderio e volontà, anche i suoi genitori saranno felici nel vederla realizzata e soddisfatto, forza! non si scoraggi! è l’ora di rimboccarsi le maniche e fare della propria vita un CAPOLAVORO, inizi a svolgere delle attività esterne, andare in palestra, iscriversi a dei circoli giovanili, frequentare biblioteche, non ci dive nulla delle relazioni esterne, se ha degli amici ad esempio. Ci faccia sapere più avanti quali sono stati i suoi passi, le sue scelte, siamo qui ad accoglierla e ad ascoltarla con piacere e ad incoraggiarla ma dovrà in prima persona agire nella sua quotidianità.
Un caro saluto.
Dott.ssa Maria Graziano

Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
Consulenze psicologiche in presenza e on line
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www.analisiemozionalemariagraziano.it

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Utente
Utente
La ringrazio della risposta dottoressa, non mi sono dilungato troppo perché avevo paura di non centrare il punto della situazione.
Lei dice: "è l’ora di rimboccarsi le maniche e fare della propria vita un CAPOLAVORO"; tuttavia a me queste frasi non piacciono affatto ( ma non perché lo abbia detto lei cara dottoressa, anzi appresso molto queste parole così graziose), semplicemente non sono quel tipo di persona che punta a fare della propria vita un capolavoro, anzi sono sempre una persona che è stata un passo indietro a tutti e mi sta bene così, non voglio apparire ma essere, anche quando partecipavo ai progetti o ai tempi della scuola non riuscivo ad interagire con altri ragazzi, non riuscivo ad entrare nei discorsi perché fondamentalmente tutto ciò mi provocava stanchezza mentale.

Insomma tutto ciò che lei dice è legato ad un processo di sopravvivenza, non dell'essere, io sto bene nelle mie insicurezze e nel mio modo di fare, ma purtroppo non è compatibile con la vita di oggi, ad esempio io ho la patente ma non ho mai guidato in vita mia perché odio l'auto, ed in questa situazione è chiaro che una cosa che per altri potrebbe essere una cavolata, per me risulta un problema di compatibilità con la vita odierna, quindi è tutta una questione di adattamento, non di modificare il proprio carattere. Io con il mio carattere ci sto bene, ma a quanto pare non è appunto compatibile con la quotidianità che viviamo giornalmente.
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Utente
Utente
Chiaramente mi scuso se forse ho risposto al suo messaggio con troppa enfasi, ho avuto un pomeriggio un po agitato e le ho scritte le prime sensazioni che mi sono venute in mente, magari anche in modo non accurato.
Ascolterò le sue parole e nel caso voglia farmi altre domande sono pronto a risponderle, anche se le dritte da lei date sono comunque già molto importanti per me.
Buona serata.
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Dr.ssa Maria Graziano Psicologo 122 3
Gentile utente,
leggo la sua risposta ed è molto interessante analizzare la sua reazione emotiva, come la definisce lei stesso le sue prime sensazioni , io mi soffermerei proprio su queste prime sensazioni di "pancia".
Leggo, inoltre, che l’ha molto infastidito la frase fare della propria vita un CAPOLAVORO e sottolinea che "...mi piace stare un passo indietro agli altri e che punta all’essere e non all’apparire...", ma nessuno ha parlato di apparenza , né di puntare ad una realizzazione esteriore per far colpo sugli altri, niente affatto! quando suggerisco attività esterne al nucleo familiare intendo attività di socializzazione per un'appagamento personale che consentano al contempo possibilità di maturazione e crescita, d'altronde, lei stesso afferma di essere preoccupato perché non ha avuto una fidanzata e che si trova a disagio nelle occasioni sociali come feste e matrimoni . Fare della propria vita un capolavoro vuol dire realizzare il proprio benessere, sentirsi soddisfatti della propria vita, la piena realizzazione nasce dal mettere in pratica le potenzialità individuali sviluppate, si tratta di una realizzazione che porta al piacere condiviso della vita e alla felicità. Io non ho parlato di sopravvivenza ma bensì proprio dell’essere soddisfatti, realizzati e felici. Si chieda se in questo momento lei stà vivendo pienamente la sua vita o stà forse sopravvivendo considerando che il titolo della sua richiesta di consulto riporta sono esausto e mi sento di non vivere , eppure nella sua replica successiva lei scrive io sto bene nelle mie insicurezze e nel mio modo di fare .
Credo che vada affrontata questa contraddizione interiore, una dissociazione tra sentimenti e razionalità, tra ciò che dice la testa e ciò che prova con il cuore e il corpo. Può affrontare questa dicotomia interiore con l’aiuto di uno psicoterapeuta, magari di specializzazione psicocorporea come uno psicoterapeuta bioenergetico. Io non ho domande da farle ma ho risposto ad una sua richiesta di aiuto posta nel consulto.
Cordialmente.
Dott.ssa Maria Graziano

Dott.ssa Maria Graziano Psicologa
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Utente
Utente
Ha ragione, probabilmente vivo la mia vita con troppa razionalità e con poco spirito di aprirmi a nuove esperienze, in realtà questa cosa è dettata anche dal fatto che vivo in un minuscolo paesino e tutte queste conoscenze di cui lei parla è difficile farle per tanti motivi, di fatti vorrei trasferirmi in una città a circa un'ora e mezza dal mio paesino, ma ammetto che vivere da solo da un lato mi entusiasma in quanto la mia vita evolverebbe, ma dall'altro mi spaventa molto.
Comunque ascolterò la sua richiesta di sostegno psicologico e mi muoverò verso quella direzione.
Saluti.