Crisi di coppia, ora abbiamo paura di ripartire, perché?
Ho 25 anni, sto con la mia ragazza anch'essa 25enne da 5 anni e mezzo circa.
Tre mesi fa circa siamo andati a convivere, ma l'abbiamo presa in modo diverso.
Lei aveva bisogno di passare tanto tempo con me a casa, mentre io il weekend stavo quasi sempre via, spesso tornavo a dormire a casa mia.
Non ho mai ascoltato questa sua esigenza, lei piangeva e alla fine si è staccata un po' da me (è sempre stata lei quella affettuosa dei due).
Io ho continuato a non darle peso, lei poi mi ha tradito con un suo collega... me lo ha subito detto e io, arrabbiato, mi sono allontanato da lei non vedendola/rispondendole per una settimana circa.
In questa settimana lei mi ha tempestato di messaggi e lettere in cui si diceva dispiaciuta tantissimo, che non sapeva come fosse stato possibile e che ora voleva tornare con me, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Dopo una settimana ho accettato di parlare, ma lei era cambiata.
Era agitata e molto confusa e pensava di aver bisogno di tempo per sé stessa, per capire.
Abbiamo anche parlato dei problemi dei mesi prima.
Solo quando mi ha riferito queste cose io ho capito quanto ci tenessi a lei e quanto avessi sbagliato nei mesi prima, e a quel punto ero io a non volerla perdere, ma lei a voler stare da sola.
Ora sono passati 3-4 giorni in cui io ho voluto a tutti i costi tornare con lei e lei nonostante mi continui a scrivere quanto le manco dice che non è pronta.
Io non la capivo, fino a questa mattina.
Da questa mattina mi sento anche io come lei confuso e agitato, so che mi manca, ma non sento quel forte bisogno di contatto fisico con lei che sentivo nei giorni addietro.
Cosa sta succedendo?
Perché prima lei voleva a tutti i costi stare con me e di colpo si è sentita confusa e non bisognosa di contatto fisico con me, e poi lo stesso è successo a me?
Cosa è meglio fare ora?
Tre mesi fa circa siamo andati a convivere, ma l'abbiamo presa in modo diverso.
Lei aveva bisogno di passare tanto tempo con me a casa, mentre io il weekend stavo quasi sempre via, spesso tornavo a dormire a casa mia.
Non ho mai ascoltato questa sua esigenza, lei piangeva e alla fine si è staccata un po' da me (è sempre stata lei quella affettuosa dei due).
Io ho continuato a non darle peso, lei poi mi ha tradito con un suo collega... me lo ha subito detto e io, arrabbiato, mi sono allontanato da lei non vedendola/rispondendole per una settimana circa.
In questa settimana lei mi ha tempestato di messaggi e lettere in cui si diceva dispiaciuta tantissimo, che non sapeva come fosse stato possibile e che ora voleva tornare con me, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Dopo una settimana ho accettato di parlare, ma lei era cambiata.
Era agitata e molto confusa e pensava di aver bisogno di tempo per sé stessa, per capire.
Abbiamo anche parlato dei problemi dei mesi prima.
Solo quando mi ha riferito queste cose io ho capito quanto ci tenessi a lei e quanto avessi sbagliato nei mesi prima, e a quel punto ero io a non volerla perdere, ma lei a voler stare da sola.
Ora sono passati 3-4 giorni in cui io ho voluto a tutti i costi tornare con lei e lei nonostante mi continui a scrivere quanto le manco dice che non è pronta.
Io non la capivo, fino a questa mattina.
Da questa mattina mi sento anche io come lei confuso e agitato, so che mi manca, ma non sento quel forte bisogno di contatto fisico con lei che sentivo nei giorni addietro.
Cosa sta succedendo?
Perché prima lei voleva a tutti i costi stare con me e di colpo si è sentita confusa e non bisognosa di contatto fisico con me, e poi lo stesso è successo a me?
Cosa è meglio fare ora?
[#1]
Gentile utente,
Moltissimi elementi ci propone nella sua mail.
1. c'è un elemento importante a cui si dà troppo poco peso: la convivenza.
Pur dopo tanti anni che ci si conosce, iniziare a 'fare' una vita insieme può rappresentare una rottura sostanziale dei paradigmi. Un esempio:
- staccarsi dalla famiglia di origine ha lo stesso significato per entrambi? Nel vostro caso sembrerebbe di no, la ragazza più proiettata verso la propria nuova famiglia (Voi due), Lei verso un recupero nella relazione genitoriale.
E dunque il Suo comportamento può essere interpretato come uno scarso interesse nel condividere assieme spazi e tempi di coppia, soprattutto quelli dilatati del weekend.
2. Il tradimento con un collega; non sappiamo di che tipo di tradimento si tratta, crediamo però di capire che sia stato ugualmente sofferto da entrambi. Entrambi però avete capito che ci tenete l'uno all'altra.
Tuttavia il tradimento è un sintomo, più che un evento puntiforme.
Talvolta si ha fretta di perdonare per dimenticare la sofferenza, il dubbio; senza prendersi il tempo di guardarsi dentro fino in fondo. Ma il corpo parla per noi: la difficoltà nel contatto fisico è il sintomo di una elaborazione tuttora insufficiente dell'accaduto, del prima, del dopo.
3. Capire non basta. Dopo aver compreso di sè e dell'altro, occorre modificare i propri comportamenti, il proprio modo di stare nella coppia.
Come vede si tratta di un iter emotivo abbastanza complesso, nel quale talvolta c'è bisogno di essere aiutati psicologicamente affinché qualcuno di questi passaggi non vada a ripetersi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Moltissimi elementi ci propone nella sua mail.
1. c'è un elemento importante a cui si dà troppo poco peso: la convivenza.
Pur dopo tanti anni che ci si conosce, iniziare a 'fare' una vita insieme può rappresentare una rottura sostanziale dei paradigmi. Un esempio:
- staccarsi dalla famiglia di origine ha lo stesso significato per entrambi? Nel vostro caso sembrerebbe di no, la ragazza più proiettata verso la propria nuova famiglia (Voi due), Lei verso un recupero nella relazione genitoriale.
E dunque il Suo comportamento può essere interpretato come uno scarso interesse nel condividere assieme spazi e tempi di coppia, soprattutto quelli dilatati del weekend.
2. Il tradimento con un collega; non sappiamo di che tipo di tradimento si tratta, crediamo però di capire che sia stato ugualmente sofferto da entrambi. Entrambi però avete capito che ci tenete l'uno all'altra.
Tuttavia il tradimento è un sintomo, più che un evento puntiforme.
Talvolta si ha fretta di perdonare per dimenticare la sofferenza, il dubbio; senza prendersi il tempo di guardarsi dentro fino in fondo. Ma il corpo parla per noi: la difficoltà nel contatto fisico è il sintomo di una elaborazione tuttora insufficiente dell'accaduto, del prima, del dopo.
3. Capire non basta. Dopo aver compreso di sè e dell'altro, occorre modificare i propri comportamenti, il proprio modo di stare nella coppia.
Come vede si tratta di un iter emotivo abbastanza complesso, nel quale talvolta c'è bisogno di essere aiutati psicologicamente affinché qualcuno di questi passaggi non vada a ripetersi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Non è possibile purtroppo dare indicazioni al proposito senza conoscere le persone; ogni situazione infatti fa caso a sè e non esistono regole generali.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 610 visite dal 02/05/2024.
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